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Confidi Systema! delibera aumento all’80% della garanzia sulle operazioni e donazione alla Regione Lombardia per sostenere l’emergenza Coronavirus

l Consiglio di Amministrazione di Confidi Systema! s.c. del 19 marzo u.s. ha approvato la bozza di Bilancio dell’esercizio 2019 che sarà sottoposta all’approvazione dell’Assemblea dei Soci che si terrà entro i termini statutari con modalità di convocazione in teleconferenza. I risultati – in linea con i target del Piano strategico 2019-2021 – riflettono la redditività sostenibile della Società con un utile netto dell’esercizio pari a 2,2 milioni di euro, un flusso delle garanzie di 291 milioni di euro su un monte di finanziamenti alle imprese di oltre 424 milioni di euro in crescita del 3,6% rispetto all’esercizio precedente. Il Total Capital Ratio al 31/12 è pari al 22,59 % a fronte di una copertura delle sofferenze del 75%, che si accompagna ad una riduzione degli NPL in linea con l’azione di costante attenzione alla qualità del credito e del portafoglio.

Con riferimento al momento di emergenza sanitaria ed economico-sociale che stiamo vivendo come Paese il Consiglio di Amministrazione della Società, nella stessa seduta, ha deliberato un pacchetto di misure straordinarie a sostegno delle imprese e dei territori. Con effetto immediato su tutte le richieste di credito riassicurabili dal Fondo di Garanzia al 90% Confidi Systema! aumenta all’80% la propria garanzia e riduce del 25% le commissioni rispetto al listino standard. La misura punta a massimizzare l’efficacia dell’intervento congiunto con il Fondo di Garanzia assicurando alle PMI il massimo beneficio possibile. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deliberato di stanziare € 50.000,00 a supporto di Regione Lombardia nell’ambito dell’iniziativa “Sostieni l’emergenza COVID-19, il tuo aiuto è prezioso” per sostenere lo sforzo del personale sanitario impegnato in prima linea contro l’emergenza Coronavirus.

“Di fronte a questa straordinaria emergenza siamo in prima linea per fare la nostra parte – afferma il Presidente Alessandro Spada, avere alzato le percentuali di garanzia riducendone il prezzo va nella direzione di offrire alle imprese un sostegno tangibile ed immediatamente utilizzabile.”

“Gli investimenti in tecnologia, condotti in questi anni – prosegue il Presidente – permettono all’azienda anche in questa difficile contingenza di essere pienamente operativa, ogni funzione opera full time senza alcun rallentamento”.

“Il Consiglio di Amministrazione ha unanimemente deciso – conclude il Presidente Alessandro Spada – di contribuire all’iniziativa della Regione Lombardia “Sostieni l’emergenza COVID-19, il tuo aiuto è prezioso” perché crediamo fortemente nel valore economico e sociale delle imprese e del territorio in cui operiamo tutti e vogliamo un futuro nuovo. Noi siamo qui, non altrove. Ci auguriamo che tutte le realtà ed organizzazioni che vivono il territorio e possono contribuire all’iniziativa della Regione valutino di potere fare altrettanto, perché solo insieme ce la faremo”.

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Cgil, Cisl e Uil Lombardia, ci fermiamo per la vita

 

OGGI CI FERMIAMO PER DIFENDERE LA VITA E LA SALUTE, PER RIPARTIRE POI INSIEME PER UN FUTURO MIGLIORE

Sarebbe troppo facile dire “l’avevamo detto”, ma finalmente ha prevalso PRIMA LA VITA E LA SALUTE dell’economia.
In queste settimane abbiamo continuato a ripetere alle istituzioni e alle associazioni datoriali ad ogni livello che era necessario fermarsi, che per tutelare il lavoro prezioso e insostituibile di coloro che sono in prima linea a garantire salute, sicurezza e alimenti alle persone, era necessario uno stop alle produzioni non indispensabili.
Adesso, ancora con più determinazione, dobbiamo difendere le condizioni del personale impegnato nelle attività che non si fermeranno: sistemi di protezione, controlli sanitari e sicurezza sono le priorità e l’impegno dei prossimi giorni per CGIL CISL UIL lombarde.
Lo stop di oggi serve a ripartire domani, con ancor più determinazione e con la convinzione che ci viene dall’insegnamento di questi drammatici giorni: la imprescindibile necessità di un efficace sistema sanitario universale di qualità, garantito a tutte e tutti, un bene essenziale che il sindacato confederale continuerà a difendere.

