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ITALIA

Balotta: Alitalia, profitti tutti prosciugati dalla controllante Atlantia

 “Ci dicono che senza la garanzia dello Stato e nuovi finanziamenti dalla Cdp Aspi fallirebbe, allora la cedano allo Stato per 1 euro, avendo già incassato in dividendi molto molto di più di quanto investito”. Lo sostiene il presidente dell’Osservatorio su liberalizzazioni e trasporti (Onlit) Dario Balotta spiegando che “la storia di degli ultimi 20 anni di Autostrade per l’Italia è fatta di extra-profitti, che sono stati tutti prosciugati dalla controllante Atlantia, lasciando Aspi super indebitata, con la compiacente acquiescenza di chi al Ministero avrebbe dovuto controllare”. “Con i 10 miliardi di dividendi pompati via da Aspi – prosegue -Atlantia si è comprata l’Aereoporto di Roma, l’aeroporto di Nizza, una quota importante dell’Eurotunnel, il 50% di Abertis (le autostrade spagnole) e altri ricchi asset”. “Se ora Aspi è in difficoltà – conclude – dovrebbe essere Atlantia stessa a rimettere nella controllata parte dei fondi prelevati negli anni e a garantire quanto necessario invece di chiedere l’intervento dello Stato” (ANSA)

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Trasporti

L’impatto del Coronavirus sulla mobilità non deve trasformarsi nella vendetta dell’auto sul mezzo pubblico.

FASE 2: BALOTTA (ONLIT), L’AUTHORITY DEI TRASPORTI ASSICURI LA PIANIFICAZIONE PER RILANCIARE IL TRASPORTO PUBBLICO NELL’AREA METROPOLITANA DI MILANO
 
 
 
L’impatto del Coronavirus sulla mobilità non deve trasformarsi nella vendetta dell’auto sul mezzo pubblico.
 
La paura del virus ha svuotato i treni e gli autobus dei pendolari che hanno preferito l’auto o sono addirittura stati indotti a usare l’auto dalle irresponsabili dichiarazioni allarmistiche di chi i mezzi pubblici è pagato per renderli disponibili, come nel caso del Direttore generale di Atm Arrigo Giana e del Presidente di FNM Andrea Gibelli.
 
Ma il ritorno all’auto non è una risposta, e anzi è il contrario di una soluzione, perché così i polmoni risparmiati dal virus saranno attaccati dai gas di scarico, soprattutto a Milano dove la risposta del Comune alla crisi dei bar pare sarà quella di ampliare gli spazi per mettere i tavolini in strada.
 
Per ribaltare questa tendenza serve un cambio di passo nella qualità e nella quantità dei servizi offerti, soprattutto da Trenord, dalle Autolinee extraurbane e da Atm, che hanno affrontato l’emergenza in ordine sparso, incapaci di mettersi d’accordo anche solo sulla segnaletica (gialla e nera su Trenord, rossa e bianca quella di Atm), giusto per aumentare la confusione.
 
La preoccupazione di un crollo dei trasporti pubblici a Milano è doppia, perché il trasporto ferroviario prima dell’emergenza Covid-19 era già in condizioni preoccupanti per l’inefficienza dei servizi: ritardi, soppressioni e inaffidabilità tenevano lontani i lombardi dal treno. In provincia di Milano, con linee e frequenze di autobus scarse, solo il 10% usava i mezzi. Milano città, che raggiungeva una quota del 50%, ora rischia un drastico arretramento. Lo spostamento verso la mobilità privata si traduce in un disastro per le emissioni nocive nell’aria, per il traffico e per le prospettive occupazionali del settore.
 
Treni, tram e autobus devono sottostare a un’unica pianificazione/ integrazione dei servizi, e l’unico soggetto che la può assicurare è l’agenzia dei trasporti (l’Authority della mobilità nata alcuni anni fa) ma inattiva.
 
 
Dario Balotta 
 
presidente ONLIT
 
(OSSERVATORIO NAZIONALE LIBERALIZZAZIONI INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 

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Cronaca

Balotta: serve ri-nazionalizzare l’Alitalia?

ALITALIA: BALOTTA (ONLIT), SBAGLIATO E INIQUO NAZIONALIZZARE IL VETTORE

AL VETTORE AMMORTIZZATORI SOCIALI COME AGLI ALTRI LAVORATORI

Per i rimpatri di italiani all’estero non serve ri-nazionalizzare l’Alitalia, bastano gli aerei militari. Se in questa fase di emergenza Covid-19 non arriveranno offerte entro il 18 marzo per l’acquisto di Alitalia – come è ampiamente verosimile, data la paralisi che sta provocando l’epidemia – per superare la fase d’emergenza sociale è sufficiente la proroga della cassa integrazione: non però quella di extra-lusso garantita fin qui ai dipendenti della compagnia, ma la stessa dei lavoratori delle altre categorie. Un altro maxi-finanziamento per nazionalizzare Alitalia, che oramai ha solo il 7% di quota di mercato nazionale, come quello allo studio del Governo in uno dei decreti in discussione in queste ore, è quanto più sbagliato ed iniquo si possa decidere, soprattutto in un momento in cui servono enormi risorse per la sanità e gli ammortizzatori sociali – soprattutto dei lavoratori della cosiddetta “gig economy” come i rider, che non ne hanno mai goduto.

Dario Balotta

presidente ONLIT
(OSSERVATORIO NAZIONALE LIBERALIZZAZIONI INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)