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’ad di Qatar Airways Akbar Al Baker (QA è azionista per il 49% di Air Italy, mentre il 51 % e’ detenuto da Alisarda/AKFED) annunciava a maggio del 2018 i piani di successo predisposti per Air Italy.

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In sintesi il piano prevedeva una crescita nel quinquennio tale da portare il numero degli addetti a 10.000 unità, incremento consequenziale della flotta, un network ampio di lungo raggio, servizi di qualità ispirati a quelli di Qatar Airways.

Propedeutici a questo progetto sono risultati i difficili e sofferti accordi sottoscritti a giugno del 2016 dalle Organizzazioni Sindacali presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

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La realtà vissuta ad oggi nella nostra azienda è purtroppo ben diversa da quella annunciata.

Non si è verificato l’incremento del numero di aeroplani, tantomeno del network e degli organici, fatto salvo i reintegri disposti dai Tribunali di quei Lavoratori posti in mobilità coatta nel 2016.

In particolar modo, a partire dal 2019, si è registrato una continua sequenza di eventi analoghi a quelli che portarono allo smembramento di MeridianaFly: l’abbandono (ancora oggi inspiegabile) di una parte di voli storici e redditizi, mentre la restante parte trasferita in wet-lease presso la ‘vecchia’ Airitaly, la chiusura di basi operative consolidate, il ricorso diffuso alla CIGS, il ridimensionamento finale del personale di circa l’80%.

È quanto sopra parte del costo elevatissimo fatto gravare soprattutto sui Lavoratori, faticosamente sostenuto nella speranza di veder concretizzati i progetti di crescita in quella che sarebbe poi stata la ‘nuova’ Air Italy.

Risulta ancora oggi impossibile avviare un confronto con i vertici aziendali.

È questo uno dei punti oggetto delle ripetute azioni di sciopero promosse dalle stesse Segreterie Nazionali di Filt CGIL, Fit CISL, UILTRASPORTI, UGL TA nell’ultimo anno e rientra tra le motivazioni dello sciopero generale del Trasporto Aereo proclamato per il 25 febbraio p.v.

Le stesse son giunte a evidenziare la spirale suicida di Air Italy nel documento di crisi del settore inviato alla Camera dei Deputati e del Senato, mentre il MiSE ancora non da riscontro alle richieste inoltrate di avvio di un tavolo di crisi sul caso Air Italy.

Le proprietà Qatar Airways e AKFED non hanno mai incaricato una figura di vertice ad avviare concrete e prolifiche relazioni industriali, volte a ‘costruire soluzioni’ con le Organizzazioni Sindacali. Defenestrato il Presidente e AD Rigotti è subentrato prima Neil Mills, a seguire Francesco Violante, sostituito anch’egli a novembre 2019 da Roberto Spada. Il COO Rossen Dimitrov risulta non ricoprire più di fatto il proprio incarico. Nessuno dei dirigenti succedutisi citati ha mai ottemperato alla necessità di confronto invocata dalle OO.SS.

È sempre più evidente il fallimento del progetto originario, che si consuma in un totale e assordante silenzio, nell’assoluta assenza di prospettive e programmi alternativi, con la crescente preoccupazione tra i Lavoratori che temono per la sussistenza dell’azienda e per i propri posti di lavoro.

L’azienda è quindi latitante, non comunica con le istituzioni, le parti sociali e i Lavoratori, si prefigura sempre più realistica l’ipotesi dell’uscita di uno degli attuali investitori e preoccupa ulteriormente il sussistere di tutta una serie di inequivocabili situazioni patologiche.

Quanto segue ci induce a ritenere che sia imminente un drammatico collasso dell’insieme organizzativo.

L’attività trasferita in wet-lease ad altri operatori in seguito al fermo di 3 Boing 737 MAX tarda ad esser riassorbita, tantomeno Air Italy ha mai programmato un piano alternativo che ipotizzi la sostituzione di detti aeromobili.

Il numero di aeroplani in flotta si riduce sempre più: si era giunti a una composizione data da 3 Boeing 737 MAX, 7 Boeing 737NG e 5 Airbus A330-200.

La quasi certa imminente uscita dell’ulteriore A330-200 porterà la flotta A330-200 dagli iniziali 5 aeromobili a 3. Il numero di B-737 è già giunto a sole 2 unità.

Il network invernale è stato compresso notevolmente. Non vi sono certezze sul ripristino delle rotte per San Francisco, Los Angeles, Toronto. A questa incertezza si somma la già menzionata attività operata da altri vettori bulgari e le destinazioni verso Maldive, Zanzibar e Mombasa la cui longevità operative dovrebbe interrompersi tra pochi mesi.

