Categorie
EUROPA & MONDO

Esteri. Gli stereotipi europei e il G7 che non deve arretrare…

“ll dilagante scetticismo sull’UE deve fermarsi per un momento. Viene finalmente ripreso il grande progetto che è stato una forte ambizione e speranza. Dalle rovine e dal sangue di due guerre mondiali è nata un’intesa regionale che rimane unica al mondo. Come tutto è imperfetta, ma proviamo a immaginare dove saremmo senza il trattato di Roma del 1957?”

Questa dichiarazione dell’Ambasciatore Minuto Rizzo, Presidente della NATO Defence College Foundation deve far riflettere.

Come attualissimo è quanto scritto nel 2013 dalla filosofa Chiara Botticci: “Il mito politico dell’Europa è più che una narrazione storica. L’Europa, come qualsiasi altra struttura politica sovranazionale, dipende da un eccesso di attaccamento emotivo: richiede storie condivise che hanno il potere di provincializzare le identità nazionali e galvanizzare nuove forme di fedeltà e azione politica”.

La pandemia da “Virus di Wuhan” ha messo in evidenza con forza la complessità di questa situazione.

Nelle settimane passate, quando i ministri delle finanze europei hanno approvato l’assistenza di emergenza sotto forma di prestiti, attraverso il meccanismo europeo di stabilità (MES), le reazioni politiche sono state differenti, soprattutto in Italia. Allo stesso modo, le richieste italiane di condivisione del debito sono state accolte con ostilità da molti paesi del nord Europa compresa la Germania. Queste reazioni hanno profonde radici culturali.

Ad aprile, per esempio, i lettori del tabloid più venduto della Germania, il Bild, si sono svegliati con un titolo sorprendente: “Ciao, Italia! Ci rivedremo presto. Per un espresso o un bicchiere di rosso. In vacanza o nella pizzeria locale”. Espresso, vino, pizza: questa presunta “dichiarazione di solidarietà” aveva poco da dire sull’Italia e molto sulle prospettive tedesche. I commentatori italiani hanno replicato prontamente, con un misto d’indignazione e stupore. Alcuni quotidiani vicini alle idee del governo italiano hanno pubblicato articoli cercando di far passare un messaggio positivo e di nascondere le responsabilità politiche e gli obblighi morali della Germania.

Tutti gli interlocutori hanno seguito uno “canovaccio” prevedibile. Il fascino tedesco per l’Italia è più antico del Viaggio italiano di Goethe (1816/17) e si è progressivamente consolidato!

Allo stesso modo, molti italiani hanno cercato in Germania un “alter ego” necessario al proprio senso d’identità nazionale. Colore, passione e transitorietà a sud delle Alpi, competenza, produttività e noia a nord: identità così speculari hanno giocato un ruolo cruciale dal diciannovesimo secolo.

Ippolito Nievo, nelle “Confessioni d’un italiano (1858)”, ha paragonato il Bel Paese alla bellezza effimera di una lunga serata estiva.

L’Italia, osserva Nievo, può essere compresa solo da un italiano, ma può essere amata solo da uno straniero, e in particolare da quei settentrionali, che apprezzano anche il fascino cupo di una brughiera torbida. La mente umana, secondo il Nievo, può imparare ad ammirare i grandi successi del Nord, ma il cuore umano desidererà sempre il Sud”. Nel 1958, Ennio Flaiano visitò Amsterdam e notò che l’Italia, per gli olandesi, non significava altro che tessuti e panna montata.

Identità e cliché stereotipati non hanno perso il loro fascino nel XXI secolo. Il lettore tedesco medio, d’altra parte, guarda l’Italia della narrativa poliziesca di Andrea Camilleri o a qualche “balla auto-dissacrante” tipo le scritture acchiappa soldi sulla malavita napoletana che parlano di famiglia, amore e criminalità organizzata.

La crisi del debito greco avrebbe dovuto insegnare agli europei che la collaborazione internazionale richiede comprensione e rispetto reciproco.

