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Saronno, in piazza la Destra non c’era

 Nel tardo pomeriggio di ieri in Piazza Libertà si sono radunate alcune decine di persone per la manifestazione “Restiamo liberi – cento piazze d’Italia”  contro il DDL Zan e per la libertà di pensiero e di espressione. Fra gli organizzatori, gli amici Lucio Bergamaschi e Dario Ceriani.

Nei giorni precedenti l’iniziativa aveva dato esca alla polemica contro chi, a dire delle Associazioni dei gay, rappresentava posizioni omofobe. Fra costoro era stato annoverato anche il sottoscritto, ma non ritengo sia il caso di dare prosecuzione alla diatriba. Quanto, in particolare, alla richiesta della mia “testa” (sic), siamo a fine mandato per me come per gli altri consiglieri saronnesi: basterà aspettare poche settimane e la cosa verrà da sé.

A parte ciò, mi preme evidenziare senza sorpresa ma con quieta costernazione che in Piazza Libertà la Destra saronnese ieri pomeriggio non c’era. E qui è doveroso fare nomi e cognomi: non mi riferisco a Forza Italia, al cui interno su certi argomenti c’è sempre stato un caleidoscopio di posizioni, e che comunque vedeva un suo importante esponente, il citato Bergamaschi,  in campo da protagonista. Mi riferisco piuttosto alla Lega e ai Fratelli, che sul tema della manifestazione dovrebbero avere, a considerare lo sventolare dei rosari e il rimbombo dei “sono una donna, sono cristiana …” nelle piazze, una posizione più ferma e compatta.

Eppure, o erano mimetizzati dietro le mascherine, o di fronte alla Prepositurale dei loro non c’era nessuno.

Come non capire che l’argomento del raduno era un argomento “nostro”? Che il DDL, se malauguratamente trasformato in legge, sarà un ulteriore passo avanti verso un regime di  tipo orwelliano, un regime dove non ci sarà bisogno della censura, perché la pressione dei media da una parte, delle leggi dall’altra, promuoverà l’auto-censura, l’auto-soppressione del pensiero indipendente?

Riflettano, gli esponenti di questi partiti, sul fatto che per arrivare a queste semplici verità non c’è bisogno di andare a Messa la domenica o di aver studiato dai preti: basta l’esercizio della ragione naturale per arrivarci agevolmente, purché lo si voglia.

Ma forse La bella giornata di luglio era motivo sufficiente per essere altrove, sul pelago dorato o sui picchi nevosi..

O forse ieri in piazza la Destra non c’era, semplicemente, perché a Saronno una Destra di ideali e di valori non c’è.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno

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Saronno: Alfonso Indelicato interviene sulla vendita dell’area ex asilo

“Prendiamo atto che, a parere della lista civica Obiettivo Saronno, l’area dell’ex Asilo di via Manzoni può essere venduta ai privati affinché, fattane tabula rasa, procedano alla costruzione di edilizia abitativa. Ciò a condizione – bontà loro, cioè di Obiettivo Saronno – che non si renda possibile la costruzione di “un palazzo di dieci piani” dice il consigliere comunale saronnese Alfonso Indelicato .

“Sarebbe interessante sapere quale dovrebbe essere il limite consentito: nove? Otto? Sette piani? – si chiede Indelicato – E poi la conservazione del “contesto architettonico in cui si inserisce in via Manzoni e in via Roma”, proposito lodevole ma difficilmente attuabile dopo lo sventramento che Obiettivo Saronno sembra auspicare, non è solo questione di altezze, ma di congruenza di forme e colori: vedere, per esempio, quanto stoni rispetto al contesto la palazzina di via Manzoni 35, quella che ospita il benemerito CAF della CISL, la quale pure non è certo alta”.