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Coronavirus, intervento del Ministro Speranza:Sacrifici indispensabili per battere il virus”

Covid-19, Speranza: “Alleanza tra istituzioni e cittadini.
Sacrifici indispensabili per battere il virus”

«Abbiamo bisogno di una grande alleanza. Le istituzioni devono lavorare insieme e c’è bisogno di un patto tra cittadini e istituzioni. I decreti, le ordinanze, sono importanti, ma quel che conta di più sono i comportamenti di ogni singolo individuo. Sappiamo che stiamo chiedendo sacrifici, anche molto seri, ma sono indispensabili se vogliamo battere finalmente questo coronavirus. L’economia ripartirà, ma la premessa per questa ripartenza non può che essere la definitiva sconfitta di questo virus». Questo il messaggio diffuso alla stampa dal ministro della Salute, Roberto Speranza.

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Guardia di Finanza, bando di concorso per 930 allievi marescialli

GUARDIA DI FINANZA: PUBBLICATO IL BANDO DI CONCORSO, PER TITOLI ED ESAMI, PER L’ARRUOLAMENTO DI 930 ALLIEVI MARESCIALLI PRESSO LA SCUOLA ISPETTORI E SOVRINTENDENTI – L’AQUILA – ANNO ACCADEMICO 2020/2021.GUARDIA DI FINANZA: PUBBLICATO IL BANDO DI CONCORSO, PER TITOLI ED ESAMI, PER L’ARRUOLAMENTO DI 930 ALLIEVI MARESCIALLI PRESSO LA SCUOLA ISPETTORI E SOVRINTENDENTI – L’AQUILA – ANNO ACCADEMICO 2020/2021.

Sulla Gazzetta Ufficiale – IV Serie Speciale n. 18 del 3 marzo 2020 – è stato pubblicato il bando di concorso, per titoli ed esami, per l’ammissione al 92° corso presso la Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza di:a) n. 860 allievi marescialli del contingente ordinario;b) n. 70 allievi marescialli del contingente di mare.Al concorso possono partecipare i cittadini italiani, anche se già alle armi che:- alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, abbiano compiuto il 17° anno di età e non superato il giorno di compimento del 26° anno di età;- abbiano, se minorenni alla data di presentazione della domanda, il consenso dei genitori o del genitore esercente in via esclusiva la potestà o del tutore per contrarre l’arruolamento volontario nella Guardia di Finanza;- siano in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado che consenta l’iscrizione ai corsi di laurea previsti dalle Università statali o legalmente riconosciute;- seppur non ancora in possesso del citato diploma alla data di scadenza per la presentazione delle domande, lo conseguano nell’anno scolastico 2019/2020.La domanda di partecipazione al concorso, da presentare entro le ore 12.00 del 3 aprile 2020, dovrà essere compilata esclusivamente mediante la procedura telematica disponibile sul portale attivo all’indirizzo “https://concorsi.gdf.gov.it”, seguendo le istruzioni del sistema automatizzato.I concorrenti, che devono essere in possesso di un account di posta elettronica certificata (P.E.C.), dopo aver effettuato la registrazione al portale, potranno accedere, tramite la propria area riservata, al form di compilazione della domanda di partecipazione.È possibile presentare domanda di partecipazione per uno solo dei contingenti e specializzazioni riportati nel predetto bando.Sul sito internet è possibile acquisire ulteriori e più complete informazioni di dettaglio sul concorso e prendere visione del bando.

