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L’erosione delle spiagge, intervenire sulla costa adriatica

La crisi del turismo da coronavirus, sta facendo emergere oltre ai costi maggiori per sanificare, distanziare e organizzare la stagione come evidenziato dal gestore del lido di Coamcchio nel video, anche altri aspetti trascurati da tempo.

Il turismo italiano e’ fondamentale per italiani e stranieri che hanno sempre aapprezzato il nostro Paese per le sue bellezze, il clima, l’arte millenaria, mare e montagne. Parliamo del mare per l’allarme non da poco, lanciato nel video. L’economia della Romagna dipende dal mare in gran parte. Il litorale emiliano-romagnolo è formato da 110 km di spiaggia bassa e sabbiosa, che si sviluppa da Cattolica (RN) alla foce del Po di Volano (FE) e dal sistema barriera-laguna della Sacca di Goro (FE), nella zona più a nord.

Cosa succede e cosa fare?

“L’estrazione di fluidi (acqua e idrocarburi) dal sottosuolo, in prossimità della costa, ha portato all’aumento del tasso di subsidenza, producendo quella che in geologia viene definita “accomodation” (spazio disponibile per l’accumulo del sedimento) e che in termini di erosione costiera si traduce in perdita di volume a carico della spiaggia. Il riscaldamento globale sta producendo lo scioglimento dei ghiacciai e un aumento del livello del mare. La costruzione di strutture rigide per proteggere la costa, la realizzazione di opere portuali e l’urbanizzazione a ridosso delle spiagge hanno prodotto un irrigidimento della costa e la riduzione degli spazi di azione dei processi costieri. L’erosione costiera è contrastata con: difese rigide, prevalentemente scogliere in massi di vario tipo e pennelli (opere rigide perpendicolari alla costa); difese morbide, costituite da ripascimenti artificiali. Non lo diciamo noi, ma e’ uno studio dell’Arpa.

Una parte della costa e’ protetta da scogliere artificiali ma non bastano, basta guardare il dislivello nella spiaggia: ogni ondata c’e’ il rischio che si porti via sempre pia spiaggia.

Se dovesse continuare a diminuire la spiaggia ci sarebbero sempre meno posti disponibili per i turisti e per rimanere competitivi i bagni dovrebbero aumentare i costi, che contribuirebbero ad acuire crisi di tutta l’economia collegata: ristoranti, case in affitto e/o vendita e quindi agenzie turistiche e di mediazione.

Il minor afflusso turistico farebbe scendere il prezzo degli immobili e quindi l’appetibilità della zona per i vacanzieri, oltre al danno di chi ha attività e case comprate tanti anni fa.

E’ quindi più che opportuno avere una visione di lungo termine e prospettiva, a meno che si intenda procedere come sta avvenenendo coi bonus reali o fittizi come comunica di fare il Governo, per tamponare e tirare a campare.

Non e’ solo l’attuale Governo che tira a campare, sia chiaro: ci vogliono scelte lungimiranti con misure di reale sostegno al reddito senza regalare soldi, ma investendoli in infrastrutture come le barriere al largo, acquisti di attrezzature con gruppi d’acquisto, per la tutela del territorio prima che sia troppo tardi.

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