Secondo il consigliere comunale “Obiettivo Saronno ha una speciale predilezione (comprensibilmente, anche se un po’ romanticamente) per Palazzo Visconti, sul quale vorrebbe “concentrare gli sforzi”. A questo proposito vorrei proporre una riflessione, nutrita di mie opinioni di natura estetica e pertanto soggettiva e naturalmente criticabile” 

E continua: “Io non so se il cinquecentesco Palazzo Visconti sia mai stato bello, ma oggi esso mi sembra, nella sua monumentalità, tetro  e sgraziato. Può darsi sia stato gradevole nella sua prima conformazione architettonica, e che i successivi rimaneggiamenti gli abbiano conferito l’aspetto che ha oggi, così come è certo che l’annosa incuria per gli esterni ha peggiorato la situazione. Fatto sta che un intervento inteso a restituirlo alle sue fattezze primitive – più leggiadre e ricostruibili sulla base  di nozioni di storia dell’architettura più che di sopravvissuti progetti –  ha dei costi tali che solo un’articolata associazione di istituzioni pubbliche e private potrebbe mettervi mano. Si tratta di operazione difficoltosa, probabilmente morta nella culla già più volte in passato.

Pertanto subordinare il recupero dell’ex asilo di via Manzoni, così come di altri edifici di pari o simili dimensioni, a quello dell’immenso e diroccato Palazzo Visconti, significa in sostanza, aspettando Godot, non procedere ad alcun recupero, oppure lasciare mano libera ai costruttori di palazzine convenzionali o di supermercati in stile Bulgaria anni ’60, come il più recente che questa amministrazione ha autorizzato”.

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Saronno: Paolo Riva – Davide Vanzulli – Alfonso Indelicato, immotivata al video conferenza

Abbiamo riflettuto sulla pretesa della Lega saronnese di svolgere il prossimo Consiglio comunale in video conferenza, e l’abbiamo trovata immotivata e pertanto inaccettabile. L’attuale contingenza della pandemia, che sta vedendo in queste ultime settimane un significativo allentamento delle misure di precauzione previste per decreto, consente di effettuare le sedute in presenza in condizioni di sicurezza, con l’adozione delle usuali cautele (mascherina e distanziamento).
Risulta d’altronde che i Consigli comunali tenuti nel presente periodo nei comuni limitrofi si svolgono in presenza fisica, pur non essendo disponibili sale consiliari ampie come la saronnese Sala Vanelli.

Considerate queste premesse, nonché l’esperienza dei due più recenti consigli, dobbiamo ritenere che le motivazioni della Lega saronnese nel prediligere modalità on-line, vadano identificate in una sua maggiore possibilità di controllare e inibire eventuali obiezioni e riserve, smorzando il confronto tra le parti politiche.

A tutto questo si aggiunge la farraginosità della procedura che, come da perentoria comunicazione del Presidente del Consiglio comunale, dalla prossima riunione prevederà necessariamente l’utilizzo di cuffia e altoparlante.

Tutto ciò considerato abbiamo deciso di non partecipare alla seduta consiliare prevista per il 30 p.v. con prosecuzione nei giorni successivi, nell’auspicio che venga al più presto ristabilita la normalità delle operazioni consiliari e conseguentemente dei momenti decisionali e delle relazioni politiche cittadine.
 
 

I Consiglieri: Paolo Riva – Davide Vanzulli – Alfonso Indelicato

 
 
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Saronno: Indelicato, Airoldi dovrà registrare un po’ la comunicazione

Lettera aperta al candidato sindaco Dott. Airoldi

Non me ne voglia il Dott. Airoldi, ma se vuole battere la Destra saronnese, anche questa povera Destra squinternata e boriosa, dovrà registrare un po’ la comunicazione, cioè il programma.

Nella sua prima esternazione da candidato sindaco, egli dice di voler realizzare una Saronno più “sostenibile” e “inclusiva”.

