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Contagio da SARS-Cov-2

In presenza di caso sospetto, non recarti al pronto soccorso: chiama il tuo medico di base. Se, invece, pensi di essere stato contagiato: chiama il 112.

Per informazioni e aggiornamenti apri https://www.iss.it/ oppure telefona al 1500.

Contagio da SARS-Cov-2

Analisi e alcune indicazioni per un Piano di Difesa Sanitaria Nazionale

ed essere pronti a circoscrivere epidemie, pandemie e bioterrorismi.

È un’illusione che il virus sparisca da solo e la sua diffusione possa essere contenuta dai cambi di rotta tipo: l’attivare il prelievo di tamponi per individuare tutti gli infettati e poi decidere di effettuarli solo in presenza di effetti chiaramente attribuibili al virus. Oppure il decidere che i decessi devono essere ora certificati dall’Istituto Superiore della Sanità invece che dai tecnici sul campo.

Ovviamente speriamo di sbagliarci ma la tipologia di questo virus, sempre che non muti in peggio, ha una larga e subdola diffusione e quanto accaduto in Cina lo dimostra perché, nonostante i rapidi e numerosi interventi delle autorità competenti, che hanno messo in quarantena oltre 60 milioni di abitanti, il contagio ha raggiunto ugualmente decine di nazioni.

Questo documento è la sintesi, per rappresentare a chi abbiamo eletto ad amministrare il Paese, analisi e indicazioni per varare il Piano di Difesa Sanitaria Nazionale e, mantenendolo sempre aggiornato, essere sempre pronti a circoscrivere i danni di presenti e future epidemie, pandemie e bioterrorismi.

Il virus SARS-Cov-2

COVID-19 è l’acronimo di Co (corona); Vi (virus); D (‘disease’, malattia) e 19 (l’anno di identificazione del virus).

In ritardo sia la Cina ha informare sul contagio sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarare l’emergenza sanitaria globale

Riguardo al vaccino contro il CoVid-19, servono sperimentazioni cliniche quindi, considerando i tempi necessari, nel migliore dei casi, non potrebbe essere immesso sul mercato prima del 2021.

È possibile che detto virus possa mutare, anche in peggio.

Il virus ha un’incubazione lunga e il portatore può essere anche asintomatico, e non è da escludere l’ipotesi che il virus si «annidi» nell’organismo senza generare sintomi. Ciò equivale a dire che, al momento, anche una persona senza le manifestazioni dell’infezione potrebbe veicolarlo in modo esponenziale.

Riguardo alla quarantena, si è passati da 7 a 9 giorni, poi a 14 giorni e infine c’è un caso positivo dopo 27 giorni. Qualcuno parla di una piccola percentuale, ma parla senza essere in possesso dei dati complessivi e, anche qualora fosse una piccola percentuale, sarebbero nuovi portatori che infetterebbero sempre in modo esponenziale altre persone. Pertanto, in via precauzionale, la quarantena dovrebbe corrispondere al sistema usato da secoli e cioè di 40 giorni.

Evidenziano che esiste la possibilità di recidiva sia i casi di recidiva segnalati dalla Cina sia il caso di Osaka dove una guida turistica di 40 anni ha contratto il virus alla fine di gennaio e, dopo un mese di cure in ospedale e un periodo di recupero, è stata dimessa il primo febbraio, quindi, il 26 febbraio, accusando mal di gola e dolori al petto è  stata di nuovo ricoverata e il giorno successivo risultava di nuovo positiva.

 

Il 27 febbraio 2020 è stato isolato, da ricercatori dell’ospedale Sacco di Milano, il ceppo italiano del coronavirus. Sono riusciti a isolare virus autoctoni, molto simili tra loro ma con le differenze legate allo sviluppo in ogni singolo paziente. Si tratta di una scoperta che consentirà ai ricercatori di seguire le sequenze molecolari e tracciare ogni singolo virus per capire cos’è successo, come ha fatto a circolare e in quanto tempo. Il passo successivo sarà quello di studiare lo sviluppo di anticorpi e quindi di vaccini e di cure da parte dei laboratori farmaceutici.

