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Rho: Il saluto della Chiesa ambrosiana al cardinale Corti

Rho 16 Maggio 2020

Questa mattina, al Santuario dei padri Oblati di Rho, Messa per il cardinale Renato Corti, già Vicario generale e Vescovo ausiliare, poi Vescovo di Novara, scomparso la mattina di martedi 12 maggio a 84 anni. Celebrazione presieduta dall’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, e trasmessa in diretta su Radio Missione di Rho, Radio Mater e in streaming audio sul portale diocesano www.chiesadimilano.it. Al termine il trasferimento della salma a Novara per i solenni funerali.

Di seguito, l’omelia dell’Arcivescovo Mons.Mario Delpini.

Messa di suffragio card. Renato Corti Rho – 16 maggio 2020

L’Apostolo, l’uomo del viaggio. Paolo Apostolo esprime il suo zelo per l’annuncio del vangelo con i suoi viaggi. Questo però è un viaggio diverso da quelli da lui decisi e programmati. Seguendo l’episodio possiamo riconoscere alcuni tratti dell’apostolato.

1.Paolo, con altri prigionieri. Paolo non viaggia perché ha scelto, ma perché è mandato a Roma per essere giudicato. L’apostolo viaggia come un prigioniero. Il prigioniero non può andare dove vuole, non può fare quello che vuole. Quello che desidera talora gli è concesso, perché il carceriere è benevolo, come il centurione Giulio. L’apostolo non vive condizioni ideali, non è sempre sano, non è sempre circondato da stima, rispetto: è uno dei prigionieri. Viaggia con gli altri. Non ha privilegi, attenzioni particolari. Ci sono altri prigionieri e una folla di viaggiatori sulla nave in mezzo alle tempeste, ci sono duecentosettantasei persone. Non sappiamo molto di questo viaggio. Ma possiamo forse immaginare gli argomenti di Paolo, che suggeriva a Timoteo di annunciare il Vangelo al momento opportuno e anche inopportuno.

2. Il viaggio pericoloso. Il tema del mare in tempesta accompagna l’esperienza degli apostoli. L’apostolato attraversa momenti di tempesta, non è senza rischi e spaventi. In questa esperienza non c’è grido, non c’è preghiera, non c’è riferimento a Dio: la gente sulla nave vive lo spavento, ma non prega. Non c’è Gesù sulla barca per gli altri viaggiatori. Ma Paolo incontra l’angelo di Dio. Ha una visione più spirituale, ha un rapporto con Dio che non si interrompe nel viaggio pericoloso.

3. Il profeta inascoltato. Paolo consiglia saggiamente. Non è più tempo per navigare. È più saggio aspettare. Le parole di Paolo cadono nel vuoto. Altri sono più autorevoli dell’apostolo. Gli esperti, i commercianti, i dirigenti contano di più della voce disinteressata dell’apostolo. Paolo ha sperimentato tante volte d’essere voce inascoltata, sia quando si è rivolto ai cristiani che lui stesso ha generato alla fede, sia quando si è rivolto alle autorità pagane e giudaiche. Sembra destino dei profeti d’essere inascoltati: di vedere con chiarezza il pericolo, di mettere in guardia con chiarezza persone che sono diventate care e di constatare di non essere ascoltati. Viene poi il tempo in cui c’è un ravvedimento tardivo: “Avreste dovuto dar retta a me…” (At 27,21).

4. La parola della sollecitudine che incoraggia. “Ma ora vi invito a farvi coraggio” (At 27,22). L’apostolo percorre le vicende tribolate dei fratelli, ma non si lascia contagiare dalla disperazione, dallo scoraggiamento. In ogni situazione c’è un angelo di Dio che gli rivela passi promettenti, gli confida parole di incoraggiamento. Gli uomini sulla nave minacciata dalla tempesta, per salvarsi non hanno bisogno in primo luogo di tecnica, di soluzioni pratiche, di essere stimolati da vantaggi economici o da minacce. Hanno bisogno di farsi animo, di custodire una speranza affidabile, di sperimentare una presenza che rassicura.

5. Il Card. Renato Corti. Del nostro fratello il card Renato Corti molti potranno tessere l’elogio con molti buoni argomenti. Papa Francesco ne ha ricordato con gratitudine alcuni tratti che hanno caratterizzato la vita e il ministero di don Renato. E molti che hanno ricevuto da don Renato parole incisive per vivere, perseverare nella fede, convertirsi al Signore diranno la loro riconoscenza. E molti che hanno riconosciuto in lui il maestro, il vescovo, l’uomo della Parola, e l’uomo spirituale potranno commemorarlo con ampia documentazione. Le pagine della Scrittura proclamate in questa celebrazione offrono spunti molto preziosi e suggestivi anche per entrare in profondità nella storia di don Renato. Dalla prima lettura ho ricevuto l’indicazione per parlare dell’Apostolo, l’uomo del viaggio: un uomo che viaggia condotto da altri, attraversa momenti di pericolo in questo viaggio tribolato, constata di essere profeta inascoltato e continua ad essere presenza amica che incoraggia in nome di Dio. E quindi possiamo dire semplicemente così: il Vescovo Renato è stato come l’Apostolo, l’uomo del viaggio. La sua testimonianza risplende anche per noi: ci suggerisce di essere anche noi uomini e donne del viaggio.

Alessio Luisetto

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