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Somma Lombardo

Una Strega a Somma Lombardo. La Candelora

La Candelora


In questo periodo i grandi fuochi illuminano le piazze, ogni borgo rivive una tradizione centenaria: San Antonio, la Giobia, la Passera, i globi di ovatta a simbolo del martirio dei Santi, il cilostar. Il significato di queste commemorazioni riporta a tempi lontani, ma il messaggio che arrecano con sé è attuale e conoscerne la storia ci rende partecipi del passato e responsabili del presente. Queste feste di origine pagana sono parte integrante della vita dei nostri avi… torniamo indietro di secoli…





I Celti erano un popolo che occupava le nostre terre, la cui sopravvivenza era legata alla pastorizia e all’agricoltura. Certamente il Ticino era un punto di scalo importante per l’attività commerciale, ma in linea di massima, i villaggi trovavano sostentamento nella vita rurale. Per i Celti l’anno si divideva sostanzialmente in due parti: stagione calda e luminosa, stagione fredda e buia, quest’ultima molto temuta. La bella stagione lasciava molto spazio all’autonomia, nei villaggi ci si poteva muovere liberi, le bestie erano portate ai pascoli, al fiume ci si poteva rinfrescare e lavare, osservare le stelle era un piacere e le ore di luce permettevano di lavorare fino a tarda serata. Le donne usavano i telai, elaboravano oggetti, gli uomini fabbricavano utensili, davanti alle capanne ognuno svolgeva la propria opera.
L’inverno obbligava a una vicinanza forzata tra uomini e bestie, il buio scendeva presto, gli animali selvatici, affamati, attaccavano i villaggi in cerca di cibo. Si accendevano i fuochi per scaldarsi, attraverso i falò si purificavano gli animali. Non era solo un atto spirituale: il calore li liberava dei parassiti che avevano “raccolto” sulle colline, durante i pascoli estivi. Regole e imposizioni stabilivano comportamenti ed etica: per poter sopravvivere era necessaria una stretta connessione e collaborazione. Il cibo era razionato: le scorte dovevano durare fino alla primavera.





Oggi sappiamo benissimo che le giornate cominciano ad allungarsi dopo il Solstizio Invernale. Inizialmente la luce prende spazio in maniera impercettibile, arriva quasi in punta di piedi, senza farsi accorgere della sua presenza. A Febbraio si inizia a cogliere quei momenti luminosi e prolungati che preannunciano l’arrivo della stagione calda. Gli ovini risentono delle condizioni climatiche, i loro ormoni rispondono agli stimoli luminosi o meno e la possibilità di riproduzione aumenta nei periodi freddi perché la luce è scarsa. A ottobre- novembre gli accoppiamenti trovano terreno fertile, e con l’arrivo della primavera le nascite hanno un picco. Grazie alla montata lattea, al siero di latte si poteva tirare un sospiro di sollievo. Iniziava la produzione dei formaggi, bambini e anziani si nutrivano del siero e dei codini dei primi agnelli.
Per questo motivo si festeggiava la luce, la primavera era la speranza di vita, di un nuovo ciclo.

In ambito cristiano si commemora la Purificazione di Maria e la Presentazione di Gesù al tempio. Secondo la Bibbia una donna che aveva perdite di sangue era considerata impura, quindi il post- partum necessitava di una purificazione che consisteva in un’offerta di 5 sicli* al tempio. Se il nascituro era maschio la donna doveva attendere 40 giorni, se era femmina 80. Anche il bambino era dato al Tempio, veniva poi riscattato dai genitori con l’offerta di alcuni animali in relazione allo stato sociale e patrimoniale della famiglia. Gesù è nato, probabilmente, nel periodo primaverile, ma non essendo conosciuta la data esatta la chiesa ha fissato il genetliaco al 25 dicembre. Contando 40 giorni la data stabilita è il 2 febbraio anche per evitare la coincidenza con l’antica festa del Lupercali, la ricorrenza da cui poi sarebbe disceso, in parte, il nostro carnevale e la festa di San Valentino. In effetti i Lupercali consistevano in gesti e simbologie legati alla fertilità. In questo periodo si onorava la Dea Giunone- Lucina, la dea del parto, dei bambini che vedevano la luce del mondo alla nascita. Lucia era infatti il nome dato alle bambine che nascevano all’alba. Per pagani il ciclo mestruale, il post-partum e la menopausa sono momenti sacri. Ogni ciclo femminile rappresenta onore e sacralità.

La festa della luce ricorda quindi le ore luminose, i falò dell’unione, tanto che davanti ad essi si scambiavano le promesse di fidanzamento, un’abitudine questa che sopravvisse fino al XIX secolo in molte regioni.
Le processioni con i lumi, l’accensione delle candele da un unico cero benedetto, hanno permesso di definire questo periodo come “Candelora” e fissato in questo periodo il momento della benedizione delle candele per l’anno liturgico.
Cesarina Briante (c)

Note: * 5 sicli d’argento corrispondevano al salario di venti giornate lavorative.

Nella fotografia: Oratorio del XV secolo dedicato a Santa Caterina- Erbamolle di Buguggiate

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