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Caposele,Acquedotto Pugliese,il più lungo del mondo,il terzo per capienza.

La Storia in questo luogo “corre sul pelo dell’acqua”,che dalle sorgenti del Sele sul Monte Paflagone in provincia di Avellino,arriva a Bari a partire dal lontano 1915.
Domenica 21 luglio 2019,grazie all’Associazione Infoirpinia,un folto gruppo di visitatori ha potuto scoprire il valore incommensurabile, delle sorgenti del fiume Sele nel comune di Caposele, e per il territorio limitrofo e per l’antica Daunia.

All’indomani dell’Unita’ d’Italia (1861) uno dei problemi urgenti ,che lo Stato “novello” dovette affrontare, fu quello di “dissetare” la Puglia,che priva di alture e sorgenti, soffriva di penuria idrica fin dall’antichità,così come testimoniato dallo stesso Orazio (…arriva alle stelle l’afa della Puglia sitibonda).

Le trattative per la realizzazione dell’acquedotto,che poi fu definito pugliese,furono lunghe e difficoltose,per la chiara opposizione degli abitanti di Caposele.
L’appalto dei lavori fu assegnato, per gara pubblica internazionale ed i tecnici con gli operai giunsero così da tutta Italia e dall’Europa.

Nacquero nuove relazioni e le varie culture si incontrarono in un arco di tempo di circa otto anni,perché questo fu il tempo che occorse,perché l’acqua zampillasse per la prima volta a Bari nel 1915, poco tempo prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Lo stesso Ungaretti lodo’ l’opera per efficienza e bellezza. Infatti entrando nella sala di captazione, di cui alle foto sottostanti, ci si rende conto della potenza delle acque ivi convogliate ed incanalate dalle sorgenti del vicino monte Paflagone,denominato così dagli antichi Greci,che si inoltrarono in Irpinia.
In questo luogo la potenza della natura e l’intelligenza dell’uomo si incontrano e collaborano.

Ma le sorprese che riserva Caposele non finiscono qui. A rifocillare i turisti di Infoirpinia,dopo l’esplorazione mattutina all’acquedotto ed alla mostra dedicata a Leonardo,ha provveduto il personale del ristorante Sette Bello,dove è possibile consumare un piatto tipico del luogo,ovvero le matasse con i ceci,consistente in un primo piatto di pasta fatta a mano a base dei gustosi legumi tondeggianti abbinati ai famosi peperoni cruschi.
E dopo aver corroborato la mente ed il corpo,una visita al santuario di San Gerardo ha infine rinfrancato lo spirito dei partecipanti alla quarta tappa di Estate in Irpinia 2019.

Elena Opromollo

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