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Cronaca

Maltempo nel Varesotto: Brianza, Monti e l’Ass. Foroni nelle zone colpite

“Una situazione molto preoccupante, più grave del previsto. Regione Lombardia si è messa subito al lavoro per fronteggiare questa nuova emergenza”.

Sono queste le prime dichiarazioni della vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia Francesca Brianza che quest’oggi, insieme all’assessore al Territorio e Protezione Civile di Regione Lombardia Pietro Foroni, ha fatto un sopralluogo nelle zone dell’alto varesotto colpite dal maltempo.

“Ringrazio l’assessore Foroni che si è recato tempestivamente nelle zone colpite e anche i sindaci delle comunità montane che si sono subito attivati. Purtroppo i danni sono ingenti e molte le famiglie che si sono messe silenziosamente al lavoro per svuotare cantine e liberare i locali dal fango”.

“La situazione – prosegue – resta preoccupante e per questa notte è stato proclamato il codice rosso di massima allerta. Sono anche in arrivo per domani automezzi, scavatori della protezione civile (ANA, parco del ticino) per soccorrere le zone colpite”.

“Come Regione Lombardia – conclude Brianza – metteremo in campo tutto il necessario per prestare soccorso alle popolazioni e per mettere in sicurezza cittadini e territorio”.

Monitorati i Comuni di: Lavena Ponte Tresa, Luino, Brusimpiano, Germignaga.

«Abbiamo immediatamente attivato e messo a disposizione la Colonna mobile regionale – ha aggiunto l’assessore regionale – che sarà operativa in loco domattina per aiutare nella pulizia strade e nella messa in sicurezza di strade e infrastrutture. Ringrazio i sindaci, i volontari della Protezione Civile intervenuti e i Vigili del fuoco per il grande lavoro fatto in queste ore».

«Abbiamo quindi affrontato – ha proseguito Foroni – la questione delle schede Rasda, che serviranno per richiedere a Regione Lombardia il finanziamento degli interventi di somma urgenza, e stiamo valutando altresì la richiesta al Governo centrale dello Stato di Emergenza. C’è grande preoccupazione per la possibile nuova forte ondata di maltempo di questa sera».

A seguito dell’emissione della recente allerta, e della previsione di nuove precipitazioni su aree già colpite dal maltempo degli scorsi giorni, e’ stata infatti inviata una ulteriore comunicazione agli Enti Territoriali (Province/Prefetture) delle province di Bergamo, Como, Lecco e Varese, perché mantengano alta l’operatività e l’attenzione sia sul territorio già colpito dal maltempo del fine settimana, sia su quelle aree in cui potrebbero generarsi criticità a seguito delle precipitazioni attese.

Anche il sistema regionale di Protezione Civile manterrà alta la propria operatività, tenendosi pronto a supportare i livelli territoriali, ove se ne presentasse la necessità.

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Coronavirus, comincia a emergere la verità, si muore in città e con climi estremi

 

INPS:  le persone che vivono nelle città hanno un rischio maggiore di mortalità in quanto sottoposti a condizioni di più elevata temperatura (ed umidità), rispetto a coloro che vivono in ambiente sub-urbano o rurale. Questo evidenzia che l’andamento della mortalità non è solo stagionale ma dipende anche dall’area geografica in cui un soggetto risiede.

Comincia a squartarsi il velo sulla crisi da coronavirus, molto lentamente a dirla tutta, con interessi polito-economici su mascherine, test, fondi  e ricerche che vanno incoraggiate se hanno fondamento.

L’INPS sta facendo chiarezza tirando in ballo la Protezione Civile.

“il rapporto della sorveglianza integrata dell’influenza a cura dell’Istituto superiore di sanità, introdotto dalla stagione pandemica 2009/2010,  evidenzia delle forme gravi e complicate di influenza stagionale.

Quest’ultima, infatti, rappresenta la causa che determina ogni anno un eccesso di mortalità nei periodi invernali (rappresentati nella figura 1 dai picchi a cavallo da un anno all’altro).

Lo scopo del citato rapporto è quello di evidenziare aumenti del numero di decessi osservati che superano il numero atteso in presenza di una stagione influenzale particolarmente aggressiva.

