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Cronaca

Fotografare l’Orso. Lo Sport di moda.

E’m diventata una mania contagiosa quella di voler fotografare l’orso.

Da quando in Ossola è comparso quell’esemplare ghiottone che, fra l’altro, distrugge le arnie per impadronirsi del miele, la voglia di fotografarlo è diventata virale.

Sembra che a beneficiare della presenza del plantigrado sia il turismo. 

L’animale pare richiami molti curiosi che vogliono incontrarlo, anche se a distanza di sicurezza, per vederlo e fotografarlo.

I safari fotografici stanna diventando sempre più frequenti anche da noi e stiamo prendendo esempio dalla Slovenia, dalla Croazia e da altre nazioni balcaniche dove fotografare animali in libertà è prassi diffusa.

Allora diamo il benvenuto all’orso che ci ruba il miele ma ci porta anche benefici.

Franco Simonetti

 

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Cronaca

L’Europa contro il Turismo Italiano

Ancora uno schiaffo da parte dell’Europa.

Il Parlamento Europeo ha votato contro l’emendamento della Lega che chiedeva che le concessioni demaniali marittime fossero escluse dalla direttiva Bolkestein.

E’ un duro colpo per il nostro turismo già fortemente provato.

L’Europarlamentare della Lega Alessandro Panza (nella foto) ha dichiarato : ” Spiace apprendere che ai no da parte dei grandi gruppi europei si è affiancato il mancato sostegno all’emendamento di buona parte del Pd e del M5S, oltre che Iv e Azione, che si sono resi complici della bocciatura del provvedimento. Per loro e per il Governo, evidentemente, la difesa dei balneari vale solo a parole.

Ma nonostante questo ennesimo affronto ci ostiniamo a restare in Europa. Una Europa che ci crea solo problemi, non ci offre solidarietà e ci tratta da barboni.

Il Regno Unito ha votato la Brexit e non dovrà più soggiacere agli umori di Merkel e soci ma noi ancora insistiamo a rimanere. Siamo masochisti. Dobbiamo riappropiarci della nostra sovranità e della nostra moneta.

ANDIAMOCENE SUBITO DA QUESTA BRUTTA EUROPA.

Franco Simonetti

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Cronaca

Domodossola e il turismo con treni Svizzeri.

Le Ferrovie Svizzere propongono l’ “Abbonamento Generale Turistico” per 761 chilometri al costo di 50 euro a persona, bambini fino a 6 anni gratis.

Si può andare ovunque. Dal Passo Furka ad Andermatt a Zermatt a Laukerbad e in tante altre località con partenza da Domodossola.

Il biglietto comprende anche l’ingresso a metà prezzo a 14 Centri Sportivi, 12 Centri Balneari e 10 Minigolf.

Si può viaggiare uno o più giorni e il biglietto è valido tutto l’anno.

In questo modo gli Svizzeri hanno dimostrato lungimiranza e capacità organizzativa e, questa volta, ci hanno bagnato il naso.

Siamo comunque grati perchè hanno scelto come Stazione di partenza la nostra bella città di Domodossola.

Franco Simonetti

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TERRITORIO

Piste ciclabili nel varesotto, la Provincia si impegna per lo sviluppo della mobilità ciclistica

Lo sviluppo della mobilità ciclistica, che negli ultimi tempi rappresenta una risposta efficace all’esigenza di distanziamento sociale delle persone, è da tempo considerato tra gli obiettivi strategici e prioritari della Provincia di Varese.

Sin dall’ inizio del mandato, l’Amministrazione sta infatti lavorando per completare la rete ciclistica provinciale progettando e realizzando nuovi tratti di piste ciclabili connessi ed integrati agli itinerari regionali, nazionali ed internazionali, oltre che per sviluppare servizi di supporto alla mobilità sostenibile.