Quanto alla sostenibilità, il cittadino medio teme l’ideologia biciclettara, quell’ideologia che oggi sta trasformando le strade milanesi in pericolosi percorsi ad ostacoli rendendo impraticabili interi quartieri, e gradirebbe continuare a utilizzare l’automobile per i suoi spostamenti. Non si sente, per questo, un reprobo, né gradirebbe da parte dell’Amministrazione un atteggiamento pedagogico che pretendesse di insegnargli  a distinguere il bene dal male. Men che meno amerebbe  week-end ambientalistici che all’insegna della salubrità dell’aria gli inibissero l’uso delle quattro ruote per una scampagnata fuori porta.
Quanto all’inclusione, il suddetto cittadino medio si chiederebbe se Saronno non sia già fin troppo inclusiva, a giudicare dalle migliaia di cittadini stranieri, comunitari e non, con permesso di soggiorno e non, onesti lavoratori e non, che calpestano le sue strade. Ho finito così per alludere alla vexata quaestio della sicurezza, circa la quale Airoldi parla di una città “più attrattiva, più viva e quindi più sicura”. Attenzione, caro Airoldi, ai “quindi”: sei caduto nell’eterna illusione della Sinistra che dove ferve il lavoro e le mamme e i bimbi fanno girotondi in piazza, la delinquenza sparisce. Errore: per contrastare la delinquenza non c’è che il controllo del territorio per mezzo della forza pubblica, magari fiancheggiata da membri di associazioni riuniti in gruppi organizzati: proprio ciò che la Destra saronnese aveva promesso di fare e non ha fatto.
Dunque caro Airoldi, se vuoi battere la Destra saronnese, anche questa povera Destra  boriosa e squinternata, dovrai introdurre un po’ di Destra nella tua Sinistra, ma farlo in modo che ciò sia credibile, non un mero espediente.
Altrimenti Tu non vincerai, la Destra non vincerà, e Saronno sarà governata da un pateracchio di accordo politico all’insegna dei veti incrociati, privo di un`identità, di una linea, di una prospettiva.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno

 
 

 
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Saronno/Indelicato: Il caso del Signor X e della sua famiglia

IL CASO DEL SIGNOR X E DELLA SUA FAMIGLIA

Un altro Signor X a Saronno. Al precedente, che in verità avevo chiamato Signor M per scrupolo di riservatezza poi vanificato dall’Amministrazione che gli aveva lavato i panni in piazza, avevo dedicato un comunicato lo scorso novembre. Quest’ultimo – per la cronaca –  si è trasferito da qualche mese in Tunisia. Un problema brillantemente risolto, dunque, per il Comune. Vediamo quest’altro.

Lo chiamerò proprio Signor X, per salvaguardia della discrezione.

È residente a Saronno da alcuni anni con la famiglia. Aveva un lavoro, ma a cagione della presente contingenza non ce l’ha più: egli come tanti.

Un giorno della prima metà di aprile, venuto a conoscenza della (sciagurata, a parer mio) decisione dell’ Amministrazione di utilizzare i fondi governativi per elargire pacchi alimentari, telefona in Comune. Quando, dopo reiterati tentativi, riesce a parlare con un impiegato, questi gli chiede una serie di informazioni: nome, cognome, residenza, composizione del nucleo familiare, ISEE, spese, ecc. Il Signor X fornisce le informazioni richieste. A questo punto, gli si chiede di fornire le medesime informazioni tramite mail, cosa che egli fa a stretto giro.

Passano i giorni, e il pacco non arriva. Il Signor X invia un cortese sollecito.

Passano altri giorni, il pacco non arriva.

Qualche giorno dopo il Signor X invia un secondo sollecito. Nelle more delle due comunicazioni, egli riceve due telefonate da parte di una delle associazioni che  l’Amministrazione ha incaricato della distribuzione dei pacchi. Con molta gentilezza gli viene assicurato che il pacco arriverà, e con l’occasione si chiedono maggiori informazioni per calibrare il contenuto dello scatolone.

Passa qualche altro giorno, e siamo arrivati ad oggi 9 maggio. Il pacco non è ancora arrivato.

Sono dunque passati circa quaranta giorni dall’arrivo del contributo nelle casse comunali. Il naufragio dell’amministrazione saronnese è sotto gli occhi di tutti. Le reazioni rabbiose alle critiche, lette sui social o ascoltate in Consiglio comunale, non fanno che confermare il disastro.

Ma poiché, come diceva qualcuno, c’è del metodo anche nella follia, mi provo a indovinare quale sia, nella circostanza, tale metodo. Dopo congrua riflessione penso di esserci arrivato. In capo a circa un mese, il cittadino saronnese privo di risorse ha la seguente alternativa: o soccombe per inedia, o si è trovato da sé un modo per sbarcare il lunario.

