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Decreto di sequestro preventivo, emesso dal GIP presso il tribunale di Napoli nord

CASE PER MIGRANTI IRREGOLARI.

Nella mattinata odierna, (27 Gennaio), nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli nord, i carabinieri dei NAS di Napoli hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal GIP presso il tribunale di Napoli nord, di un immobile sito nel comune di Mugnano di Napoli (NA), attualmente destinato ad ospitare una struttura temporanea di accoglienza di cittadini extracomunitari (CAT), gestito da una società che si è aggiudicata il relativo appalto posto a gara della prefettura di Napoli.





Secondo l’ipotesi accusatoria, avvalorata dal GIP, il gestore della struttura, nonchè rappresentate della società aggiudicatrice della procedura attivata dalla Prefettura di Napoli, dava mandato ad un tecnico della stessa società di approntare la documentazione idonea ad ottenere la destinazione del manufatto a centro per accoglienza migranti, comprendente altresì una relazione, ideologicamente falsa, in cui veniva indicato che la struttura poteva ospitare 98 persone.

I successivi accertamenti tecnici e le indagini condotte dai Carabinieri, hanno consentito di far emergere che, dopo l’ottenimento del servizio di affidamento dei migranti, la situazione dell’immobile aveva subito rilevanti mutamenti rispetto alla iniziale situazione descritta nella SCIA, formalmente a poter ospitare un maggior numero di persone, pur in assenza di vari requisiti, tra i quali quello della salubrità. Vari interventi amministrativi, avviati successivamente all’avvio delle indagini e tesi a sanare la situazione, non riuscivano ad addivenire alla risoluzione delle irregolarità rilevate, tra cui: l’aver accolto 85 ospiti, in luogo dei 64 indicati come capienza massima dal consulente tecnico nominato dalla Procura; l’innosservanza della normativa sulla prevenzione incendi e sulla sicurezza, con particolare riferimento anche alla mancata individuazione predisposizione di vie di accesso per l’eventuale intervento dei mezzi di soccorso.





Aversa 27 Gennaio 2020

Il procuratore della repubblica Francesco Greco

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“Valutiamo querele contro chi ha attaccato inopinatamente Forze dell’ordine”

Cpr Gradisca, Fsp Polizia dopo i primi esiti dell’autopsia sul migrante morto: “Valutiamo querele contro chi ha attaccato inopinatamente Forze dell’ordine”

“I primi esiti dell’esame autoptico hanno consentito di escludere che la drammatica morte del cittadino georgiano ospite del Cpr di Gradisca D’Isonzo sia dipesa da lesioni conseguenti a percosse, e anche se ancora chi di dovere deve svolgere il proprio lavoro fino in fondo, una cosa è certa: il fatto che, come spesso accade, c’è chi inopinatamente attacca per partito preso l’operato delle Forze di polizia avanzando sospetti e persino accuse pesantissime. Un atteggiamento inammissibile, che infanga l’immagine stessa della Polizia di Stato, e che attenta alla fiducia che i cittadini ripongono in chi porta la divisa, elemento imprescindibile e valore che sta a fondamento del nostro lavoro. Come Fsp abbiamo quindi dato mandato al nostro Ufficio legale perché valuti l’esistenza dei presupposti per sporgere querela contro i soliti inutili censori che, senza mezzi termini, hanno addebitato la morte dell’ospite del Cpr addirittura a un presunto pestaggio da parte dei colleghi, additandoli di fatto come presunti assassini”.logo polizia

Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, dopo le prime notizie seguite all’autopsia effettuata sul corpo del georgiano Vakhtang Enukidze, detenuto al Cpr di Gradisca D’Isonzo e deceduto in circostanze su cui Squadra mobile e Magistratura stanno indagando.