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Coronavirus, Fsp Polizia: “Svuota carceri è resa a violenti

Vanifica il lavoro di forze dell’ordine e magistratura, grava ulteriormente sul sistema sicurezza”

 

“Consideriamo una resa ai violenti, che hanno attuato le rivolte nelle carceri in un momento già difficilissimo per il Paese, la decisione di concedere i domiciliari a chi ha pene ancora da scontare fino a 18 mesi. Anzitutto è gravemente lesivo della dignità e dei diritti delle vittime dei reati che sono stati commessi da chi usufruirà di questo assurdo vantaggio, e poi significa calpestare i sacrifici compiuti da Forze dell’ordine e magistratura per la legalità e la sicurezza. I poliziotti stanno svolgendo un lavoro titanico in questi giorni più che mai, sempre in prima linea, e uno Stato che si inginocchia così di fronte alle violenze e distruzioni di chi ha già sbagliato verso la società non corrisponde affatto al senso civico che stanno dimostrando i cittadini per bene di questo paese. La certezza della pena in Italia è uno spettro, è qualcosa che chiediamo in maniera accorata da sempre, è ciò che dà senso alla pretesa punitiva e alla funzione di prevenzione del diritto penale che è diritto pubblico, della collettività, dello Stato. E adesso questa ulteriore assurda decisione scava ancor di più la voragine che già esiste fra il bisogno di giustizia della gente e la realtà delle cose. Senza considerare che mandare ai domiciliari chissà quanti detenuti significherà aumentare considerevolmente il carico di lavoro di vigilanza e repressione da parte delle Forze dell’ordine che già stanno dando più di quel che potrebbero di fronte a questa emergenza. Non è concepibile che vengano premiati i delinquenti che hanno devastato le carceri, sequestrato agenti penitenziari, dato la stura a comportamenti illeciti da cui è dipesa la morte di tanti detenuti stessi. Questo svuota carceri, di fatto è una legittimazione delle proteste, delle rivolte, delle violenze. Non ha alcun collegamento oggettivo con il contenimento della diffusione del coronavirus, a meno di non pensare di riuscire a dimezzare la popolazione carceraria, follia che davvero non necessita di commento. Politica e istituzioni devono trovare le soluzioni adatte a problemi ed emergenze, non scaricare tutto sulle spalle del sistema sicurezza a danno dei cittadini onesti. Questa decisione per i modi e i tempi con cui viene assunta manda un messaggio che consideriamo gravemente dannoso”.   

Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, a proposito del fatto che nel decreto varato in relazione all’emergenza coronavirus è prevista la concessione della detenzione domiciliare per i detenuti che hanno pene da scontare sino a 18 mesi.

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Lista degli ospedali da tagliare e ora?

L’TALIA AVEVA IL MIGLIOR SISTEMA PENSIONISTICO,CON IL MIGLIOR SISTEMA SANITARIO DEL MONDO!

TRALASCIO LA QUESTIONE PENSIONISTICA,NEL SENSO CHE TUTTI SANNO COSA E’ STATO LA LEGGE FORNERO CHE HA DISTRUTTO LE NOSTRE PENSIONI;PER PARLARE DELLA NOSTRA SANITA’,ESATTAMENTE DEI PRESIDI OSPEDALIERI ITALIANI.

OGGI MOLTO PIU’ DI IERI PER VIA DELLA NOSTRA ATTUALE EMERGENZA SANITARIA CREATA DAL CORONAVIRUS,CI ACCORGIAMO DELLA CARENZA DELLE NOSTRE STRUTTURE OSPEDALIERE IN PARTICOLARE NEL SUD ITALIA?
QUESTO PERCHE’, IN BREVISSIMO TEMPO NELLA NOSTRA SANITA’ SONO STATI TAGLIATI OLTRE 37 MILIARDI DI EURO DI NUOVI INVESTIMENTI, CON: CHIUSURE DI PRESIDI OSPEDALIERI,PRONTO SOCCORSI E POSTI LETTO,IN TUTTA ITALIA?

