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Alzano Lombardo: tante domande sulla gestione dell’emergenza coronavirus 

Il “Fatto quotidiano” e “Chi l’ha visto” hanno ricostruito la vicenda dell’ospedale della cittadina bergamasca di Alzano Lombardo (170 contagi) nei giorni dal venerdì 21 al lunedì 24 febbraio.  In quei giorni l’allarme coronavirus era già scattato, c’era una situazione di emergenza nazionale ed era appena stata istituita la zona rossa nel lodigiano.

I dirigenti della ASST di Bergamo Est e dell’ospedale di Alzano ( il direttore dell’ASST Francesco Locati, il direttore sanitario Roberto Cosentina e il direttore medico Giuseppe Marzulli) non avrebbero agito secondo le aspettative.

Venerdì 21 febbraio ad Alzano si registrano i primi due casi di polmonite, sabato 22 febbraio si cominciano ad usare le mascherine e il 23 viene chiuso per qualche ora l’intero ospedale per poi riaprirlo e in pochi giorni comincia la tragedia.

Tutto questo sembra sia accaduto senza nessuna comunicazione ufficiale agli utenti dell’ospedale o al Ministero della Salute. 

Il direttore sanitario della ASST Bergamo est coinvolto nella vicenda è Roberto Cosentina, lo stesso che è stato indagato e condannato in primo grado a due anni e sei mesi per omessa denuncia e favoreggiamento nel caso Leonardo Cazzaniga (condannato, a sua volta, all’ergastolo per 12 omicidi tra pazienti e parenti della sua compagna).

 Nel frattempo sulla vicenda la Procura di Bergamo apre una inchiesta sulla gestione dell’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo con l’ipotesi di reato di epidemia colposa al momento contro ignoti e mette al lavoro tre magistrati tra cui il procuratore capo facente funzioni Maria Cristina Rota.

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