Anche per l’aumento della mortalità nel periodo estivo è riconosciuto, a livello internazionale, che l’effetto delle condizioni climatiche estreme costituisce una delle cause di eccesso di mortalità

La polemica con la Protezione Civile è chiara: “la quantificazione dei decessi per Covid-19 condotta utilizzando il numero di pazienti deceduti positivi fornito su base giornaliera dal Dipartimento della Protezione Civile – si legge – è considerata, ormai, poco attendibile in quanto influenzata non solo dalla modalità di classificazione della causa di morte, ma anche dall’esecuzione di un test di positività al virus

L’uso e abuso dei poteri del premier Conte, che ha utilizzato la Protezione Civile per i pieni poteri contestato da illustri costituzionalisti e la disastrosa gestione dell’emergenza nota in Europa dal 5 gennaio, ora è chiara.

Ci hanno inondato giornalmente di dati inattendibili, visto che il metodo più sicuro, ma fino  a un certo punto è quello dei tamponi, e ora cosa dobbiamo pensare?

Altri dati dal documento INPS:

Le province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza presentano tutte una percentuale di decessi superiore al 200%. Quasi tutto il nord-ovest dell’Italia risulta interessato da un incremento dei decessi superiore al 50%,. Al 30 di aprile le province più colpite risultano Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza.

Nel Veneto si è proceduto diversamente dalla Lombardia, nonostante le situazione simile e questo politicamente parlando è un dato che deve riflettere, oltre agli aspetti sanitari ci sono quelli politici e sull’organizzazione sanitaria a livello territoriale: in Lombardia ci si basa sopratutto sugli ospedali che oltre un certo limite scoppiano.

Altri aspetti citati:

-la distribuzione per età e sesso che deriva dalla differenza con la baseline si desume un’età media al decesso di 81,5 (78,5 anni per i maschi e 85,1 per le femmine).

il 94% dei deceduti nel 2020 sono soggetti che percepivano una o più delle seguenti prestazioni: pensione, assegno sociale, invalidità civile, indennità INAIL e assegno di accompagnamento. 

(soggetti molto anziani e con patologie varie pregresse)

Arriviamo al punto dolente:

La quantificazione dei decessi per Covid-19, condotta utilizzando il numero di pazienti deceduti positivi fornito su base giornaliera dal Dipartimento della Protezione Civile, è considerata, ormai, poco attendibile in quanto influenzata non solo dalla modalità di classificazione della causa di morte, ma anche dall’esecuzione di un test di positività al virus. Inoltre, anche il luogo in cui avviene il decesso è rilevante poiché, mentre è molto probabile che il test venga effettuato in ambito ospedaliero è molto difficile che questo venga effettuato se il decesso avviene in casa.

Per ora si brancola nel buio:

“Per comprendere al meglio le vere conseguenze dell’epidemia si dovrà aspettare di debellare completamente il virus il che avverrà presumibilmente tramite un vaccino o una terapia antivirale efficace.”

 Le mascherine, servono ? Il distanziamento sociale? L’igiene serve? 

Tutto serve e aiuta ma finchè avremo questi governanti che si circondano di tecnici scelti con criteri discutibili e discussi, cure varie e incerte, provvedimenti tampone, propaganda con miliardi che non ci sono , capite bene che non solo non ripartiamo, ma torniamo indietro.

 

 

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Cronaca

Coronavirus, Regione Lombardia distribuisce altre 7,5 milioni di mascherine

Un nuovo carico di 7,5 milioni di mascherine chirurgiche per uso civile e’ in corso di distribuzione a tutte le Province lombarde da parte dei volontari della Protezione civile. Il ritiro del materiale e’ gia’ avvenuto dal magazzino di Rho gestito dall’Azienda regionale emergenza urgenza (Areu): ogni Provincia ha ritirato presso il magazzino la dotazione assegnata.

Le Province, cosi’ come in occasione delle forniture precedenti, provvederanno dal canto loro in questi giorni a consegnare i dispositivi ai Comuni. Sara’ quindi compito delle Amministrazioni comunali provvedere alla definizione della distribuzione alla propria popolazione secondo le specifiche necessita’ e urgenze territoriali, organizzando la consegna gratuita delle mascherine ai propri cittadini che ne hanno bisogno e necessita’.

Di queste mascherine, 500mila pezzi sono destinati alle associazioni di volontariato che fanno capo alla Protezione civile regionale, mentre i rimanenti 7 milioni verranno distribuite dalla Province stesse ai Comuni, e quindi ai cittadini.