Tre considerazioni su temi dibattutissimi e controversi:

  1. In assenza di anticorpi il COVID-19 si propaga molto più velocemente dell’influenza stagionale, pertanto va contenuto in modo sistematico perché ogni giorno perso significa lutti e danni economici enormi.
  2. Mortalità del COVID-19. Ai primi di febbraio era intorno al 2% (calcolata dal rapporto decessi/infettati) ma può superare ampiamente il 3% (2.715 decessi e 80.000 infettati, pari a quasi il 3,4%). Tali valori, però, devono essere considerati solo come “valori minimi”, infatti la percentuale sta puntando verso il 4%.
  3. Confronto COVID-19 e influenza stagionale. Chi ritiene che siano all’incirca equivalenti, non sa fare i conti, poiché vengono confrontati i decessi verificatisi fino al 25 febbraio 2020 (Italia, 11 morti e 300 infettati) con gli 8.000 decessi conseguenti all’influenza stagionale dell’anno scorso. Siccome gli esperti affermano che la mortalità dell’influenza è stata dello 0,1% (quindi circa 34 volte minore di quella del Covid-19), si deduce che l’anno scorso ben 8 milioni di italiani l’abbiano presa; e come dato, francamente, appare eccessivo. Inoltre, una proiezione basata sul fatto che la mortalità dell’influenza è stata dello 0,1%, in caso di epidemia nazionale da Covid-19 estesa su tutto il territorio italiano, darebbe un risultato di oltre 200.000 decessi.

ADUC – Associazione Diritti Utenti e Consumatori   – comunicati@aduc.it

28 febbraio 2020 – Il cane di una donna infetta da Coronavirus è stato messo in quarantena a Hong Kong, dopo che alcuni campioni prelevati dall’animale sono risultati positivi al virus. Lo hanno annunciato le Autorità, secondo cui non c’è rischio di contagio da parte dell’animale. Il cane non ha sintomi della malattia, ha affermato il ministero competente. Ma “i campioni prelevati dalle cavità nasali e orali sono stati trovati positivi per il virus Covid-19”, ha detto un portavoce. Il cane è stato prelevato a casa della sua proprietaria mercoledì, una donna di 60 anni ricoverata in isolamento. Non ci sono prove che animali come gatti o cani possano trasmettere il virus all’uomo, ma il ministero ha stimato che gli animali domestici di persone infette dovrebbero stare in quarantena per 14 giorni. Saranno condotti ulteriori test sul cane, che rimarrà in isolamento fino a quando non risulterà negativo. Hong Kong conta 93 casi di Coronavirus, tra cui due morti. https://time.com/5792150/coronavirus-dog/ .

LA PREVENZIONE

Prima hanno detto che il virus si trasmetteva solo da una persona infetta a un’altra attraverso la saliva, la tosse, lo starnuto, i contatti diretti personali oppure toccando con le mani contaminate bocca, naso o occhi. Poi, invece, in Cina, al personale medico e paramedico non sono bastate le mascherine, copricapi e guanti per evitare di essere infettati.

Inoltre, nella nave da crociera Diamond Princess, messa in quarantena, nonostante i passeggeri fossero relegati nelle cabine con obbligo di non incontrarsi, si sono verificati più di 600 infettati.

Essendo ovvio che il virus si sposta nell’aria, depositandosi sui vestiti e/o sulla pelle, è dovere delle autorità attivare il contenimento dove si accertano infettati e respingere e/o mettere in quarantena chi arriva da nazioni non in grado di monitorare come in Italia i decessi e la loro causa e/o non attivano azioni efficaci di contenimento nei territori dove rilevano degli infettati.

