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Tradate, dopo la rivolta alla Melzi intervengono gli ex sindaci Galli e Candiani

Gli ex sindaci di Tradate, ed attuali parlamentari della Lega, Stefano Candiani e Dario Galli, tornano a esprimersi dopo l’ennesima protesta al centro d’accoglienza alla Barbara Melzi.

Al termine di un pomeriggio di sommossa, dal centro sono stati trasferiti gli 8 richiedenti asilo risultati positivi al Covid, che ora trascorreranno la quarantena in una struttura messa a disposizione della Prefettura di Milano.

Fondamentale la mediazione delle forze dell’ordine, carabinieri e polizia locale, che sono riuscite a mantenere la protesta all’interno dei cancelli della struttura e ad evitare che dalle tensioni si passasse ad altro.

E sul fatto sono intervenuti gli onorevoli tradatesi della Lega, Stefano Candiani e Dario Galli, che puntano il dito contro la Croce Rossa e la sua gestione: “Abbiamo avuto la conferma che dopo gli ultimi tamponi di alcuni giorni fa i gestori del centro non si sono fatti vedere per alcuni giorni, lasciando praticamente tutto in mano all’autogestione. Quanto successo oggi è l’ennesima dimostrazione della gestione superficiale e inadeguata di quel centro“, hanno dichiarato sulla vicenda Galli e Candiani.

Candiani rincalza, aggiungendo che nei prossimi giorni insieme a Galli incontrerà il Prefetto di Varese Dario Caputo per chiedere a gran voce che “Il centro d’accoglienza alla Melzi va chiuso. E’ evidente che il proseguire di questa gestione mette a rischio sia chi è dentro sia tutta la comunità tradatese, specialmente in un periodo di emergenza sanitaria come questo. Il Prefetto si deve assumere la responsabilità di quanto sta accadendo“.

Dario Galli rincara affermando che “Questo è l’ultimo episodio che si aggiunge a una lunga serie. A questo punto è chiaro che il luogo non è adatto ad ospitare un centro d’accoglienza e la Croce Rossa non è in grado di gestirlo. Da quando il centrodestra è tornato al timone della città ci siamo occupati di ridurre sempre più il numero dei richiedenti asilo, ora è il momento di arrivare a zero e metter la parola fine a questo capitolo”.

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