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Agricoltura

Agricoltura, Rolfi: 800 milioni di euro di danni al florovivaismo italiano. Serve Fondo nazionale

“Il florovivaismo italiano ha subito danni per 800 milioni di euro a causa degli effetti del Covid. È un settore che proprio nei mesi di marzo e aprile concentra la maggior parte della produzione annuale. Quindi più di altri ha bisogno di interventi veloci da parte dello Stato”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, che oggi è stato ad Ambivere (Bergamo) all’azienda florovivaistica ‘Franco Locatelli’ insieme al presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio, e alla presidente di Assofloro Lombardia, Nada Forbici.

“Siamo venuti in un’azienda – ha sottolineato l’assessore – che anche in un momento di difficoltà ha deciso di assumere alcuni lavoratori Lombardi rimasti senza occupazione a causa dell’emergenza Covid. L’agricoltura in generale ha bisogno di manodopera e l’impegno della Regione Lombardia è quello di mettere in relazione domanda e offerta”. “Con il progetto ‘Io lavoro in agricoltura’ – ha aggiunto – stiamo raccogliendo centinaia di curricula da segnalare alle associazioni di categoria”.

“Il florovivaismo in Lombardia – ha spiegato – conta 7.000 aziende, il 12% del dato nazionale. È un settore dinamico formato da imprenditori che in questi anni più di altri hanno dovuto sostenere investimenti corposi per essere in linea con normative europee spesso troppo stringenti”. “È una filiera – ha concluso l’assessore – nella quale l’Italia si distingue nel mondo per qualità, biodiversità e varietà di produzione”.

Di seguito le imprese florovivaistiche suddivise per provincia:

Bergamo 816
Brescia 930
Como 549
Cremona 120
Lecco 460
Lodi 125
Mantova 418
Milano 1.107
Monza e Brianza 545
Pavia 336
Sondrio 125
Varese 957
Totale Lombardia 7.006 aziende.

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EUROPA & MONDO

Lancini (Lega) all’UE, azioni forti per l’agricoltura

Lancini (Lega) all’UE: “Dopo l’epidemia, ripensare

il sistema agricolo e degli scambi commerciali!”

 

(Bruxelles, 21 Apr) – In occasione dello scambio di vedute odierno con il Commissario Phil Hogan, nell’ambito dei lavori della Commissione “Commercio Internazionale” (INTA) del Parlamento Europeo, l’eurodeputato leghista Danilo Oscar Lancini ha rivolto un appello alle istituzioni europee.

«La pandemia ha mostrato al mondo quanto in realtà siano fragili le conquiste della globalizzazione, ottenute al prezzo di delocalizzazioni e di una dipendenza elevatissima da un solo paese, la Cina, come fornitore per molti settori. In tutta l’Unione il comparto agroalimentare, nonostante la sua importanza strategica, ha vissuto forti squilibri ed è stato molto spesso sacrificato negli accordi internazionali di libero scambio. In questo specifico contesto i prodotti agroalimentari italiani (oltre ai costanti danni dell’Italian sounding) durante l’inizio del periodo di emergenza Covid-19 hanno dovuto subire anche inaccettabili speculazioni: alcuni Paesi hanno infatti richiesto senza alcun fondamento certificazioni sanitarie anche su merci come la frutta e la verdura provenienti dall’Italia. Con il diffondersi della pandemia si sono moltiplicati provvedimenti di stampo protezionistico con ricadute anche sull’approvvigionamento dell’Europa. Ad oggi vi sono diversi paesi che potrebbero chiudere le proprie frontiere e bloccare le esportazioni alimentari anche in assenza di reali carenze (come ad esempio il grano dell’Ucraina).

È il momento di prendere atto della situazione ed intraprendere azioni forti per riscrivere il sistema che ha gestito fino ad oggi l’agricoltura europea, sempre più indebolita da accordi di libero scambio poco lungimiranti. L’UE deve riprendere a garantire innanzitutto la sicurezza e l’indipendenza della filiera alimentare, evitando di innescare pratiche insensate che rischiano di far perdere quote importanti alle produzioni nazionali per colpa di strumentalizzazioni, concorrenza sleale e distorsioni del mercato».