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Corona Virus e Aziende, Intervista all’avvocato Riccardo Stucchi di Busto Arsizio

L’Italia, e più in generale il Mondo, si trovano davanti alla difficile battaglia di contenimento della diffusione del Coronavirus.

Inevitabilmente, tale situazione si riflette su ogni aspetto della vita quotidiana e si ripercuote sia in capo alle persone fisiche sia in capo ai soggetti dotati di personalità giuridica e quindi le aziende.

Per valutare gli effetti dei nuovi decreti sulle routine nei luoghi di lavoro, abbiamo chiesto un parere all’avvocato Riccardo Stucchi di Busto Arsizio, esperto di responsabilità penale e amministrativa degli enti.

Buongiorno Avvocato, le nuove direttive cambieranno le routine all’interno delle aziende?

È inevitabile, proprio con riferimento a queste ultime, sempre nell’ottica del contenimento della diffusione del virus, il Governo si è adoperato emanando delle direttive di carattere operativo molto precise e stringenti.

Tali direttive, che hanno come fine primario quello di impedire che il virus si diffonda a macchia d’olio nella popolazione, sono in particolare rivolte alle aziende, le quali avranno l’onere di attuare da subito delle procedure al fine di garantire la sicurezza e la tutela della salute dei dipendenti e dei collaboratori interni ed esterni.

Il testo normativo al quale si fa riferimento è il DPCM 11 marzo 2020, a norma del quale le aziende dovranno valutare il rischio di contagio in base all’attività dalle stesse svolta e, parallelamente, riorganizzare i propri cicli produttivi, gestionali e operativi, così da eliminare qualsiasi fattore di rischio.

Il predetto testo di legge all’articolo 7 riporta delle direttive di base volte ad incentivare il lavoro agile, ovvero il così detto smart working, in modo da evitare qualsiasi tipo di spostamento che non sia necessario e tanto altro.

Le aziende che non possono utilizzare lo smart working sono obbligate a chiudere o possono attuare delle contromisure, per mantenere in funzione gli impianti?

Diciamo che è interesse di tutti che la produzione continui, tuttavia vengono riportate una serie di direttive quali l’incentivo alle ferie e ai congedi retribuiti, la sospensione delle attività non essenziali, l’assunzione di protocolli anti contagio, la sanificazione dei luoghi di lavoro etc. che sono proprio volte a far si che la produzione continui ma in condizioni di sicurezza.

Alla luce di ciò appare chiaro che il compito delle aziende non risulta assolutamente di facile attuazione e, di contro, in virtù dei precetti impartiti dalla predetta norma balza subito all’occhio il collegamento all’art. 25 septies del D.lgs 231/2001 e, ovviamente, alla normativa in tema di salute e sicurezza sul lavoro ai sensi del T.U. 81/2008.

Quindi serviranno delle nuove procedure che regolamentino il lavoro interno alle singole realtà?

Certamente, è bene pertanto che tutte le aziende, di concerto con i propri consulenti e gli RSPP adottino quante più misure di cautela sia possibile attuare, con lo scopo anzitutto di prevenire la diffusione del virus e, in secondo luogo, nel caso vengano effettuati accertamenti da parte delle autorità (in questo momento saranno stringenti) possano dimostrare di aver attuato tutte le cautele necessarie. In caso contrario, le aziende incapperanno nella responsabilità 231 che, inutile dirlo, prevede delle ingenti sanzioni in capo alle stesse, sanzioni che hanno carattere pecuniario e interdittivo, applicabili anche in via cautelare.

Tanto per fare alcuni esempi che possano permettere a voi lettori di comprendere l’eventuale portata delle sanzioni, si sottolinea come le stesse vengano calcolate per quote rapportate alla gravità del fatto, e le stesse oscillino dal un minimo di € 25.822,84 ad un massimo di € 1.549.370,69, oltre ovviamente alle sanzioni di carattere interdittivo.

E’chiaro quindi che in un momento come quello che stiamo vivendo, l’irrogazione di simili sanzioni in capo ad un’azienda, provocherebbero certamente un dissesto economico difficile da sanare.

La ringraziamo per le informazioni ci ha lasciato nell’interesse dei cittadini e dei datori di lavoro. Vuole rivolgersi direttamente a loro con un ultimo suggerimento?

Consiglio pertanto a tutti gli imprenditori di ottemperare alle predette norme nella maniera più puntuale ed esaustiva possibile implementando, per le aziende che già sono dotate, il modello di gestione e controllo 231 in virtù delle modifiche di cui sopra e, per coloro che non fossero dotati, di correre subito ai ripari predisponendone uno.

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