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EDITORIALI

Milano, #iorestoacasa e disinformazione legale

Editoriale

a cura dell’ Avv. Gianni Dell’Aiuto

Circolano in rete alcuni audio in cui, anche qualcuno che si definisce avvocato, consiglia di non pagare l’ammenda che, da quanto viene riferito dalle voci, sembrerebbe possa essere irrogata sul momento da parte delle forze dell’ordine a chi viene trovato in giro, contravvenendo alle disposizioni del Decreto “Tutti a Casa”. Addirittura si “informano” i destinatari che, pagando l’ammenda, si diventerebbe pregiudicati e, in almeno uno di questi audio si fa presente che l’ammenda è una pena come l’arresto e l’ammenda, e non come la “contravvenzione” al codice della strada.

Evitiamo commenti, specialmente se questi audio, diffusi random, senza un minimo di accortezza e controllo, venissero davvero da avvocati, e proviamo a fare chiarezza.

PRIMO. A chi venisse fermato e non avesse un valido motivo per uscire di casa, le forze dell’ordine NON POSSONO IRROGARE AMMENDA, ma possono solo denunciarlo alla competente Procura della Repubblica per quanto di competenza.

SECONDO: Quanto sopra perché l’ammenda (così come la reclusione, l’arresto e la multa), sono pene che possono essere emesse solo da un Giudice penale al termine di un processo.

TERZO: A chi venisse fermato da Carabinieri, Polizia, Vigili Urbani, ben difficilmente verrà chiesta sul momento l’elezione di domicilio; gli operanti raccoglieranno le dichiarazioni e, successivamente, trasmetteranno gli atti alla Procura della Repubblica che svolgerà le attività necessarie ivi compresa, l’eventuale elezione di domicilio.

QUARTO: In quegli audio in cui si dice di non pagare l’ammenda (che non può essere emessa), si dice che verrà emesso un decreto penale di condanna. Non è detto che ciò accada, perché il procedimento potrebbe essere anche archiviato o il Pubblico Ministero potrebbe anche decidere di procedere con il rinvio a giudizio. Al Decreto penale ci si può opporre.

QUINTO: Chi ha lanciato questi audio sostiene che pagando l’ammenda si diventa pregiudicati. Già premesso che per l’emissione dell’ammenda occorre un processo (ordinario o mediante decreto penale), lancia segnali allarmistici decisamente eccessivi e dimostra di non prendere in considerazione, ad esempio, la sospensione condizionale della pena.

Non è questa la sede per fare una lezione di diritto penale, e ricordare agli autori degli audio che quelle al codice della strada cui sembra vogliano fare riferimento per cui è elevata immediatamente la sanzione non sono contravvenzioni ma violazioni amministrative (come ad esempio la guida con il cellulare).

Inoltre il professore Giovanni Maria Flick, già presidente della Corte Costituzionale, ha avanzato dubbi sulla costituzionalità della procedura che porterebbe ad un possibile arresto, ricordando che la falsità riguarda le dichiarazioni su generalità, stato civile e così via. Un provvedimento, almeno sul punto, e un’interpretazione che possono anche portare danno, tanto quanto un audio Whatsapp completamente sballato.

Si invita anche noi quindi tutti a fare attenzione ad audio e messaggi che arrivano sui vostri cellulari. Attenzione alla fonte e, se proprio volete avere certezze, chiamate un vostro avvocato di fiducia.

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