TUTTO QUESTO COME PER LE PENSIONI,SEMPRE IN NOME DI QUESTA UNIONE EUROPEA?
ECCO CHI HA DISTRUTTO IL NOSTRO SISTEMA SANITARIO NAZIONALE… SECONDO L’UNIONE EUROPEA IN ITALIA DOVREMMO CHIUDERE ANCORA ALTRI 175 PRESIDI OSPEDALIERI???

INOLTRE, SULLA QUESTIONE ECONOMICA,IL NOSTRO GOVERNO CON L’EMERGENZA DEL MOMENTO IMMETTE 25 MILIARDI DI EURO IN DUE RATE…MENTRE LA GERMANIA NEL SUO SISTEMA ECONOMICO IMMETTE UNA “BOMBA” DA 550 MILIARDI DI EURO! QUINDI TUTTO E’ PERMESSO A GERMANIA E FRANCIA,E PER L’ITALIA LE BRICIOLE?
ASSIEME A CIO,LA PUGNALATA DATACI DA CRHISTINE LAGARDE, PRESIDENTE DELLA BCE,CHE CON LE SUE IRRESPONSABILI DICHIARAZIONI HA FATTO PERDERE ALLA NOSTRA BORSA 70 MILIARDI IN UN SOLO GIORNO?

IO CREDO CHE SIA ARRIVATO IL MOMENTO CHE QUESTA EUROPA DEVE ANDARE A FARSI FOTTERE DEFINITIVAMENTE UNA VOLTA PER TUTTE!
NON ESISTE PIU’ NESSUNA UNIONE EUROPA! ORMAI C’E’ SOLTANTO L’ITALIA!
INOLTRE, QUESTO NOSTRO GOVERNO DI INETTI VA CACCIATO VIA PER LA SUA CRIMINALE INCAPACITA’ E SERVILISMO VERSO I FRATELLI CAINI EUROPEI.
INOLTRE ANCORA,PENSO SIA ARRIVATO IL MOMENTO CHE IL NOSTRO PAESE RIAPRA LA BANCA D’ITALIA,QUINDI RICOMINCI A STAMPARE MONETA SUA…RITORNO SUBITO ALLE NOSTRE VECCHIE LIRE,DA IMMETTERE DA SUBITO ALCUNI MILIARDI NEL NOSTRO CIRCUITO ECONOMICO!
FANCULO L’EUROPA CON IL SUO INUTILE EURO!!!

Di Giovanni Boccellato.

Varese,16/03/2020.

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Coronavisrus, Fsp Polizia: “L’incredibile vicenda avvenuta a Trento

 

Coronavisrus, Fsp Polizia: “L’incredibile vicenda avvenuta a Trento. Professionalità dei poliziotti, pericoli che incontrano e timore del rischio emulazione. Ora per chi viola regole ammende salatissime e richiesta dei danni”

 

