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Coronavirus. Fsi-Usae Sicilia: “Sottoporre a tampone “rapido” tutti gli operatori sanitari ogni 5 giorni

Coronavirus. Fsi-Usae Sicilia: “Sottoporre a tampone “rapido” tutti gli operatori sanitari ogni 5 giorni. Inammissibile che lo Stato centrale mandi un esercito a difenderci … senza armi”. PALERMO 18 MARZO – “Abbiamo inviato una missiva alla Protezione civile nazionale dipartimento della presi-denza del consiglio dei ministri, alle prefetture siciliane, al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, all’Assessore regionale della salute Ruggero Razza e alle Asp, alle aziende ospedaliere e ospedaliere universita-rie, perché è inammissibile che lo Stato centrale mandi un esercito a difenderci … senza armi”. E’ quan-to dichiara Calogero Coniglio, segretario regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti orga-nizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei. Dopo diverse note inviate dall’organizzazione sindacale, si vuole denunciare lo stato di preoccupazione in cui versa chi lavora nella sanità, in particolare nel territorio delle ASP di Catania e Palermo. “Poiché i gesti valgono più di mille parole, oggi, i professionisti e operatori sanitari, a parole li si ringrazia, con i gesti lo Stato li condanna a morte. Dai vari presidi ospedalieri giungono notizie che la maggior parte del perso-nale, è ancora sprovvisto di dispositivi protettivi e le rassicurazioni provenienti dalle direzioni sanitarie non rie-scono più a sortire nessun effetto sullo stato d’animo degli operatori”, precisa Coniglio. Si ritiene fondamentale ribadire lo spirito di collaborazione messo in campo, come sempre, dalla Fsi-Usae, dei suoi componenti e dalle segreterie territoriali e “chiediamo di sottoporre a tampone “rapido” tutti gli opera-tori sanitari che prestano servizio nelle strutture ospedaliere del Ssr (entro 72 ore) da ripetere ogni 5 giorni, l’avvio di nuove assunzioni di medici e infermieri, tecnici, oss con contratto pubblico a tempo determi-nato e non con contratti libero professionisti. Questa Organizzazione Sindacale è contraria a qualsiasi forma di precariato. Inoltre chiediamo il recupero dei Dpi (mascherine FFP3, maschere-occhiali protettivi e gel di-sinfettante su base alcolica) utili a proteggere il personale sanitario del Ssr prima che arrivi il picco massi-mo e di voler mettere in atto con estrema urgenza tutte le misure necessarie per favorire la sicurezza dei lavo-ratori”. “Contestiamo all’Istituto Superiore della Sanità il documento “Indicazioni ad interim per un utilizzo raziona-le delle protezioni per infezione da SARS-COV-2 nelle attività sanitarie e socio sanitarie (assistenza a soggetti affetti da covid-19) nell’attuale scenario emergenziale SARS-COV-2” aggiornato al 14/3/2020 che adotta e ag-giorna le indicazioni sull’utilizzo dei Dpi adottate nella nota 1433 del 13 marzo us, acquisito dalla Regione Sicilia-na in data 16/03/2020 prot. 15077 (assessorato alla salute), che non specifica con quali Dpi devono essere as-sistiti i pazienti con sospetto Covid-19 (tutti), in questa fase avanzata della pandemia, ricoverati nel-le restanti unità operative (chirurgia generale, pediatria, medicina, ematologia, Orl, sala operatoria, ortopedia, nefrologia, ambulatori, equipaggi 118, ecc.) del Ssr. Perché in considerazione che i presidi (mascherine chirur-giche) che oggi vengono definiti Dpi, precedentemente (fino al 13/3/2020), erano considerati strumento di protezione del campo chirurgico e non dell’operatore, non si comprende come oggi l’Istituto Superiore Sanità li possa considerare Dpi validi come protezione degli operatori sanitari che assistono soggetti affetti o sospetti da Covid-19”. “Su questo fronte occorre un impegno forte di Governo e Regione, capace di salvaguardare i lavoratori. Per queste ragioni la Fsi-Usae chiede al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, all’Assessore regionale della Salute Ruggero Razza e alle Prefetture siciliane la volontà di essere parte attiva nelle future occasioni di confronto istituzionale relative all’emergenza coronavirus così come sta avvenendo nelle regioni del nord, una condizione indispensabile per gestire al meglio questo grave problema,”, conclude Coniglio.

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