Il personale navigante opera con un contratto scaduto da sei mesi e gli effetti della costante riduzione di attività si riflette negativamente sui salari, già fortemente ridimensionatisi a causa del sempre più scarso impiego del personale. Una parte del PNT, abilitata al 767 non più in flotta,  è da mesi posto a ‘zero ore’.

La base di Olbia, sulla quale operano circa 500 dipendenti tra naviganti e personale di terra, è giunta al fermo operativo indotto dalla chiusura temporanea di 40 giorni dell’Aeroporto Costa Smeralda.

È fortissima l’incertezza sul riavvio delle operazioni su questa base, anche perché in concomitanza  giungerà il 16 aprile p.v. la scadenza della Continuità Territoriale, verso la quale Air Italy non esprime interesse.

Ci risulta che tutti i programmi e le iniziative commerciali siano state sospese o in fase di dismissione e dai vari CDA succedutisi in questi mesi non viene resa disponibile alcuna informazione sullo stato generale della compagnia e sulle decisioni incombenti.

Lo stato del conto economico è invece noto ed è fortemente in negativo.

La Nostra speranza è che il quadro che raffiguriamo non si trasformi in un ennesimo disastro annunciato.

Chiediamo che vengano messe in atto tutte le azioni indispensabili affinché venga fatta chiarezza sulle condizioni in cui versa la Nostra Azienda, ma si imponga anche l’avvio di tutte le soluzioni necessarie per il rilancio della compagnia.

Sollecitiamo quindi l’attivazione di iniziative che partano dal coinvolgimento di tutti gli Enti Istituzionali Nazionali e locali, interessando puntualmente gli Organi di Stampa su quanto di grave si sta ripresentando nella nostra azienda.

Siamo certi che anche i Lavoratori saranno pronti a far la loro parte.

Auspicando un buon lavoro a tutti noi, giungano i nostri saluti.

FILT-CGIL   FIT-CISL   UILTRASPORTI   UGL-TA

I Dipartimenti Nazionali e le RR.SS.AA. Air Italy

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Trasporti

Incidente, cercare nella manutenzione

INCIDENTE FERROVIARIO: ONLIT (BALOTTA), CAUSE DA RICERCARE NEI MECCANISMI DI MANUTENZIONE

Il grave incidente di stamane sulla Milano Bologna ripropone con estrema gravità il tema della sicurezza ferroviaria. L’episodio ci avverte che gli incidenti non avvengono solo sulla rete tradizionale, ma anche sulle linee ad alta velocità. L’incidente, avvenuto all’altezza di uno dei posti di manutenzione della linea, fa supporre che la causa del deragliamento sia l’errata posizione dello scambio di ingresso e uscita del posto di manutenzione. In questo tragico evento sono coinvolti la linea e il treno tecnologicamente più avanzati nel mondo: dato l’enorme volume di traffico su questa direttrice, anche gli interventi manutentivi e i relativi sistemi di controllo devono aumentare. C’è poi da chiedersi perché il sistema di controllo della circolazione non abbia letto o il guasto o l’eventuale errata chiusura (“morsettamento”) dello scambio che doveva dare il corretto tracciato e che invece avrebbe causato il deragliamento. Resta il fatto che di nuovo si pone il problema della sicurezza nella gestione della manutenzione della rete sia tradizionale che ad alta velocità. Un ripensamento della organizzazione della manutenzione, dei tempi (sempre stretti) ad essa dedicata deve diventare l”opera” necessaria per una sempre meno rinviabile riorganizzazione di RFI.

Dario Balotta 

presidente ONLIT
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Trasporti

Situazione “Air Italy”: “Sportello dei Diritti” il governo s’impegni a tutelare i lavoratori

In una lettera inviata lo scorso 29 gennaio e che non ha avuto l’eco sui media che avrebbe meritato, le rappresentanze sindacali aziendali della compagnia aerea Air Italy hanno rivolto un appello alle istituzioni competenti e quindi Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dei Trasporti, Presidenti delle Regioni Lombardia e Sardegna, nella crisi di Meridiana/Air Italy, culminata nell’accordo interministeriale del 26 giugno 2016, per chiedere un incontro urgente e l’apertura di un tavolo di confronto fra le parti al fine di scongiurare una nuova crisi con il conseguente rischio di ripercussione sui lavoratori. In tale ottica, anche lo “Sportello dei Diritti“, nella persona del presidente Giovanni D’Agata, rilancia l’invito in questione e ripropone la nota a firma dei sindacati affinché siano sensibilizzate ad intervenire prontamente e tempestivamente per evitare qualsiasi tipo di conseguenza negativa sui dipendenti. Di seguito la nota trasmessa dai sindacati.





