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Fsi-Usae: “Se tutto è regolare l’Humanitas rinvii la firma dei contratti

Fsi-Usae: “Se tutto è regolare l’Humanitas rinvii la firma dei contratti e ci convochi anziché battibeccare”

“In riferimento alle annunciate decisioni aziendali da parte dell’Humanitas Istituto Clinico Catanese nei giorni scorsi di voler procedere all’appalto di servizi senza cessione di ramo d’azienda di 23 ausiliari/Oss apprendiamo dalla stampa e prendiamo atto, della regolarità delle procedure che vuole adottare ma confermiamo le nostre preoccupazioni.

Se tutto è davvero regolare ci convochi prima e posticipi la firma dei contratti prevista per domani 29 giugno anziché battibeccare al fine di chiarire ogni dubbio in merito. Non si potrebbero accettare le dimissioni volontarie dei lavoratori dall’azienda con la promessa di una riassunzione nell’azienda che subentra nei servizi appaltati. Non condividiamo questi comportamenti, riteniamo sia un’azione ingiustificata.

La Fsi-Usae per i dipendenti, iscritti e non iscritti alla nostra Organizzazione Sindacale, chiede di garantire il livello occupazionale, di evitare un peggioramento del trattamento economico e normativo. A ciò si aggiunge anche l’esigenza di evitare il rischio che possano incorrere al licenziamento nell’azienda che subentra nei servizi appaltati. 

Da parte nostra – prosegue la Fsi-Usae – siamo ovviamente disponibili ad aprire un confronto, dall’Humanitas ci aspettiamo una più ragionevole  collaborazione, di convocarci, di rinviare la firma dei contratti e mitigare il disagio e la tensione tra 23 ausiliari/Oss.

Aspettiamo e auspichiamo anche nella convocazione del Prefetto. In caso di mancata conciliazione metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per ottenere risposte concrete – conclude la Fsi-Usae.”

Queesto e’ quanto ci ha invato  Fsi-Usae che  risponde alla replica della controparte: 

“Nessun licenziamento in vista fra il personale che svolge servizio di ausiliariato/OSS presso Humanitas Istituto Clinico Catanese: in seguito alla decisione di esternalizzare tali attività, affidandole a una primaria società del settore facility management già attiva presso la struttura, Humanitas ha richiesto che fosse parte dell’accordo con il fornitore l’assunzione del personale oggi incaricato dello svolgimento di tali mansioni.

Pur con il passaggio a un differente CCNL, grazie agli accordi presi con il fornitore al personale saranno garantite le medesime condizioni contrattuali, sia dal punto di vista degli orari di lavoro, sia da quello retributivo.

Il personale coinvolto è stato da tempo informato delle azioni in corso, durante una serie di incontri organizzati con la Direzione del Polo.

Alla luce di questo, si respingono le accuse rivolte dal sindacato Fsi-Usae; si precisa ulteriormente che con l’attivazione del nuovo Polo a Misterbianco, i livelli occupazionali non solo sono stati mantenuti, ma sono significativamente incrementati.”

 

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Sindacato

Fsi-Usae Sicilia: “Approvati incentivi per il personale sanitario”

Covid-19. Incontro sindacati e Razza. Fsi-Usae Sicilia: “Approvati incentivi per il personale sanitario”

 

PALERMO 07 GIUGNO – Ieri pomeriggio, 06 giugno, in videoconferenza l’Assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza ha incontrato le organizzazioni sindacali. Il dibattito è stato incentrato sull’emergenza Covid-19 e per definire l’erogazione degli incentivi al personale sanitario.

“La Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, ha fatto sentire la sua voce ponendo l’attenzione sui carichi di lavoro e sui rischi che incorre il personale ospedaliero, del territorio e del 118, sempre in prima linea nella battaglia assistenziale alle varie emergenze, e dopo ampio ed approfondito dibattito, si è giunti ad un accordo che ha visto accolte le richieste della nostra organizzazione sindacale, che  prevedono un riconoscimento economico per tutto il personale impegnato nella lotta al Covid” – spiega il segretario regionale dalla Fsi-Usae, Calogero Coniglio.