La crisi del coronavirus mostra che non abbiamo ancora imparato la lezione.

Nessuno dovrebbe cercare di distogliere i nord europei e i tedeschi in particolare, dal loro amore per la pizza, la passione e il prosecco. E nessuno dovrebbe parlare degli italiani solamente per il loro fascino che provano per la disciplina nordica.

Per essere chiari: l’efficacia di queste narrazioni secolari, su entrambi i lati delle Alpi, è presente lo scetticismo cui fa riferimento Minuto Rizzo.

Non è quindi un caso che i tedeschi non si fidino degli italiani economicamente parlando e che gli italiani non si fidino dei tedeschi come capaci di avere comprensione dei loro problemi. Finché ogni paese considera l’altro come una proiezione dei propri desideri e difetti, non ci sarà una narrazione condivisa. Ci vuole unità.

Di queste ore la notizia che il “no” della cancelliera tedesca ha influito e, di fatto, il presidente degli Stati Uniti è stato costretto a rinviare il G7 anche perché sarebbe impossibile tenere un G7 senza il paese leader nell’Unione Europea in questo periodo in cui di “unione” ce n’è poca….

Il Presidente Trump ha appena dichiarato che posticiperà il vertice dei sette grandi, che voleva tenere a fine giugno alla Casa Bianca, dopo che la cancelliera tedesca aveva declinato il suo invito a partecipare di persona a causa dei rischi da Virus di Wuhan. Trump intenderebbe organizzare il vertice a settembre.

L’altro elemento che mette in evidenza la strategia USA è l’invito della Russia: Trump conferma di fatto di tenere un canale privilegiato con Mosca, anche nel momento di massimo confronto geopolitica con la Cina comunista anche se in Europa molti pensano che l’attuale approccio di Putin rende difficile ogni suo tentativo di dialogo e di avvicinamento atteso che la Russia è sospesa dal G7 ormai dal 2014.

L’esclusione, che tecnicamente è una sospensione, è uno degli elementi centrali delle decisioni occidentali. Il presidente USA ha poi spiegato di voler invitare anche altri paesi come la Corea del Sud, l’Australia e l’India.

Il G7, quest’anno a guida Usa, doveva tenersi in videoconferenza alla fine di giugno. Il no di Merkel ha poi cambiato il quadro, un no nel quale chi conosce i meccanismi della diplomazia può intravedere un aumento della distanza fra Trump e l’Europa a guida Merkel. Washington vorrebbe superare l’attuale “arretramento” a una possibile “nuova guerra fredda”.

L’Italia deve vedere in questa partecipazione “allargata” una possibilità di uscire dall’anonimato in politica estera che caratterizza questo momento.

Deve sfruttare la sua vocazione europea e i buoni rapporti con Berlino e cercare un’identità superando le contrapposizioni Sud –Nord e tentare di non essere estromessa dal G7 per “inesistenza internazionale”.

Chi ci rappresenta deve sempre ricordare che nel 1957 l’Europa scelse di esistere “unita” firmando in Campidoglio i Trattati di Roma che istituirono la Cee (Comunità Economica Europea) e la Ceea (Comunità europea dell’energia atomica, nota come Euratom).

Il quadro storico entro cui s’inserirono i Trattati era il secondo dopoguerra (ritorno alla pace dopo le dittature e le tragedie del secondo conflitto mondiale, nascita delle democrazie parlamentari in Germania e Italia, ricostruzione economica e sociale) e la “guerra fredda”, con il continente diviso dalla Cortina di ferro.

Ora bisogna guardare avanti e non arretrare troppo.

L’oggi novantenne Clint Eastwood ha detto in un suo famosissimo film: “A volte per tirare un colpo vincente bisogna arretrare, ma se arretri troppo non combatti più.”

L’Europa unita merita di meglio.