Lo comunica in una nota l’assessore regionale al Territorio e protezione civile, Pietro Foroni, che ricorda come questa sia “la piu’ ingente fornitura di dispositivi di protezione individuale alla popolazione lombarda da parte di Regione Lombardia dall’inizio dell’emergenza Covid-19”.

“Ennesimo straordinario risultato – spiega Foroni – reso possibile dall’impegno dai volontari di Protezione civile e alla fattiva collaborazione di Anci e dell’Unione delle Province Lombarde, che hanno dato il loro apporto anche in questa occasione. A tutti loro va il mio personale grande ringraziamento. Con questa nuova distribuzione gratuita di mascherine, arriveremo a un totale di circa 26 milioni di pezzi”.

Regione Lombardia ha gia’ distribuito nelle settimane scorse 18,5 milioni circa di mascherine attraverso canali diversi. Di queste, circa 400mila sono state consegnate al volontariato di Protezione civile, circa 13,5 milioni ai Comuni per la distribuzione alla popolazione, 100mila alla Polizia locale e provinciale, 450mila tra forze dell’ordine operanti in Regione Lombardia, Esercito e distretti giudiziari, 630mila ad altri soggetti “distributori” per la cittadinanza (farmacie, edicole), 1 milione circa alle aziende del Trasporto Pubblico Locale, 300mila agli operatori e agli addetti delle aziende municipalizzate attraverso la Confservizi, 1 milione per il personale delle aziende di ristorazione e pulizie che operano nelle strutture sanitarie e 1 milione alle Diocesi lombarde in vista della ripresa delle celebrazioni liturgiche aperte ai fedeli.

“Non vi e’ nessun obbligo giuridico o prescrizione normativa che imponga alle Regioni, fuori dal comparto sanitario, di fornire dispositivi alla popolazione civile – ricorda Foroni – ma cio’ nonostante abbiamo voluto da subito venire incontro ai nostri concittadini. Siamo infatti gli unici in Italia a farlo in maniera cosi’ massiccia per dare un contributo concreto alla sicurezza della popolazione”.

Le quote assegnate a ciascuna provincia:

Bergamo 750mila
Brescia 800mila
Como 380mila
Cremona 240mila
Lecco 210mila
Lodi 180mila
Mantova 260mila
Milano provincia 2 milioni
Milano citta’ 600mila
Monza Brianza 540mila
Pavia 360mila
Sondrio 120mila
Varese 560mila

+ Volontari di Protezione civile 500mila.

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Varese-Laghi

Varese, il Brand MemaPatch sosterrà la Protezione Civile

Il marchio MemaPatch ideato da Emanuela Lotumolo destina parte del ricavato delle vendite al Nucleo Mobile di Pronto intervento della Protezione Civile  per l’acquisto di bici per i volontari #andràtuttobene è l’’hashtag che è diventato il leit motiv in questo periodo di emergenza COVID-19.

Anche MEMAPATCH (@memapatch) – il marchio ideato da Emanuela Lotumolo, mamma, insegnate e neo imprenditrice a sostegno dell’ambiente e il “Made in italy” e il concetto di artigianalità, attraverso le diverse sue creazioni, composte da t-shirt colorate e divertenti in cotone organico per gli adulti di domani, curate nei minimi dettagli. – ha deciso di sostenere questo messaggio di speranza, scendendo in campo in modo attivo con il proprio contributo, sostenendo, nonostante essa sia una start-up, il Nucleo Mobile di Pronto Intervento della Protezione Civile per l’acquisto di biciclette, quindi mezzi non inquinanti che sposano la sua filosofia green, che serviranno agli spostamenti dei volontari che non posseggono mezzi propri.

Le t-shirt sono personalizzabili per bambini e bambine a partire dai 4 anni e sono fatte tutte a mano.

È possibile contribuire, attraverso l’acquisto di una di essa, accedendo al profilo instagram dell’azienda.

Parte del ricavato delle vendite sarà destinato al progetto “BICIPATCH” di MemaPatch.

Un progetto speciale che intende anche promuovere con forza l’importanza del “Made in Italy”, della creatività italiana, dell’imprenditoria femminile e dell’ambiente.

«Sostenere questo progetto significa ricordare quanto il nostro paese è ricco di buone intenzioni, di grandi capacità e di slanci di generosità» sostiene Emanuela.

Un paese, l’Italia, capace di dire grazie a chi sta lavorando duramente al fianco della Protezione Civile e tornare più forti di prima.

