Categorie
In evidenza

Varese, cerca anima gemella e il suo numero finisce sul sito di Equitalia-Varese

Certe volte la realtà supera la fantasia: e’ il caso che andiamo a raccontare.

Ci sono giunte segnalazioni di utenti che avrebbero intenzione di saldare qualche debito con Equitalia e si sono imbattuti in una storia incredibile.

equitalia agenzia entrate

Parliamo di un sito istituizionale, quello di Equitalia, https://www.orari-di-apertura.it/equitalia-varese.htm

E’ noto a tutti che la strada più veloce per trovare un’indicazione, e’ ricorrere a internet e cercare come abbiamo fatto noi, quello che si cerca: nel caso specifico

” equitalia varese”.

La risposta di Google, e’ duplice: 

 

Equitalia
Via Ravasi · 340 396 4277
 

 
Tipiche indicazioni dii Google direte… eppure c’ e’ qualcosa che non torna.
Il numero ufficiale riportato nel caso B, sede di via Ravasi, non corrisponde come tutto lascerebbe ad intendere, uno sportello o un centralino e infatti si tratta di un numero di cellulare.
Stupiti dalle segnalazioni abbiamo provato a chiamare il numero che appare e risponde una persona straniera che ci dice: ” meglio pagare o meglio fare amore”?.
Non e’ un scherzo e neanche una bufala, l’uomo e’ divertito dalle continue telefonate perche’ se abbiamo ben capito, dovrebbe aver messo il numero su qualche sito di incontri ed e’ finito non si sa bene come, tra i numeri ufficiali della Agenzia delle Entrate che naturalmente non ha nessuna colpa di quanto accade.
Sarà stato un hacker a cambiare il numero per fare uno “scherzaccio” all’Agenzia? E’ un’ipotesi plausubile, nel frattempo inoltreremo la presente segnalazione agli organi competenti per la rimozione del numero non ufficiale che rischia di far perdere tempo agli utenti e non e’ una bella presentazione per l’Agenzia delle Entrate.
 
GIUSEPPE CRISEO
 

Categorie
Curiosità

Detrazione spese per lo shopping: arriva il bonus consumi per le famiglie?

Bonus consumi per incentivare lo shopping fino a fine anno. Possibilità di portare in detrazione gli acquisti per spesa alimentare e shopping?

Si pensa alla possibilità di recuperare dalle tasse, portandole in detrazione fiscale, le spese dello shopping. Riguarderebbe ovviamente i generi alimentari ma non solo: il bonus consumi, se approvato, permetterebbe di scaricare anche gli acquisti di vestiti etc. Più in generale si scaricherebbero tutte le voci di spesa al dettaglio.

Un “bonus consumi” potrebbe servire a far riprendere l’economia dopo l’emergenza coronavirus?

Detrazione per shopping e spesa: bonus consumi per le famiglie

La proposta è stata lanciata dall’associazione nazionale per l’industria e il terziario (Anpit) che dà voce a quasi 30 mila realtà aziendali. Stando agli ultimi dati, il settore del commercio ha subito un calo pari almeno al 25%. Molte sedi di negozi anche di catene note hanno abbassato la serranda dopo il Covid.

Non è di facile attuazione tuttavia le potenzialità sono facilmente intuibili perché il meccanismo di base è semplice: se posso recuperare una percentuale di quello che spendo presso supermercati e negozi sarò più propenso a fare acquisti. Per stare nella copertura economica la proposta prevede di fissare un tetto massima alla spesa detraibile, pari a 5 mila euro. La detrazione si applicherebbe a tutte le spese fatte da giugno 2020 e durerebbe per tutto l’anno in corso (salvo proroghe).

Secondo il presidente di Anpit, Federico Iadicicco questo potrebbe contribuire a dare una spinta immediata ai consumi che, nonostante la riapertura e la fine del lockdown, stentano a tornare sui numeri del pre pandemia. Più consumi, del resto, significano per l’Erario maggior gettito fiscale: questo servirebbe in parte a tamponare la spesa per concedere il bonus. Il meccanismo a cui si guarda ricalca in buona sostanza quello delle detrazioni in edilizia.

Perché, si chiede Anpit, non applicare lo stesso principio al commercio?