Un lavoro svolto con i Comuni e gli altri soggetti del territorio che ha portato all’individuazione di interventi prioritari, tra cui ha grande importanza il completamento della ciclovia del lago Maggiore da Sesto Calende a Laveno Mombello. La sua realizzazione consentirebbe infatti di creare un corridoio ciclistico nord – sud di grande attrattività che collegherebbe la ciclabile tra il lago Maggiore alla rete ciclabile esistente lungo il lago di Varese, il lago di Comabbio e il lago di Monate; oltre a riqualificare e valorizzare lo spazio pubblico naturale e paesaggistico dei  territori e a promuoverne più in generale gli aspetti turistici e storico-culturali.

Già da tempo la Provincia di Varese ha approvato il progetto di fattibilità tecnico economica dell’infrastruttura, stimando per la realizzazione dell’opera una spesa di circa 11.250.000 Euro, che sarà suddivisa tra i Comuni interessati dal percorso, lungo circa 30 chilometri (Angera, Besozzo, Brebbia, Ispra, Laveno Mombello, Leggiuno, Monvalle, Ranco, Sesto Calende).

Ed è di pochi giorni fa un ulteriore, importante, passo avanti per la realizzazione dell’opera: la sottoscrizione di un accordo di collaborazione tra Provincia di Varese e Regione Lombardia che affida alla Provincia la progettazione della pista ciclabile, in particolare la redazione dell’approfondimento del Progetto di Fattibilità Tecnica Economica (relazioni integrative ed inserimento del tratto del PCIR 1 da Sesto Calende a Mercallo) e del progetto definitivo. A carico della Provincia anche il cofinanziamento della progettazione per l’ammontare non coperto dal contributo regionale di € 100.000.

“In un momento così particolare, dare il via alla progettazione di questa pista ciclabile non è solo un doveroso segnale di attenzione all’ambiente e allo sviluppo della mobilità sostenibile, ma rappresenta anche la volontà di offrire un sostegno importante al turismo di prossimità, slow e sostenibile, volano per l’economia locale e regionale” afferma il consigliere delegato Marco Magrini.

Oltre alla ciclovia del Lago Maggiore, la Provincia di Varese, con proprie risorse tecniche ed economiche e grazie all’ottenimento di importanti finanziamenti europei e regionali, sta sviluppando importanti progetti che nei prossimi anni daranno un contributo fondamentale allo sviluppo dell’identità ciclistica e sostenibile dell’intero territorio varesino:

  • il completamento della ciclovia della Valle Olona da Castellanza a Stabio;
  • lo sviluppo verso Varese della ciclovia della Valganna;
  • la realizzazione di nuovi tratti della ciclovia delle Valli del Verbano.

Questi interventi, oltre a realizzare le infrastrutture, prevedono diverse azioni di promozione e di supporto alla diffusione della mobilità sostenibile che, tuttavia, per una concreta ed efficace realizzazione richiederanno la piena collaborazione di tutti i vari soggetti del territorio.  Ad esempio, sarà fondamentale che gli operatori del settore promuovano itinerari cicloturistici e la possibilità di noleggio bici ed e-bike, che le aziende favoriscano il bike to work o piuttosto che i servizi ferroviari valorizzino e potenzino il trasporto delle bici sui treni.

Con questa visione strategica comune, i grossi investimenti che Provincia di Varese sta facendo produrranno notevoli effetti sullo sviluppo economico e sostenibile del nostro territorio.

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Milano

Turismo, Il crollo del settore extra-ricettivo a Milano

Turismo, Il crollo del settore extra-ricettivo a Milano: in fumo 60 milioni di euro

La storia di Halldis: “Un grattacielo aperto a febbraio, poi è arrivato il lockdown. Il Governo non sa quello che fa, ha abbandonato oltre la metà degli operatori turistici milanesi”. 