“Ci aspettiamo che anche l’Amministrazione reagisca a questi attacchi ingiustificati, gratuiti, odiosi e inammissibili, non solo a parole ma con i fatti – conclude Mazzetti –. Già operiamo in contesti come quello del Cpr in situazioni difficilissime e insicure, sopportare anche i deliri di chi non esita a strumentalizzare una morte a fini propagandistici è troppo. A certi soloni tuttologi consigliamo, se ne hanno la capacità, di fare un concorso in polizia e farci vedere in prima persona come si lavora. I poliziotti hanno una professionalità, un senso del dovere, uno spirito di sacrificio e soprattutto una dignità che impongono rispetto. Ci attendiamo quindi come prima cosa delle sonore scuse per i poliziotti, e che cessi questa continua e violenta campagna d’odio che si solleva ad ogni piè sospinto contro le Forze dell’ordine, frutto di una subcultura ideologica che costringe il personale a lavorare in condizioni oltremodo snervanti”.

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NSC, ringraziamenti al Gen. Nistri

Rileggevo l’intervento di venerdì alla scuola ufficiali, e devo ammettere che ho sottovalutato l’importanza di quello che è successo.
Credo che bisogna veramente ringraziare pubblicamente il generale Nistri, nostro comandante generale.
Lo voglio ringraziare per il suo straordinario discorso, perché ha fatto un intervento da vero sindacalista, indicando la sua visione personale su come deve essere il sindacato, dando una linea e divulgandola tra i suoi collaboratori.
Chiaramente non condivido la sua visione, non credo che né lo strumento militare né quello che ci riguarda direttamente, quello operativo, possano essere danneggiati da una sana e libera azione sindacale, che può esistere solo in ossequio alla Costituzione e allo Statuto dei Lavoratori.
Lo dimostrano, da decenni, i sindacati dei Fratelli della Polizia di Stato.
Ma l’aspetto da evidenziare, e lo ringrazio di nuovo, è che lo abbia fatto in totale libertà di espressione, in divisa, in servizio e in una caserma, in chiara violazione delle direttive di smd e, quindi, del suo ruolo.
Per me è stato rivoluzionario, un esempio da seguire, e mi aspetto che emetta immediatamente e coerentemente una direttiva che consenta anche a noi sindacalisti (paragonati al cocer già dalla sentenza) di non dover esercitare le funzioni sindacali esclusivamente in licenza, a riposo, a proprie spese, e aldifuori delle caserme.
Pretendiamo di poterlo fare come ha fatto lui e come fanno diversi delegati cocer che nei loro video e messaggi parlano tranquillamente di sindacato (e io sono d’accordo), magari anche in orari di servizio (e sono di nuovo d’accordo), in giro per l’Italia. .
Vogliamo entrare nelle caserme, parlare ai colleghi. Vogliamo entrare nelle scuole e parlare agli allievi; anche e, soprattutto, alla stessa platea che ha utilizzato l’altro giorno il nostro comandante generale, lo vorremmo fare per ricordare ai futuri dirigenti che comandare non vuol dire solo esercitare disciplina, ma significa prevalentemente rifiutare e combattere la discrezionalità che è prevaricazione e quindi violazione dei diritti e delle aspettative di ogni Carabiniere.
A questo proposito, per chi non avesse ancora letto il nostro comunicato stampa, voglio annunciare che Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo, ha accettato di collaborare con Noi, di assumere una carica da dirigente sindacale nel Nuovo Sindacato Carabinieri, nella veste di responsabile dell’Ufficio Diritti e Legalità.
Un ufficio che avrà la responsabilità di portare avanti i concetti di cittadinanza attiva e mutuo soccorso, di riavvicinare l’Arma alla gente, al Popolo, e che si occuperà della educazione ai diritti, specialmente nelle nostre scuole.
Aspettiamo di entrare nelle caserme, aspettiamo la direttiva del Comandante generale, mentre chiederemo agli esperti del diritto se tecnicamente lo possiamo già fare, visto il suo esempio.
Comandante, Vogliamo avere la sua stessa opportunità, non ci deluda, sia coerente.
Con rinnovato profondo senso di gratitudine.
Roberto Di Stefano
Segretario Nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri

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Il capitano Ultimo entra a far parte del Nuovo Sindacato Carabinieri.