Fabio Sanfilippo

Categorie
In evidenza

Contributo a fondo perduto dell’Agenzia delle Entrate

Contributo a fondo perduto. Un Provvedimento delle Entrate definisce le modalità per ottenerlo. Dal pomeriggio del 15 giugno possibile inviare la domande.

 

il provvedimento approva il modello per la richiesta, che potrà essere predisposto e inviato – dal primo pomeriggio del 15 giugno 2020, anche avvalendosi di un intermediario – mediante il canale telematico Entratel oppure mediante un’apposita procedura web che l’Agenzia delle Entrate attiverà all’interno del portale Fatture e Corrispettivi del sito www.agenziaentrate.gov.it. Una guida(link) dell’Agenzia delle Entrate, già consultabile online, spiega inoltre tutti i dettagli della misura, dai soggetti interessati, del calcolo del contributo nonché le indicazioni per richiederlo.

Come richiederlo e quando?

 Il Bonus a fondo perduto potrà essere richiesto compilando elettronicamente una specifica istanza da presentare fra il 15 giugno e il 24 agosto.

Si richiede con le credenziali Fiscoonline o Entratel dell’Agenzia oppure tramite Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, oppure mediante la Carta nazionale dei Servizi (Cns).

A chi spetta?

Il contributo a fondo perduto può essere richiesto dalle imprese, dalle partite Iva o dai titolari di reddito agrario, a patto che siano in attività alla data di presentazione dell’istanza per l’ottenimento del contributo.

Requisiti bonus

 il contributo a fondo perduto spetta qualora siano soddisfatti due requisiti. Il primo consiste nell’aver conseguito nel 2019 ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro

Come si calcola?

  • 20% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 non superano la soglia di 400mila euro
  • 15%  se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 non superano la soglia di 1 milione di euro
  • 10%  se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 non superano la soglia di 5 milioni di euro
  • Provvedimento
    Guida operativa – pdf
    Vademecum – pdf

 

Categorie
ECONOMIA

Massacro alle Partite IVA – Chiara linea dell’ Agenzia delle Entrate

Cura Italia è stata cancellata dal maxi-emendamento

Partite IVA, i controlli a tappeto dell’Agenzia delle Entrate riprenderanno dal 1° giugno 2020, previsto l’invio di oltre 8 milioni di atti. L’annuncio arriva dal direttore delle Entrate Ruffini durante l’audizione in commissione Finanze alla Camera del 22 aprile 2020

Ripresa dell’attività di accertamento e non solo

L’intervento, iniziato come una sorta di discorso riassuntivo delle misure fiscali prese dal decreti Cura Italia e Liquidità, si è concluso con una novità che lascia di stucco.

Come mai ripartono i controlli fiscali in tempi così brevi, soprattutto vista la grave situazione economica del Paese? La risposta sta nella cancellazione della proroga di due anni per i termini di accertamento concessa dal decreto Cura Italia.Riffini precisa : i due anni di proroga dei termini di accertamento erano una norma pro-contribuente”.

Partite IVA, controlli fiscali a tappeto dal 1° giugno 2020

Brutte notizie in arrivo per imprese.

Il Fisco non solo riprenderà le attività di controllo, ma fa sapere che le intensificherà in quanto la proroga di due anni dei termini di accertamento prevista dal decreto Cura Italia è stata cancellata dal maxi-emendamento approvato in Senato nel corso della conversione in legge.

Nella relazione che Ernesto Maria Ruffini ha letto durante l’Audizione in Commissione Finanze e attività produttive della Camera svoltasi il 22 aprile 2020 c’è scritto:

Ad inizio giugno, anche l’Agenzia delle Entrate-Riscossione dovrà riprendere le attività. Si renderà innanzitutto necessario […] produrre e avviare al processo di notifica le cartelle di pagamento relative ai ruoli consegnati dagli enti creditori nei mesi di febbraio e marzo 2020 (circa 3 milioni). Analogamente andrà ripreso l’invio, attualmente sospeso fino al 31 maggio 2020, degli altri atti di riscossione, ovvero quelli necessari all’interruzione dei termini di prescrizione (circa 1,6 milioni di avvisi di intimazione) e quelli propriamente riferiti alle azioni di recupero, esecutive o cautelari (circa 875 mila atti). […] A questi volumi si aggiungeranno le cartelle di pagamento relative ai ruoli che gli Enti impositori consegneranno nel corso dei mesi di aprile e maggio (circa 2 milioni), nonché quelle dei mesi successivi.”