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Coronavirus, consegnate 284.000 mascherine ai comuni della Provincia di Varese

Sono state consegnate le 284.000 mascherine a tutti i comuni della Provincia di Varese, con il liquido disinfettante spettante donato dal Politecnico di Milano.

Si tratta della terza fornitura completata e a giorni ne è prevista una quarta.

“Possiamo dire che ad oggi abbiamo coperto quasi tutta la popolazione residente in provincia con almeno una mascherina a testa”, hanno commentato Alberto Barcaro – Consigliere Provinciale con delega alla Protezione Civile – in coro i Sindaci della Provincia, ringraziando i volontari della Protezione Civile che hanno curato la distribuzione del materiale.

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Incostituzionali i dpcm di Conte, eppure prosegue imperterrito

COS’E’ UN DPCM?

Dpcm (decreto del presidente del consiglio dei ministri). Nell’ordinamento nazionale, il decreto ministeriale è un atto amministrativo emanato da un ministro nell’ambito delle sue competenze per il pubblico interesse.

PERCHE’ UN DPCM?

Scelta politica per affrontare la crisi,  monopolizzando e accentrando sul Governo a guida Conte tutta le scelte,  oltrepassando limiti e tutele costituzionali.

Il primo vulnus il 31 gennaio 2020: «… è dichiarato per 6 mesi dalla data del presente provvedimento, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili… per l’attuazione degli interventi si provvede con ordinanze, emanate dal Capo del Dipartimento della protezione civile …», visto che Conte,  non aveva possibilità di intervenire direttamente se non “utilizzando” la Protezione Civile

Come ha fatto Conte?

Con la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, con la quale è stato dichiarato, per sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;

VISTA l’ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 630 del 3 febbraio 2020, recante: “Primi interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”.

Su questo punto però i conti non tornano:

il Governo ha bisogno della Protezione Civile per certi atti, ma nello stesso tempo “Il Dipartimento della protezione civile è una struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.”(fonte sito Protezione Civile).

Il Governo nella persona di Conte ha pieni poteri?” Con la legge n. 225 del 1992 il Dipartimento diventa il punto di raccordo del Servizio Nazionale della protezione civile, con compiti di indirizzo, promozione e coordinamento dell’intero sistema.

Il Dipartimento, operando in stretto raccordo con le Regioni e le Province autonome, si occupa di tutte le attività volte alla previsione e alla prevenzione dei rischi, al soccorso e all’assistenza delle popolazioni colpite da calamità, al contrasto e al superamento dell’emergenza.”

Ricordiamo a tal proposito le tante polemiche e prese di posizione delle regioni che si muovono autonomamente nei limiti stabiliti perché non sempre sono state ascoltate, nonostante la già citata legge 225!

Ricordiamo che la nascita della Protezione Civile deriva dal Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018: Codice della protezione civile

02 gennaio 2018, Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 17 del 22 gennaio 2018

Entrata in vigore del provvedimento 6 febbraio 2018.

Un decreto legge che si usa per le urgenze ma queste non possono procedere all’infinito, anche se in gennaio si parlava di 6 mesi:

Vista la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, con la quale e’ stato dichiarato, per sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario  connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili

Confusione ed errori:

“il decreto-legge 23 febbraio 2020,  n.  6,recante  «Misureurgenti in materia  di  contenimento  e   gestione   dell’emergenza epidemiologica da COVID-19»,  convertito,  con  modificazioni,  dalla legge 5 marzo 2020, n. 13, successivamente abrogato dal decreto-legge n. 19 del 2020 ad eccezione dell’art. 3, comma 6-bis, e dell’art. 4”; se è stato modificato significa che conteneva errori!

I DCPM e i decreti sono frutto di Conte derivanti anche da ordinanze per es. del Ministero della Salute, ma i ministri sono stati nominati dal Presidente del consiglio, un intreccio incredibile, si nomina una persona da cui prendono poi direttive?

Ricordiamo pareri e prese di posizioni di Costituzionalisti e magistrati

 “un decreto tardivo e pasticciato“, diceva Carlo Nordio l’1marzo.

Pasticci, limiti e dubbi anche di Baldassarre l’ex presidente della Corte costituzionale, che punta l’accento anche su altro:

“Non c’è dubbio – afferma Baldassarre -. C’è una concezione autoritaria dietro al ‘noi consentiamo’ di Conte. Deriva dal fatto che il Dpcm è un atto amministrativo individuale. Prevede limiti alle libertà costituzionali che non hanno base in un atto legislativo. Dunque se il premier disciplina tutto attraverso il Dpcm è chiaro che dica: ‘io, noi’. E’ lui che concede, dall’alto della sua autorità, quello che deve esser fatto. Esattamente l’opposto di quello che prevede la Costituzione dei diritti del cittadino, dell’uomo, della persona umana”.