“I fondi destinati alla Sicilia dal governo centrale, pari a oltre 20 milioni di euro previsti dal decreto legge 17/3/2020 n. 18 saranno frazionati tra le 17 aziende sanitarie e ospedaliere e in seguito, attribuiti agli operatori del servizio sanitario per le condizioni di lavoro connesse alla pandemia. La Fsi-Usae ha chiesto di attenzionare le risorse destinate all’Asp di Agrigento perché appaiono esigue. Per l’applicazione dell’accordo, con l’estensione dell’indennità di rischio infettivo a tutto il personale e la consequenziale erogazione occorrerà attendere il responso delle trattative decentrate tra aziende e i sindacati, che partono la prossima settimana”.

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Sindacato

Palermo, errore  escludere dal premio gli operatori sanitari assunti temporaneamente

Covid-19. Fsi-Usae all’attacco: “Riparare grave errore della VI commissione regionale sanità che esclude i precari dal premio di 1000”

PALERMO- La Fsi-Usae Sicilia Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei.apprezza i buoni propositi della Regione Siciliana per la misura approvata che prevede il riconoscimento di un premio di 1.000 euro al personale sanitario che e’ stato impegnato in prima linea nel corso dell’emergenza Covid-19, e che per fronteggiare l’emergenza ha dovuto reclutare temporaneamente personale sanitario a tempo determinato con contratti in scadenza fino a termine dell’emergenza e ringrazia per aver tenuto conto delle nostre molteplici istanze. Al contempo chiediamo tempi certi per l’erogazione delle somme.

Ciò non toglie che sia stato un errore  escludere dal premio gli operatori sanitari assunti temporaneamente per far fronte all’emergenza, e per quanto ci riguarda inoltre è necessario che vengano adottate, misure che consentano di salvaguardare la loro occupazione, ferma restando la necessità di prevedere assunzioni e misure  adeguate per i tanti precari del settore, l’utilizzo delle graduatorie vigenti, e dell’ultimo bando regionale per infermieri e oss che sollecitiamo. 

La VI commissione regionale sanità ha approvato un documento per l’assegnazione di premi per 1000 € a testa per infermieri, oss, medici e autisti soccorritori 118, ma all’art. 5 comma 8 esclude il personale precario, successivamente il documento è stato presentato in giunta all’Ars e approvato nella finanziaria.

Vogliamo sottolineare quanto sia importante che il premio venga assegnato in modo omogeneo a tutti gli operatori sanitari della regione con un sistema “a fasce” a secondo del rischio e dell’impegno di lavoro sostenuto da medici, infermieri, tecnici, ostetriche, fisioterapisti, operatori socio-sanitari, ecc. che hanno lavorato, e lavorano, con spirito di abnegazione negli ospedali siciliani, indipendentemente dalla qualifica. In sede di contrattazione regionale la Fsi-Usae chiederà che le somme previste dal decreto vengano assegnate proporzionalmente anche al restante personale sanitario impiegato nei reparti e nei servizi non Covid-19 della regione che comunque, hanno rischiato e continuano a rischiare ogni giorno, senza essere certi che i pazienti non abbiano contratto il virus Covid-19.  Non è pensabile che, in presenza di pazienti sospetti, il rischio possa essere escluso.

Dobbiamo anche evidenziare come questo provvedimento esclude dall’ assegnazione dei premi gli oss delle ditte esternalizzate e i dipendenti delle pulizie che sanificano e ripuliscono gli ospedali, compresi i reparti Covid-19 e quelli di malattie infettive. Anche per quest’ultimi è necessario trovare modalità premianti, considerati spesso lavoratori invisibili e sfruttati. La sicurezza negli ambienti di lavoro per la Fsi-Usae è la priorità di ieri, oggi e del futuro, per chi presta servizio in tutti i settori lavorativi.