“Un uomo che si definisce non italiano, ma ‘soggetto di diritto internazionale’, che afferma di non voler parlare con gli sconosciuti e chiede agli agenti di identificarsi personalmente, che nega ogni validità dei provvedimenti del consiglio dei ministri in tema di restrizioni per evitare la diffusione del coronavirus, e che accusa i poliziotti di sequestro e abuso. Si è verificata a Trento solo una delle tante situazioni difficili con cui i poliziotti italiani si stanno misurando in questo momento emergenziale legato al Covid19. Una situazione surreale, a mio avviso dovuta all’incredibile distacco di alcuni soggetti dalla realtà, con atteggiamenti irresponsabili, incivili e altamente dannosi per la collettività. Un ciclista roveretano giunto a Trento in bicicletta ha trattenuto una pattuglia per due ore con le sue farneticazioni, ha esposto i poliziotti a ulteriori rischi perché non era chiaro se fosse o meno portatore del virus, ha creato un danno ingente alla cittadinanza. Bisogna elogiare la calma e la pacatezza degli operatori che, già esposti a rischi notevoli ma indefessi nell’adempimento del dovere, affrontano in questo periodo ogni genere di difficoltà per il bene della comunità. Esserci sempre è un motto che racchiude una realtà, una garanzia per i cittadini. E sono proprio i cittadini a subire il menefreghismo di chi non ha remore a mettere la loro salute a rischio ulteriore. La cittadinanza sta rispondendo bene alle prescrizioni date, ma chi fa sicurezza teme sempre il rischio emulazione quando accadono cose così sfacciatamente contrarie alle regole. Siamo convinti che oltre a quanto già previsto in termini di ammende e denunce, certi soggetti che contravvengono alle disposizioni dell’autorità in un momento così delicato ed eccezionale debbano essere oggetto di sanzioni amministrative pesantissime e anche chiamati a rifondere i danni alla collettività in sede civile”.

Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, dopo l’incredibile vicenda accaduta a Trento, dove un ciclista partito da Rovereto è stato fermato da una pattuglia della polizia. Alla richiesta di spiegazioni e documenti ha fornito un foglio di autocertificazione compilato in maniera anomala, e poi ha opposto una lunga resistenza affermando fra l’altro di non essere “cittadino amministrato dallo Stato italiano”. “Questo decreto è una bufala e non lo accetto”, avrebbe ribadito. Ha accusato gli agenti di abuso di potere e sequestro di persona, infine è stato portato in Questura e denunciato a piede libero per violazione del Dpcm 11 marzo 2020. Lo stesso ciclista ha poi pubblicato il video di quanto accaduto.

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ll diritto penale al tempo del coronavirus