Proteggere sé stessi

Lavarsi spesso le mani (dopo aver tossito/starnutito, dopo aver assistito un malato, prima durante e dopo la preparazione di cibo, prima di mangiare, dopo essere andati in bagno, dopo aver toccato animali o le loro deiezioni o più in generale quando le mani sono sporche in qualunque modo).

Proteggere gli altri

Se hai una qualsiasi infezione respiratoria copri naso e bocca con una mascherina consigliata dal medico curante.

In assenza di mascherina, coprirsi con un fazzoletto prima di tossire e/o starnutire, quindi gettalo via e lavarsi le mani.

OSPEDALI DI ECCELLENZA PER LA RICERCA E ASSISTENZA

Grazie al lavoro dei giornalisti i cittadini scoprono, aprendo https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/ospedali-come-marchio-eccellenza-irccs-puo-ingannare-paziente-mappa/5e8a0186-57ec-11ea-a2d7-f1bec9902bd3-va.shtml?refresh_ce-cp, che in Italia il Ministero della Salute ha assegnato nel tempo il riconoscimento Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) a 51 ospedali tra pubblici e privati ma in detto articolo si evidenzia anche che abbiamo disperso milioni di euro, visto che: almeno 17 hanno una produttività scientifica irrilevante e un’attività clinica scarsa, altrettanti non ricevono nessun finanziamento Ue e 4 non hanno pazienti reclutati in sperimentazioni cliniche. Pertanto, poiché la lotta contro le epidemie, pandemie e bioterrorismo ha come baluardo strategico proprio gli ospedali di eccellenza per la ricerca e l’assistenza, il Governo deve intervenire tempestivamente per stabilire gli standard minimi e dirottare i finanziamenti alle strutture veramente operative tipo lo Spallanzani di Roma, i cui ricercatori sono riusciti a isolare il Coronavirus.

AZIONE STRATEGICA

È essenziale che il Governo attivi e renda pubblico un “gabinetto di guerra” che sia operativo in modo che i cittadini si sentano veramente rassicurati e partecipi, limitando così gli effetti nocivi di una psicosi collettiva che può turbare l’Ordine e la Sicurezza Pubblica dell’intera Nazione.

Per valutare tutti gli aspetti inerenti al tempestivo intervento, facendo sì che le spese connesse siano un investimento e non un costo, occorre che il Governo intervenga il prima possibile per:

  • varare una legge che preveda la nomina di uno staff preordinato e operativo H24 che, di concerto con il Presidente del Consiglio in carica, possa assumere tempestivamente il comando centrale e abbia l’autorità di ordinare e coordinare tutti i settori, compresi quelli militari e civili, e che sia dotato di adeguate risorse finanziarie;
  • nominare i componenti a supporto di detto staff e l’assunzione del relativo personale affinché sia operativo H24;
  • obbligare Comuni, Regioni, attività economiche pubbliche e private, associazioni, a inviare in via informatica a detto staff, ogni 10 giorni, tutte le informazioni inerenti al personale, le attività, il territorio. In via prioritaria, essendo facile, far partire con le anagrafi comunali e con i dipendenti pubblici suddivisi per categorie. Obbligo essenziale perché, quale esempio, a oggi non ci è dato conoscere il numero complessivo degli appartenenti alle Polizie Locali/Municipali.

UNIONE EUROPEA e ITALIA

È inderogabile che il nostro Governo solleciti i membri dell’Unione Europea a predisporre rapidamente un Piano di Difesa Sanitaria Europeo che affronti:

  • il tema sanitario,
  • l’organizzazione della sicurezza pubblica,
  • il varo di nuove regole per le imposte e tasse per sostenere chi produce beni e servizi,
  • lo sviluppo dell’inscatolamento delle derrate alimentari in modo che possano durare per anni e il loro stoccaggio strategico al fine di consentire l’alimentazione minima garantita ai cittadini che in quarantena non possono acquistare prodotti freschi.