Notizia che apre nuovi scenari sul settore delle forze dell’Ordine, Ultimo non è certo il tipo da fare scelte azzardate e se ha scelto il Nuovo Sindacato Carabinieri, avrà fatto le sue riflessioni.

“Siamo contenti ed un pizzico orgogliosi – conclude il Segretario Generale del NSC – che Ultimo entri a far parte del nostro sindacato, con un ruolo di responsabilità nell’ambito dell’Ufficio Diritti e Legalità, perchè il suo esempio, la sua dedizione, il suo essere “servitore dello Stato” vuole anche essere la nostra linea guida in queste materie: auspichiamo che la collaborazione nata in questi giorni posso durare a lungo e possa portare ad un risveglio dell’etica e dei diritti che in campo militare vengono spesso calpestati. Siamo certi che le migliaia di militari che si riconoscono nei nostri obiettivi oggi gioiranno insieme a noi, perché il “nostro” simbolo ha trovato finalmente una casa che saprà accoglierlo come dovuto!”

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Lettera alla prof.che aveva insultato il Vice Brigadiere CERCIELLO REGA

Questa è la lettera scritta dal Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Alassio, maggiore Massimo Ferrari, alla professoressa di Novara aveva insultato il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma.

«Carissima Professoressa, chi le scrive è un Ufficiale Superiore dei Carabinieri, si documenti, se vuole sul grado e le gerarchie perché non è questo il punto. Sono un Carabiniere e sono orgoglioso di esserlo, sono una Medaglia di Bronzo al Valor Civile per aver fatto desistere, nel 1998, un uomo da intenti suicidi. L’uomo era armato di fucile da caccia e sono rimasto chiuso in casa sua per un’ora, parlando con lui e alla fine lui è ancora in vita e io, per fortuna, pure dato che avevo il suo fucile carico puntato contro. Durante la mia carriera ho avuto altre vicissitudini che non sto a elencare. Insomma, noi dalla sguardo poco intelligente ogni giorno rischiamo la vita, come la rischiano tanti altri lavoratori nei confronti dei quali non ci si rivolge come lei ha fatto verso il collega morto ieri a Roma, l’ennesimo. Io non la giudico e non sono qui ad attaccarLa perché comunque, Lei starà facendo i conti con la sua coscienza in questo momento».

«Sono qui per suggerirLe di comperare un biglietto per Somma Vesuviana per domani per poter partecipare ai funerali del collega cosicché possa chiedere scusa alla vedova, o in alternativa potrebbe andare a Roma al nostro Comando Generale e scusarsi con il nostro Comandante Generale per quanto Lei ha scritto. Vede io, comunque, ho scelto di difenderLa e di difendere anche chi pensa che noi siamo per strada per uno stipendio sicuro, per il posto fisso ed altre cose simili ed anche per Lei che magari è convinta che noi, Carabinieri, abbiamo lo sguardo poco intelligente. Un ultimo consiglio, quando è in auto, a piedi o in bici e vede delle persone in uniforme, si fermi e vada incontro ad esse e le ringrazi perché se Lei va in giro tranquilla e serena è per merito loro che quando Lei dorme loro vegliano su di Lei, che quando si diverte loro sono lì a sorvegliare affinché possa divertirsi senza pensieri e così via. Nel suo profilo ho visto che Lei è madre di un bellissimo bimbo, bene; gli racconti che sebbene noi abbiamo lo sguardo poco intelligente, lui potrà stare al sicuro finché ci siamo noi e che non dovrà mai aver paura di nulla quando vede un uomo in uniforme. Mi scusi se mi sono permesso».