In questi giorni si affastellano numerose notizie sulle prescrizioni imposte con i decreti urgenti emessi per contenere l’emergenza epidemica del coronavirus.
Molte testate giornalistiche hanno diffuso informazioni errate in relazione alle fattispecie di reato che possono essere contestate a chi tenga comportamenti vietati.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
L’ordinamento prevede un sistema di sanzioni con un crescendo di gravità per chi tenga condotte illecite.
La prima e più semplice condotta da valutare è quella di chi non rispetti le prescrizioni date con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (8.3.20 e seguenti, per approfondire: https://www.aduc.it/comunicato/coronavirus+disposizioni+valide+tutto+territorio_30811.php) senza che vi siano “comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute o rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.
In questo caso, la fattispecie generale a copertura di tutte le violazioni deve individuarsi nell’art. 650 c.p., ossia nella contravvenzione di “inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità” secondo cui, “chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico, o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206 euro”.
Questo reato, essendo una contravvenzione punita alternativamente con l’arresto o la sanzione pecuniaria è soggetta ad oblazione ex art. 162 bis c.p. e chi viola le prescrizioni dell’autorità potrebbe essere ammesso – a discrezione del Giudice – a pagare una somma simbolica di 103 euro.
Chi abbia una valida ragione per sottrarsi agli obblighi imposti dall’Autorità, può ricorrere ad un’autocertificazione.
Ma attenzione: in questo caso, ove la dichiarazione risultasse mendace si potrebbe incorrere in una sanzione più grave e l’autore dell’illecito potrebbe essere chiamato a rispondere del reato di falso ideologico commesso dal privato ai sensi del combinato disposto dagli artt. 76 DPR 445/2000 e 483 c.p.
In altre parole, le sanzioni sarebbero più gravi e potrebbe essere contestato un delitto punito fino a due anni di reclusione.
Lo stesso modello di autocertificazione (https://www.aduc.it/comunicato/coronavisrus+nuovo+regime+mobilita+individuale_30787.php) richiama poi la fattispecie di cui all’art. 495 c.p., ossia il delitto di “falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri”. Il richiamo a questa norma, sembra riguardare non tanto il caso in cui venga dichiarata una falsa esigenza per sottrarsi alle disposizioni di urgenza, quanto l’ipotesi in cui vengano attestate false generalità al pubblico ufficiale, sia pure con lo stesso fine di sottrarsi alle disposizioni di urgenza dichiarando il falso.
La pena è più grave e si assesta fra uno e sei anni di reclusione.
Veniamo poi ai comportamenti più estremi.
Si potrebbero astrattamente ravvisare alcune responsabilità colpose nel caso in cui l’autore del reato  trascurasse i propri sintomi e tenesse condotte improprie, magari in violazione di legge, provocando così qualche contagio. In queste ipotesi si potrebbero ravvisare le condotte di lesioni ed omicidio colposi purché sussista la prova del nesso di causalità fra la condotta e l’evento lesivo.
In caso di condotte dolose, da “untore”, potrebbero essere altresì contestati i reati di lesioni ed omicidio volontario.
Quest’ultima ipotesi ricorda invero i fatti di diffusione volontaria del virus HIV, con un’accettazione del rischio di contagio da parte dell’autore del reato (cfr. https://avvertenze.aduc.it/ilpenalista/hiv+aids+stato+della+normativa+della+giurisprudenza_26888.php).
Uno dei casi più noti si è peraltro concluso con la condanna per lesioni volontarie aggravate poiché l’autore del reato aveva consapevolmente trasmesso il virus mediante rapporti non protetti con numerose donne (cfr. Cass. Pen. n. 48014, 26.11.2019).
Per tornare al Covid-19, si potrebbe pensare, ad esempio, al caso di chi, consapevole di essere positivo e contagioso si rechi volontariamente in luoghi affollati cagionando la malattia ad altre persone ben individuate.
Le pene, a seconda della fattispecie contestata, possono andare dalla reclusione fino a tre mesi per le lesioni colpose, sino ad una pena da 6 a dodici anni per le lesioni dolose gravissime e 21 anni di reclusione (nel minimo) per l’omicidio volontario.
Il codice penale prevede altresì i reati di epidemia colposa e dolosa.
In particolare, l’art. 438 c.p. prevede che “chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l’ergastolo”.
Questa fattispecie è dolosa: in altre parole è richiesto che l’autore del reato, avendo nella sua disponibilità il virus, lo diffonda volontariamente. Il reato non è escluso nel caso in cui lo stesso soggetto sia infetto ed utilizzi la propria persona per la diffusione (cfr.  Cass. Pen. n. 48014, 26.11.2019).
Se il fatto avviene per colpa la pena è ben più contenuta e si assesta fra uno e cinque anni di reclusione (art. 452 c.p.).
I reati di epidemia sono raramente contestati poiché prevedono stringenti requisiti per la loro configurabilità: la giurisprudenza richiede infatti che il contagio abbia dato luogo ad una diffusione incontrollabile, che abbia interessato un numero di soggetti indeterminato e che sia avvenuta in un periodo contenuto di tempo: per tale ragione, questa fattispecie fu esclusa nel citato caso di trasmissione di HIV, poiché il numero delle vittime era contenuto e ben determinato e il virus si era diffuso in un lungo arco temporale.
Inoltre il delitto di epidemia è fattispecie a condotta vincolata ed è dunque richiesto un preciso percorso causale nella verificazione dell’evento: è invero necessaria la “diffusione di germi patogeni”. In altre parole, il delitto in esame non può essere contestato a chi abbia tenuto condotte omissive, ad esempio, non comunicando a sanitari i propri sintomi o il proprio stato di positività (cfr. Cass. Pen. n. 9133, 28.02.2017).
Un’ultima breve osservazione.
Come sempre, il diritto penale deve ritenersi l’extrema ratio ed è inutile punire severamente i singoli se il virus si è già diffuso: a ben vedere la tenuta del sistema sanitario è nelle mani della maturità e della responsabilità morale – più che penale – dell’individuo.