 

Milano, 27 maggio 2020 – Quasi 170 imprese, 4.500 appartamenti per un totale di circa 20 mila posti letto e un giro d’affari che sfiora i 100 milioni di euro l’anno: sono i numeri dell’ospitalità gestista da property managers a Milano, dove si concentrano i due terzi dei turisti di tutta la Lombardia, polverizzati dall’epidemia di Covid – 19 e dall’inerzia del Governo. A tracciare il quadro è Vincenzo Cella, amministratore delegato di Halldis spa, parte del gruppo Windows of Europe e affiliata all’associazione di categoria Property Managers: con un portafoglio di 1.800 immobili e un giro d’affari che nel 2019 è arrivato a 26,5 milioni di euro, occupa 120 persone e attiva un indotto di altre 100. 

 

“Halldis è l’azienda con la maggiore anzianità operativa d’Italia, nata nel 2003 – dice Cella – e ha basato la propria strategia su un mix di offerte short e mid term rivolgendosi anche alla clientela business oltre che ai turisti. Per questo abbiamo acquisito anche interi immobili e nel corso del 2019 abbiamo attivato quattro grossi investimenti”. L’ultimo in ordine di tempo è quello su Torre Galfa, grattacielo milanese progettato alla fine degli anni Cinquanta dall’architetto Melchiorre Bega: di proprietà di Unipol era in disuso da anni, occupato dai centri sociali e grazie anche all’intervento di Halldis che ha preso in gestione 13 dei 30 piani è stato trasformato nel primo palazzo multifunzionale in Italia, con hotel a quattro stelle, ristorante stellato sul tetto, palestra. “Siamo partiti a febbraio – racconta Cella – Poi è arrivato il Covid e si è bloccato tutto. Il nostro settore aveva vissuto anni di crescita fortissima, iniziata con l’Expo: in quattro anni a Milano è triplicata l’offerta di appartamenti e questo ha portato ad allungare moltissimo la stagione turistica. La situazione pre Covid vedeva da un lato la crescita di clientela business alla ricerca di sistemazioni per periodi lunghi, di tre o quattro mesi, e dall’altro la presenza di turisti anche in stagioni che per Milano erano tradizionalmente morte, come luglio e agosto. In piena estate avevamo un tasso di occupazione del 70%, una cosa mai vista per il capoluogo lombardo che generalmente in quel periodo era vuoto. Il boom di Milano che lo scorso anno ha segnato un più 9% arrivando a 11 milioni di turisti ha trainato tutta la Lombardia, dove nel 2019 il turismo  è cresciuto del 3,5%”. 

 

Eppure, prosegue Vincenzo Cella, il Governo “continua a ignorarci, non ha previsto niente, nemmeno le regole, per un comparto che rappresenta oggi il 55% dell’ospitalità nel capoluogo lombardo.  Le nostre strutture sono in grado di offrire ciò che i clienti chiedono in questo momento, ovvero maggiori spazi, privacy, la possibilità di non dover andare per forza a mangiare al ristorante, un appartamento esclusivo che dà più conforto anche dal punto di vista della sicurezza sanitaria. Potremmo essere un volano per la ripartenza, ma siamo esclusi dal credito di imposta, dal bonus vacanze, per noi non è previsto nessun rinvio delle imposte come Imu, Tasi e Tari. Ma c’è di più: non è scritto da nessuna parte che le procedure di sanificazione previste per gli hotel valgono anche per gli appartamenti. Non solo non c’è nessun aiuto, ma ci hanno ignorati anche nella scrittura delle regole per la riapertura. Noi ci siamo già portati avanti grazie ad un nostro protocollo sanitario che ha previsto modifiche alle procedure per poter garantire la sicurezza dei clienti in ogni passaggio, dal check-in alle pulizie alla gestione della biancheria. Ma questa è la prova che chi ci governa non ha idea della ricchezza e dei posti di lavoro che generiamo nel Paese: semplicemente, a Roma non sanno quanto questo settore potrebbe valere”.

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Turismo

Il turismo guarda al “dopo virus” e valuta la possibilità di progettare una vacanza “su misura”

Il turismo nelle terre di Arezzo guarda all’era del “dopo virus” e riparte dalla possibilità di progettare una vacanza “su misura”, all’insegna dell’autenticità, lontano da luoghi affollati, alla scoperta di tradizioni e stili di vita unici al mondo.
La Fondazione Arezzo Intour, realtà pubblico privata nata nel 2018 per gestire la destinazione turistica Arezzo, fa leva sulle sue due anime (turismo e innovazione) e guarda al futuro, mettendo a punto strumenti digitali per ridisegnare l’offerta turistica.