Generale Giuseppe Morabito

Categorie
Eventi

Busto Arsizio, Mototerapia intervista al campione Vanni Oddera e Andrea Pisani

All’interno della storica azienda tessile di Busto Arsizio Antonio Aspesi srl si è tenuta la Mototerapia Take Away con il campione mondiale di motocross free style Vanni Oddera e il suo Team.

mai paura motociclista 2 1500x1125

L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Onlus Mai Paura, grazie alla Presidente Dottoressa Emanuela Bossi che ha voluto riprendere le iniziative per permettere ai ragazzi con disabilità e ai pazienti oncologici di vivere entusiasmanti emozioni.

Nel weekend parteciperanno alla terapia 60 ragazzi e ragazze del Territorio.

Vi proponiamo l’intervista al campione Vanni Oddera e Andrea Pisani consigliere comunale di Cassano Magnago.

Categorie
Eventi

Busto Arsizio, nel week-end arriverà la Mototerapia presso l’Azienda Antonio Aspesi

Sabato 30 e domenica 31 Maggio si terrà a Busto Arsizio la Mototerapia di Vanni Oddera, Campione mondiale di motocross free style e durante il week end saranno circa 60 i Ragazzi coinvolti nell’iniziativa.

L’enorme operazione sarà eseguita grazie ad una preparazione curata in ogni particolare dal Team di Mai Paura con appuntamenti distanziati e protocolli di sicurezza, appositamente studiati per poter soddisfare il piacere e l’emozione del “vento in faccia” dei piccoli pazienti oncologici o diversamente abili che si sono accreditati al percorso terapeutico.

Per dare modo a più partecipanti di godere dell’alto tasso di Adrenalina tipico della Mototerapia di Vanni, Mai Paura sarà ospitata nel parco della storica Azienda tessile bustocca “Antonio Aspesi srl” preparata ad hoc per l’occasione.

La Presidente di Mai Paura Onlus, Dottoressa Emanuela Bossi, lancia l’appuntamento rigorosamente on line per il pubblico sui canali social.

Sarà un’occasione di condivisione che permetterà di donare allegria e spensieratezza ai partecipanti e alle loro famiglie.

Per l’iniziativa, oltre alla famiglia Belloli che ha messo a disposizione i propri spazi aziendali, si sono attivati per fornire gratuitamente il pranzo ai partecipanti anche le Aziende di Busto Arsizio Colombo Caffè e Ortofrutta Azzimonti.

L’evento sarà trasmesso in 4 appuntamenti in diretta Facebook dalla pagina di Mai Paura Onlus, per seguirlo basta un “like”.

La Mototerapia all’insegna del motto #Fuckthenormallife, non finirà qui,.

Continueremo ad aggiornarvi sulle future inziative ed eventi che verranno proposti.

Categorie
EUROPA & MONDO

ESTERI. LIBIA, DA GUERRA CIVILE A CONFLITTO REGIONALE. L’ITALIA OSSERVA …MENTRE TERMINA IL RAMADAN 2020.

Quale è lo scenario oggi in Libia? Questo breve contributo cercherà di definire la questione nelle sue molteplici sfaccettature.

Dopo la “primavera” del 2011, una guerra civile a bassa intensità ha infuriato in Libia. La conflittualità tra le parti in campo è però aumentata nel 2014 dopo che le opposte fazioni hanno ignorato i risultati delle elezioni parlamentari e costretto il governo riconosciuto a livello internazionale del Presidente Serraj a cercare rifugio nella Libia orientale.

Intanto l’antagonista di Serraj, il Generale Khalifa Haftar, comandante dell’esercito nazionale libico (LNA) aveva iniziato un’offensiva per porre fine a una campagna terroristica islamista a Bengasi.

Nel 2015, le Nazioni Unite hanno tentato di negoziare un accordo per cercare di dare legittimità al governo di accordo nazionale (GNA) che, trasferito a Tripoli nel marzo 2016, è da allora sotto il controllo, de facto, delle milizie di Tripoli e Misurata.

I libici al di fuori dell’area della Tripolitania non riconoscono il GNA e continuano a lamentarsi della distribuzione, di risorse e ricchezza, nonché dell’arricchimento definito “criminale” delle milizie nella regione della capitale.

