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Cronaca

Taranto: tromba d’aria disperde polveri dell’Ilva.

Taranto: tromba d’aria disperde polveri dell’Ilva.Preoccupante fenomeno di una tempesta tossica video ripresa ieri a Taranto che ha fatto alzare le polveri di minerale e carbone stoccate all’Ilva di Taranto riversandosi sul quartiere Tamburi e su tutto il Salento. Su Facebook è apparso un video di un automobile che viaggia lungo la statale a pochi metri dall’impianto siderurgico Ilva, gestito da ArcelorMittal, mentre una colonna di carbone e minerale viene portata in aria da una violenta tromba d’aria. Non si tratta di un nuovo problema, tenendo conto dei venti caratteristici della zona, ma le nuove gigantesche coperture costruite sul parco minerario non sono state in grado di neutralizzare la dispersione di polveri che ha provocato il disastro ecologico e umano della città dei due mari. Non sappiamo se alla presenza di fumo corrisponda anche uno sforamento dei livelli di guardia   dell’inquinamento atmosferico ma esprimiamo comunque preoccupazione per uno “ spettacolo “ a dir poco sconcertante che ha investito tutto il Salento. Pertanto Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,  chiede che siano monitorati costantemente i livelli di sostanze nocive presenti nell’aria di Taranto e del Salento ed anche quindi nelle ore notturne. Respirare aria pulita è un diritto fondamentale per la salute e il benessere di tutti e soprattutto per i più piccoli per i gravi rischi per l’infanzia derivanti da una mal’aria. E’ il momento di passare dalla presa d’atto alle azioni possibili. Al ministro dell’Ambiente chiediamo di farsi garante della salute della popolazione e dei lavoratori tarantini facendo in modo che lo stabilimento dell’Ilva venga riautorizzato con prescrizioni che prevedano tempi certi e serrati per l’ammodernamento dell’impianto e per la riduzione delle emissioni a partire dagli inquinanti più pericolosi per la salute, come le diossine, i furani e gli Ipa. Ecco il video: https://www.youtube.com/watch?v=dK_fMyO7wSc

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Trasporti

Taranto apre alle portacontainer della Cma Cgm: a luglio prima rotta per la Turchia

Taranto apre alle portacontainer della Cma Cgm: a luglio prima rotta per la Turchia

 

Dal 10 luglio le navi portacontainer di Cma Cgm scaleranno il porto di Taranto con il servizio Turmed. La rotta garantirà collegamenti tra la Turchia, l’Italia e la Tunisia attraverso il porto di Malta gestito dal gruppo. Con la toccata di Taranto l’Italia e la Turchia saranno collegate in tre giorni. I treni quotidiani in partenza dallo scalo pugliese garantiranno i collegamenti via terra con l’Italia centrale e con quella del Nord: Milano, Piacenza, Bologna, Jesi e Marcianise. Cma Cgm schiererà portacontaner da 1.100 teu., l’unità di misura di volume nel trasporto di container. Nello specifico, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, inizierà ufficialmente la ‘nuova vita’ del Molo Polisettoriale del porto di Taranto, che l’AdSP del Mar Ionio ha dato in concessione per 49 anni alla San Cataldo Container Terminal (SCCT), società del gruppo Yilport. Lo ha annunciato CMA CGM, liner francese di cui il gruppo dell’imprenditore turco Robert Yildirim ha una partecipazione azionaria pari al 24% tramite la Yildirim Holding: a partire da quella data infatti prenderà il via la nuova connessione con la Turchia attraverso il servizio container TURMED, che metterà in relazione i due Paesi con un transit time di 3 giorni e scali previsti anche nei porti di Aliaga, Gemlik, Izmit, Istanbul (Ambarli), Malta, Bizerte, Algiers, Sfax e Malta con 4 navi da 1100 TEUs. “Partenze ferroviarie giornaliere dal porto di Taranto forniranno inoltre una rapida ed efficace connessione intermodale verso il Centro e Nord Italia, in particolare alle città di Milano, Piacenza, Bologna, Jesi e Marcianise” informa una nota della compagnia transalpina, che mette in evidenza l’importanza dello scalo a Malta, “hub marittimo del gruppo in grado di fornire accesso alla rete globale dei servizi offerti, raggiungendo oltre 420 porti in tutto il mondo”. Inizierà così l’operatività del San Cataldo Container Terminal, che nei piani di Yilport dovrà arrivare a movimentare 2 milioni di TEUs all’anno nel volgere di 10 anni.