Lo stesso aveva già criticato in precedenza Conte:

un’intervista rilasciata a Il Dubbio, ha dichiarato: “Nell’interpretazione della Costituzione non si può giocare con le parole. Una pandemia non è una guerra. Non si può quindi ricorrere all’articolo 78. La Costituzione è chiara. La profilassi internazionale spetta esclusivamente allo Stato ( art. 117, II comma, lettera q).

 “il primo decreto legge era illegittimo: non fissava un termine; non tipizzava poteri, perché conteneva una elencazione esemplificativa, così consentendo l’adozione di atti innominati; non stabiliva le modalità di esercizio dei poteri. A Palazzo Chigi c’è un professore di diritto: avrebbe dovuto bocciare chi gli portava alla firma un provvedimento di quel tipo. Poi si è rimediato. Ma continua la serie di norme incomprensibili, scritte male, contraddittorie, piene di rinvii ad altre norme. Non c’è fretta che spieghi questo pessimo andamento, tutto imputabile agli uffici di Palazzo Chigi incaricati dell’attività normativa”.

 Sabino Cassese attacca i Dpcm del Governo Conte “sono frutto di poteri illeggittimi e violano la libertà”. Il giurista filo-Colle “Premier fuori dalla legge”

Visti i pareri e le critiche di costituzionalisti e magistrati di non poco peso perché Mattarella non interviene?

Perché le opposizioni gridano ma non bloccano questi atti criticati, criticabili e di dubbia costituzionalità tanto da permettersi differenze tra cittadini e cittadini, decidendo quale attività aprire o no?

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Cronaca

Coronavirus: 25 aprile comunicato stampa Protezione Civile

Nella mattinata dello scorso 20 febbraio il “paziente numero uno”, un manager trentottenne, veniva ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Codogno e abbiamo cominciato a percepire piano piano, ma in un continuo crescendo la tragedia che stava cambiando la storia del pianeta: E’ SUCCESSO SOLO 66  GIORNI FA #protezionecivile #coronavirus #epidemia #pandemia#andràtuttobene #covid19

 

Comunicato Stampa

Coronavirus: la situazione dei contagi in Italia

Calano ancora terapie intensive e ricoverati con sintomi

Continua l’impegno del Dipartimento nelle attività di coordinamento di tutte le componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile.

In particolare, nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul nostro territorio, a oggi, 25 aprile, il totale delle persone che hanno contratto il virus è 195.351, con un incremento rispetto a ieri di 2.357 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 105.847, con un decremento di 680 assistiti rispetto a ieri.

Tra gli attualmente positivi 2.102 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 71 pazienti rispetto a ieri.

21.533 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 535 pazienti rispetto a ieri.

82.212 persone, pari al 78% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.

Rispetto a ieri i deceduti sono 415 e portano il totale a 26.384. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 63.120, con un incremento di 2.622 persone rispetto a ieri.

Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 34.473 in Lombardia, 12.347 in Emilia-Romagna, 15.502 in Piemonte, 9.432 in Veneto, 6.146 in Toscana, 3.433 in Liguria, 3.272 nelle Marche, 4.561 nel Lazio, 2.935 in Campania, 1.744 nella Provincia autonoma di Trento, 2.919 in Puglia, 1.084 in Friuli Venezia Giulia, 2.272 in Sicilia, 2.061 in Abruzzo, 1.035 nella Provincia autonoma di Bolzano, 297 in Umbria, 794 in Sardegna, 811 in Calabria, 313 in Valle d’Aosta, 218 in Basilicata e 198 in Molise.

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Cronaca

Consegna a domicilio dei farmaci. Siglato protocollo tra Federfarma e Federazione Motociclistica Italiana (FMI).

