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Cronaca

M5S Lombardia. No al biogas da siero del latte, la risposta dei portavoce lombardi del M5S al CIB

 

 In accoglimento delle OSSERVAZIONI con DIFFIDA e successivo SOLLECITO, la Regione Lombardia ha ANNULLATO, in autotutela, l’autorizzazione all’uso indiscriminato di SIERO di latte nei biogas. Il decreto dirigenziale era ILLEGITTIMO perché oltre ad essere emesso da chi non aveva i poteri per farlo, non rispettava le norme nazionali e comunitarie A TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA. Il rischio microbiologico di un utilizzo non controllato del siero di latte, come matrice nei biodigestori, potrebbe essere enorme. Occorre un’analisi ponderata che Regione Lombardia si è impegnata a fare”

 

Prosegue il dibattito fra il gruppo consigliare lombardo del Movimento 5 Stelle, il deputato Alberto Zolezzi e il Consorzio Italiano del Biogas (CIB), in merito all’utilizzo del siero da latte all’interno degli impianti biogas.

 

Ringraziamo il CIB per la risposta, approfondire il dibattito è sicuramente utile per chiarirne i punti” scrivono i portavoce pentastellati.

 

Partiamo dai dati. La letteratura già esistente mette in relazione il ruolo di carrier del particolato atmosferico, con la diffusione maggiore dell’epidemia Covid-19 nelle zone più inquinate d’Italia. Esiste uno studio del SIMA, non ancora terminato, che dimostrerebbe il ruolo determinante dell’inquinamento nel rendere più agevole l’ingresso del virus in profondità nelle vie aeree. In Francia dove, come in Italia, il nuovo Coronavirus sta causando maggiori danni nelle aree più inquinate, l’assemblea dei Prefetti sta valutando la richiesta del collettivo istituzionale Aria-Salute-Clima di limitare proprio le emissioni evitabili in agricoltura.

 

In nome del principio di precauzione va quindi ridotto l’inquinamento.

 

Il tema è serio. Sarebbe un errore non limitare emissioni inutili e non strategiche, per poi scoprire che, magari quota parte, l’inquinamento contribuisce a far morire anche di Coronavirus. Fra le fonti che possiamo limitare subito – in linea con quanto già fatto dal secondo governo Conte che ha eliminato gli incentivi ai vecchi impianti a biogas sopra a 300kW – vi è proprio l’inquinamento prodotto dagli impianti a biogas.

 

In Lombardia la giunta Formigoni prima, e quella Maroni poi, hanno sottratto risorse alla Sanità Pubblica. Oltre 1,5 miliardi distratti dalle casse pubbliche. Formigoni è stato però impegnato a inaugurare 500 megaimpianti a biogas in Lombardia. Molti dei quali non legati a una filiera aziendale, ma basati su gestione rifiuti speciali a filiera lunga: scarti di concia pelli, scarti di macellazione e chi più ne ha più ne metta. L’effetto? Dopo un periodo in cui lo zolfo e le diossine sembravano sotto controllo in Lombardia, sono ripartiti sforamenti pazzeschi di zolfo, ossidi di azoto e altri inquinanti primari.

 

In questo momento, nonostante un trasporto merci ridotto, le polveri sono ancora elevate. Secondo quanto prescritto dall’OMS la concentrazione media accettabile dovrebbe essere di 10 mg di PM 2.5. A Cremona, Bergamo, Mantova e Lodi, nei due mesi precedenti alla pandemia Covid-19 i valori si aggiravano stabilmente intorno a 35mg.

 

Per ogni unità di energia lorda prodotta da un impianto a biogas le emissioni di NOx sono circa 25 volte quelle prodotte da un impianto a turbogas, se si va sul netto o sui controlli di ARPA si va fuori scala. Per cui attenzione a non fare confusione. La Lombardia se vuole continuare a essere abitata deve limitare le emissioni e in questo momento quelle di impianti sopra a 300 kW a biogas sono evitabili.

 

Come gestire il siero del latte in eccesso? Se è ad uso umano può essere polverizzato ed usato nell’industria alimentare. Altrimenti polverizzato (disidratato) al posto del latte in polvere per i vitelli e i suini. Come sempre non esistono soluzioni immediate, questo potrebbe essere uno spunto di riflessione dal quale cominciare.

 

Il comunicato del CIB cita la questione FORSU. Bene, anche se ci piacerebbe spiegassero perché loro non ammettono chi usa come matrice FORSU nel CIB, come ben sanno siamo pienamente d’accordo a partire dal rischio microbiologico. La digestione anaerobica causa oltre il doppio di emissioni rispetto al compostaggio della Forsu. Ricordiamo che il compostaggio aerobico sterilizza la FORSU. La digestione anaerobica no.

Il biometano ancora meno. E costa più del doppio allo Stato e in bolletta ai cittadini. È chiaro che il cammino della transizione verso fonti realmente rinnovabili può prevedere provvedimenti temporanei, ma è proprio il momento di prendere questi provvedimenti. Il rischio è troppo alto. Non vale la pena di stimolare le condizioni affinché il virus continui a diffondersi nell’aria più a lungo. Così come sarebbe il caso di cogliere l’occasione. Dal momento che il particolato in eccesso è causa di almeno 60mila vittime in pianura Padana ogni anno, altre 16mila nel resto d’Italia. Se non ora quando.

 

Ognuno di noi ha due polmoni, uno a destra e uno a sinistra ma servono entrambi. Così come le idee, che non sono né di destra né di sinistra, ma giuste o sbagliare. Tradurle in pratica velocemente, ora più che mai, può salvare molte vite” concludono i portavoce pentastellati.

 

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