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Sindacato

Sappe, protesta:fuori dal carcere ergastolano che uccise Carmelo Magli

FUORI DAL CARCERE L’ERGASTOLANO CHE UCCISE NEL 1994 CARMELO MAGLI, POLIZIOTTO IN SERVIZIO NEL PENITENZIARIO DI TARANTO A CUI E’ INTITOLATA LA STRUTTURA. SAPPE: “ALTRO CHE CERTEZZA DELLA PENA: E’ UNA VERGOGNA!”

 

Da alcune settimane è in libertà a Taranto, senza neppure il controllo del braccialetto elettronico, uno degli esecutori materiali dell’efferato omicidio del poliziotto penitenziario Carmelo Magli, ucciso a Taranto il 18 novembre 1994. Questo in conseguenza delle recenti discutibili determinazioni del Ministero della Giustizia. Ed è vibrante la protesta del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

Dichiara Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Ci indigna sapere che Francesco Barivelo, ergastolano già detenuto a Sulmona che partecipò all’omicidio di Carmelo Magli nel 1994 a Taranto, è oggi in libertà. Altro che certezza della pena! Lo Stato abdica al suo primario compito di assicurare la giusta pena a chi uccide. Hanno ragione i poliziotti penitenziari di Taranto, che hanno conosciuto e lavorato con Carmelo, ad essere indignati. Con loro sono indignati i cittadini onesti di questo Paese. E’ una vergogna che un assassino sia a piede libero. Altro che onestà e le promesse delle campagne elettorali: le scelte in materia penitenziaria di questo Governo sono gravi ed offensive alle Vittime della Criminalità ed ai loro parenti, che piangono e piangeranno sempre i loro familiari uccisi!”

Barilevo era detenuto nel carcere di Sulmona ed è stato fatto uscire in relazione ad una situazione clinica che avrebbe potuto essere pregiudicato con il Covid-19, senza però essere allo stato alcuna relazione diretta. Capece sottolinea che “l’Agente di Polizia Penitenziaria Carmelo Magli era in servizio alla Casa circondariale di Taranto. Smontato dal turno 16/24 il 18 novembre 1994 perché la figlia in tenera età aveva la febbre, a bordo della propria autovettura aveva imboccato  la strada  provinciale San Giorgio Jonico che lo porta a casa. Percorse meno di un chilometro quando due sconosciuti a bordo di una moto di grossa cilindrata cominciano a sparare contro il veicolo che finisce fuori strada. Il corpo crivellato di colpi venne ritrovato sulla strada, l’indomani mattina, da una pattuglia della polizia stradale. L’omicidio di Carmelo Magli maturò durante il processo “Ellesponte” alla criminalità organizzata pugliese. Come atto di intimidazione verso le forze era stato deciso che sarebbe stato ucciso il primo agente uscito dall’istituto a fine turno. I responsabili dell’omicidio sono stati condannati dalla Corte d’Assise di Lecce che ha comminato tre ergastoli. Oggi uno di loro è in tranquillamente è in libertà nonostante l’ergastolo e nonostante Carmelo sia stato riconosciuto dal Ministero dell’Interno “Vittima del Dovere” ed insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria”.

“E’ una vergogna che oggi il suo assassino sia libero”, commenta amaramente il segretario generale del SAPPE. “Mi appello al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, affinchè chi si è reso responsabile di crimini efferati ed è stato giudicato colpevole e condannato all’ergastolo sconti la sua pena in galera!”.