Consegna a domicilio dei farmaci. Siglato protocollo tra Federfarma e Federazione Motociclistica Italiana (FMI). Lo “Sportello dei Diritti”: lodevole iniziativa anche il numero verde 800 189 521

 

Lockdown significa anche difficoltà a qualsiasi spostamento, figuriamoci per tanti pazienti e anziani che hanno bisogno di medicinali e che per la loro situazione sono impossibilitati a recarsi in farmacia, non avendo, peraltro, nessuno che gli possa aiutare. Per sopperire a questa problematica da non sottovalutare sono numerosi i Comuni che, a livello locale, in collaborazione con la Protezione Civile hanno inteso assicurare il servizio di consegna a domicilio dei farmaci. La svolta, per una gestione per così dire globale ed organizzata su scala nazionale arriva dal recentissimo protocollo siglato tra Federfarma, l’associazione nazionale che rappresenta le oltre 16.000 farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale e la Federazione Motociclistica Italiana (FMI), per favorire la consegna dei medicinali. Si tratta di un progetto lodevole che unitamente alla scelta di dedicare un numero verde, 800 189 521, per coloro che ne hanno necessità, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, meriterebbe di essere proseguito anche dopo questo drammatico periodo.

Di seguito il comunicato di Federfarma che divulga l’iniziativa e le modalità di attuazione utili per i cittadini.

“Federfarma comunica di aver siglato il 22 aprile 2020 un protocollo di collaborazione con la Federazione Motociclistica Italiana (FMI), una delle 42 Federazioni sportive riconosciute dal Coni nonché un’associazione di volontariato, per agevolare le farmacie nella consegna a domicilio dei farmaci attraverso il numero verde Federfarma 800 189 521. Com’è noto, Federfarma ha attivato dal 2015 un servizio gratuito di consegna a domicilio dei farmaci attraverso il numero verde 800 189 521, destinato a casi non urgenti e riservato esclusivamente a persone che sono impossibilitate a recarsi in farmacia, per disabilità o gravi malattie, e non possono delegare altri soggetti.

Il servizio, attivo nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.30, prevede che l’operatore telefonico metta in contatto il cittadino con la farmacia più vicina, disponibile a effettuare il servizio, che concorda con l’utente le modalità di consegna del farmaco.

Lo scopo del protocollo

Alla luce delle difficoltà che incontrano le farmacie, in questa fase di emergenza sanitaria, a garantire la consegna a domicilio dei farmaci, Federfarma, d’intesa con FMI, che è anche un’associazione di volontariato riconosciuta dalla Protezione civile inserita nell’elenco nazionale di tali associazioni, ne ha chiesto l’attivazione al Dipartimento della Protezione civile a supporto dell’attività di consegna a domicilio dei farmaci anche a favore dei soggetti in quarantena precauzionale, non affetti da Covid-19.

Modalità operative per le farmacie

Pertanto, le farmacie contattate dal call center che risponde alle chiamate al n. 800 189 521 potranno richiedere l’intervento dei volontari di FMI per effettuare la consegna a domicilio dei farmaci.

Per attivare l’intervento dei volontari la farmacia dovrà inviare una mail all’indirizzo dedicato emergenzacovid19@federmoto.it, specificando: Denominazione farmacia e indirizzo, nome, cognome e indirizzo del cittadino, costo dei farmaci richiesti (prezzo o eventuale ticket), data e ora dalle quali è possibile effettuare il ritiro dei farmaci stessi in farmacia. La farmacia, prima di inviare la mail di richiesta di intervento all’indirizzo suddetto, dovrà verificare se nell’elenco allegato alla presente circolare (all. n. 3) e pubblicato sul sito di Federfarma vi siano dei volontari nel Comune (o nelle località limitrofe) interessato dalla consegna.

Il volontario attivato dalla centrale operativa di FMI, dotato di pettorina di riconoscimento ovvero della tessera associativa FMI e di dispositivi di protezione individuali, si recherà presso la farmacia per ritirare i farmaci pronti per la consegna e anticiperà l’importo dovuto dal cittadino relativamente al costo dei farmaci e di eventuali ticket. Il cittadino rimborserà tale importo al volontario al momento della consegna dei farmaci al proprio domicilio.

Nel caso la consegna non dovesse andare a buon fine (per irreperibilità del cittadino, perché nel frattempo il cittadino ha provveduto in altro modo o per altri motivi), la farmacia attiverà la procedura di reso con rimborso integrale del costo anticipato dal volontario, da attuare secondo le procedure delineate dall’Agenzia delle Entrate.

La consegna di medicinali con ricetta potrà essere effettuata solo dopo che il cittadino avrà inviato alla farmacia, tramite mezzi elettronici, numero della ricetta elettronica (NRE) e codice fiscale o promemoria elettronico.

