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Carlo Crapanzano: Le lacrime della BELLANOVA

Se un ricordo o una considerazione resteranno nel tempo, della conferenza stampa di stasera di alcuni rappresentanti del Governo, beh è inevitabile il ricordo della commozione della ministra Teresa BELLANOVA.

Non fraintendetemi, non mi permetterei mai di ironizzare su quelle lacrime, non mi permetterei mai di fare battute ad indirizzo politico su uno stato d’animo.
Ma alcune valutazioni semplici, sì quelle le faccio.
Sono stati giorni convulsi per la BELLANOVA.

Lei, da sindacalista, e con l’appoggio incondizionato del suo mentore, Matteo RENZI, ha dapprima timidamente chiesto la regolarizzazione degli immigrati che lavorano nei campi e, una volta capito che poteva forzare la mano (visto l’inaspettato appoggio immediato del PD), si è armata di coraggio e ha insistito. Ha tanto insistito. Ma ha ricevuto subito il no pentastellato.

Non se lo aspettava manco lei che invece le trattative volgevano in suo favore.
Grandi tensioni, grandi discussioni e il placet incondizionato delle tre forze di sinistra (IV, LeU, PD).
Ci sono stati dei momenti inevitabili nei quali si sarà data per persa (due giorni fa e ieri) per l’intransigenza dei pentastellati: CONTE ha dovuto mediare. Ma CONTE non ha mediato tra la BELLANOVA e i Cinque Stelle: ha mediato tra se stesso e il PD (le frottole politiche diverse e contrarie a questa verità si sciolgono come neve al sole).
Solo oggi la svolta. Un ultimatum di IV e PD a CONTE che non aveva appello. E i Cinque Stelle (come avevo anticipato oggi pomeriggio in altro post), si sono piegati, annichiliti, fiaccati da chi la politica non la improvvisa, da chi la studia per se stesso, da chi fa della propria minore forza, la bilancia del peso di un esecutivo che non ha legittimazione del Popolo Italiano (gli sconfitti del 2018, da settembre 2019 hanno alzato la voce e continuano a farlo).
Ecco perché le lacrime della BELLANOVA: ha potuto dire, con quelle lacrime, ‘ho vinto, è passata la mia linea’.
Umanamente, posso sforzarmi di comprendere la sua tensione liberata in quella commozione.
Umanamente…

Politicamente, civilmente e da cittadino italiano, invece, quelle lacrime mi hanno fatto male. Perché quelle lacrime, opportune per la BELLANOVA, sono state inopportune per la maggioranza del Popolo Italiano.
Vedi, cara ministra BELLANOVA, molti di noi non avranno occasione di commuoversi pubblicamente come te, di piangere in diretta TV per un principio, per un ideale, per la vita, per la morte.
Tu sei una privilegiata a poterlo fare davanti a tutti.
Milioni di italiani questo ‘privilegio’ non ce l’hanno. Milioni di italiani piangono in silenzio, per i morti, per un futuro compromesso e per te che piangi commossa che centinaia di migliaia di clandestini, che tu chiami irregolari, potranno lavorare nei campi.
Se questa quarantena ha ulteriormente insegnato qualcosa, è la capacità innata di questa classe politica di governo, di allontanarsi sempre di più da noi, i cittadini, quelli che guardano e sopportano.

Piangi BELLANOVA, non ti critico per questo. Ti critico invece perché non hai saputo riconoscere il confine tra la decenza politica e la soddisfazione personale.
Quel confine lo hai superato quando hai goduto commuovendoti per una tua vittoria personale, ignara che non potrai commuoverti mai per una vittoria del Popolo Italiano perché finché ci sarai tu e questi tuoi compagni di strada, il Popolo Italiano non potrà vincere, ma solo sopportare.
Eppure, cara ministra BELLANOVA, il tempo delle lacrime non finisce mai per nessuno, siano esse di commozione adesso, o di cocente sconfitta elettorale dopo…
AD MAIORA

 avv. Carlo CRAPANZANO, responsabile regione Piemonte per la formazione politica e istituzione di Cambiamo! con Toti

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