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Cronaca

Milano: manifestazione dell’Associazione Bangladesh Italia

L’Associazione Bangladesh è scesa in piazza a Milano a ringraziare per il decreto che è stato approvato dal Consiglio dei ministri in cui si parla di regolarizzazione dei lavoratori immigrati nel settore agricolo ed  in quello delle collaborazioni domestiche e/o cura della persona.

All’art. 103 del decreto del 13 maggio 2020 non viene fatto nessun cenno alle altre categorie di lavoratori, come ad esempio coloro che operano nei ristoranti, bar, negozi, e nel settore edile; in aggiunta non sono citati i lavoratori autonomi che sono essenziali per la ripartenza dell’economia.

Molti lavoratori hanno lavorato presso diverse associazioni culturali, religiose ed Onlus, dopo il lockdown il 70% dei lavoratori (a causa della la chiusura delle attività) ha lavorato presso diverse associazioni e sedi religiose.

Tante di queste persone avevano  iniziato il lavoro nonostante fossero in possesso di un  permesso di soggiorno per richiedenti asilo (richiesta di asilo molto spesso sbrigativamente rigettata dalle competenti Commissioni Territoriali)  e stanno continuando la loro attività  con un regolare contratto di lavoro; (tante anche come Colf e in agricoltura).  Per questa categoria di lavoratori non è stato determinato nulla nel decreto.

Vi è da rilevare altresi la posizione di altre persone già  in possesso di lavoro che lo hanno poi perduto poiché, causa pandemia determinata dal virus  Covid-19,  le attività hanno chiuso a tempo indeterminato: nulla è stato decretato per questi lavoratori privi di speranza.

Inoltre vi sono, secondo l’Associazione Bangladesh Italia ci sono diversi interrogativi: 

– nel decreto si parla di rapporto di lavoro precedente, ma questo rapporto lavorativo ha un vincolo temporale, un minimo di tempo di lavoro continuato per accedere alla richiesta?

– il rapporto di lavoro dopo l’8 Marzo se è continuato fino all’approvazione del decreto, deve essere considerato nel calcolo di un range temporale?

– se il permesso di soggiorno è scaduto prima del 31 ottobre 2019 ( in quanto attualmente Questura non ha Rinnovato i permessi particolarmente dopo mese di Feb 2020 tutto a rinviato oralmente per problema di Covid-19) loro  si può richiedere un rinnovo del permesso per la ricerca di lavoro della durata di 6 mesi. 

I rappresentanti dell’Associazione Bangladesh Italia chiedono anche un intervento presso le ambasciate italiane all’estero, per le donne incinte, già in possesso del permesso di soggiorno, bloccate nei paesi di origine a causa del  lockdown che ora sono diventate madri di poter ottenere direttamente i visti di ingresso in Italia per i neonati senza dover richiedere il nulla osta dalle Prefetture.

 

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Tiziana Cassamassima, le sue parole dal Bangladesh dove è bloccata

Tiziana Cassamassima, in Bangladesh per amore, per raggiungere il suo ragazzo, è rimasta bloccata senza poter rientrare per ora, in Italia.

In Bangladesh, volo cancellato a causa del covid e la sopresa non piacevole, di non poter tornare a casa a Legnano. Da quel momento

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 81 giorni di esilio con proposte vaghe, ma niente di   accessibile. Un altro caso si è verificato un mese fa. Ci   sono anche altri bengalesi che devono rientrare per   lavoro.

 

 Non è chiaro come si muovano le ambasciate italiane   per aiutare gli itaiani all’estero.

 

In altri casi Di Maio in tv ha dato sfoggio di “abilità”, coi cinesi, eppure aveva preso impegni.

 

 

 

 

 

 

Di Maio: “Faremo rientrare tutti gli italiani in difficoltà all’estero”

In questo caso, come in un altro dalla Tunisia, le cose sono molto complicate, non ci sono aiuti economici e neppure sanitari.

Anche nel caso della ragazza in Tunisia che abbianmo seguito, l’iter non è stato per nulla semplice, se non dopo le spinte di giornali avvocati e interrogazioni parlamentari.

La strada è sempre quella del “farsi sentire”? 

segue il video con le dichiarazioni di Di Maio