“Onorevoli Ministri e Spett.li Presidenti, Ormai da alcuni mesi le scriventi Federazioni Nazionali, anche per il tramite delle proprie rappresentanze, anche di natura locale, hanno posto alla Vostra cortese attenzione la gravissima situazione in essere nella società Air Italy. Dopo l’ingresso della società Qatar Airways tutte le aspettative e gli impegni assunti dal management sono stati disattesi ed ormai da mesi prosegue l’opera di dismissione di aeromobili, di chiusura e trasferimento delle attività verso altri vettori, determinando scenari preoccupanti non solo per i lavoratori di questa importantissima azienda ma anche per i territori coinvolti, considerati gli effetti nefasti in termini di prospettive occupazionali.Le relazioni industriali fra le OOSS e la proprietà di Air Italy, AKFED Foundation in testa e QATAR Airways socio di minoranza, sono del tutto inadeguate e carenti e sembrano più che mai finalizzate ad esacerbare gli animi piuttosto che tentare di risolvere i problemi esistenti.Le ultime notizie, inoltre, riportano l’ennesimo cambio di COO e generano il timore, per tutti i motivi sopra riportati, che si verifichi una possibile uscita della Fondazione AKFED dalla Compagnia.Nel comunicato del 25 novembre dello scorso anno, abbiamo già segnalato il progressivo e rapido ridimensionamento dell’attività di volo e del network operato dalla compagnia e contestualmente la riduzione della flotta ad un numero di aeromobili sempre più esiguo, assolutamente insufficiente a mantenere e presidiare quote di mercato e redditività tali da garantire la sostenibilità economica e dunque la sopravvivenza della Compagnia stessa.Nel momento in cui scriviamo il management di Air Italy ha disposto di procedere alla fuoriuscita dalla flotta di un ulteriore aeromobile di “lungo raggio”, a cui farà seguito un altro entro la primavera, senza alcuna previsione certa e documentata, di nuovi ingressi di aeromobili in sostituzione di quelli in uscita. Inoltre, rimane inevasa la nostra reiterata e pressante richiesta di risolvere il ricorso massiccio al noleggio di aeromobili presso compagnie straniere, il c.d. “wet leasing”, che ha, di fatto, comportato la cessione in blocco di quasi tutta l’attività di medio e corto raggio della Compagnia. Non resta, ormai, nessuna traccia dell’ambizioso piano di rilancio annunciato dal Ceo di Qatar Airwais all’atto della partnership con Air Italy, nè tanto meno, di un piano industriale che indichi, anche solo a breve/medio termine, le azioni necessarie per uscire da una crisi ormai cronica e più che preoccupante. Il quadro generale che si sta delineando porta ogni considerazione oltre la soglia della mera preoccupazione, rappresenta un allarme serio che getta più di un’ombra sulla capacita ̀ di garantire la continuità industriale della Compagnia e con essa il mantenimento dei più di 1200 posti di lavoro, suddivisi fra la Sardegna e la Lombardia, in aggiunta, come detto, alle ricadute che potrebbero determinarsi in tutto l’indotto nel territorio sardo e lombardo. Il silenzio dei responsabili di tale crisi e ̀ ormai assordante. Per tale motivo facciamo appello a tutte le istituzioni competenti nella crisi di Meridiana/Air Italy, culminata nell’accordo interministeriale del 26 giugno 2016, per chiedere un incontro urgente e l’apertura di un tavolo di confronto fra le parti. Le scriventi OOSS auspicano che questa richiesta d’incontro urgente possa trovare la dovuta considerazione ed attenzione, anche perché si innesta, per importanza e rilevanza, nel quadro più generale della crisi di tutto il settore del trasporto aereo”.

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Trasporti

Trenord. Serie infinita da ritardi, ne citiamo solo alcuni

Giornata infelice più del solito a dirla tutta, con parecchi treni in ritardo, segnalati da Trenord, una situazione di ritardi cronici intollerabili.

Il treno 25308 (MILANO P. GARIBALDI 19:05 – LUINO 20:43) viaggia con 12 minuti di ritardo per un guasto momentaneo al sistema di chiusura delle porte di alcune vetture.

27/01/2020 18:35

Il treno 25306 (MILANO P. GARIBALDI 18:05 – LUINO 19:43) viaggia con 14 minuti di ritardo per le ripercussioni della sosta prolungata di un altro treno, che ha rallentato la circolazione ferroviaria della direttrice.