Un’offensiva di Haftar su Tripoli nell’aprile dello scorso anno ha reso vana l’iniziativa delle Nazioni Unite per una conferenza nazionale libica a Ghadames dopo, che già erano fallite iniziative simili.

Il GNA ha capacità militari limitate e ha cercato e ottenuto aiuto, da Turchia e Qatar e come detto, è “gestito” dalle milizie Misurata che annoverano nelle loro unità un grande numero d’islamisti radicali, tra cui affiliati di Al Qaeda, che costituiscono la spina dorsale delle forze in campo.

Diverse centinaia di jihadisti inviati dalla Turchia provenienti dalla Siria hanno rinforzato il GNA all’inizio della battaglia per Tripoli.

Il trasferimento di mercenari terroristi ha sancito l’alleanza tra le milizie di Misurata, i più stretti alleati della Turchia in Libia, e i Fratelli Musulmani che hanno mantenuto una forte influenza sulla politica, sulla sicurezza e sull’economia della regione. LNA è composto, invece, da unità dell’esercito supportate da milizie eterogenee e i suoi principali sostenitori stranieri sono  l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti.

Definito lo scenario sul campo, è possibile asserire senza possibilità di smentita che la guerra civile in Libia è ora, dal punto di vista bellico, una guerra di logoramento con opposte fazioni che hanno capacità diverse. A oggi l’LNA sta soccombendo in quanto non è in grado di competere con le truppe filo-turche modernamente equipaggiate. Queste ultime  dispongono di droni da combattimento, capacità di guerra elettronica, artiglieria di precisione a lungo raggio, appoggio da navi da guerra e soprattutto, buona capacità di difesa aerea. Quindi dal 20 maggio, dopo aver riconquistato l’ultima base LNA rimasta nella Tripolitania occidentale, Al Wattiya, l’offensiva delle forze di Serraj ha acquisito slancio, mentre l’LNA cerca di consolidare le sue posizioni nel sud di Tripoli.

Tornando alla presenza internazionale nell’area è evidente che molti altri paesi, oltre a quelli già citati, hanno interessi strategici importanti.

La sicurezza occidentale è uno di questi interessi e riguarda principalmente l’attività dei vari gruppi islamisti. Le aree non controllate a ridosso dei confini sono “porose” e consentono numerosi traffici, tra cui quello di esseri umani. Vi sono inoltre interessi legati alla promozione della democrazia o dell’islam politico e infine, diversi paesi sono economicamente interessati allo sfruttamento degli idrocarburi.

Tra i vicini regionali della Libia ci sono Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar e a questi si aggiungono la Turchia, la Francia, l’Italia e la Russia.

L’instabile economia della Turchia ha bisogno della Libia come importante destinazione di esportazione e in tal senso si muove Ankara, con un occhio anche alla ricostruzione che, dovrà iniziare. Di conseguenza la sopravvivenza del GNA e un ruolo di primo piano per Misurata sono essenziali per gli interessi economici di turchi.

Anche il Qatar è un grande investitore in Libia. Sia il Qatar sia la Turchia stanno fornendo armi ed equipaggiamento militare a molte delle milizie pro-GNA, in particolare quelle di Misurata.

L’Egitto, il vicino più prossimo della Libia, sta osservando la crisi oltre il suo confine occidentale perché la Libia è ora un possibile rifugio per i terroristi. La Libia, non va dimenticato, è anche un importante mercato del lavoro per quasi un milione di egiziani.

L’Italia e la Francia hanno importanti interessi strategici in Libia, ma mentre, per Roma, l’economia (interessi ENI) e la migrazione dei clandestini sono i temi principali, la sicurezza regionale e l’antiterrorismo sono la priorità per Parigi. Per Mosca, invece, il caos in Libia è un’opportunità per riguadagnare influenza nell’area. La Russia è interessata a stabilire un “testa di ponte” nel Nord Africa per ottenere una quota del settore della ricostruzione e all’influenza sull’industria degli idrocarburi, in particolare il mercato del gas. Sebbene non vi siano interessi nazionali vitali americani in gioco in Libia, la sua instabilità costituisce una minaccia crescente per gli interessi statunitensi nella regione anche considerato l’atteso arrivo nell’area dei cinesi con interessi simili a quelli della Russia.