Inoltre, ricordando la celebre frase “Whatever it takes” (frase pronunciata da Mario Draghi, nel 2012, quando era governatore della Banca Centrale Europea, davanti ad una platea di investitori. Draghi affermò che la BCE era pronta a fare tutto il necessario per preservare l’euro, avviando un programma di acquisto del debito dei Paesi in difficoltà che fermò la speculazione finanziaria), oggi, con l’epidemia da Coronavirus in corso, occorrerebbe un “Whatever it takes” e dovrebbero affermarla i governi nazionali che siedono nel Consiglio Europeo perché la Commissione europea ha stanziato solo 230 milioni di euro per aiutare la lotta contro la diffusione del Coronavirus mentre gli Usa hanno stanziato 7,7 miliardi di euro per affrontare l’emergenza da Coronavirus.

In attesa dell’attivazione del Piano di Difesa Sanitaria Europeo, è dovere del Governo attivare tempestivamente un Piano di Difesa Sanitaria Nazionale, conferendo l’autorità di ordinare e coordinare tutti i settori, compresi quelli militari, il Dipartimento Protezione Civile e dotandolo di adeguate risorse finanziarie.

PIANO DI DIFESA SANITARIA NAZIONALE

Il Piano deve servire per:

  • fornire ai cittadini l’indicazione per creare un Baule di Sicurezza Alimentare. Si tratterebbe di generi alimentari in scatola e/o sottovuoto (non congelati, perché si deteriorerebbero in mancanza di energia elettrica; non liofilizzati, perché potrebbe non esserci l’acqua per diluirli) da tenere di scorta per ciascun individuo per essere autonomo per la durata di 15 giorni. In tal modo, prima delle scadenze di detti generi alimentari, il cittadino potrebbe utilmente consumarli, ripristinando il Baule di Sicurezza Alimentare. In sintesi, come succede, evitare l’assalto ai supermercati che, mettendo in crisi l’arrivo dei rifornimenti, alimenta nei cittadini l’ansia e l’angoscia;
  • individuare tutti gli accessi al nostro paese e il personale necessario per presidiarli;
  • creare un elenco aggiornato degli appartenenti ai corpi delle Forze di Polizia compresa la Polizia Locale e/o Municipale nonché delle guardie giurate e le loro società di appartenenza;
  • prevedere l’assunzione straordinaria in tutte le Forze Armate, visto che sono composte solo di 321.660 unità;
  • formare e assumere in numero adeguato medici-infermieri-tecnici-agenti per la sicurezza da inviare in tutti i punti di accesso al paese;
  • far produrre in numero adeguato gli indumenti completi per detti operatori affinché non vengano infettati;
  • creare un elenco delle apparecchiature utili da installare agli accessi al paese per rilevare e contenere in sicurezza eventuali contagiati;
  • individuare e predisporre molti luoghi idonei per le quarantene e validi per il trattamento sanitario e la sicurezza tesa a evitare fughe, intrusioni o altro;
  • censire i centri di raccolta delle derrate alimentari, prevedendo un eventuale razionamento affinché tutti possano essere riforniti per almeno un pasto al giorno;
  • allestire centri di distribuzione viveri in base al numero della popolazione residente in un’area nonché prevedere il personale da inserirvi per la gestione e sicurezza.

SUPPORTO ALLE FORZE DELL’ORDINE E DELLA DIFESA

Le criticità inerenti al contagio possono essere fronteggiate in maniera efficace dalle Forze dell’Ordine e della Difesa, dotando tutti i reparti d’idonei accessori di protezione e informazioni per contrastare e prevenire il contagio.