Va in questa direzione la nuova piattaforma ideata per aggregare e vendere esperienze ed attività turistiche per gli operatori del territorio, che è stata presentata nel corso di una conferenza stampa virtuale alla quale hanno partecipato per la Fondazione Arezzo Intour il presidente Marcello Comanducci, Alessio Ballerini, coordinatore dei progetti di innovazione e Francesco Meacci, consigliere di amministrazione.

L’idea è quella di costruire un luogo virtuale che (sull’esempio delle grandi agenzie di viaggi online e portali di vendita di servizi turistici) diventi un vero marketplace di esperienze e non solo.
“Quello delle esperienze è un trend che già prima del Covid-19 dominava l’offerta turistica – commenta il presidente della Fondazione Arezzo Intour Marcello Comanducci -. Secondo Expedia, il 68 per cento dei viaggiatori sceglieva la vacanza in base alle attività e ciascun viaggiatore acquistava una media di 7 esperienze a soggiorno, prenotandole online o comprandole in destinazione (il 48 per cento). Ecco perché a emergenza sanitaria finita è immaginabile che questo trend sia destinato a salire. Le esperienze si prestano a scoprire mete meno note, all’insegna della tradizione della tipicità e della lentezza. E la migliore alleata di questo tipo di viaggi è la tecnologia che permette di all’utente gestire la propria vacanza disegnandola su misura”.

Il viaggiatore potrà così scegliersi la vacanza più adatta al “suo tempo” diventando protagonista e vivendo un’avventura intima e coinvolgente: dalle proposte più tradizionali come la possibilità di essere “artigiano” per un giorno magari facendo il formaggio in un caseificio o lavorando il legno o la ceramica una bottega tipica, o anche realizzando un affresco sulle tracce di Piero della Francesca, fino alle attività più curiose come la navigazione in canoa di un tratto dell’Arno o la visita a zone sotteranee, sarà possibile esplorare il territorio in una maniera inedita e personale attraverso attività indimenticabili con un forte impatto emotivo.

La Fondazione chiama a raccolta tutti coloro che – sul territorio – hanno un’esperienza da proporre ai viaggiatori così da costruire una rete virtuosa di servizi e offerte aggregate in un unico polo fortemente attrattivo che, la stessa Fondazione Arezzo Intour come DMO, promuoverà in tutto il mondo.
Un modo per dare nuovi stimoli anche agli operatori aretini che, con creatività e voglia di reinventarsi, possono trasformare il loro business declinando il loro universo di saperi e competenze professionali in esclusive esperienze turistiche.

La piattaforma, infatti, permetterà di far conoscere a un pubblico vasto la proposta turistica di Arezzo e del suo territorio, semplificandone la vendita: con un solo click, oltre al portale di destinazione della Fondazione (di prossima pubblicazione), le esperienze saranno presentate anche sui siti i riferimento più importanti come TripAdvisor, Viator, GetYourGuide, Musement.

“La nuova piattaforma – conclude il presidente Marcello Comanducci – sarà soltanto uno degli strumenti del nuovo portale di destinazione che sarà presto online e verrà presentato a breve: grazie ad innovative idee di marketing e tecnologia applicata, la Fondazione Arezzo Intour si conferma così destinazione digitale all’avanguardia, distinguendosi con altre poche realtà che hanno già intrapreso questo percorso. In un anno terribile per il turismo, crediamo che sia necessario ripartire dalla nostra storia, dalle nostre tradizioni, dalla nostra cultura; un patrimonio enorme che però va proiettato nel futuro con gli strumenti del futuro. Ecco quindi che la tecnologia diventa alleato indispensabile per dare nuova vita e spinta a questo settore”.