Per la Fsi-Usae Sicilia l’esclusione dei precari dal premio è ingiusto e discriminante, i componenti della Segreteria Regionale Bracchitta, Di Marco, Ballacchino, Spada, Cirignotta, Di Natale e Coniglio, chiedono alla VI commissione regionale sanità che alla prima giunta regionale presenti le modifiche per riparare l’errore.

 

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Covid-19. Premio 1000 euro agli operatori sanitari. Fsi-Usae Sicilia ringrazia Musumeci, Razza, deputati

Covid-19. Premio 1000 euro agli operatori sanitari. Fsi-Usae Sicilia ringrazia Musumeci, Razza, deputati  e commissione regionale. “Nessuno potrà ostacolare accordo regionale con i sindacati sui fondi nazionali”

I componenti della segreteria regionale della Fsi-Usae Sicilia Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, Renzo Spada, Maurizio Cirignotta, Pier Paolo Di Marco, Salvatore Ballacchino, Salvatore Di Natale, Salvatore Bracchitta e Calogero Coniglio vogliono ringraziare pubblicamente il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, l’Assessore regionale della Salute Ruggero Razza, il Presidente e i componenti della VI commissione regionale Servizi Sociali e Sanitari, e i deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana per aver attenzionato le molteplici istanze inviate formalmente dall’ Organizzazione Sindacale affinché gli operatori sanitari, infermieri, medici e autisti soccorritori potessero avere un riconoscimento economico per il lavoro straordinario: 1.000 euro per quello che stanno facendo ogni giorno in prima linea per fronteggiare l’emergenza sanitaria Covid-19 e assistere e curare i pazienti.

A tale scopo, verrà presentato e definito un accordo dall’Assessorato regionale alle Organizzazioni Sindacali firmatarie del Ccnl comparto sanità in contrattazione regionale nei prossimi giorni: un documento per destinare oltre 20 milioni di euro con fondi nazionali previsti dal decreto legge 17/3/2020 n. 18 all’articolo 1 al personale sanitario. “Questi incentivi farebbero seguito alle tante belle parole che, però, da sole non bastano. Le somme da erogare dovranno corrispondere all’impegno, alla qualità e alla quantità del lavoro prestato”, dichiarano i sindacalisti.

“La Fsi-Usae Sicilia su quel tavolo lotterà affinché le somme vengano assegnate proporzionalmente anche al restante personale del pubblico e del privato, Infermieri, medici, tecnici, oss, ecc. impiegato nei reparti e nei servizi non adibiti a Covid-19 della regione ma che hanno rischiato e continuano a rischiare ogni giorno e notte, senza sapere se i pazienti hanno contratto il virus Covid-19. Nessuno, amici e avversari, di qualsiasi estrazione, potrà ostacolare tale accordo regionale. Ricorreremo, se necessario, a tutte, le azioni previste dalla legge. La vita dei sanitari e soprattutto delle nostre famiglie è al di sopra di tutto e di tutti, nessuno escluso”, conclude il sindacato.

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Sindacato

Mille euro straordinarie, una tantum, ai sanitari: Fsi-Usae,  Non ci bastano

l presidente Bonaccini vuole dare mille euro straordinarie, una tantum, ai sanitari: Fsi-Usae, grazie ma anche no. Non ci bastano.