Insomma, entro fine 2020 tutti gli atti di accertamento saranno consegnati ai contribuenti interessati.

Al Fisco, insomma, non servono proroghe: sono pronti a inviare oltre 8 milioni di atti di notifica:

“Non è un termine di cui noi abbiamo bisogno per la nostra operatività.”

Il fatto, continua Ruffini, è che manca un provvedimento normativo che consenta di non pagare gli atti notificati prima dell’inizio di questo periodo di grave crisi.

Le partite IVA quindi dovranno prepararsi a un giugno di fuoco: non solo ripartiranno i versamenti (la proroga dei versamenti di aprile e maggio del decreto Liquidità ha spostato la scadenza al 30 giugno) ma saranno anche tartassate dagli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate.

Questo è il Governo Conte.

Fabio Sanfilippo

Categorie
Consumatori

Agenzia delle Entrate Riscossione pignora il conto corrente in piena emergenza “Coronavirus” ad una giovane mamma

Agenzia delle Entrate Riscossione pignora il conto corrente in piena emergenza “Coronavirus” ad una giovane mamma. La banca le blocca il sussidio di maternità appena accreditato. Solo dopo un reclamo formale dello “Sportello dei Diritti” e l’intimazione di azioni “in ogni sede” le svincolano le somme Una storia che in periodi normali avrebbe già dell’incredibile, ma che in un momento di crisi epocale come questo, è a dir poco inqualificabile. La vicenda parte solo lo scorso 06 marzo, e quindi nei primi giorni in cui si parlava già di emergenza “Coronavirus”, quando una giovane mamma di Lecce, nel tentativo di effettuare un prelievo bancomat, dopo aver ricevuto l’accredito del sussidio di maternità, constatava, con suo estremo sconcerto, il rifiuto dell’ATM. Da lì il panico di non poter far nulla per i propri bambini: anche gli addetti della filiale della banca di riferimento, Unicredit, le comunicavano l’avvenuto pignoramento, da parte di Agenzia delle Entrate Riscossione, delle somme accreditate. Pignoramento, peraltro, mai notificato alla giovane. Prontamente questa riferiva apertamente e con documenti alla mano, l’assurdità della scelta della banca di assecondare Agenzia delle Entrate Riscossione, stante la nota impignorabilità delle somme in questione perché rivenienti dal sussidio per maternità erogato dall’INPS ed il vincolo stabilito espressamente dalla legge vigente ed in particolare dall’articolo 545 comma 2 del codice di procedura civile. Nonostante tutti i tentativi bonari, l’istituto di credito non ha minimamente inteso procedere a svincolare per le vie brevi l’importo oggetto del beneficio assistenziale, tanto che la ragazza era costretta a rivolgersi allo “Sportello dei Diritti” che attraverso il suo staff legale, non prima di effettuare un ultimo tentativo verbale, proponeva formale reclamo e diffida, intimando azioni in “ogni sede”, stante l’ostinazione inconcepibile dimostrata dalla banca in presenza di una così chiara norma di legge che nel dichiarare l’impignorabilità dei sussidi di maternità, tutela i genitori percettori di queste provvidenze, seppur debitori. In data di ieri e così come confermato oggi dal riscontro dell’ufficio reclami di Unicredit le somme pignorate sono state svincolate. Una vicenda che ha un lieto fine in un tempo relativamente breve, ma troppo lungo per una giovane madre privata da ogni fonte di sostentamento che in questi giorni di emergenza ha fatto i salti mortali per i suoi figli. Una storia che si sarebbe dovuta risolvere immediatamente ma, ancora una volta, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, siamo costretti ad assistere, da parte delle banche, a comportamenti limite che travalicano non solo la legge, ma anche i confini del buon senso. Se il danno è stato fatto, resta, tuttavia, la magra consolazione del riconoscimento delle ragioni della giovane mamma attraverso il reclamo in questione e senza dover ricorrere ad un giudice, in un momento nel quale, l’accesso alla giustizia se non è impedito dal lockdown giudiziario in corso, è di fatto molto limitato.