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Lavoro

TURISMO E RISTORAZIONE, LA TASK FORCE DEL GOVERNO ASCOLTI IL NOSTRO GRIDO DI AIUTO (E CI ACCOLGA TRA GLI ESPERTI)

Le 5 richieste di Ristoworld: fidi trentennali a tasso zero per le imprese garantiti dallo Stato, sospensione dei mutui, stop a imposte e utenze delle attività commerciali, proroga Cigs per tutto il 2020 e supporto agli stagionali senza paracadute sociali. Il presidente Marcello Proietto: “Noi pronti a garantire la salute degli utenti”

 riceviamo e pubblichiamo

La garanzia della salute pubblica gioca un ruolo centrale e prioritario: detto questo è fondamentale assicurare il futuro su due direttrici. La prima è quella degli aiuti che devono essere a fondo perduto, erogati immediatamente, rimpinguati e trasferiti immediatamente. Più tempo passa e più aziende non riusciranno a rialzarsi. La seconda una ripresa coerente e attuabile.

Ecco i 5 punti Ristoworld Italy con i quali si chiede che lo Stato e l’Europa aiutino concretamente a far ripartire l’economia e rimettere a regime le attività ristorative e turistico alberghiere.  Gli aiuti in atto disposti sono da un lato insufficienti e, dall’altro, non arrivano. Il mondo del turismo e della ristorazione non chiede elemosine ma interventi strutturali concreti.

Chiediamo che lo Stato si faccia garante verso le banche per fidi a scadenza trentennale, a tasso zero: è necessario disporre di un adeguato capitale per ricominciare, come è avvenuto in fase di start. L’imperativo è quello di rimettere in circolo liquidità.

Sospensione di leasing e mutui e il recupero delle mensilità sospese da riaccodare al periodo previsto dalla relativa misura posta in essere senza ulteriori oneri è il passo successivo.

Cancellazione immediata delle imposte nazionali e locali e la sospensione per utenze relative alle attività commerciali (luce, gas, telefono e fibra). Su questo aspetto chiederemo l’intervento dell’Anci.

Proroga della cassa integrazione straordinaria tutto il personale in forza al 23.02.2020 e fino almeno alla fine dell’anno. Questo per garantire anche la ripresa dell’attività garantendo gli standard di sicurezza nuovi che verranno imposti dall’Oms.

Erogazione di una misura straordinaria per quanti, soprattutto stagionali e non in possesso dei requisiti previsti per legge sono oggi senza contratto, senza cassa integrazione, senza disoccupazione e quindi abbandonati a se stessi.

La fase due preoccupa. Nella task force nominata dal Governo mancano gli albergatori e i ristoratori, gli operatori del turismo, i riferimenti di chi lavora direttamente sul campo.

Chiediamo al Presidente del Consiglio e ai Presidenti di Regione ai quali inviamo la presente nota che nelle commissioni consultive vengano inseriti professionisti del comparto ristorativo e alberghiero.

Garantiremo, di certo, la salute pubblica con le norme dettate dall’Oms. Ripartiamo dal pubblico italiano, dai gusti e preferenze della platea che fino alla ripresa del flussi turistici sarà quella di riferimento. Ripartiamo dal territorio e dai prodotti locali.

La riapertura ha in previsione, tutta una serie di indicazioni sanitarie che rivoluzioneranno il mondo della ristorazione come fin qui inteso. Servono aiuti a fondo perduto anche per questi adeguamenti che incideranno sul conto economico delle aziende. Servono linee e indirizzi chiari e certi e che provengono da chi questo mestiere lo conosce.

Necessità non di risposte qualunque ma di indicazioni adeguate alle richieste di un settore fondamentale per l’economia italiana e globale. Altrimenti oltre alla crisi e allo sfacelo economico faremo i conti con una pericolosissima emergenza sociale.     (www.ristoworlditaly.it)

 

Il Presidente Ristoworld Italy

Marcello Proietto di Silvestro

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Covid-19. Turismo, ricette inesistenti e idee inattuabili dal Governo

Poche e confuse le idee sul fine ergenza da coronavirus, che sarà effettivo e duraturo dopo la scoperta del vaccino e la sua diffusione nel mondo, ci vorranno sei mesi o un anno???