Il Governo deve tempestivamente stanziare i fondi necessari affinché siano garantite urgentemente tutte le misure di prevenzione e protezione idonee a tutelare la salute del personale e dei loro famigliari che, insieme al personale sanitario e a tutte le componenti della sicurezza nazionale, si trovano a combattere in prima linea un’ardua battaglia nell’interesse dell’intera collettività. In pratica serve:

  • organizzare dei seminari con medici congiuntamente a personale esperto in tecniche operative di primo intervento, immobilizzazione e messa in sicurezza dei fermati potenzialmente contagiati;
  • stabilire un luogo ove accompagnare i soggetti potenzialmente contagiati responsabili di reati o inottemperanti all’ordine impartito dalle Autorità;
  • interessare il Ministero della Giustizia allo scopo di ricevere disposizioni in caso di adozione di provvedimenti restrittivi sia di natura cautelare sia precautelare nei riguardi di soggetti potenzialmente contagiati;
  • indicare i luoghi ove verranno sanificate le autovetture di servizio che hanno trasportato soggetti a rischio, le uniformi indossate dal personale e le attrezzature utilizzate contaminate da materiale biologico individuando i luoghi di distruzione e smaltimento del materiale monouso o inutilizzabile;
  • predisporre una visita sanitaria preliminare al personale da impiegare nelle zone a rischio;
  • evitare l’impiego del personale che abbia superato i 50 anni di età e, soprattutto, di coloro che non godendo di ottima salute fisica potrebbero avere indebolite le difese immunitarie;
  • disporre il divieto di far rientro presso i reparti di appartenenza o presso le proprie famiglie a tutto il personale che ha operato nelle zone ad alto rischio contagio se non prima del periodo stabilito dal Ministero della Salute connesso con l’incubazione del virus;
  • evitare di inviare in missione il personale, perché se qualcuno venisse contagiato e sfuggisse al controllo, la diffusione del virus si estenderebbe in molte regioni d’Italia divenendo incontrollabile con riflessi di responsabilità anche sull’Amministrazione;
  • impedire a tutto il personale che al momento si trova presso i reparti d’istruzione di fruire di permessi/licenze nei luoghi ad alto rischio contagio.

Per affrontare un’epidemia e/o pandemia è indispensabile tutelare chi ci tutela.

Utile il comunicato https://infodifesa.it/coronavirus-se-un-poliziotto-venisse-trovato-positivo-al-tampone-saremmo-costretti-a-chiudere-intere-questure-o-commissariati/ dal quale estraiamo alcuni righi. In Veneto chiuse scuole, attività sportive e manifestazioni. Ma oggi negli uffici amministrativi delle questure e commissariati, sono a lavorare in centinaia che riceveranno migliaia di utenti presso gli uffici immigrazioni, passaporti e licenze. Mauro Armelao, Segretario generale regionale del sindacato FSP Polizia di Stato Veneto prosegue …. Nessun allarmismo ma si abbia il coraggio di sospendere le attività fino al 1° marzo anche per questi uffici pubblici, continuando a garantire ovviamente il soccorso pubblico. In attesa di conoscere il livello di contagio nella nostra regione, senza voler creare inutile allarmismo, ma per senso di responsabilità e di tutela verso gli operatori della Polizia di Stato impegnati a svolgere il proprio lavoro a contatto diretto con l’utenza, escludendo per ovvie ragioni gli uffici operativi e di soccorso pubblico, compresa la vigilanza agli uffici, quello che preme far presente e sottolineare è che i poliziotti non sono dei robot, quindi immuni a contagi da virus, ma sono persone in carne ed ossa che devono essere salvaguardate il più possibile per garantire così il massimo della presenza in caso di necessità.

CONSENTIRE LA RAPIDA CIRCOLAZIONE STRADALE

Per consentire il rapido intervento nelle emergenze è inderogabile garantire la circolazione stradale, in particolare per la rapida distribuzione delle merci.