Dal punto di vista geopolitico “africano” nessuno, per ora, parla apertamente della possibilità che la Cirenaica si separi dal resto della Libia a seguito della sconfitta del LNA in Tripolitania o di un cessate il fuoco definitivo sotto egida ONU. Questo perché’ l’accordo marittimo turco-libico che tracciava le zone economiche esclusive, un accordo d’importanza cruciale per la Turchia, diverrebbe irrilevante tutto a favore del Cairo.

Se ci fosse, infatti, un’escalation militare tra Ankara e Il Cairo sulla Libia, l’Egitto è in una posizione privilegiata per fornire supporto logistico diretto senza rischio d’intercettazioni.

Gli aerei da combattimento, anche emiratini, sarebbero in grado di attaccare obiettivi in tutta la Libia direttamente dalle basi dell’Egitto occidentale. Anche le forze di terra egiziane potrebbero intervenire se necessario, inoltre gli aerei da trasporto turchi, i droni o i combattenti presenti in Libia potrebbero essere facilmente intercettati e neutralizzati.

Nel complesso scacchiere appena descritto, si deve sperare che la Turchia non diventi il partner economico favorito della Libia (occidentale) perché’ questo danneggerebbe fortemente la posizione delle varie parti interessate europee, in particolare Italia e Francia.

La Turchia acquisirebbe inoltre una posizione più importante sul mercato europeo del gas e sarebbe in grado di influenzare le consegne attraverso il gasdotto Green Stream (gestione ENI) che attraversa la Libia occidentale verso l’Italia. Inoltre, la Turchia sarebbe in grado di controllare anche i flussi migratori dal Mediterraneo orientale verso l’Europa. Ciò aumenterà in modo significativo la sua capacità di esercitare pressioni sull’UE come già ha fatto nei mesi scorsi al confine con la Grecia e la Bulgaria.

La Turchia potrebbe continuare a espandere la sua influenza politica ed economica verso la Tunisia, l’Algeria e gli stati del Sahara meridionale. Ciò includerebbe probabilmente il sostegno a gruppi, come i Fratelli musulmani, e ciò sarebbe la causa di un possibile ulteriore attrito con la Francia.

In conclusione la guerra civile della Libia, nata come una questione interna, è diventata nel tempo una tipica guerra per procura. Il supporto internazionale è fondamentale per entrambe le parti e non si prevede una fine imminente. Come del resto non vi è a breve la possibilità di una “posizione internazionale unificata sulla Libia” o di una “risoluzione tra le due parti  principali” perché’ percepita come “unificazione di tutti gli sforzi contro l’LNA”.

Il presidente turco Erdogan è convinto di uscirne vincitore, e per questo sta profondendosi in sforzi militari ed economici. L’Egitto è riluttante a essere coinvolto in quello che potrebbe essere un conflitto prolungato e costoso. La Russia ha capacità di proiezione oggi limitate ed evita di coinvolgere direttamente le forze armate turche in Siria e quindi è titubante a farlo in Libia.

Un accordo politico/diplomatico è oggi meno probabile rispetto a una decisione militare, ma con la potenziale sconfitta dell’LNA da parte di Serraj ed Erdoğan, non si risolverebbero i problemi della Libia. In effetti, la situazione potrebbe aggravarsi e portare a un conflitto regionale lasciando l’Europa e gli Stati Uniti e quindi la NATO (meno la Turchia) a convivere con il risultato.

L’Italia e il suo governo continuano una politica di basso profilo, come se uno degli effetti collaterali del contrato al Virus di Wuhan fosse creare crisi di sonno.