ROMA 08 APRILE – Il presidente Bonaccini vuole dare mille euro straordinarie, una tantum, ai sanitari: Fsi-Usae, grazie ma anche no. Non ci bastano. Apprendiamo che il presidente della Regione Emilia-Romagna ha in proposito di legiferare, a livello regionale, come già stava facendo anche la Toscana, un finanziamento straordinario che gli consenta di distribuire una tantum a Infermieri, Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico, Tecnici di Neurofisiopatologia, Fisioterapisti, Logopedisti, Ortottisti – Assistenti di Oftalmologia, Dietisti, Tecnici della Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare, Tecnici Audiometristi, Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, Assistenti Sanitari, Tecnici di Riabilitazione Psichiatrica, Terapisti Occupazionali, Educatori Professionali, Tecnici Audioprotesisti, Tecnici Ortopedici, Igienisti Dentali, Podologi, Ostetriche, Autisti soccorritori, Oss e gli altri lavoratori della sanità un premio straordinario una tantum di circa 1000 euro per lo straordinario lavoro che hanno effettuato durante il periodo COVID19.

Adamo Bonazzi Segretario Generale Fsi-Usae è intervenuto stigmatizzando l’annuncio a margine di una videoconferenza con i Consiglieri Nazionali del sindacato ed ha dichiarato in modo piuttosto sarcastico: “Ci mancherebbe pure che dopo averli fatti lavorare come se non ci fosse un domani ora si pensasse di non provvedere a pagare i loro straordinari e gli si negasse l’attribuzione delle relative indennità perché i fondi non sono capienti. E se oltre a dare capienza ai fondi avanzerà qualche spicciolo da dare in più in busta paga, una tantum, noi lo ringraziamo. Grazie, Presidente Bonaccini, i lavoratori li useranno certamente, perché in un periodo di crisi non è il caso di fare gli sdegnati e rifiutare ciò che viene offerto, ma diciamo chiaramente che non è questa la risposta che i professionisti della sanità si aspettano; che non è questo il riconoscimento professionale a cui loro aspirano. E, Bonaccini, nella sua doppia carica di Presidente di Regione e di Presidente della Conferenza delle Regioni, cioè la conferenza dei datori di lavoro dei suddetti professionisti pubblici, sa bene che ci sono tre diversi problemi che affliggono tali professionisti: Il primo è il riconoscimento della dignità professionale; il secondo è la questione degli inquadramenti iniziali e dello sviluppo della carriera professionale; e il terzo, buon ultimo ma non certo meno sentito, è quello della rivalutazione dello stipendio svalutato da tre mancati rinnovi contrattuali e fermo da più di dieci anni. Se, Bonaccini, pensa a mille euro una tantum, i professionisti della sanità pensano a una diversa qualificazione professionale e ad un incremento della base stipendiale mensile di almeno 500 euro (non una tantum ma una semper) e delle indennità di rischio e di disagio che non siano delle mancette. La differenza come si può ben comprendere è molto grande. E non si colma di certo con il regalo che il Presidente ha pensato di farci insieme alla Triplice che, con il suo aiuto, pensa così di intestarsi chissà quale successo. Secondo noi i professionisti sanitari vogliono vedere recepiti gli sforzi profusi con una collocazione iniziale adeguata agli anni di studio che hanno fatto, e vogliono avere la possibilità di una carriera aperta, che sia basata su criteri predeterminati e certi. Vogliono che una volta acquisito un avanzamento nel percorso professionale, questo faccia parte stabilmente del proprio curriculum e che garantisca, alla fine del percorso lavorativo, una pensione adeguata. Per cui diciamo chiaramente: mille euro una tantum straordinarie ai sanitari? Grazie ma anche no. Non ci bastano”

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Sindacato

Emergenza COVID-19. Tamponi mirati a operatore sanitari, forze dell’ordine, cittadini dichiarati rientrati dal Nord

NOTA INVIATA DA FSI-USAE SICILIA
(Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione sindacati Autonomi Europei)

Anticipata via fax /email Pec
Segue Raccomanda A.R.

