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Commercio

Ristoratori, la Fipe-Confcommercio appoggia il flash mob di protesta

Il presidente Stoppani: “Bisogna anticipare le riaperture. Le aziende stanno morendo, gli aiuti non arrivano e si rischiano infiltrazioni mafiose”

La Fipe-Confcommercio sostiene l’iniziativa di flashmob che questa sera alle ore 21, partendo da Piazza San Marco, dalle Alpi alla Sicilia in tante le città d’Italia, vedrà alcuni ristoranti Italiani in rappresentanza di tutti i Bar, Pasticcerie, Caffè, Trattorie, Osterie e Ristoranti d’Italia, accendere le luci dei loro locali per farsi vedere da una Politica lenta e cieca verso i bisogni del settore.

“Questa – sottolinea il presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani – è una iniziativa che accompagna l’attività istituzionale della Federazione nel rappresentare i danni, i bisogni, le aspettative e le drammatiche prospettive di un settore tra i più danneggiati, visto che è stato il primo costretto a chiudere e sarà l’ultimo (purtroppo) a riaprire. Si tratta di un segno inequivocabile della disperazione che interessa gli imprenditori, che vedono messo a rischio il progetto della loro vita lavorativa, senza che le politiche economiche, lente, dilatorie e poco incisive, riescano metterli in sicurezza”.

“La Ristorazione italiana – prosegue Stoppani – rischia altissimi tassi di mortalità, la dispersione di professionalità faticosamente costruite, nuove infiltrazioni malavitose, e va aiutata con urgenti interventi che prevedano indennizzi a fondo perduto per chi è stato obbligato a chiudere o ha subito forti cali di fatturato, con congrue moratorie fiscali, procedure di accesso semplici e veloci agli strumenti della, interventi normativi sulle locazioni commerciali, proroghe e rafforzamento delle misure di protezioni sociali per i lavoratori”.

“La Federazione – conclude il presidente – chiede un’anticipazione della data per la ripartenza, certa che i severi protocolli sanitari messi a disposizione delle aziende, che hanno imposto pesanti adattamenti organizzativi ed operativi, garantiranno la sicurezza sanitaria di clienti e lavoratori. Altrimenti rischiamo, tra qualche settimana, di trovare solo le macerie di un settore, importante per i grandi numeri che esprime, ma anche per i grandi valori sociali, storici, culturali ed antropologici che porta, elemento fondamentale della filiera turistica ed agro-alimentare del nostro Paese”.

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ECONOMIA

Fipe-Confcommercio: “Responsabilità da parte di tutti, ma le misure del Governo sono devastanti. Serve un piano straordinario o chiudiamo”

300mila imprese e un milione di lavoratori del settore, come purtroppo molti altri della nostra economia, sono messi in grave crisi da una situazione preoccupante affrontata con provvedimenti che non hanno precedenti nella storia repubblicana.

Le perdite stanno mettendo in ginocchio intere categorie e il mondo dei Pubblici Esercizi risulta particolarmente colpito da una gestione altalenante delle disposizioni che li riguardano direttamente e da una comunicazione che ha contribuito a generare confusione, incertezza e panico.

Gli imprenditori che FIPE – Confcommercio rappresenta – quelli delle zone chiuse come quelli di tutta Italia – rispetteranno i provvedimenti annunciati nella notte dal Governo e in tanti si stanno impegnando in queste ore per garantire vivibilità e servizio alle comunità in cui operano, ben consapevoli del ruolo sociale svolto e dei rischi sanitari in cui incorrono.

È un dovere per la tutela della salute pubblica, prima ancora che delle stesse attività economiche, far presente che alcune disposizioni appaiono incoerenti e altre risultano di difficile applicazione, come la regola che riversa sulle imprese l’onere di tenere i clienti alla distanza di un metro. FIPE riceve oggi centinaia di telefonate e appelli che chiedono la chiusura temporanea delle attività di Pubblico Esercizio, nella comprensibile preoccupazione – da imprenditori e da cittadini – per la salute di clienti, dei propri dipendenti e delle relative famiglie, come reazione alla difficoltà di gestione delle attuali disposizioni e nella speranza che questo sacrificio possa almeno servire ad accelerare il ripristino della normalità.

Comprensione e solidarietà vanno a tutti gli imprenditori che in questo momento sono messi di fronte a scelte dolorose e difficili, un ringraziamento non di forma va rivolto a coloro che stanno cercando con senso civico di fare la propria parte a servizio della salute e della capacità di ripresa del territorio.

È una situazione drammatica per migliaia e migliaia di imprenditori e lavoratori, che insieme alla Presidenza della Federazione, riunitasi oggi in seduta permanente, chiede con forza un “Piano economico straordinario”, da approvarsi con risorse ingenti subito, già con il Decreto Legge in approvazione la settimana prossima.

Vanno estese le misure previste per le zone chiuse a tutto il territorio nazionale, aprire la cassa in deroga per almeno 6 mesi a tutte le imprese di tutte le Regioni, far slittare tutte le scadenze fiscali a fine anno, fermare gli sfratti per morosità, individuare un meccanismo di credito di imposta che sostenga, almeno parzialmente, le perdite documentabili delle imprese. Ci sarà modo per riflettere e discutere su quanto è accaduto, soprattutto nelle ultime ore, ma questo è il momento della responsabilità e dello stare uniti come cittadini e come imprenditori.