Fabio Clauser, legale, consulente Aduc

 

 

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8 marzo. Lombardia regione virtuosa per presenza femminile nelle istituzioni locali, tutti i dati nel rapporto di Polis

La presenza di almeno un terzo di donne nei Consigli Comunali che passano dal 23,2% del 2012 al 34,2% del 2019, collocano la Lombardia tra le regioni italiane virtuose, i cui cittadini stanno maggiormente investendo nella presenza femminile nella politica locale. È questo uno dei dati più interessanti contenuto nel Rapporto di ricerca ‘La presenza delle donne nella politica locale in Lombardia’ stilato da Polis Lombardia (Istituto regionale per il supporto alle politiche della Lombardia) alla vigilia della Festa della Donna 2020.

I DATI – Nei Comuni della Lombardia, le donne che ricoprono cariche politiche sono 8.126, pari al 34,6% delle 23.449 cariche complessive. Chi ricopre l’incarico di sindaco rappresenta il 17,9% del totale, chi è vicesindaco il 30,1%, mentre chi ha la delega di assessore arriva al 45,4%. E, ancora, le Consigliere comunali sono il 34,2% del totale, le Presidenti di Consiglio Comunale il 21,3%, il 39,3% le Vicepresidenti e il 31,8% le Delegate dal Sindaco. Spicca il dato di chi è assessore, visto l’obbligo del rispetto del 40% nei comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti. La percentuale di donne che ricoprono cariche nelle amministrazioni comunali compresa tra il 40% e il 60%, sui dati complessivamente considerati, questa percentuale si raggiunge solo nei Comuni che hanno un’ampiezza demografica compresa tra i 5.000 e i 15.000 abitanti.

GIOVANI E ISTRUITE – Il rapporto rileva che le donne che ricoprono il ruolo di prime cittadine, assessore o consigliere nei comuni lombardi si presentano con una scolarità alta ed un interesse per la politica che coinvolge le giovani donne in misura percentualmente maggiore dei giovani uomini. Sul fronte dell’investimento formativo, le donne confermano, come accade in generale nella società italiana, il loro maggiore impegno: il 43,2% delle donne ha un titolo di studio superiore al diploma, contro il 31,1% dei colleghi uomini. Riguardo all’età, mentre predomina ancora la presenza di uomini maturi, vista l’ampiezza della generazione ‘baby boomers’ – over 55, al femminile, invece, l’investimento nella politica locale è fatto in particolar modo dalla Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980) e dalle Millennials (nate tra il 1981 e il 1996) , donne mediamente più giovani e quindi presumibilmente chiamate a conciliare lavoro e politica con famiglia e cura dei figli.

Il numero delle donne sindaco è cresciuto tra il 2012 e il 2019 di appena 3 punti percentuali e, dall’altro, dalla dimensione più piccola dei comuni amministrati da donne: sono, infatti, appena 13 su 266 le prime cittadine in carica in Comuni tra i 15.000 e i 30.000 abitanti e 5 ‘guidano’ i Comuni sopra i 30.000 abitanti. Nessun Comune al di sopra dei 60.000 abitanti è amministrato da un sindaco donna, nonostante proprio il Comune più popolato, – Milano – abbia avuto in un recente passato un sindaco donna. Interessanti sono anche i dati che riguardano le singole province della Lombardia. La provincia di Milano è in testa per quanto riguarda la presenza di donne sindaco; percentuale che raggiunge il 30%. Seguono, Bergamo, Lodi, Monza-Brianza e Pavia. Mentre Cremona è fanalino di coda con il 10%.

Le donne che ricoprono la carica di assessore in Lombardia sono 1.619, il 45,38%. In vetta alla classifica la provincia di Cremona con il 50, 5%. Seguono Como 49,08% e Mantova con il 48,86%. In coda i comuni della provincia di Lodi e Pavia con circa il 40% delle donne assessore.