Prot. N. 4821/03/2020 FSI-USAE Sicilia
Palermo 28 marzo 2020

Presidente della Regione Siciliana
On. Nello Musumeci
Palazzo d’Orleans
Indipendenza, 21
Palermo

Assessore regionale della Salute
Avv. Ruggero Razza
Piazza Ottavio Ziino, 24
Palermo

 

Oggetto: Emergenza COVID-19. Tamponi mirati a operatore sanitari, forze dell’ordine, cittadini dichiarati rientrati dal Nord, lavoratori autorizzati a sostegno dell’economia regionale

Facendo seguito a precedenti note inviate dalla scrivente Organizzazione Sindacale, mostrando senso di responsabilità e grande spirito di collaborazione, riteniamo che la situazione Emergenza COVID-19 ri-chieda una nuova fase, bisogna agire, senza aspettare il “respiratore” ed adottare nuovi accorgimenti fon-damentali per evitare il collasso del sistema sanitario regionale, già messo a dura prova. Per un paziente in-tubato e collegato settimane a un respiratore, in particolare con un quadro clinico già compromesso, la possibilità d’intervento è ridotta. Il respiratore deve essere l’ultimo supporto. E’ stato ripetuto più volte di rimanere a casa in presenza di febbre e tosse per limitare l’afflusso di persone in ospedale, perché non ci sono abbastanza letti ma ciò non è sufficiente per fermare il virus. E’ necessario l’impiego dei tamponi se-condo una strategia mirata, testando gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, considerati i casi di conta-gio che già si sono verificati in tali settori, le persone dichiarate ufficialmente rientrate dal Nord e le per-sone che lavorano autorizzate dal decreto “Cura Italia” in quei settori vitali per l’economia della regio-ne. Dedicare unità mobili per raggiungere i succitati cittadini presso le proprie abitazioni ed effettuare i tamponi domiciliari per diagnosticare l’eventuale positività al Covid-19 con personale dedicato, ricorrendo ad assunzioni e nell’immediato con prestazioni aggiuntive al personale del SSR. Altrimenti il crollo socio-economico regionale è dietro l’angolo. In attesa di gradito riscontro, porgiamo cordiali saluti.

I componenti della Segreteria Regionale
Renzo Spada
Salvatore Ballacchino
Pier Paolo Di Marco
Maurizio Cirignotta
Salvatore Bracchitta
Il Segretario Regionale
F.to Coniglio Calogero

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Sindacato

Tamponi coronavirus, il Ministero rivede la propria posizione:prima i sanitari

ROMA 22 MARZO – Adamo Bonazzi, Fsi-Usae: I gesti valgono più di mille parole, prendiamo atto che ora si sono ristabilite le giuste priorità”.

 

Il Ministero della Salute con una nuova circolare, diffusa ieri, annulla e sostituisce la precedente circolare, emanata solo il 19 marzo scorso, che dava priorità nell’effettuazione dei tamponi al personale militare coinvolto nella gestione dell’emergenza e che era stata uno dei tasselli alla base delle nostre critiche ai provvedimenti contenuti nel D.L. “Cura Italia” portandoci a far girare il volantino con cui dichiaravamo la nausea per tali comportamenti governativi.

La  nuova circolare del prevede che “nelle attività di rintraccio dei contatti in ambito di sorveglianza sanitaria, sulla base  di  valutazioni caso per caso effettuate dall’operatore di Sanità Pubblica nella propria concreta attività, appare necessario identificare tutti gli individui che sono stati o possono essere stati a contatto con un caso confermato o probabile di COVID-19, focalizzando la  ricerca degli stessi con particolare attenzione alle 48   ore   precedenti   l’insorgenza   dei   sintomi   fino   al   momento   della   diagnosi   e dell’isolamento del caso” (…)  “Si rappresenta,  inoltre,  che, nei laboratori autorizzati per le analisi dei tamponi, la presentazione di campioni afferenti a personale sanitario dovrà ottenere priorità assoluta e la comunicazione del risultato dovrà avvenire in un arco di tempo massimo di 36 ore”.  

Insomma una inversione della direzione di 180 gradi che, ora, dopo le pesanti critiche di questa Organizzazione Sindacale, riconosce le giuste priorità.

