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Trasporti

Taranto apre alle portacontainer della Cma Cgm: a luglio prima rotta per la Turchia

Taranto apre alle portacontainer della Cma Cgm: a luglio prima rotta per la Turchia

 

Dal 10 luglio le navi portacontainer di Cma Cgm scaleranno il porto di Taranto con il servizio Turmed. La rotta garantirà collegamenti tra la Turchia, l’Italia e la Tunisia attraverso il porto di Malta gestito dal gruppo. Con la toccata di Taranto l’Italia e la Turchia saranno collegate in tre giorni. I treni quotidiani in partenza dallo scalo pugliese garantiranno i collegamenti via terra con l’Italia centrale e con quella del Nord: Milano, Piacenza, Bologna, Jesi e Marcianise. Cma Cgm schiererà portacontaner da 1.100 teu., l’unità di misura di volume nel trasporto di container. Nello specifico, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, inizierà ufficialmente la ‘nuova vita’ del Molo Polisettoriale del porto di Taranto, che l’AdSP del Mar Ionio ha dato in concessione per 49 anni alla San Cataldo Container Terminal (SCCT), società del gruppo Yilport. Lo ha annunciato CMA CGM, liner francese di cui il gruppo dell’imprenditore turco Robert Yildirim ha una partecipazione azionaria pari al 24% tramite la Yildirim Holding: a partire da quella data infatti prenderà il via la nuova connessione con la Turchia attraverso il servizio container TURMED, che metterà in relazione i due Paesi con un transit time di 3 giorni e scali previsti anche nei porti di Aliaga, Gemlik, Izmit, Istanbul (Ambarli), Malta, Bizerte, Algiers, Sfax e Malta con 4 navi da 1100 TEUs. “Partenze ferroviarie giornaliere dal porto di Taranto forniranno inoltre una rapida ed efficace connessione intermodale verso il Centro e Nord Italia, in particolare alle città di Milano, Piacenza, Bologna, Jesi e Marcianise” informa una nota della compagnia transalpina, che mette in evidenza l’importanza dello scalo a Malta, “hub marittimo del gruppo in grado di fornire accesso alla rete globale dei servizi offerti, raggiungendo oltre 420 porti in tutto il mondo”. Inizierà così l’operatività del San Cataldo Container Terminal, che nei piani di Yilport dovrà arrivare a movimentare 2 milioni di TEUs all’anno nel volgere di 10 anni.

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Silvia Romano, dollari, armi, garanzie politiche e uranio: intrigo e affarismo internazionale

Silvia Romano, intrigo internazionale tra somali, turchi, Emirati Arabi e soldi reinvestiti in Europa

Silvia Romano rapita in Kenia,il 29 novembre 2018,  liberata da un blitz di somali e turchi da criminali comuni ceduta agli shabab e rientrata in Italia dopo il pagamento di un riscatto.

La questione della liberazione, oltre alla felicità per la sua integrità a livello umano, ha però portato una serie di interrogativi per la cifra pagata, per i dettagli mai svelati e perchè  l’eventuale cifra non da poco, potrebbe indurre alti gruppi all’emulazione come avvenuto in passato. Auspichiamo e speriamo che si trovi un modus operandi per garantire la sicurezza di chi opera come volontario/a con accordi internazionali, coperture assicurative e adeguata preparazione per operare su zone pericolose, e infatti qualcuno ha posto dubbi anche su questo punto.Ne parliamo oggi in seguito alla rivelazione di Africa-Express e del suo direttore che ha fatto una seria anaalisi:  “la notizia di una bianca prigioniera è importante, non solo perché può fruttare i soldi, ma perché diventa strumento importante nelle trattative internazionali. Silvia si è trovata in un gioco più grande di lei”.

Il punto dolente, a parte il dolore e la frustrazione di essere in mano a persone armate, è il denaro: «Gli Emirati Arabi Uniti, in cambio di un aiuto, hanno chiesto all’Italia di cambiare le alleanze in Libia. Il nostro Paese ha rifiutato, così si è rivolto alla Turchia, che ha chiesto all’Italia di allentare la linea dura assunta ultimamente contro Erdoğan, restando sua alleata in Libia. La rete di intelligence turca è intervenuta, insieme al Qatar, che compra armi dalla Turchia e dall’Italia, per trattative che raggiungono anche 5 miliardi di euro.

L’intelligence italiana ha fatto ben poco: la nostra rete, un tempo eccellente nel Corno d’Africa, è stata pian piano completamente smantellata».E infine l’utilizzo del denaro:”La mia ipotesi, conoscendo il Paese, è che i somali abbiano preso i soldi non per comprare armi propriamente dette, ma per un mercato che riguarda un controllo più “raffinato”. Probabilmente finiranno in grattacieli costruiti a Londra, Milano, New York, e Dubai. Il Qatar mira al controllo delle miniere di uranio in Somalia, per poi venderlo all’Iran.

Tutti i soldi della pirateria somala sono in mano a ricchi uomini d’affari”La vicenda con questa ricostruzione è ancora più inquietante di quanto avremmo pensato, certo si tratta di ipotesi ma di chi lavora su quel terreno, e quindi conosce l’ambiente e il territorio.

Di tutto ciò Conte e Di Maio non rispondono per non coinvolgere l’Inteligence e questo è comprensibile, ma a parte i dettagli tecnici che non si possono rivelare per questioni di sicurezza, la cifra e un’idea precisa di come siano andate le cose, visto che come cittadini paghiamo, sarebbe più che opportuna.

