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Lancini (Lega) all’UE, azioni forti per l’agricoltura

Lancini (Lega) all’UE: “Dopo l’epidemia, ripensare

il sistema agricolo e degli scambi commerciali!”

 

(Bruxelles, 21 Apr) – In occasione dello scambio di vedute odierno con il Commissario Phil Hogan, nell’ambito dei lavori della Commissione “Commercio Internazionale” (INTA) del Parlamento Europeo, l’eurodeputato leghista Danilo Oscar Lancini ha rivolto un appello alle istituzioni europee.

«La pandemia ha mostrato al mondo quanto in realtà siano fragili le conquiste della globalizzazione, ottenute al prezzo di delocalizzazioni e di una dipendenza elevatissima da un solo paese, la Cina, come fornitore per molti settori. In tutta l’Unione il comparto agroalimentare, nonostante la sua importanza strategica, ha vissuto forti squilibri ed è stato molto spesso sacrificato negli accordi internazionali di libero scambio. In questo specifico contesto i prodotti agroalimentari italiani (oltre ai costanti danni dell’Italian sounding) durante l’inizio del periodo di emergenza Covid-19 hanno dovuto subire anche inaccettabili speculazioni: alcuni Paesi hanno infatti richiesto senza alcun fondamento certificazioni sanitarie anche su merci come la frutta e la verdura provenienti dall’Italia. Con il diffondersi della pandemia si sono moltiplicati provvedimenti di stampo protezionistico con ricadute anche sull’approvvigionamento dell’Europa. Ad oggi vi sono diversi paesi che potrebbero chiudere le proprie frontiere e bloccare le esportazioni alimentari anche in assenza di reali carenze (come ad esempio il grano dell’Ucraina).

È il momento di prendere atto della situazione ed intraprendere azioni forti per riscrivere il sistema che ha gestito fino ad oggi l’agricoltura europea, sempre più indebolita da accordi di libero scambio poco lungimiranti. L’UE deve riprendere a garantire innanzitutto la sicurezza e l’indipendenza della filiera alimentare, evitando di innescare pratiche insensate che rischiano di far perdere quote importanti alle produzioni nazionali per colpa di strumentalizzazioni, concorrenza sleale e distorsioni del mercato».

 

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