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Ambiente

Taranto, nel porto spunta un branco di tonni: ecco le inedite immagini

Taranto, nel porto spunta un branco di tonni: ecco le indite immagini

 

L’emergenza Coronavirus ha fatto sì che la Natura riacquistasse gli spazi che l’uomo aveva a lei privato. In queste settimane sono tantissimi ormai le testimonianze, in tutta Italia ma nel Mondo in generale, di animali selvatici che si riappropriano dei loro territori e si rendono visibili, a pochi fortunati. In particolare è il mare che regala le emozioni migliori: dagli squali avvistati a Pozzuoli, passando per le Balenottere avvistate all’isola d’Elba e nello Stretto di Messina, passando per i delfini. Le acque del Golfo di Taranto sono già in condizioni normali protagoniste di avvistamenti di questo tipo, in queste settimane ancora di più. Le immagini inedite del 18 aprile, riguardano un branco di splendidi tonni, di bella taglia in splendida forma che si è avvicinato alla barca di un pescatore, nel porto di Taranto e indisturbati ed in maniera così placida addirittura dentro un porto, mangiano, quasi dalle sue mani, un’esca gettata in mare per l’occasione. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ammirarli vitali, così da vicino, come nel caso del fortunato testimone, è una gioia per gli occhi e per il cuore. Ecco il video: https://youtu.be/MDMVRyco_DI

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In evidenza

CARABINIERI NAS, 104 strutture sanzionate in tutta Italia per coronavirus

Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, attraverso i dipendenti NAS ubicati nel territorio nazionale, svolge costantemente un’attenta e mirata azione di vigilanza presso le strutture ricettive sanitarie e socio assistenziali destinate ad ospitare persone anziane e con disabilità.

nas carabinieri coronavirus

I NAS Fanno un lavoro egregio in tutta Italia,  i numeri del 2019: controllate 2.716 attività dedicate all’accoglimento e all’assistenza, delle quali il 27% oggetto di contestazioni per accertate irregolarità. Non si tratta di rilievi da poco, carenze strutturali, numeri superiori al previsto e spazi inadeguati. 

Le indagini hanno portato alla denuncia all’Autorità giudiziaria di 172 persone, in particolare gestori e operatori ritenuti responsabili di abbandono di anziani e mancata assistenza e custodia, esercizio abusivo della professione sanitaria e uso di false attestazioni di possesso di autorizzazione all’esercizio e di titoli professionali validi, quali infermiere ed operatori socio-sanitari.

La strategia ispettiva è proseguita nell’anno in corso con l’accesso ispettivo presso 918 strutture, riconducibili a residenze assistenziali assistite (R.S.A.), centri ad orientamento sanitario-riabilitativo e di lungodegenza, nonché varie tipologie di attività assistenziali come case di riposo, comunità alloggio e case famiglia. In questi primi quattro mesi del 2020, le verifiche dei NAS hanno evidenziato irregolarità in 183 obiettivi, pari al 20% di quelli controllati.

Le 212 irregolarità amministrative contestate riguardano inadeguatezze strutturali, gestionali ed autorizzative, quali la mancanza di figure professionali adeguate alle necessità degli ospiti, la presenza di un numero superiore di anziani rispetto al limite previsto e l’uso di spazi e stanze inferiori a quelli minimi previsti, situazioni rilevate soprattutto nel mese di gennaio, contestualmente alla seconda parte del periodo delle festività natalizie, durante il quale aumenta la richiesta di collocazione degli anziani.

Sono state inoltre appurate situazioni penalmente rilevanti che hanno determinato la denuncia all’Autorità giudiziaria di 172 persone, in particolare gestori e operatori ritenuti responsabili di abbandono di anziani e mancata assistenza e custodia, esercizio abusivo della professione sanitaria e uso di false attestazioni di possesso di autorizzazione all’esercizio e di titoli professionali validi, quali infermiere ed operatori socio-sanitari. Da gennaio ad oggi, sono state 25 le strutture destinatarie di provvedimenti di chiusura o sospensione dell’attività assistenziali poiché risultate gravemente deficitarie in materia sanitaria ed edilizia, quando non completamente abusive.

