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Busto Arsizio

Prostituzione sul Sempione: si riapre.

Coronavirus in calo e la vita ritorna tra le nostre città nelle strade aperte. Finalmente un po’ di gente in giro, anche tra Busto Arsizio e Gallarate, si torna al lavoro. Del resto gli economisti sono stati chiari, l’Italia è in netta recessione economica ed è necessario rimboccarsi le maniche, anzi nel caso della Strada Statale del Sempione, rimboccare i pantaloni al fine di dare commercio. Antichi mestieri vengono riscoperti, quello praticato sulla strada tra Busto Arsizo e Gallarate passa per essere il più antico del mondo. A fronte di modesti investimenti, non è richiesta un’alta specializzazione da parte della manodopera anzi, più che la formazione professionale vale la predisposizione e l’esperienza diretta e, in momenti di crisi come questa, le domande di assunzione potrebbe superare  di gran lunga l’offerta, anche da parte di chi normalmente non si dedica a questa professione. Purtroppo la manodopera italiana subisce la concorrenza di quella straniera proveniente non solo dalla stessa Europa, (Romania, Albania, Russia ecc.) ma anche da paesi extracomunitari, come alcuni paesi africani, (specialmente Nigeria e alcuni paesi del Nord Africa), sudamericani (Equador, Colombia, Brasile ecc.), sia di lingua spagnola che portoghese, mentre la manodopera orientale preferisce produrre in strutture protette, dislocate nei centri cittadini.  Si parla tanto di  consumare prodotti italiani e a chilometro zero ma in questo settore ciò sembra non succedere. Si tratta spesso di aziende individuali o con pochi dipendenti, a cui in genere vanno scarsi guadagni, che però fanno parte di più ampie organizzazioni multinazionali, con ottimi dividenti ai soci di maggioranza. Purtroppo, non si capisce bene per quali ragioni, trattandosi di redditi da lavoro, i proventi siano esentasse e il prezzo delle prestazioni ottenute vada ad incidere sui bilanci famigliari, spesso ad insaputa di coniuge e figli, sia come uscita, in alcuni casi come entrata, senza essere deducibile nel primo caso e tassabili nel secondo Non trascurabili poi, in questi momenti da Coronavirus, gli aspetti riguardanti il pericolo di contagio in quanto mancano i decreti  in materia sia da parte di Regione Lombardia sia da parte del Governo per la sanificazione del luogo di lavoro. Anche qui come in altri casi è lo Stato Italiano ad essere carente, non regolamentando a sufficienza il settore, mentre i sindaci delle rispettive città dovrebbero regolamentare il traffico e rendere più agevole il servizio offerto. sia che avvenga frontalmente sia posteriormente alla sede stradale. Strade aperte e case chiuse non sono una buona politica di investimento per la cittadinanza, almeno con l’attuale legislazione. 

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