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Nel frattempo dobbiamo organizzarci per non fare morire l’Italia che ha tutto, eppure sembra al tappeto.

Turismo e Made in Italy così apprezzati nel mondo, sono i punti di forza assieme alle città d’arte, alle bellezze naturalistiche al nord come al sud d’Italia.

Ne verremo fuori con ricette concrete, affidabili e durature.

la sottosegretaria del Mibact Lorenza Bonaccorsi( Lorenza Bonaccorsi, sottosegretario del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo)

Nella foto sotto:

 

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 dice che  non dobbiamo aspettarci flussi di turisti stranieri, che nel 2019 raggiunsero il   picco  del 51% del totale. Prevarrà un turismo domestico, di piccoli spostamenti. (   Sole24ore).

 Le idee della sottosegretaria sono le solite: 

 “Andremo al mare questa estate. Stiamo lavoriamo per far sì che possa essere così. Immaginiamo una serie di normative prese con il comitato tecnico scientifico, che contemplano l’ipotesi di un distanziamento”.

 L’idea di un’azienda di Serramazzoni, la Nuova Neon 2, non sembra, nonostante gli sforzi   dell’azienda, piacere quasi a nessuno.

 E anche l’uscita della sottosegretaria, sviluppo di un “turismo di prossimità” per fare   muovere meno persone non ci sembra il massimo, a meno che non spostiamo il mare a   Milano!

 Dalla Lombardia si va in Liguria oppure in Romagna, e sia nell’uno che nell’altro caso i   problemi sono decennali e mai risolti, la viabilità e i costi per esempio, rispetto all’Oriente.

Quindi se vogliamo far ripartire il settore occorre abbassare le tasse al 15% tanto per direne una concreta, defiscalizzare gli investimenti e fornire assistenza sanitaria a due passi dalle spiagge invece di chiudere gli ospedali tagliando sui servizi.

Ma sopratutto mettersi d’accordo al Governo con misure precise, durature e lungimiranti:” nessuno investe in un settore senza prospettive, e i governanti sentano gli operatori del settore, les strutture turistiche, i bagnini ( che sanno di cosa si parla), le agenzie turistiche, gli animatori, i ristoratori e i proprietari di case che hanno investito i risparmi di una vita sentendosi sulle spalle sempre più tasse, inventate dai sindaci che non riescono a garantire i servizi addossando costi assurdi sui proprietari delle seconde case invece di agevolarli ad investire e ristrutturare.” ( Giuseppe Criseo-Presidente movimento politico CASADEGLITALIANI).

Mantenere le distanze al mare?

Si al mare per rilassarsi, chiaccherare sotto gli ombrelloni, fare conquiste ( chi può), socializzare, far divertire i bimbi, trascorre la vecchiaia in santa pace e non ci si chieda di chiuderci in un box.

Caso mai bisogna insistere coi tamponi e le analisi del sangue periodiche partendo dagli anziani per arrivare a tutta la popolazione e vietare le spiagge agli ammalati accertati, non mettere paletti assurdi, antieconomici e non realistici?

Avete letto e ascoltato le lamentele del ristoratore che si è rivolto a Conte?https://www.varesepress.info/in-evidenza/ristoratore-mette-conte-con-le-spalle-al-muro-non-vogliamo-soldi-siamo-arance.html

Se continuano a mettere limiti, ci saranno posti vacanzieri che dovranno sborsare molto di più per godersi la spiaggia e resteranno aperti i bagni più grandi con migliaia di ombrelloni e poco personale.

L’effetto sarà l’aumento dei costi per tutti e il licenziamento dei 3/4 del personale, e noi non ce lo possiamo permettere.

