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Saronno: Leonardo Cazzaniga condanna all’ergastolo

L’ex vice primario dell’ospedale di Saronno, Leonardo Cazzaniga,è stato condannato oggi, (27 Gennaio), all’ergastolo dai giudici della Corte d’assise di Busro Arsizio. Cazzaniga era accusato di 15 omicidi: 12 di pazienti in corsia e tre di familiari, tra i quali: il marito, la madre, il suocero della sua ex compagna, l’infermiera Laura Taroni. La sentenza dei giudici della corte d’Assise di Busto Arsizio è arrivata questo pomeriggio (Lunedì 27 Gennaio). Cazzaniga a inizio udienza aveva cercato una difesa: “pur nella consapevolezza d’essere imputato di 14 omicidi volontari, quindi un (demonio), un killer spietato, ribadisco di non aver mai agito come Lady Machbeth suggerì al consorte”.





L’ex viceprimario dell’ospedale di Saronno, L. Cazzaniga, ha lasciato queste dichiarazioni in aula nell’ultimo atto del PROCESSO DI PRIMO GRADO CHE LO VEDE IMPUTATO PER 14 OMOCIDI. La sentenza ha quindi confermato la richiesta della procura di Busto Arsizio: ergastolo per omicidio volontario. La corte era composta dal presidente Renata Peragallo, dal giudice a latere Rossella Ferrazzi e dai giudici popolari.

Gli episodi contestati ad uno dei protagonisti “angeli demoni “, sono avvenuti tra il 2012 e il 2013 hanno portato all’arresto dei due “amanti diabolici” nel Novembre del 2016.





Il processo durato oltre un anno e mezzo, ha portato all’ergastolo l’ex viceprimario: appurati i numerosi decessi, dopo esser passati sotto la lente, e il cosiddetto protocollo “Cazzaniga” che veniva adottato nei riguardi di pazienti in condizioni gravi: un mix di farmaci che, secondo l’accusa sostenuta dal procuratore Gianluigi Fontana e Maria Cristina Ria, veniva somministrato con l’intenzione di uccidere. Per i difensori dell’ex viceprimario, che avevano chiesto l’assoluzione, si trattava di cure palliative, adatte ad allientare la sofferenza dei pazienti. L’ex viceprimario, Cazzaniga, è da pochi giorni tornato in carcere dopo aver passato un periodo ai domiciliari con braccialetto elettronico nella casa dei genitori a Cusano Milanino.

Giustizia fatta!

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