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CULTURA

Milano Via Crucis per la zona pastorale VII^ Sesto San Giovanni

Milano 3 Aprile 2020

Si è svolta questa sera presso la Cappella feriale del Duomo di Milano, la Via Crucis per la zona Pastorale VII, Presieduta dall’Arcivescovo Mons.Mario Delpini, senza “concorso di popolo” come prevedono le norme del DPCM.

Di seguito riportiamo l’Omelia dell’Arcivescovo Mons.Mario Delpini.

Via crucis – Zona VII Duomo di Milano (invece che a Vimodrone) – 3 aprile In assenza di fedeli per misure di cautela contro la diffusione del virus

 

Dov’è Dio? La fede di Maria. La fede della Chiesa.

  1. Come una sintesi della vita e delle sue domande. La Via Crucis non è il racconto di una storia: è una specie di sintesi del dramma di essere vivi. Chi percorre questa via dolorosa sente echeggiare tutte le domande più profonde e inquietanti dell’umanità. Una domanda non si può evitare, anche se si pone in modi molti diversi. La meditazione della via crucis pone questa domanda: Dov’è Dio?

  1. La domanda beffarda: dov’è Dio? La domanda può essere posta in modo beffardo, come una sfida, come per dire: dov’è Dio? è evidente che Dio non c’è. Guardate: io faccio quello che voglio e niente me lo può impedire. Dio non c’è e se c’è non si interessa. Il potere nel suo orgoglio si vanta di fare quello che vuole e non ha motivi per temere Dio. Il potere dice: io posso ingiustamente condannare il giusto e chi me lo può impedire? Dov’è Dio? Io posso umiliare e torturare l’inerme, il debole: chi me lo può impedire? Dov’è Dio? Io posso mettere in croce l’innocente tra due delinquenti: è forse venuto un angelo di Dio a liberarlo?

  1. La domanda devota: dov’è Dio? La domanda può esser posta in modo devoto, come una sollecitazione spirituale: la sofferenza dell’innocente muove qualche cosa nell’animo devoto, diventa una provocazione alla commozione. Nell’animo dei semplici, anche di quelli che sembrano così distratti e superficiali, anche di quelli che si presentano in modo grossolano, di fronte all’ingiusto soffrire si muove qualche cosa. Diventa uno spiraglio dal quale emerge che nell’animo umano c’è una dimensione spirituale, c’è una predisposizione alla compassione, alla solidarietà, alla generosità. Si può dire che fa parte dell’umanità la spiritualità: non si sa bene che cosa significhi, non prende forme definite, non è una evidenza abituale. Ma all’occasione, ecco il gesto che non ti aspetti, ecco un eroismo che sorprende. Allora la domanda devota: “dov’è Dio?” trova la risposta facile: Dio è nella commozione di Veronica che si esprime nel gesto della pietà, Dio è nel soccorso offerto controvoglia da Simone di Cirene. La dimensione spirituale dell’animo umano risulta nel nostro tempo la risposta facile e sufficiente per recuperare qualche cosa della religione, della devozione, della presenza del divino: si fa riferimento alla riserva dei buoni sentimenti, a quell’arte di stare bene con se stessi che ha bisogno di fare anche un po’ di bene agli altri, a quel desiderio di armonia con l’ambiente che investe di tenerezze piante, animali, spettacoli naturale e ogni essere vivente. Dov’è Dio? Dovunque il guardo giro/ immenso dio ti vedo, / nell’opre tue t’ammiro / ti riconosco in me. / La terra, il mar, le sfere / parlan del tuo potere. / Tu sei per tutto / e noi tutti viviamo in te. (Pietro Metastasio (1698-1782) [pseudonym]).

  2. 4. La fede di Maria, la fede della Chiesa. Anche Maria percorre con il figlio la via della croce, fino al compimento. Nel racconto evangelico, come nel pio esercizio della Via Crucis, Maria non dice una parola, Maria non compie nessun gesto, Maria non fa niente. Maria però risponde alla domanda credente: Dov’è Dio? Maria guarda Gesù e riconosce che Dio è presente. È un modo divino di essere Dio. E’ sconvolgente per il pregiudizio umano, per la fantasia religiosa.

Dio non risponde alla domanda dei beffardi, non è il Dio potente che fulmina i prepotenti come si aspetterebbe il risentimento degli sconfitti e dei deboli. Dio non si confonde con una vago sentimento di bontà, con uno struggimento interiore, con l’autocompiacimento di chi basta a se stesso, si accontenta di stare bene con se stesso, e trova nel linguaggio religioso e persino in dio un utile complemento per essere soddisfatto di sé. Dio si rende presente nel Figlio che il Padre ha mandato nel mondo per salvare il mondo. E noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Percorriamo la via della croce insieme a Maria, per vedere il velo del tempio squarciarsi e rendere accessibile il Santo dei Santi. Percorriamo la via della croce insieme al popolo dei credenti, per giungere fino all’incontro con il risorto e professare con Tommaso: Mio Signore e mio Dio! (Gv 20,28).

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