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Sindacato

Proficuo incontro tra i vertici  Fsi-Usae e l’Assessore Razza sull’emergenza Covid-19 in Sicilia

Proficuo incontro tra i vertici  Fsi-Usae e l’Assessore Razza sull’emergenza Covid-19 in Sicilia: annunciata interlocuzione con governo centrale sull’Edilizia sanitaria

Ieri pomeriggio, 27 aprile, in videoconferenza l’Assessore alla Salute della Regione siciliana Ruggero Razza ha incontrato i componenti della segreteria regionale Fsi-Usae Sicilia Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, Salvatore Ballacchino, Pier Paolo Di marco, Salvatore Bracchitta, Salvatore di Natale e Calogero Coniglio. Il dibattito è stato incentrato sull’emergenza Covid-19 per analizzare le criticità legate agli ospedali siciliani delle nove province. 

Naturalmente l’attenzione del sindacato ha posto i riflettori sul personale sia ospedaliero che del territorio e anche sugli operatori del 118, sempre in prima linea nella battaglia assistenziale alle varie emergenze. Dalla disamina territoriale siciliana sono emerse positività operative come quelle dei centri Covid-19 di Ragusa e di Caltagirone e criticità, invece, per la provincia di Enna colpita dall’emergenza Sars Cov-2 nella città di Troina e per la provincia di Siracusa.

Le richieste del sindacato sono state in tal senso quelle di verificare le responsabilità aziendali e porre dei correttivi. L’Assessore Razza ha subito risposto alle richieste sindacali dichiarando di “aver nominato una commissione d’inchiesta ed una ispettiva che farà i controlli di merito”. Secondo quanto dichiarato dai rappresentanti della Fsi-Usae l’emergenza è ancora in fase acuta. In tal senso l’Assessore ha garantito che manterrà un fabbisogno regionale di 1200 posti letto Covid-19 utili a fronteggiare anche il post emergenza e mettere in sicurezza la regione su eventuali ricadute della pandemia soprattutto con l’apertura della mobilità regionale disposta dal Governo dal 4 maggio. 

Per quanto riguarda invece la valorizzazione del personale sanitario delle 17 aziende siciliane che era stata già formalizzata per iscritto dal sindacato Fsi-Usae, è stato richiesto anche di aumentare da subito la tariffa oraria degli infermieri che prestano servizio al 118 da 22 euro a 30 euro e di porre una indennità giornaliera di 20 euro agli autisti soccorritori Seus impegnati nell’emergenza Covid-19. 

“L’assessore ha accolto la nostra richiesta e ci ha confermato che il premio economico ci sarà, e che i fondi nazionali per il personale saranno decisi in accordo con le organizzazioni sindacali firmatarie del Ccnl sanità nella contrattazione regionale che sarà convocata a breve – dichiarano i rappresentanti regionali della Fsi-Usae Sicilia – Tra le richieste del sindacato anche l’erogazione da parte delle aziende del bonus ministeriale di 100 euro per tutto il personale che ha prestato servizio a marzo 2020 che non è stato liquidato”. “Nell’incontro l’Assessore Razza ha indicato come prioritaria la formazione del personale, quest’ultimo sarà inoltre oggetto di uno screening con test sierologici, mettendo assieme laboratori del settore pubblico e privato. Nella parte finale della videoconferenza l’Assessore Razza ha dato una buona notizia, da poche ore sta interloquendo con il governo nazionale per far ripartire in Sicilia l’Edilizia sanitaria, servono nuovi ospedali”, concludono i sindacalisti.

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Italiano di origine somala a Bergamo per aiutare contro il coronavirus

Un volontario di origine somala, ha fatto richiesta di andare a Bergamo per aiutare gli ammalati, fa parte del  Consiglio Direttivo e Commissioni infermieri di Amsi e Umem

 

L’infermiere è partito da Firenze per Roma per essere arruolato tra i volontari.

L’ospedale è stato trasformato in struttura COVID.

Lui assieme ad altri di altre regioni hanno raccolto l’invito della Lombardia per rendersi utili, in totale 5 infermieri tra toscani e romani.

I pazienti vengono seguiti tutti, senza distinzione d’età, importante precisazione, come l’altra: gli sono stati dati tutti i dispositivi di protezione, l’organizzazione è buona e si sta superando la situazione critica.

Un paziente si è messo  a piangere pensando ai suoi figli più che a se stesso.

I contatti con l’esterno sono assicurati con i tablet in maniera che non ci siano barriere tra pazienti e famigliari, visto che i parenti non  possono entrare.

Da sabato scorso per 21 giorni, gli infermieri possono rimanere nella struttura e anche oltre se autorizzati.

Il giovane infermiere afferma: ho giurato fedeltà all’Italia, voglio dare una mano al mio popolo, mi sento italiano anche di origine somala.

Sulla Somalia, dove ci sono problemi di igiene ( non è un paese ricco), hanno assicurato una mano all’Italia.

Ci sono anche altri somali che vorrebbero e potrebbero venire in Italia, sia infermieri che medici, già preparati e pronti, come ha dichiarato il presidente della Somalia, a dimostrazione che nella difficoltà ci deve unire per superare il male.

Una bella persona segnalataci dall’amico Foad Aodi che come presidente dell’Associazione AMSI, medici stranieri in Italia, assieme ad UMEM nonchè diverse altre sigle, sta facendo un lavoro encomiabile di “cerniera” tra Italia e paesi arabi, africa ed Asia per riuscire a superare la difficoltà del coronavirus.

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Cronaca

Coronavirus, Emanuele Monti (Lega): “Utilizzare Ospedale di Cuasso per malati Covid-19”

“L’Ospedale di Cuasso può essere fondamentale per avere a disposizione nuovi posti letto per curare i malati di Covid-19. Stiamo lavorando per potenziare, e quindi utilizzare al meglio, questa struttura”, così Emanuele Monti (Lega), Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, sulla necessità di ricavare nuovi spazi per fare fronte all’emergenza.

“La delibera della Giunta per realizzare nuovi spazi per assistere tutti i malati dà indicazioni chiare – spiega Monti – in provincia di Varese credo sia importante valorizzare le possibilità offerte dallo storico ospedale della Valceresio, dove si possono attivare oltre 100 posti letto per i pazienti Covid-19, non in terapia intensiva, ma che necessitino di degenza perché ancora positivi, fino alla domiciliazione”.

“Si tratterebbe infatti di integrare la struttura ospedaliera, nelle sue funzioni, all’Ospedale di Baggio per quei pazienti in dimissione che però sono ancora positivi e con basso carico assistenziale” precisa il Presidente della Commissione.

“Il nosocomio di Cuasso ha una lunga storia come ospedale e sanatorio – conclude Monti – e oggi rappresenta una di quelle risorse da sfruttare per riuscire a uscire dall’emergenza”.