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Cronaca

Selfie da “brivido” per celebrare la fine del lockdown con una foto sulla scogliera: donna cade e muore

Selfie da “brivido” per celebrare la fine del lockdown con una foto sulla scogliera: donna cade e muore. Eʼ accaduto al Parco Duden, ad Adalia, in Turchia, dove la ragazza era andata a fare una passeggiata con una sua amica Protagonista della vicenda una donna di 31 anni che voleva festeggiare la fine del lockdown con una foto su una scogliera del parco di Duden, in Turchia, ma è scivolata, caduta da un’altezza di 30 metri e morta. La donna di origine kazaka, Olesia Suspitsina, da qualche anno si era trasferita ad Adalia, dove lavorava come guida turistica. Secondo quanto riportato dalle testate locali, Olesia era andata a fare una passeggiata con una sua amica nel famoso Parco Duden, ad Adalia, noto per le sue bellissime cascate, dopo settimane di permanenza in casa. Durante la passeggiata, Olesia ha deciso di scattare una foto sul bordo di una scogliera con le cascate sullo sfondo. Avrebbe scavalcato la barriera di sicurezza per mettersi in posa di fronte alla sua amica che scattava la foto, ma è scivolata sull’erba, ha perso l’equilibrio ed è caduta dalla scogliera in un fiume. La sua amica, terrorizzata, ha chiamato subito i soccorsi. Più tardi, il corpo di Olesia è stato trovato e portato fuori dall’acqua dai soccorritori locali. La polizia turca ha indagato sul caso e ha concluso che si è trattato di un incidente. Il corpo di Olesya verrà trasportato dalla Turchia al Kazakistan dove verrà sepolta nella sua città natale, Kostanay. L’obiettivo del gesto? Scattarsi un selfie da brivido da uno strapiombo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, forse poi da condividere su internet per pavoneggiarsi con gli amici. La vicenda qui raccontata sembra incredibile. Nel senso che mai e poi mai vorremmo credere che qualcuno sia morto per scattarsi il selfie “perfetto”. Eppure è accaduto. Perché se in fondo può essere una bella sensazione guardare il proprio selfie e accorgersi di aver dato vita a un’opera fantastica, può essere altrettanto sciocco perdere la vita per scattare un selfie che non vedremo mai. Un selfie non dovrebbe mai costare la vita a nessuno. Uno studio choc dell’All India Institute of Medical Sciences, rivela che fra il 2011 e il 2017, sono morte accidentalmente 259 persone durante lo scatto di selfie.

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Consumatori

Turchia, 15 morti per consumo di alcol contraffatto per battere il Coronavirus

Turchia, 15 morti per consumo di alcol contraffatto per battere il Coronavirus. Altre 60 sono state ricoverate nel reparto di terapia intensiva ad Istanbul

Ad Istanbul 15 persone sono decedute e 60 persone sono finite in ospedale, dopo aver consumato alcol contraffatto per mettersi al sicuro dalla minaccia di infezione da Coronavirus. Lo riporta. Secondo la ricostruzione dei fatti diffusa dal giornale Hurriyet, alcuni originari del Turkmenistan hanno acquistato alcol prodotto artificialmente per uso esterno al fine di prevenire l’infezione da coronavirus. In seguito, questo gruppo di cittadini stranieri ha iniziato ad utilizzare l’alcol per somministrazione orale, causando un avvelenamento di massa. Sette persone, coinvolte nella vendita dell’alcol sono state arrestate. Le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine. Nei giorni scorsi, una storia simile è accaduta in Iran, dove sono morte per il medesimo motivo oltre 60 persone. A fine settembre, in tutto il paese sono stati segnalati diversi casi di contrabbando di alcol avvelenato, che ha ucciso almeno 22 persone. Solo i membri delle minoranze religiose riconosciute dallo Stato hanno il diritto di produrre o acquistare bevande alcoliche in Iran, ma l’alcool di contrabbando è facilmente reperibile dai commercianti illegali. Il dottore iraniano Shahin Shadnia ha raccontato quali conseguenze può avere il consumo dello spirito contraffatto e quali tipi di alcol non dovrebbero essere utilizzati nemmeno per pulire le mani. Il primo caso di contagio dal COVID-19 in Turchia è stato confermato lo scorso 11 marzo. Secondo gli ultimi dati, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nel paese sono registrati 192 casi di infezione dal COVID-19, di cui tre persone sono morte.

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EUROPA & MONDO

Grecia: lacrimogeni contro i profughi

Ankara ha aperto i flussi ed è subito emergenza in Grecia con 10 mila profughi siriani allo stremo nella terra di nessuno che  premono ai confini con la Turchia e il clima diventa sempre più violento.

La Turchia alza i toni, ma la frontiera greca rimane blindata e si prepara a respingere una massa di profughi che supera già le 20mila persone e la cifra potrebbe aumentare moltissimo nelle prossime ore.

La polizia greca ha già respinto con cariche di lacrimogeni circa 4mila profughi che cercavano di entrare nell’Unione Europea e che, a loro volta, hanno reagito lanciando pietre.

il premier Kyriakos Mitsotakis al termine di una riunione di governo ha dichiarato che “Il nostro consiglio di sicurezza nazionale ha deciso di innalzare a massimo il livello di protezione alle frontiere” quindi secondo il portavoce del governo Stelios Petsas la decisione del governo di Atene è stata quella di rafforzare le pattuglie alle frontiere marittime e terrestri e di sospendere le richieste di asilo per coloro che entreranno illegalmente nel Paese.