Geniale, se ci si pensa: in un caso o nell’altro, l’amministrazione ha risolto il problema.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale eletto a Saronno

 
 

 
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Musei aperti, chiese sbarrate

 

E sì che la sua plurisecolare esperienza di rapporti col potere politico avrebbe dovuto suggerire alla Chiesa che un atteggiamento arrendevole non le è mai stato utile. E Conte non è Jaruzelski, e il gulag non è dietro l’angolo: semmai lo è un subdolo regime soft fatto di assidue autocertificazioni e app traccianti.
Ecco il risultato di tanta collaborazionistica arrendevolezza: nella cosiddetta fase 2 le restrizioni si allentano in quasi tutti i comparti: ciò che rimane proibita è la Messa. E del tutto incomprensibilmente, perché gli ampi spazi interni degli edifici, il contingentamento dei fedeli e l’uso dei presidi, nonché ovvi accorgimenti per modificare in piccola parte la liturgia (abolizione del segno della pace, Ostia solo sulla mano) avrebbero garantito ragionevoli condizioni di sicurezza. Aprono fabbriche, bar e palestre, biblioteche e musei, ma le chiese misteriosamente restano chiuse.

Oggi il capo del governo si nasconde dietro i pareri del suo Sacro Collegio, cioè del comitato tecnico scientifico diretto dal superesperto Colao, colui che a poco dall’insediamento non aveva trovato di meglio che proporre di segregare in casa gli ultraessantenni.

Certo la scienza, anzi la Scienza con la S maiuscola, è un ben robusto scudo dietro il quale proteggersi. Chi mai oserebbe contraddire questo sapere così oggettivo, così imparziale, così rigoroso …

Peccato che il quotidiano battibecco televisivo fra virologi, epidemiologi ed altri esperti scopre che non ce n’è uno che sia d’accordo con un altro, e rivela conflitti fra opposti narcisismi molto più che fra motivati pareri.
Sarà dunque utile sgombrare campo dalle illusioni neo positivistiche circa l’oggettività del sapere scientifico. La scienza in se stessa sarà pure oggettiva (anche se l’epistemologia moderna lo nega) ma non lo sono gli scienziati, influenzati dalle proprie convinzioni etico-politiche così come lo è l’uomo della strada: la differenza tra i due è che quest’ultimo fa meno danni.

Dunque non è irragionevole ipotizzare che il consesso contino di teste d’uovo, o parte di esso, si sia lasciato guidare da intime convinzioni extra scientifiche: in fondo in Italia non è mai tramontata l’epoca in cui nei paesi il farmacista frammassone faceva la guerra al parroco.
Nel frattempo Renzi, esperto di palle al balzo, è subito intervenuto in appoggio alla CEI. Speriamo che quest’ultima non si commuova troppo, ricordando che proprio sotto il suo governo sono state prese sui temi etici le misure più lontane dai sacri canoni. E i nostri eroi, vale a dire il duo Salvini-Meloni? Lo scivolone di Conte è una buona occasione politica. Sempre che non siano troppo impegnati a lamentarsi perché il piacione di Volturara Appula continua a tenerli fuori dalla stanza dei bottoni.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno

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25 aprile: a ciascuno la sua festa

Quest’anno il sempre ricorrente dibattito sul 25 aprile si è arricchito di un nuovo spunto di riflessione: quello fornito dalla proposta dell’on. le La Russa di utilizzare la festività per commemorare tutte le guerre con i loro morti, e allo stesso tempo i morti causati da quella guerra sui generis che è l’infezione da COVID-19 in corso.

Per quello che può valere la mia opinione non la ritengo una strada praticabile, e cerco di spiegarne il motivo.

