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Coronavirus. Salvini, Renzi leggete Bertrand Russell

Firenze, 28 Marzo 2020. Matteo Renzi, in un’intervista ad Avvenire, oggi ha detto che “serve un piano per la riapertura. Le fabbriche devono riaprire prima di Pasqua. Poi il resto. I negozi, le scuole, le librerie, le messe. Sì, non ci scambieremo il segno della pace ma torneremo a messa. O almeno a fare l’adorazione insieme”.
A ruota, l’altro Matteo, Salvini, per non essere da meno ha affermato in diretta su Facebook: “Sono aperti esercizi non essenziali come i tabaccai, perche’ non lasciare aperta la porta di una chiesa di paese? Lo dico al governo, pensateci. Vero che si puo’ pregare in casa, ma una preghiera diretta puo’ fare la differenza”.
Condividiamo le speranze dei due Mattei: è auspicabile che si torni presto alla vita di tutti i giorni. Ma non è possibile, almeno per adesso. È bene che ci sia dibattito, ma visto che qui non si tratta di opinioni ma di fatti, lasciamo che sia la scienza a darci indicazioni. Sempre vigili, per carità, ma rispettosi.
Visti i giorni di “riposo forzato”, consigliamo ai due una lettura. Perché non sono cristiano, Bertrand Russell. No, non è una provocazione.
Proprio rispetto alle preghiere, che i due tanti sperano di far realizzare in gruppo, Russell ci dice qualcosa che è bene tenere a mente «L’amore senza la conoscenza, o la conoscenza senza l’amore, non possono maturare una vita retta. Nel Medioevo, allorché la pestilenza mieteva vittime, santi uomini riunivano la popolazione nelle chiese per pregare, cosicché l’infezione si diffondeva con straordinaria rapidità fra le masse dei supplicanti. Ecco un esempio di amore senza conoscenza. La grande guerra è un esempio di conoscenza senza amore. In entrambi i casi le conseguenze furono disastrose. Benché amore e conoscenza siano necessari, l’amore è, in certo senso, più fondamentale perché spinge l’intelligenza a scoprire sempre nuovi modi di giovare ai propri simili. Le persone non intelligenti si accontenteranno di agire secondo quanto è stato loro detto, e potranno causare danno, proprio per la loro ingenua bontà. La medicina suffraga questa opinione: un bravo medico è più
utile a un ammalato che non l’amico più devoto; e il progresso della scienza medica giova alla salute della comunità più che una ignorante filantropia. Tuttavia, anche al medico è necessaria la benevolenza, affinché tutti, e non soltanto i ricchi, possano approfittare delle scoperte scientifiche».
Sarà chiaro adesso a Salvini, qual è la differenza che passa tra un tabaccaio ed una chiesa? E a Renzi, sarà chiaro perché è bene stare a casa ancora un po’? Loro vorranno anche bene all’Italia, ma quanto a conoscenza…

Alessandro Gallucci, legale, consulente Aduc

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