Questo è possibile se gli enti proprietari e/o gestori delle strade hanno ottemperato al rispetto della legge come ricordato anche nella lettera prot. U.0007553 del 28 ottobre 2019 inviata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali e il personale – Direzione generale per la sicurezza stradale – Divisione II che recita: Il comma 6 dell’art. 13 del Codice della Strada stabilisce che gli enti proprietari delle strade sono obbligati ad istituire e tenere aggiornati la cartografia, il catasto delle strade e le loro pertinenze e che nel catasto devono essere compresi anche gli impianti e i servizi permanenti connessi alle esigenze della circolazione stradale. Tra gli impianti e i servizi permanenti è quindi compresa anche la segnaletica stradale in quanto strettamente funzionale alla circolazione stradale. Poiché tra i primari compiti degli enti proprietari e/o gestori delle strade vi è quello della apposizione e manutenzione della segnaletica, ne deriva che per la corretta gestione è necessario che gli stessi Enti si dotino dello strumento indispensabile del catasto stradale, strettamente correlato all’esigenza di garantire la sicurezza e fluidità della circolazione stradale, provvedendo al censimento della segnaletica esistente, propedeutico ad una valutazione della sua adeguatezza e di conseguenza programmando gli interventi di manutenzione e/o sostituzione degli impianti esistenti, anche valutando la possibilità della rimozione degli impianti superflui o non più necessari.

Poiché, nella quasi totalità dei casi, la nostra esperienza ha evidenziato che non sono state rispettate dette norme previste dal Codice della Strada, il Governo ha il compito di emanare tempestivamente una norma diretta agli enti proprietari e/o gestori delle strade che:

  • preveda congrue sanzioni amministrative per coloro che non hanno rispettato le norme già esistenti e ricordate dal Ministero;
  • imponga, prevedendo congrue sanzioni amministrative:
  • l’informatizzazione del Catasto delle Strade e della relativa segnaletica stradale;
  • l’inserimento dello stesso nel loro sito Internet;
  • l’invio immediato della prima banca dati sia al Dipartimento di Protezione Civile sia al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali e il personale – Direzione generale per la sicurezza stradale;
  • l’invio giornaliero delle variazioni sia al Dipartimento di Protezione Civile sia al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali e il personale – Direzione generale per la sicurezza stradale.

 

L’INFORMAZIONE

Varo di un Decreto Legge che nei casi di emergenze consenta agli organi d’informazione radio e televisivi di trattare l’argomento, vietando che dall’inizio alla fine, vi siano interruzioni pubblicitarie. Ciò per evitare il facile sensazionalismo che fa vendere pubblicità ma alimenta nei cittadini l’ansia e l’angoscia.

Da evitare: Non crea sicurezza vedere in televisione il Presidente del Consiglio che si scontra con alcuni Presidenti di Regioni, perché evidenzia al cittadino che non esiste un Comando Unico e che le decisioni sono tardive e derivino da informazioni limitate riguardo al territorio, alle attività, al numero e tipologia dei cittadini e via dicendo.

IL VIAGGIARE

Visto che i fatti si evolvono giorno per giorno e ora per ora, il consiglio base è di informarsi prima di prendere qualunque decisione aprendo sia http://www.viaggiaresicuri.it/ sia i siti delle autorità nazionali e locali dove ci si deve recare.

Occorre porre attenzione ai problemi relativi ai diritti dei consumatori per annullamenti di viaggi ed eventi di vario tipo.

Cosa succede per i diritti dei consumatori, per esempio, se uno spettacolo viene annullato, se un treno non parte o non ferma a una stazione, se un volo aereo viene annullato? Lo possiamo scoprire aprendo https://www.aduc.it e leggendo i comunicati e gli approfondimenti dell’Associazione Difesa Utenti e Consumatori.

L’INVITO

Se affrontiamo i problemi in modo pragmatico, riusciremo a mettere in sicurezza noi stessi e gli altri concittadini, evitando così che, in assenza di rifornimenti, si scatenino micidiali rivolte alla ricerca di cibo e medicinali.

È diritto/dovere di tutti attivarsi e far attivare chi abbiamo eletto a governare il paese, fornendo per primi tutta la propria disponibilità.

Sempre il pessimismo dell’intelligenza e l’ottimismo della volontà.

A leggervi, Pier Luigi Ciolli

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