 

 

 

 

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Lavoro

DL Liquidità: per la FIPE-Confcommercio “Ancora non ci siamo”

Riportiamo di seguito il giudizio che arriva da FIPE – CONFCOMMERCIO, la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, che rappresenta 300mila imprese della ristorazione, dell’intrattenimento, del turismo balneare e del catering.

“Dalla lettura delle bozze del decreto, purtroppo ancora non ci siamo. Le misure del governo si rivelano utili per una piccola platea di imprenditori, quelli decisi a chiedere prestiti sotto i 25mila euro, ma per tutti gli altri permangono i problemi. Il decreto, infatti, non sembra rilasciare risorse immediate alle imprese italiane. Chi chiederà cifre superiori ai 25mila euro deve fare diversi passaggi e rischia di dover aspettare ancora. Anche se venisse confermata la semplificazione della valutazione del credito da parte del Fondo centrale di garanzia, bisognerà comunque dare il tempo alle banche di svolgere le loro istruttorie. Il che significa ulteriore tempo, visto che anche gli istituti di credito in questo momento hanno problemi di organici. Una situazione che rischia di penalizzare chi ha maggiori problemi di liquidità e un tempo di sopravvivenza residua breve, come l e imprese dei pubblici esercizi che hanno già perso oltre 22 miliardi di euro nel 2020. Il limite dei 25.000 € con garanzia automatica al 100% deve essere aumentato. Oltre al danno, però, ecco la beffa: chi riuscirà ad accedere ai prestiti, rischia di dover utilizzare buona parte del credito per pagare le tasse, la cui scadenza è stata prorogata solo fino a maggio. Stiamo assistendo al fallimento di decine di migliaia di imprese”.

“Non sottovalutiamo lo sforzo fatto dal governo, ma serve velocità, zero burocrazia e certezza dei tempi – prosegue la Federazione – e soprattutto servono risorse vere, contributi a fondo perduto per compensare anche solo parzialmente la perdita del fatturato. Indebitandosi si sposta il problema, non lo si risolve”.

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Cronaca

Coronavirus nei piccoli paesi: Limone Piemonte “un piccolo dramma economico”

di Gianni Armiraglio

Limone Piemonte è un paese di circa 1400 abitanti in provincia di Cuneo, fortunato in quanto a contagi, ma anche qui il coronavirus produce i suoi effetti, non tanto per la salute quanto per il portafoglio. Una persona ci ha segnalato questo nuovo fenomeno, (nuovo mica tanto, perché non è l’unica segnalazione in questo senso che ci arriva), dell’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità. La cosa si fa particolarmente sentire in questa località dove con due o tre tra negozi e minimarket non esiste concorrenza. Limone Piemonte è nota località turistica e, solitamente, i prezzi, nelle località turistiche, sono più elevati rispetto alla norma. I negozianti compensano i mesi di fermo con gli aumenti durante la stagione turistica. Certo che trattare il coronavirus da turista ci vuole tutta, ma a quanto pare, visto il continuo salire dei prezzi, a Limone Piemonte, oltre la stagione turistica estiva e a quella invernale ne hanno un’altra da coronavirus. Inutile gridare allo scandalo, in questo libero mercato uno fa quello che vuole e le autorità sono impotenti ad intervenire, ma motivare l’aumento dicendo che è giusto perché si rischia la vita per servire i clienti, beh, c’è qualcosa che ci suona strano. O qualcuno non la conta giusta o qualcun altro la fa sbagliata. Non penso che personale sanitario e forze dell’ordine, in prima linea sul fronte del contagio, si siano aumentati lo stipendio ad arte, forse saranno pagati di più per gli straordinari e forse avranno delle indennità, ma aumentare i prezzi perché si rischia la vita ci lascia un po’ perplessi. Chiamiamolo, se fosse vero, col suo vero nome: speculazione. Comunque qualcuno dovrebbe rilevare questi aumenti e intervenire. Come sempre lo sport nazionale impedisce tutto ciò. Il calcio? No lo sport nazionale è lo “scarica barile”. Noi italiani siamo campioni del mondo.