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San Valentino, le origini in una storia d’amore d’altri tempi

 

San Valentino, le origini in una storia d’amore d’altri tempi

Gli Antichi Romani usavano, nel corso delle pubbliche assemblee, negli incontri a carattere sociale, onorare gli Dei, ai quali si affidavano per l’esito delle loro battaglie, per salvaguardare il popolo. Rifiutarsi di celebrare i riti sacri significava sottrarsi alle cerimonie di carattere civile.
I primi cristiani non volevano certamente partecipare a tali riti, ma siccome al cuore non si comanda e la gioventù porta a innamorarsi senza guardare le ragioni di stato o religiose, Sabino, centurione romano e quindi pagano, si innamorò di Serapia la cui famiglia era cristiana. L’amore non dovrebbe avere confini e certamente nessun Dio impedirebbe un sentimento puro ed autentico ma per gli uomini è diverso e così il matrimonio non poteva essere celebrato.
C’era però una soluzione: l’intervento del Vescovo, anzi del Vescovo Valentino che impartì il battesimo al soldato romano. Non era cosa da divulgare, era un fatto privato e delicato, anche perché il soldato accettò solo per amore della fanciulla. Tutto sembrava così, sistemato… sembrava…
“Scherza coi Fanti e lascia stare i Santi” è una massima popolare che si adatta a ogni tempo e luogo. La Bella Serapia si ammalò di tisi fino ad arrivare in punto di morte.
Un giovane innamorato che vede infrangersi il suo sogno d’amore che può fare se non disperarsi? . Ma un soldato non depone le armi e il Vescovo è chiamato a celebrare il matrimonio. Alza le mani, Valentino, per benedire l’unione, e la morte, commossa, abbraccia i due giovani che con un sonno lieve si abbandonano a Lei.

Non sappiamo se le anime di questi due ragazzi hanno trovato posto tra gli Dei o i cieli del Dio Cristiano, ma questa leggenda ci ricorda che Valentino fu eletto a protezione di coloro che si vogliono bene e degli epilettici.
Altre narrazioni, altri miracoli, accompagnano la figura del santo vescovo di Terni, martire, morto nel 273.
Si pensa però che l’origine della festa dell’amore abbia radici più profonde…

Molti conoscono l’inizio del libro, a cui fece seguito un film: “Picnic ad Hanging Rock ” .
Hanging Rock era una roccia quasi temuta dagli indigeni del luogo ma che emetteva uno strano fascino, un’attrattiva per gli europei. Tutto accadde il giorno di San Valentino del 1900 quando un gruppo di giovani inglesi, ospiti di un prestigioso collegio, incantate dal suono armonioso di un flauto, seguirono una pista tra le rocce fino a perdersi. La scrittrice australiana Joan Lindsay, autrice dell’opera, forse senza saperlo, ha tracciato un profilo riguardo le origini della festività: Il flauto di Pan, Signore del Tutto ci riporta agli ancestrali riti dei Lupercalia, dedicati a Fauno Luperco, quando si onorava e propiziava la sessualità e la fertilità. Fauno Luperco era l’immagine del Dio che difendeva le greggi dai lupi. Si usavano strisce di pelle per dar colpi sulla schiena alle donne in modo da renderle feconde. Non credo siano state poi vere e proprie frustate se anche le donne gravide vi si sottoponevano volentieri allo scopo di proteggere la gravidanza e il futuro nascituro. Questa festività fu attribuita anche a Giunone quale protettrice del parto e fu in uso fino al V secolo quando fu sostituita dalla ricorrenza di San Valentino.

Tornando al racconto di Hangig Rock, un particolare degno di nota è lo scambio di “Valentine” tra le ragazze. E’ da notare che l’usanza di scambiarsi gli auguri è diffusa, in molti luoghi, anche tra amiche e parenti. Si narra che mentre il Santo, ormai prigioniero, attendeva la sua esecuzione si innamorò della figlia del suo guardiano. La ragazza era cieca ma Lui gli scrisse un biglietto firmato ‘Il tuo Valentino’. Per permettergli di leggerlo, prima di morire, compì un miracolo : abbracciò la fanciulla restituendole la vista.
Alcune città italiane si contendono le reliquie del santo: mia madre mi racconta spesso di Este dove sarebbero conservate, altri parlano di Monselice, presso il Monte San Giorgio, dove venivano portati i bambini per preservarli dall’epilessia. E poi naturalmente Terni.
Questa festa racchiude antichi misteri, ricchi di fascino, tanto che il suo culto si è, nel tempo diffuso e sopravvive al passare dei secoli.
Cesarina Briante (c)

Nell’immagine una cartolina di inizio novecento. Collezione privata Cesarina Briante. In caso qualcuno rivendichi la proprietà dell’immagine questa sarà prontamente rimossa.

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