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M5S Lombardia. RSA, errori imperdonabili, a ultrasettantacinquenni no a cure ospedaliere

 

“Con atti di Giunta, approvati senza aver nemmeno interpellato le opposizioni, Regione Lombardia ha condannato centinaia di anziani. Liquidando temi come etica, fine vita e morale a due righe in calce ad un allegato, dopo essersene per anni riempiti la bocca. Quando l’emergenza sarà alle spalle, abbiamo tutti il dovere di non dimenticare e stabilire come, da chi e perché sono state prese simili decisioni”, così Massimo De Rosa, consigliere regionale del M5S Lombardia commenta la delibera della Lombardia XI/3018 del 30 marzo che per gli ultrasettantacinquenni che hanno una “situazione di precedente fragilità nonché più comorbilità” indica “che le cure vengano prestate presso la stessa struttura” e non in ospedale.

 

“Nella gestione della pandemia all’interno delle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) sono stati commessi errori imperdonabili, dagli esiti nefasti. Oggi apprendiamo come quegli errori siano figli non solo di incapacità politica, bensì frutto di scelte tanto ponderate, quanto nefaste. Ora vogliamo sapere chi ha preso quelle decisioni e su quali basi Regione Lombardia ha scientemente valutato come sacrificabili, gli ospiti ultrasettantacinquenni residenti nelle RSA Lombarde”, chiede Massimo De Rosa. 

“Negli allegati della delibera XI/3018 del 30 marzo si legge: ‘I maggiori di 75 anni che presentano dei valori anomali di saturazione dell’ossigeno e sono in ‘discrete condizioni di salute’, vengono dirottati sul circuito ospedaliero tramite il 112’.

Per gli ultrasettantacinquenni che hanno una “situazione di precedente fragilità nonché più comorbilità, è opportuno che le cure vengano prestate presso la stessa struttura per evitare ulteriori rischi di peggioramento dovuti al trasporto e all’attesa in Pronto Soccorso”. 

Quindi a tutti i pazienti over 75 con fragilità e altre patologie, praticamente l’assoluta maggioranza degli ospiti, viene negato l’accesso alle cure ospedaliera. Nei fatti la giunta Fontana, dopo aver deliberato di farli ammalare, nega loro l’accesso alle cure, per non gravare sul sistema ospedaliero. Per loro solo ossigenoterapia in struttura. E se non bastasse Regione Lombardia indica anche in questo caso la strada, mettendolo nero su bianco all’interno di un allegato: “se il paziente è terminale si allegano le linee guida per ‘protocollo di sedazione terminale/sedazione palliativa”, conclude De Rosa.

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