Nel sottolineare l’importanza e la valenza sociale dell’iniziativa, finalizzata sia a supportare le farmacie, fortemente sotto pressione in questa fase, sia ad andare incontro alle esigenze dei cittadini, si invitano i Colleghi a usufruire di questa opportunità, accettando le richieste di consegna a domicilio dei farmaci avanzate attraverso il numero verde Federfarma e facendo, quindi, ricorso, per la consegna, ai volontari di FMI”.

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Cronaca

Coronavirus: 24 aprile comunicato stampa Protezione Civile

Nella mattinata dello scorso 20 febbraio il “paziente numero uno”, un manager trentottenne, veniva ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Codogno e abbiamo cominciato a percepire piano piano, ma in un continuo crescendo la tragedia che stava cambiando la storia del pianeta: E’ SUCCESSO SOLO 65  GIORNI FA #protezionecivile #coronavirus #epidemia #pandemia#andràtuttobene #covid19

 

CivileComunicato Stampa

Coronavirus: la situazione dei contagi in Italia

Ancora in calo terapie intensive e ricoverati con sintomi

Continua l’impegno del Dipartimento nelle attività di coordinamento di tutte le componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile.

In particolare, nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul nostro territorio, a oggi, 24 aprile, il totale delle persone che hanno contratto il virus è 192.994, con un incremento rispetto a ieri di 3.021 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 106.527, con un decremento di 321 assistiti rispetto a ieri. 

Tra gli attualmente positivi 2.173 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 94 pazienti rispetto a ieri.

22.068 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 803 pazienti rispetto a ieri.

82.286 persone, pari al 77% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.

Rispetto a ieri i deceduti sono 420 e portano il totale a 25.969. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 60.498, con un incremento di 2.922 persone rispetto a ieri. 

Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 34.368 in Lombardia, 12.509 in Emilia-Romagna, 15.391 in Piemonte, 9.679 in Veneto, 6.133 in Toscana, 3.437 in Liguria, 3.273 nelle Marche, 4.492 nel Lazio, 2.943 in Campania, 1.827 nella Provincia autonoma di Trento, 2.933 in Puglia, 1.320 in Friuli Venezia Giulia, 2.320 in Sicilia, 2.079 in Abruzzo, 1.093 nella Provincia autonoma di Bolzano, 322 in Umbria, 804 in Sardegna, 821 in Calabria, 354 in Valle d’Aosta, 229 in Basilicata e 200 in Molise.

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Cronaca

Coronavirus: 23 aprile comunicato stampa Protezione Civile

Nella mattinata dello scorso 20 febbraio il “paziente numero uno”, un manager trentottenne, veniva ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Codogno e abbiamo cominciato a percepire piano piano, ma in un continuo crescendo la tragedia che stava cambiando la storia del pianeta: E’ SUCCESSO SOLO 64  GIORNI FA #protezionecivile #coronavirus #epidemia #pandemia#andràtuttobene #covid19

 

Comunicati stampa

Coronavirus: la situazione dei contagi in Italia

23 aprile 2020

 

Per la prima volta il numero dei pazienti dimessi e guariti è superiore rispetto ai nuovi casi

Continua l’impegno del Dipartimento nelle attività di coordinamento di tutte le componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile.

In particolare, nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul nostro territorio, a oggi, 23 aprile, il totale delle persone che hanno contratto il virus è 189.973, con un incremento rispetto a ieri di 2.646 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 106.848, con un decremento di 851 assistiti rispetto a ieri.

Tra gli attualmente positivi 2.267 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 117 pazienti rispetto a ieri.

22.871 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 934 pazienti rispetto a ieri.

81.710 persone, pari al 76% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.

Rispetto a ieri i deceduti sono 464 e portano il totale a 25.549. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 57.576, con un incremento di 3.033 persone rispetto a ieri.

Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 33.873 in Lombardia, 12.845 in Emilia-Romagna, 15.152 in Piemonte, 9.925 in Veneto, 6.171 in Toscana, 3.466 in Liguria, 3.230 nelle Marche, 4.486 nel Lazio, 2.978 in Campania, 1.871 nella Provincia autonoma di Trento, 2.936 in Puglia, 1.135 in Friuli Venezia Giulia, 2.301 in Sicilia, 2.100 in Abruzzo, 1.494 nella Provincia autonoma di Bolzano, 355 in Umbria, 817 in Sardegna, 823 in Calabria, 463 in Valle d’Aosta, 229