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Fase 2 “Emergenza Coronavirus” e fake news. Regione Lombardia: Falso accordo quadro.

Fase 2 “Emergenza Coronavirus” e fake news. Regione Lombardia: Falso accordo quadro. Arriva l’allerta della Polizia Postale sui falsi messaggi Whatsapp. Lo “Sportello dei Diritti”: fermiamo queste catene di disinformazione e verifichiamo le notizie solo sui siti istituzionali Bisogna a tutti costi interrompere la catena di false notizie che già nei momenti normali della vita quotidiana possono creare caos, disordine, paure o false aspettative, figuriamoci in piena emergenza “Coronavirus”. La responsabilità di simili comportamenti spetta in primo luogo a ciascuno di noi, alla nostra capacità di non farsi prendere dal primo messaggino condiviso sui social e al dovere d’informarsi correttamente e a non contribuire alla diffusione di fake news. La sensibilità collettiva, in questo senso, potrà essere fondamentale per uscire dall’emergenza così come stiamo tentando di ripetere da tempo noi dello “Sportello dei Diritti”. Ma evidentemente, c’è chi ancora approfitta delle ansie dei cittadini per innescare pericolosi circoli viziosi, come coloro che stanno diffondendo tramite Whatsapp un “Falso accordo quadro” della Regione Lombardia con il quale sarebbe stata calendarizzata l’apertura delle attività nella regione italiana più esposta ai contagi. A segnalarlo anche la Polizia Postale sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” che con un post ha voluto comunicare quanto segue: «REGIONE LOMBARDIA: FALSO ACCORDO QUADRO Ancora una notizia falsa. Sta circolando su whatsapp una fakenews della Regione Lombardia, che sta creando un ingiustificato allarme sociale, secondo la quale sarebbe stata calendarizzata la riapertura delle attività post covid19. La Regione Lombardia, che ha completamente smentito il documento, ha presentato una segnalazione di reato alla Polizia Postale di Milano. Si invitano gli utenti a verificare le notizie consultando esclusivamente il portale www.regione.lombardia.it diffidando da messaggi o news che non siano direttamente riscontrabili rispetto alla fonte di provenienza.» Non ci stancheremo mai di ripetere a tutti i cittadini di prestare attenzione a tutti i messaggi che giungono sui nostri dispositivi, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Che siano attraverso Whatsapp, Facebook, qualsiasi altro social o via email, verifichiamo sempre la correttezza delle notizie e se del caso, comunichiamo a coloro che ce l’hanno trasmesse l’errore commesso nel diffonderle. Adottando comportamenti responsabili e non avendo timore di sensibilizzare anche gli altri in tal senso, potremo contribuire ad uscire dall’emergenza e ad affrontare la crisi con mezzi certi e senza la confusione derivante dalle falsità.

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