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Coronavirus. Donato Greco:“Chiudere le scuole è inutile”

Clamorosa l’uscita pubblica di  Donato Greco che presiedeva il Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Iss. “Non ci posso credere: per la prima volta nella nostra storia si chiudono scuole ed università. Tutta l’evidenza scientifica disponibile ad oggi concorda sull’inutilità della chiusura delle scuole, forse efficace solo per contenere il morbillo nelle scuole primarie”

In un interessante e controcorrente intervista rilasciata al Quotidiano Sanità, ci prospetta quanto avevamo pensato in parecchi: il virus girava da tempo: “virus circolava in Europa, indipendentemente dall’Italia, da settimane prima che scattasse questo allarme generalizzato”. E anche sulle misure prese nei confronti della Cina, il professore esprime negatività:” Non era indispensabile.”

La chiusura delle scuole è stata presa senza evidenza scientifica:

Su 100.000 positivi a questo virus, meno del 2% sono soggetti sotto i 19 anni. Tutti questi pochissimi soggetti hanno poi avuto un percorso clinico benigno ed un contagio intrafamiliare. Non è mai stato documentato alcun contagio scolastico. Anche in passato, rispetto alla Sars del 2003 ed alla Mers del 2009, si è dimostrato che i bambini non trasmettono questo virus facilmente. Discorso diverso è quello dell’influenza stagionale, qui sappiamo che proprio i bambini sono i principali ‘untori’ con un’incidenza superiore a 10 volte quella degli adulti, e le scuole diventano quindi un importante veicolo di trasmissione. Chiudere le scuole si è tradotto unicamente in un massacro per milioni di famiglie, senza alcuna giustificazione scientifica.

La chiusura delle scuole intanto crea:

-discontinuità didattica e mette nell’angoscia famiglie che si devono obbligatoriamente riorganizzare tempi e modalità lavorative non sempre conciliabili e non tutti hanno i nonni disponibili e in buona salute e che potrebbe in qualche caso essere loro stessi a rischio se hanno problemi seri di salute.

-rivoluziona il metodo di insegnamento tradizionale basato sull’ascolto e le lezioni a contatto diretto con gli alunni, mentre ora a distanza ci sono problemi logistici e didattici di non facile soluzione: non tutti hanno un computer personale e magari internet, devono imparare velocemente ad utilizzare tecnologie e programmi al più presto seguendo un percorso stabilito da informatici con linguaggi e spiegazioni non esattamente alla portata di tutti.

– i ragazzi si trovano meno in difficoltà dal punto di vista tecnologico, ma comunque devono avere spazi, computer e rete disponibile, cosa non scontata per tutte le famiglie.

Una serie di problemi di cui non si sa di preciso nè tempi nè percorsi finali, visto che si accorcerà l’anno scolastico con ripercussioni e aggiustamenti di vario genere.

 

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