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Coronavirus. L’appello della Fsi-Usae Sicilia, no a sanitari usa e getta

Coronavirus. L’appello della Fsi-Usae Sicilia: “No a medici, infermieri, tecnici, ostetriche e Oss “eroi usa e getta”

 

Per fronteggiare l’emergenza Coronavirus il governo Conte ha emanato un decreto per l’assunzione straordinaria di 20 mila medici, infermieri, tecnici, oss, ecc. chiamandoli in trincea a salvare il paese provato duramente, ma con contratti solo di tipo precario scandalosamente non rinnovabili, con durata non superiore ai 6 mesi, e comunque entro il termine dello stato di emergenza.

I componenti della segreteria regionale Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, Salvatore Ballacchino, Renzo Spada, Pier Paolo Di Marco, Maurizio Cirignotta, Salvatore Bracchitta e Calogero Coniglio ritengono inaccettabile che i lavoratori vengano usati e gettati: si usa il patrimonio economico in dote e poi si getta via il lavoratore. Non possiamo permettere che il governo chiami tutti in guerra per sostenere il paese, ma poi il contributo dato, per vincere, non varrà nulla. Oggi più che mai i cittadini sono riconoscenti agli operatori sanitari, che più di tutti stanno contribuendo alla battaglia contro la pandemia.

 

In questo contesto si sta creando una guerra tra “poveri”, da una parte troviamo personale sanitario che rivendica la stabilizzazione, mentre dall’altra personale che invoca la chiamata per l’assunzione a tempo indeterminato di concorsi in corso di espletamento e da graduatorie vigenti. Adesso si aggiunge il personale sanitario impiegato per combattere l’emergenza covid-19 “usa e getta”. Come sindacato, saremo molto attenti, monitorando queste procedure affinché venga garantita equità di trattamento.

Il governo e la politica, non si rendono conto che si è fatto fronte all’emergenza solo alla grande dedizione e ai turni massacranti di lavoratrici e lavoratori che resistono nonostante tutto? Abbiamo organici e ospedali al di sotto dei principali paesi europei, mancano 50 mila medici e altrettanti infermieri, tecnici di radiologia e laboratorio analisi, ostetriche, oss, biologi, da qui al 2026 è previsto il prepensionamento di 65 mila operatori sanitari e invece, finora, tutti i governi che si sono susseguiti negli ultimi anni hanno tagliato servizi pubblici, personale e alimentato la precarizzazione del personale. Bisogna organizzare una sanità affinchè mai più possa succedere questo grave atto di irresponsabilità politica e di noncuranza per il diritto alla salute e alla vita.

 

“Siamo in piena emergenza Covid, con decine di contagiati in Sicilia tra il personale sanitario ma esaurita questa fase la Fsi-Usae si farà promotrice di iniziative di mobilitazione tese ad affrontare e risolvere l’inaccettabile situazione creatasi per tutelare il lavoro degli operatori sanitari, e pretenderemo che la regione siciliana metta le risorse necessarie in modo da non lasciare fuori nessun lavoratore che ne abbia titolo consentendo le assunzioni”.

“Bisogna cambiare registro in Sicilia: più medici, più infermieri, più tecnici, più oss, più posti letto, più prevenzione e assistenza territoriale, più investimenti nell’area emergenza-urgenza seus 118. Chiediamo al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e all’Assessore regionale della Salute Ruggero Razza un grande piano di investimenti per il rilancio della sanità pubblica siciliana a partire dalla programmazione di assunzioni a tempo indeterminato, un lavoro sicuro, qualificato a chi è venuto a supporto dell’emergenza, che garantisca la salute a tutti i cittadini.

Dalla Regione ci aspettiamo un riconoscimento e pari dignità a tutti questi lavoratori che stanno combattendo in prima linea contro il Covid-19. Chiediamo pertanto di voler sostenere la nostra istanza a far sì che si realizzi questa operazione. Eliminiamo agenzie interinali, cooperative o contratti precari, a partita IVA o Co.Co.Co che abusano del personale sanitario. Non sono lavoratori “eroi usa e getta”, questo è il nostro slogan ufficiale. Pertanto dopo l’emergenza chiederemo risposte convincenti e rassicuranti.

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