Con la progressiva diffusione epidemica da Coronavirus, il dispositivo di controllo messo in campo da questa Specialità dell’Arma si è rimodulato anche al fine di rilevare possibili criticità relative alla gestione delle procedure e degli spazi riservati a possibili casi di positività covid-19, nonché alla formazione degli operatori e loro dotazione di materiali protettivi.

A partire da febbraio, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza ed il susseguirsi delle varie misure di contenimento, i NAS hanno operato 601 accessi presso le strutture ricettive, individuandone 104 non conformi alla normativa (pari al 17%), deferendo all’A.G. 61 persone e sanzionandone ulteriori 157, contravvenzionate per un ammontare complessivo di oltre 72 mila euro.

Oltre alla contestazione degli illeciti già precedentemente descritti, sono state rilevate specifiche violazioni attinenti il rispetto della normativa di sicurezza dei luoghi di lavoro, sia come mancanza di dispositivi di protezione individuale che di formazione del personale al fine di prevenire la propria incolumità e, di conseguenza, quella degli ospiti.

A causa delle gravi carenze strutturali ed organizzative sono stati eseguiti provvedimenti di sospensione e di chiusura nei confronti di 15 attività ricettive, giudicate incompatibili con la permanenza degli alloggiati, determinando il trasferimento degli stessi in altri centri, nel rispetto delle procedure nazionali e regionali previste per la prevenzione di possibili contagi.

Interventi dei NAS più significativi

 

NAS Taranto, gennaio 2020

Sanzionato all’Autorità amministrativa il rappresentante legale di una casa di riposo ritenuto responsabile di aver alloggiato anziani affetti da patologie psico-fisiche in una struttura priva dei necessari requisiti organizzativi, strutturali ed assistenziali per assistere ospiti non auto-sufficienti.

La struttura è stata chiusa e gli anziani sono stati affidati ai rispettivi familiari o trasferiti in strutture sanitarie adeguate. Il valore di quanto vincolato ammonta ad oltre un milione di euro.

NAS Campobasso, febbraio 2020

Deferita alla Procura della Repubblica la legale responsabile di una comunità alloggio per anziani per aver attivato abusivamente un servizio di assistenza sanitaria residenziale per persone non autosufficienti e affette da patologia psichiatrica. La Regione Molise ha disposto la sospensione dell’attività e il trasferimento degli ospiti presso altre strutture. Il valore della struttura sospesa ammonta ad euro 300 mila.

NAS Reggio Calabria, febbraio 2020

A conclusione di un’ispezione, è stata disposta la chiusura di una casa di riposo per anziani poiché priva di autorizzazione. I 14 ospiti presenti sono stati ricollocati presso i rispettivi nuclei familiari. Il valore dell’infrastruttura ammonta ad euro 800 mila.

 

NAS Perugia, febbraio 2020

Al termine di mirate verifiche volte ad assicurare la corretta erogazione di prestazioni sanitarie ed assistenziali, sono stati denunciati alle competenti Procure della Repubblica 5 titolari di altrettante strutture per anziani ubicate nella Regione Umbria. I controlli hanno consentito di individuare 65 ospiti “non autosufficienti” su 89, giudicati tali da personale USL Umbria su specifica richiesta dei Carabinieri. L’escamotage permetteva di aggirare le previste autorizzazioni regionali e ridurre il personale qualificato per l’assistenza. Nel prosieguo delle indagini, sono stati deferiti anche 43 medici di medicina generale per aver redatto false attestazioni di autosufficienza in favore dei propri assistiti, gran parte giudicati già invalidi dalla Commissione per invalidità civile dell’INPS con necessità di assistenza continuativa (c.d. accompagnamento legge 104/1992).

NAS Torino, marzo 2020

Denunciati alla competente Procura della Repubblica 7 infermieri professionali dipendenti di una residenza sanitaria assistenziale, ritenuti responsabili di aver somministrato reiteratamente ad un ospite, affetto da co-morbilità, numerose quantità di farmaci antispastici, antidiarroici ed antibiotici, non prescritti dal medico di famiglia. Denunciato anche il direttore sanitario che ometteva la prescritta vigilanza nonostante fosse investito della specifica responsabilità.