È indubbio che tra il ’43 e il ’45, ma anche per lungo tempo dopo tale data, l’Italia è stata teatro di una vera e propria guerra civile. Italiani  si sono scontrati con altri italiani in nome di differenti valori politici e umani, ai quali si sono mescolati, come sempre avviene in questo genere di conflitti, ostilità personali e interessi di bassa lega, da una parte e dall’altra. Efferatezze sono state compiute dall’uno e dall’altro schieramento, lasciandosi dietro strascichi di risentimenti, di insaziati desideri di vendetta, di dolorosi ricordi per le violenze subite personalmente o dai propri cari. Episodi di postuma riappacificazione sono stati, per l’appunto, solo episodi, ma non hanno smosso le ferme acque dell’odio.

A tutto ciò si unisce l’uso politico che sempre si è fatto e si fa di quelle ormai lontane vicende storiche, per cui possiamo parlare di un passato che non solo non passa, ma che continua a dividere e ad esacerbare gli animi.

Stante questa situazione, è impensabile che il 25 aprile possa diventare una festa della riconciliazione nazionale. Ognuno si sceglie la propria storia, nel senso che prende idealmente  posizione per uno dei contendenti in campo, sposandone le ragioni secondo il suo attuale modo di vedere. Una persona di destra faticherebbe assai a sentire come propria una festività la quale negli anni è stata colonizzata dalla sinistra comunista e postcomunista, così come una persona di sinistra non tollererebbe di vedere sfilare in corteo, al proprio fianco, manifestanti impegnati a commemorare la Decima Mas.

I ritualistici inviti a una “memoria condivisa” risultano pertanto speciosi, perché sottendono che l’avversario debba rinnegare la “sua” memoria  e fare propria la sdrucita vulgata dei buoni e dei cattivi. Onere questo – difficile negarlo – che viene posto in capo soprattutto alla Destra.

Non è evidentemente ancora maturato il tempo di una “memoria rispettata”, in cui cioè si riconosca che l’avversario, chiunque esso sia, potesse avere scelto in buona fede e per ragioni ideali la propria parte della barricata, rinunciando a vedere in esso un essere turpe meritevole di eterna damnatio memoriae.
In attesa che venga quel tempo, lasciamo tranquillamente il 25 aprile a coloro che sventolano drappi rossi e cantano “bella ciao”, evitando azzardati tentativi di appropriazione come di contaminazione con l’attuale pandemia, la quale è in effetti una guerra, ma solo metaforica. Fra pochi giorni noi di destra avremo modo di raccoglierci – fisicamente o idealmente non importa – presso il campo X del Cimitero Maggiore, dove giacciono quegli uccisi che non trovano né onore né rispetto sui libri di storia o sulle lapidi cittadine. Lo trovano però nella nostra memoria e nel nostro cuore. E tanto ci basti.

Alfonso Indelicato – consigliere comunale indipendente eletto a Saronno

 
 

 
 

 
 
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Saronno porto delle nebbie

 

E calò il silenzio. Dal palazzo di vetro di piazza Repubblica non filtra neppure un fiato. Tacciono Sindaco, Giunta, Dirigenti, Collaboratori vari. Saronno Sette, già uso ai proclami roboanti, si limita ora agli orari degli uffici. Gli esperti della comunicazione a suo tempo ingaggiati tacciono. In realtà non è neppure certo che esistano ancora. Un capolavoro: neppure la STASI raggiungeva tali livelli di segretezza.

È  bene che i cittadini non sappiano. Se qualche saronnese desidera notizie della sua città, deve ricorrere così ai sentito dire o alle generiche indicazioni della Regione, o ancora ai media locali, che comunque gradirebbero ricevere indicazioni da chi è maggiormente deputato a fornirne.

È bene che nessuno sappia. Il silenzio è d’oro. Perché informare i cittadini? Notizie cattive potrebbero ingenerare allarmismo, notizie buone una rischiosa sicumera …

La gestione della crisi determinata dalla pandemia da parte dell’amministrazione saronnese non è altro che il riassunto del comportamento tenuto dalla stessa nei cinque anni del suo mandato. L’assoluta e conclamata incapacità di dialogare con i cittadini trova oggi la sua apoteosi.

Le amministrazioni di tutte le cittadine circonvicine hanno istituito regolari canali di comunicazione, una comunicazione veritiera e insieme incoraggiante. La nostra no, e così la cittadinanza è al buio. Fortuna che c’è abituata.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno