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Somma, diversi interventi con le ambulanze

Il primo intervento dei sanitari di AREU è avvenuto alle ore 11,32 in via Briante al n.16, con un anziano di anni 79 caduto al suolo e portato in ospedale alle ore 12,48 in codice verde

Il secondo intervento è avvenuto   alle 12,51 in via Giusti al n.96, presso la Trattoria Cacciatori, con un uomo di anni 91 che è stato male ed è stato soccorso e portato in ospedale alle ore 12,48

Il terzo intervento alle ore 15 in via Canottieri, a causa di un incidente di un’auto contro un’altra auto.

Coinvolte una donna di anni 49 e un uomo di anni 59.

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Somma Lombardo: incidente tra auto e furgone

È successo poco fa, circa le 15.15 a Somma Lombardo in Via Alberto da Somma con la intersezione Via Canottieri, incidente tra auto ed un furgone. Un auto proveniente da Somma Lombardo direzione Varallo Pombia, si è scontrata con un furgone. Sul posto sono già presenti i soccorritori di una ambulanza Sos dei Laghi e la Polizia Locale di Somma Lombardo. Si raccomanda la massima attenzione a chi proviene da Golasecca direzione Somma Lombardo. A.L.

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Somma Lombardo, una Domenica insolita

il gigante 2il gigante 4Domenica 1 Marzo 2020, si potrebbe dire una Domenica insolita.

Non ci sono le Sante Messe, i negozi nel centro commerciale presso “IL GIGANTE” sono chiusi, gli unici bar aperti nel centro commerciale è il bar “A MODO MIO” e il bar nella galleria sopra dello stello stesso centro commerciale “IOMANGIO'”, posono restare aperti poichè effettuano servizio di ristorazione.

Almeno la Farmacia e la Parafarmacia sono aperte, per chi dovesse averne bisogno.

Tutto questo a causa del COVID-19, che da giorni i mass media ci stanno mettendo in massima allerta, oltretutto, anche restare in casa non c’è nemmeno la possibilità di guardare o ascoltare le partite di calcio, tutto sospeso. Sembra di essere in piena guerra. Leggendo alcuni post sui social, alcune persone che hanno vissuto nel periodo del secondo conflitto Mondiale, non era così l’allarmismo. Ai tempi della peste, si poteva tranquillamente uscire di casa, le Chiese erano aperte e le Celebrazioni Liturgiche si svolgevano con la presenza dei fedeli.

Cosa dire? Una Domenica Bestiale! A.L.

il giganteil gigante 1

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Somma Lombardo: Comunità Pastorale Maria Madre Presso la Croce

Somma Lombardo, 27 Febbraio 2020

Il Parroco e responsabile della Comunità Pastorale Maria Madre Presso la Croce di Somma Lombardo, don Basilio Mascetti e la Diaconia comunica che:

Rimanendo in vigore “le misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da CODIV-19” comunichiamo che continuano a essere sospesi gli incontri parrocchiali e le attività degli oratori fino a nuova comunicazione.

comunicato comunità pastorale maria madre presso la crocechiesa di santagnese

 

 

 

 

 

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somma lombardo coronavirus

coronavirus, somma lombardo, gli esercizi rispettano orari di chiusura secondo le normative date da regione lombardia.

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San Valentino, le origini in una storia d’amore d’altri tempi

 

San Valentino, le origini in una storia d’amore d’altri tempi

Gli Antichi Romani usavano, nel corso delle pubbliche assemblee, negli incontri a carattere sociale, onorare gli Dei, ai quali si affidavano per l’esito delle loro battaglie, per salvaguardare il popolo. Rifiutarsi di celebrare i riti sacri significava sottrarsi alle cerimonie di carattere civile.
I primi cristiani non volevano certamente partecipare a tali riti, ma siccome al cuore non si comanda e la gioventù porta a innamorarsi senza guardare le ragioni di stato o religiose, Sabino, centurione romano e quindi pagano, si innamorò di Serapia la cui famiglia era cristiana. L’amore non dovrebbe avere confini e certamente nessun Dio impedirebbe un sentimento puro ed autentico ma per gli uomini è diverso e così il matrimonio non poteva essere celebrato.
C’era però una soluzione: l’intervento del Vescovo, anzi del Vescovo Valentino che impartì il battesimo al soldato romano. Non era cosa da divulgare, era un fatto privato e delicato, anche perché il soldato accettò solo per amore della fanciulla. Tutto sembrava così, sistemato… sembrava…
“Scherza coi Fanti e lascia stare i Santi” è una massima popolare che si adatta a ogni tempo e luogo. La Bella Serapia si ammalò di tisi fino ad arrivare in punto di morte.
Un giovane innamorato che vede infrangersi il suo sogno d’amore che può fare se non disperarsi? . Ma un soldato non depone le armi e il Vescovo è chiamato a celebrare il matrimonio. Alza le mani, Valentino, per benedire l’unione, e la morte, commossa, abbraccia i due giovani che con un sonno lieve si abbandonano a Lei.

Non sappiamo se le anime di questi due ragazzi hanno trovato posto tra gli Dei o i cieli del Dio Cristiano, ma questa leggenda ci ricorda che Valentino fu eletto a protezione di coloro che si vogliono bene e degli epilettici.
Altre narrazioni, altri miracoli, accompagnano la figura del santo vescovo di Terni, martire, morto nel 273.
Si pensa però che l’origine della festa dell’amore abbia radici più profonde…

Molti conoscono l’inizio del libro, a cui fece seguito un film: “Picnic ad Hanging Rock ” .
Hanging Rock era una roccia quasi temuta dagli indigeni del luogo ma che emetteva uno strano fascino, un’attrattiva per gli europei. Tutto accadde il giorno di San Valentino del 1900 quando un gruppo di giovani inglesi, ospiti di un prestigioso collegio, incantate dal suono armonioso di un flauto, seguirono una pista tra le rocce fino a perdersi. La scrittrice australiana Joan Lindsay, autrice dell’opera, forse senza saperlo, ha tracciato un profilo riguardo le origini della festività: Il flauto di Pan, Signore del Tutto ci riporta agli ancestrali riti dei Lupercalia, dedicati a Fauno Luperco, quando si onorava e propiziava la sessualità e la fertilità. Fauno Luperco era l’immagine del Dio che difendeva le greggi dai lupi. Si usavano strisce di pelle per dar colpi sulla schiena alle donne in modo da renderle feconde. Non credo siano state poi vere e proprie frustate se anche le donne gravide vi si sottoponevano volentieri allo scopo di proteggere la gravidanza e il futuro nascituro. Questa festività fu attribuita anche a Giunone quale protettrice del parto e fu in uso fino al V secolo quando fu sostituita dalla ricorrenza di San Valentino.

Tornando al racconto di Hangig Rock, un particolare degno di nota è lo scambio di “Valentine” tra le ragazze. E’ da notare che l’usanza di scambiarsi gli auguri è diffusa, in molti luoghi, anche tra amiche e parenti. Si narra che mentre il Santo, ormai prigioniero, attendeva la sua esecuzione si innamorò della figlia del suo guardiano. La ragazza era cieca ma Lui gli scrisse un biglietto firmato ‘Il tuo Valentino’. Per permettergli di leggerlo, prima di morire, compì un miracolo : abbracciò la fanciulla restituendole la vista.
Alcune città italiane si contendono le reliquie del santo: mia madre mi racconta spesso di Este dove sarebbero conservate, altri parlano di Monselice, presso il Monte San Giorgio, dove venivano portati i bambini per preservarli dall’epilessia. E poi naturalmente Terni.
Questa festa racchiude antichi misteri, ricchi di fascino, tanto che il suo culto si è, nel tempo diffuso e sopravvive al passare dei secoli.
Cesarina Briante (c)

Nell’immagine una cartolina di inizio novecento. Collezione privata Cesarina Briante. In caso qualcuno rivendichi la proprietà dell’immagine questa sarà prontamente rimossa.

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Una Strega a Somma Lombardo. La Candelora

La Candelora


In questo periodo i grandi fuochi illuminano le piazze, ogni borgo rivive una tradizione centenaria: San Antonio, la Giobia, la Passera, i globi di ovatta a simbolo del martirio dei Santi, il cilostar. Il significato di queste commemorazioni riporta a tempi lontani, ma il messaggio che arrecano con sé è attuale e conoscerne la storia ci rende partecipi del passato e responsabili del presente. Queste feste di origine pagana sono parte integrante della vita dei nostri avi… torniamo indietro di secoli…





I Celti erano un popolo che occupava le nostre terre, la cui sopravvivenza era legata alla pastorizia e all’agricoltura. Certamente il Ticino era un punto di scalo importante per l’attività commerciale, ma in linea di massima, i villaggi trovavano sostentamento nella vita rurale. Per i Celti l’anno si divideva sostanzialmente in due parti: stagione calda e luminosa, stagione fredda e buia, quest’ultima molto temuta. La bella stagione lasciava molto spazio all’autonomia, nei villaggi ci si poteva muovere liberi, le bestie erano portate ai pascoli, al fiume ci si poteva rinfrescare e lavare, osservare le stelle era un piacere e le ore di luce permettevano di lavorare fino a tarda serata. Le donne usavano i telai, elaboravano oggetti, gli uomini fabbricavano utensili, davanti alle capanne ognuno svolgeva la propria opera.
L’inverno obbligava a una vicinanza forzata tra uomini e bestie, il buio scendeva presto, gli animali selvatici, affamati, attaccavano i villaggi in cerca di cibo. Si accendevano i fuochi per scaldarsi, attraverso i falò si purificavano gli animali. Non era solo un atto spirituale: il calore li liberava dei parassiti che avevano “raccolto” sulle colline, durante i pascoli estivi. Regole e imposizioni stabilivano comportamenti ed etica: per poter sopravvivere era necessaria una stretta connessione e collaborazione. Il cibo era razionato: le scorte dovevano durare fino alla primavera.





Oggi sappiamo benissimo che le giornate cominciano ad allungarsi dopo il Solstizio Invernale. Inizialmente la luce prende spazio in maniera impercettibile, arriva quasi in punta di piedi, senza farsi accorgere della sua presenza. A Febbraio si inizia a cogliere quei momenti luminosi e prolungati che preannunciano l’arrivo della stagione calda. Gli ovini risentono delle condizioni climatiche, i loro ormoni rispondono agli stimoli luminosi o meno e la possibilità di riproduzione aumenta nei periodi freddi perché la luce è scarsa. A ottobre- novembre gli accoppiamenti trovano terreno fertile, e con l’arrivo della primavera le nascite hanno un picco. Grazie alla montata lattea, al siero di latte si poteva tirare un sospiro di sollievo. Iniziava la produzione dei formaggi, bambini e anziani si nutrivano del siero e dei codini dei primi agnelli.
Per questo motivo si festeggiava la luce, la primavera era la speranza di vita, di un nuovo ciclo.

In ambito cristiano si commemora la Purificazione di Maria e la Presentazione di Gesù al tempio. Secondo la Bibbia una donna che aveva perdite di sangue era considerata impura, quindi il post- partum necessitava di una purificazione che consisteva in un’offerta di 5 sicli* al tempio. Se il nascituro era maschio la donna doveva attendere 40 giorni, se era femmina 80. Anche il bambino era dato al Tempio, veniva poi riscattato dai genitori con l’offerta di alcuni animali in relazione allo stato sociale e patrimoniale della famiglia. Gesù è nato, probabilmente, nel periodo primaverile, ma non essendo conosciuta la data esatta la chiesa ha fissato il genetliaco al 25 dicembre. Contando 40 giorni la data stabilita è il 2 febbraio anche per evitare la coincidenza con l’antica festa del Lupercali, la ricorrenza da cui poi sarebbe disceso, in parte, il nostro carnevale e la festa di San Valentino. In effetti i Lupercali consistevano in gesti e simbologie legati alla fertilità. In questo periodo si onorava la Dea Giunone- Lucina, la dea del parto, dei bambini che vedevano la luce del mondo alla nascita. Lucia era infatti il nome dato alle bambine che nascevano all’alba. Per pagani il ciclo mestruale, il post-partum e la menopausa sono momenti sacri. Ogni ciclo femminile rappresenta onore e sacralità.

La festa della luce ricorda quindi le ore luminose, i falò dell’unione, tanto che davanti ad essi si scambiavano le promesse di fidanzamento, un’abitudine questa che sopravvisse fino al XIX secolo in molte regioni.
Le processioni con i lumi, l’accensione delle candele da un unico cero benedetto, hanno permesso di definire questo periodo come “Candelora” e fissato in questo periodo il momento della benedizione delle candele per l’anno liturgico.
Cesarina Briante (c)

Note: * 5 sicli d’argento corrispondevano al salario di venti giornate lavorative.

Nella fotografia: Oratorio del XV secolo dedicato a Santa Caterina- Erbamolle di Buguggiate