NAS Napoli, marzo 2020

Contestate gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali in una struttura residenziale per disabili in provincia di Napoli. Nella fattispecie, è stata riscontrata la mancanza di autorizzazione al funzionamento, carenze igieniche in materia di sicurezza alimentare e di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il proprietario della struttura è stato denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria e contestualmente è stata disposta, dalla locale ASL, la chiusura immediata dell’attività.

NAS Taranto, marzo 2020

A conclusione di un’attività d’indagine coordinata dall’Autorità Giudiziaria, sono stati denunciati il legale rappresentante, un infermiere professionale, tre operatori socio-sanitari e un fisioterapista per omessa vigilanza sulla corretta assistenza agli anziani ospiti e non aver attuato misure idonee atte a scongiurare eventi lesivi nei loro confronti, tali da provocare il decesso di una paziente ricoverata presso la struttura.

NAS Reggio Calabria, marzo 2020

Al termine di un intervento ispettivo presso una struttura ricettiva per anziani, i Carabinieri del NAS hanno verificato l’avvio al funzionamento in assenza della prevista autorizzazione sanitaria. Inoltre, durante gli accertamenti sul posto, è stato individuata e sanzionata una persona per l’inosservanza delle misure di contenimento epidemico, perché senza valido motivo, si era recato presso la citata struttura gestita dalla compagna, all’interno della quale era stato registrato un caso di contagio da COVID-19. Tutti gli ospiti ed gli operatori della struttura sono stati posti in quarantena.       

NAS Cosenza, marzo 2020

Il NAS di Cosenza, a seguito di segnalazione di una pluralità di casi positivi al virus covid-19, ha effettuato un’ispezione igienico-sanitaria presso una casa protetta per anziani e disabili ubicata in quella provincia (21 casi tra ospiti e operatori sanitari), già oggetto di un’ordinanza sindacale “di isolamento totale e quarantena obbligatoria di tutti i soggetti in essa presenti” emessa in data 28.03.2020.

Al momento dell’accesso risultavano ospitati ancora 15 anziani parzialmente autosufficienti, dei quali 11 positivi, mentre 4 anziani erano stati trasferiti presso ospedali dell’area. L’ispezione, pur consentendo di acclarare buone condizioni igienico-sanitarie e adeguata fornitura di D.P.I. ai lavoratori, ha evidenziato una serie difficoltà organizzative dovuta al limitato numero di addetti all’assistenza e determinata dalla rigorosa applicazione dell’ordinanza che impediva il regolare turn-over dei 4 operatori rimasti all’interno.

La criticità veniva segnalata all’ASP di Cosenza per l’immediata adozione dei provvedimenti di competenza e l’individuazione di adeguati percorsi di contenimento e mitigazione.

NAS Udine, aprile 2020

Eseguita, in collaborazione col Dipartimento di Prevenzione della locale ASL, un’ordinanza di sospensione dell’autorizzazione di una struttura per anziani e l’immediata evacuazione dei 21 ospiti alloggiati, tutti positivi al Covid-19, poiché a seguito delle verifiche effettuate sono emerse gravi carenze organizzative nella gestione della struttura. Gli anziani sono stati tutti ricoverati in strutture sanitarie idonee per la cura dell’epidemia.

NAS Roma, aprile 2020

Nel corso di controlli collegati tra loro, sono state accertate irregolarità gestionali e l’assenza della prevista autorizzazione in due strutture ricettive per anziani della provincia romana. L’Autorità sanitaria ha disposto la chiusura immediata delle due strutture socio-assistenziali per la terza età,  amministrate dal medesimo legale rappresentante. Gli anziani ospiti sono stati ricollocati presso altri plessi autorizzati. Il valore delle attività chiuse è stimata in 2 milioni di euro.

NAS Torino, aprile 2020

Denunciata in stato di libertà una operatrice socio-sanitaria dipendente di una casa di riposo ritenuta responsabile di maltrattamenti verso una anziana ospite per avere applicato un presidio di contenzione (costituito da fascia pelvica), in ora diurna quando invece era autorizzato limitatamente al periodo notturno.