LE CONSIGLIERE COMUNALI – Le donne presenti nei Consigli Comunali della Lombardia sono 5.799 pari al 34,2%. Ad aver la presenza maggiore sono i comuni della provincia di Milano hanno la presenza femminile più numerosa con il 39.04%. In fondo alla classifica i comuni della provincia di Como.

RISULTATI PROMETTENTI – La Lombardia presenta dunque risultati promettenti in tema di riequilibrio di genere negli enti Locali. Le nuove norme hanno accelerato la partecipazione alla politica locale delle donne, per cui il risultato del 40%, che rappresenta il raggiungimento di una parità effettiva, è un obiettivo raggiungibile.

PELLEGRINI CONSIGLIERA DI PARITÀ: DONNE PIÙ PRESENTI – “I dati della ricerca sono molto significativi e fanno ben sperare. Certamente le leggi sul riequilibrio della rappresentanza di genere hanno pesato molto permettendo l’immissione di tante donne nell’ambito delle Istituzioni, ma quello che sta accadendo, anche se lentamente, credo sia un processo culturale che vede nella valorizzazione delle differenze e quindi anche quella di genere, un punto qualificante ed una risorsa per il bene comune. Le donne sono sempre più presenti, non solo nelle Istituzioni, ma anche in tantissime realtà dove, dal basso, si risponde ai bisogni delle comunità. E fanno la differenza”, afferma Carolina Pellegrini, Consigliere di parità regionale della Lombardia.

‘DONNA FA LA DIFFERENZA’ – “Il processo culturale che auspico da sempre è proprio questo. Gli sguardi e gli approcci diversi alla realtà degli uomini e delle donne sono davvero una risorsa nel momento in cui entrano in relazione ed interagiscono. L’interazione però può esserci nel momento in cui la persona rimane leale alle sue origini. La donna laddove è chiamata a decidere deve poter fare la differenza proprio perché donna. Il potere è una opportunità troppo grande per essere sprecata nel momento in cui è possibile fare la differenza per il bene comune. Donne fate le donne”. Il rapporto integrale su ‘La presenza delle donne nella politica locale in Lombardia’ è pubblicato sul sito www.polis.lombardia.it .

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Coronavirus, Fontana e Gallera sostengono le misure adottate anche se il DPCM è ‘pasticciato’

“La bozza del provvedimento del Governo – che ho ricevuto solo nella serata di ieri – sembra andare nella direzione del contenimento della diffusione del virus, invitando – con misure piu’ incisive – i cittadini alla prudenza”, ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia, Attilio
Fontana.
“Cio’ detto – ha continuato – non posso non evidenziare che la bozza del DPCM e’, a dir poco, ‘pasticciata’ e necessita da parte del Governo di chiarimenti per consentire ai cittadini di capire cosa si puo’ fare o meno”. “La confusione e’ evidenziata anche dalle moltissime chiamate che stanno giungendo al mio telefono e a quello di chi da giorni e’ al mio fianco per affrontare questa emergenza”.
“Siamo comunque in contatto con i rappresentanti del Governo – ha detto ancora il presidente Fontana – per cercare di mettere i cittadini e le categorie sociali in condizione di capire cosa possono fare domani. Abbiamo inviato a Roma le nostre osservazioni e la collaborazione tra i nostri tecnici e quelli di Palazzo Chigi e’ costante”.

“Da parte di tutti – ha continuato l’Assessore Gallera – si è riscontrata la massima disponibilità per cercare di fare rete e mettere a sistema tutte le risorse a nostra disposizione. Abbiamo anche ricevuto un documento dal Coordinamento dei medici di terapia intensiva della Lombardia nel quale ci viene chiesto di evidenziare al Governo la situazione ‘complicata’ che devono fronteggiare in queste ore”.