Adamo Bonazzi, Segretario Generale Fsi-Usae  ha così commentato la circolare: “Poiché i gesti valgono più di mille parole, prendiamo atto di questa inversione di direzione e del fatto che ora si sono ristabilite le giuste priorità. Non ci fa esultare ma un riconoscimento del personale, anche se piccolo ed indiretto, non può che farci piacere”.

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Coronavirus.Carenza dispositivi di protezione in Sicilia per i sanitari

PALERMO – Il sindacato Fsi-Usae Sicilia (Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione sindacati Autonomi Europei) ha presentato un esposto denuncia alla Procura della Repubblica di Catania sulla grave carenza di dispositivi di protezione negli ospedali siciliani, in particolare di mascherine. “Considerato che la fornitura, l’organizzazione, la logistica e compresa la distribuzione di mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3 e materiale di protezione, occhiali e tute per preservare il personale sanitario, spettano al governo, per tramite la Protezione civile, quest’ultima è tenuta a procurare questo materiale a tutta l’Italia“, denuncia Calogero Coniglio, segretario regionale della Fsi-Usae. Il sindacato Fsi-Usae della Sicilia ha deciso così di rivolgersi alla magistratura affinchè la Protezione Civile provveda a fornire i Dpi per la tutela della salute degli operatori sanitari siciliani. Proprio ieri il sindacato aveva chiesto il controllo del personale sanitario in prima linea negli ospedali e nel territorio, con l‘esecuzione dei tamponi ogni 5 giorni. L’Art. 34 comma 3 del D.L. del 2/3/2020 n. 9 “Disposizioni finalizzate a facilitare l’acquisizione di dispositivi di protezione e medicali e e l’ art. 7 del D.L. del 9/3/2020 n. 14 recita: “1. Il Dipartimento della protezione civile e i soggetti attuatori individuati dal Capo del dipartimento della protezione civile fra quelli di cui all’ordinanza del medesimo in data 3 febbraio 2020 n. 630, sono autorizzati, nell’ambito delle risorse disponibili per la gestione dell’emergenza, fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, ad acquisire dispositivi di protezione individuali (DPI) come individuati dalla circolare del Ministero della salute n. 4373 del 12 febbraio 2020 e altri dispositivi medicali, nonché’ a disporre pagamenti anticipati dell’intera fornitura, in deroga al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50”. L’esposto è stato presentato a tutela della salute degli operatori sanitari, i frequenti contagi tra operatori sanitari rischiano di svuotare gli ospedali di personale, e ancor peggio diffondere il contagio tra gli operatori sanitari, i cittadini e i pazienti all’interno degli ospedali. Abbiamo chiesto all’Autorità giudiziaria di intervenire per porre ordine ed individuare eventuali responsabilità dello Stato centrale, responsabile come dice il decreto della fornitura, del materiale di protezione. “Siamo indignati per quanto sta succedendo negli ospedali siciliani, il personale ha paura. La Fsi-Usae si fa interprete delle fortissime preoccupazioni di medici, Infermieri, Ostetriche,Tecnici, Oss, sino all’ultimo dei dipendenti della sanità pubblica e privata siciliana, denunciando la carenza di tutte quelle attrezzature utili a limitare e contenere i contagi a danno del personale, e con i propri legali ha messo tutto nero su bianco per verificare inadempienze e omissioni per prendere gli opportuni provvedimenti che il caso richiede”, conclude Coniglio. 