Direttrice in tempo reale (Ultimo aggiornamento: 27 gennaio 2020 ore 19:42)

27/01/2020 19:12

Il treno 5328 (MILANO
P. GARIBALDI 18:32 – PORTO CERESIO 19:45) viaggia con 13 minuti di ritardo perché, per esigenze di circolazione è stato necessario dare precedenza ad un altro treno della direttrice.

Direttrice in tempo reale (Ultimo aggiornamento: 27 gennaio 2020 ore 19:42)

Il treno 25273 (RHO
19:43 – COMO S.GIOVANNI 21:11) oggi partirà dalla stazione di MILANO CERTOSA alle ore 19:55, per le conseguenze di un guasto al treno che ha richiesto un intervento di manutenzione straordinaria.

I clienti da RHO possono prendere il treno 25277 (RHO 20:43 – COMO S.GIOVANNI 22:11).

Direttrice in tempo reale (Ultimo aggiornamento: 27 gennaio 2020 ore 19:43)

27/01/2020 18:51

Il treno 24961 (MALPENSA AEROPORTO T2 18:37 – MILANO CENTRALE 19:37) è partito e viaggia con 14 minuti di ritardo a causa dell’attesa del treno proveniente da MILANO CENTRALE e perché è stato necessario effettuare una manovra di aggancio nella stazione di MALPENSA AEROPORTO T2.

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Trasporti

Pioltello, commemorazione delle vittime

di Giuseppe Criseo

Claudia Maria Terzi, assessore alle Infrastrutture trasporti e mobilità sostenibile è andata alla commemorazione delle vittime di Pioltello.





Una triste rievocazione, ma d’obbligo per tutti , rinnovare e ricordare la tragedia di Pioltello con varie dichiarazioni:

“Questa mattina sono stato alla stazione di Pioltello per ricordare chi perse la vita in quel tragico 25 gennaio 2018.
Alessandra, Ida, Pierangela, tre donne lavoratrici che come ogni mattina, insieme a tante e tanti altri lavoratori e studenti, si stavano recando al lavoro.






La sicurezza dei pendolari deve essere una priorità, serve mettere in campo ogni sforzo e investimento per ammodernare le reti e i servizi di sicurezza. Doveroso esserci, doveroso ricordare e chiedere chiarezza. Grazie alla sindaca di Pioltello Ivonne Cosciotti per aver organizzato con tanti altri sindaci questo momento di ricordo e di richiesta di giustizia. ” ( Bussolati Pietro del PD).

Importante la partecipazione e le parole di Piuri, Amministratore delegato di Trenord:

«Anche oggi, a due anni dall’incidente di Pioltello, il nostro primo pensiero va alle signore Giuseppina, Maddalena e Pierangela, ai loro cari, ai feriti di quel giorno, a tutte le persone che vivono in questo territorio attraversato dalla ferrovia. È un pensiero di vicinanza e anche di rispetto per la loro richiesta di un servizio efficiente e puntuale, oltre che sicuro. Questo è e resta il nostro impegno, ogni giorno»

Ad onor del vero a sinistra qualcuno ha stigmatizzato la mancanza del Presidente Fontana che a noi ha precisato di aver inviato Claudia Maria Terzi, assessore alle Infrastrutture trasporti alla rievocazione.

La prima cittadina pioltellese Ivonne Cosciotti ha ricordato la tragedia, tre morti e 46 feriti.

Oltre a lei c’erano i sindaci di Liscate, Cernusco, Rodano, Pessano, Melzo, Vimodrone, Bussero, Carugate e Segrate, volontari della Protezione civile del territorio, le forze dell’ordine e i soccorritori.

Un brutto episodio di cronaca che ha colpito tutti:  “Ho parlato con i familiari delle tre vittime – ha dichiarato Ivonne Cosciotti – e la mamma di una di loro mi ha detto che su questo binario non potrà più tornare. Quel giorno era vicino ai vagoni accartocciati e vedeva passare le barelle con i feriti. La barella di sua figlia non l’ha mai vista passare e la sua vita si è fermata”.

Il ricordo più significativo è quello del parroco di Seggiano don Andrea Andreis. “Il treno dovrebbe essere un mezzo che accompagna verso il luogo di lavoro o di studio,  un mezzo su cui viaggiano le famiglie, non dovrebbe essere un luogo di morte e dolore – ha ricordato durante la preghiera –  Il nostro di oggi è un grido di giustizia e di consolazione, ma deve essere anche un invito a portare nel cuore la speranza. Siamo nelle mani della Provvidenza di Dio”.