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Coronavirus. Fsi-Usae Sicilia: “Sottoporre a tampone “rapido” tutti gli operatori sanitari ogni 5 giorni

Coronavirus. Fsi-Usae Sicilia: “Sottoporre a tampone “rapido” tutti gli operatori sanitari ogni 5 giorni. Inammissibile che lo Stato centrale mandi un esercito a difenderci … senza armi”. PALERMO 18 MARZO – “Abbiamo inviato una missiva alla Protezione civile nazionale dipartimento della presi-denza del consiglio dei ministri, alle prefetture siciliane, al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, all’Assessore regionale della salute Ruggero Razza e alle Asp, alle aziende ospedaliere e ospedaliere universita-rie, perché è inammissibile che lo Stato centrale mandi un esercito a difenderci … senza armi”. E’ quan-to dichiara Calogero Coniglio, segretario regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti orga-nizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei. Dopo diverse note inviate dall’organizzazione sindacale, si vuole denunciare lo stato di preoccupazione in cui versa chi lavora nella sanità, in particolare nel territorio delle ASP di Catania e Palermo. “Poiché i gesti valgono più di mille parole, oggi, i professionisti e operatori sanitari, a parole li si ringrazia, con i gesti lo Stato li condanna a morte. Dai vari presidi ospedalieri giungono notizie che la maggior parte del perso-nale, è ancora sprovvisto di dispositivi protettivi e le rassicurazioni provenienti dalle direzioni sanitarie non rie-scono più a sortire nessun effetto sullo stato d’animo degli operatori”, precisa Coniglio. Si ritiene fondamentale ribadire lo spirito di collaborazione messo in campo, come sempre, dalla Fsi-Usae, dei suoi componenti e dalle segreterie territoriali e “chiediamo di sottoporre a tampone “rapido” tutti gli opera-tori sanitari che prestano servizio nelle strutture ospedaliere del Ssr (entro 72 ore) da ripetere ogni 5 giorni, l’avvio di nuove assunzioni di medici e infermieri, tecnici, oss con contratto pubblico a tempo determi-nato e non con contratti libero professionisti. Questa Organizzazione Sindacale è contraria a qualsiasi forma di precariato. Inoltre chiediamo il recupero dei Dpi (mascherine FFP3, maschere-occhiali protettivi e gel di-sinfettante su base alcolica) utili a proteggere il personale sanitario del Ssr prima che arrivi il picco massi-mo e di voler mettere in atto con estrema urgenza tutte le misure necessarie per favorire la sicurezza dei lavo-ratori”. “Contestiamo all’Istituto Superiore della Sanità il documento “Indicazioni ad interim per un utilizzo raziona-le delle protezioni per infezione da SARS-COV-2 nelle attività sanitarie e socio sanitarie (assistenza a soggetti affetti da covid-19) nell’attuale scenario emergenziale SARS-COV-2” aggiornato al 14/3/2020 che adotta e ag-giorna le indicazioni sull’utilizzo dei Dpi adottate nella nota 1433 del 13 marzo us, acquisito dalla Regione Sicilia-na in data 16/03/2020 prot. 15077 (assessorato alla salute), che non specifica con quali Dpi devono essere as-sistiti i pazienti con sospetto Covid-19 (tutti), in questa fase avanzata della pandemia, ricoverati nel-le restanti unità operative (chirurgia generale, pediatria, medicina, ematologia, Orl, sala operatoria, ortopedia, nefrologia, ambulatori, equipaggi 118, ecc.) del Ssr. Perché in considerazione che i presidi (mascherine chirur-giche) che oggi vengono definiti Dpi, precedentemente (fino al 13/3/2020), erano considerati strumento di protezione del campo chirurgico e non dell’operatore, non si comprende come oggi l’Istituto Superiore Sanità li possa considerare Dpi validi come protezione degli operatori sanitari che assistono soggetti affetti o sospetti da Covid-19”. “Su questo fronte occorre un impegno forte di Governo e Regione, capace di salvaguardare i lavoratori. Per queste ragioni la Fsi-Usae chiede al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, all’Assessore regionale della Salute Ruggero Razza e alle Prefetture siciliane la volontà di essere parte attiva nelle future occasioni di confronto istituzionale relative all’emergenza coronavirus così come sta avvenendo nelle regioni del nord, una condizione indispensabile per gestire al meglio questo grave problema,”, conclude Coniglio.