Mentre il mondo arabo festeggia la fine del mese sacro del Ramadan e si interroga sul suo futuro, la Turchia, se non bastasse quanto combina in Libia e Corno d’Africa, provoca la vicina Grecia fingendo di occupare per errore lembi di territorio sul confine, la Cina comunista compra aree commerciali importanti a Taranto (dove c’e’ anche la base principale della nostra Marina Militare), dichiara di essere a un passo dalla seconda “guerra fredda” e minaccia la democratica Taiwan di “riunificarla”, i paesi “amici rigoristi” del nord Europa creano problemi agli aiuti potenziali in arrivo da Brussels , in Italia forse sarebbe il caso di fare “politica estera”.

Invito a riflettere sull’ affermazione di Henry Kissinger: “Quando è in atto una crisi, la passività non fa che accrescere l’impotenza: alla fine ci si trova costretti ad agire proprio sui problemi e nelle condizioni di gran lunga meno favorevoli.”

Generale Giuseppe Morabito

Categorie
EUROPA & MONDO

Esteri, La Nato e il virus di Wuhan

Anche nel 2020 il ruolo principale della NATO rimane quello di garantire la libertà e la sicurezza dei Paesi membri.

Questo è un concetto che si presta a differenti declinazioni strategiche perché il ruolo della NATO è costantemente oggetto di dibattito e differenti visioni. Soprattutto è dibattuto come far percepire tale missione alle audience nazionali dei paesi membri e a quelle “esterne”.

Le correnti principali sono due: la prima vorrebbe l’Alleanza come attore di hard security con un’Organizzazione in grado di risolvere in maniera eccellente le crisi con l’uso della forza per mezzo della sua non pareggiabile struttura militare.La seconda intende presentare l’Alleanza come un’Organizzazione che può fornire sicurezza nel mondo senza l’utilizzo della propria forza militare ma per mezzo della componente politico-diplomatica e la forza della “dissuasione” e/o “deterrenza”.

Il Presidente Trump ha dato una “scossa” all’Alleanza nell’ultimo Summit, chiedendo un cambiamento sostanziale (maggiori spese per la difesa) ma in risposta gli alleati – soprattutto europei – negano la natura, la portata e la velocità del cambiamento strategico.

Il COVID-19 potrebbe essere il punto di svolta per definire un nuovo equilibrio globale che è sempre più precario. Si può supporre che mentre il COVID-19 accelererà senza dubbio il cambiamento, è poco probabile che trasformi radicalmente la natura del cambiamento stesso. In effetti, se le conseguenze strategiche del COVID-19 sono simili alle pandemie del passato, mai così “forti” da porre fine alla minaccia di un conflitto, potrebbe comunque aumentare il livello di minaccia.  

I governi e l’opinione pubblica europea sono fermi su una certezza decennale: non ritengono che possa scoppiare  una grande guerra nell’immediato futuro, anzi escludono l’ipotesi di un conflitto globale in futuro!

Il Virus di Wuhan potrebbe allontanare ulteriormente la percezione europea dalla realtà, creando una profonda divergenza tra chi si concentra sulla sicurezza sanitaria e chi invece ritiene che sia centrale il concetto della difesa nazionale e della democrazia.  

Sulla sicurezza sanitaria è intervenuto il segretario generale dell’alleanza, Jens Stoltenberg, mettendo a disposizione il coordinamento logistico nei rifornimenti di materiali medicali. Il programma scientifico della NATO ha inoltre finanziato un progetto di diagnostica anticorpale rapida, proposto dall’ISS e promosso dalla Farnesina. Ma sul piano della difesa nazionale e della democrazia, sembra che pochi governi europei comprendano la situazione e siano in linea con gli americani.

Nella maggior parte dei casi non prendono in considerazione uno scenario del genere. Contro questa visione, numerosi affermati analisti intravedono il pericolo che l’Alleanza debba in un prossimo futuro affrontare una crisi multi-teatro simultanea nel Mar Cinese (Taiwan o Hong Kong), nel Medio Oriente (Siria e Turchia) e nel Nord Africa (Libia), nonché sui fianchi orientali e settentrionali dell’Alleanza attraverso lo spettro convenzionale e nucleare e lo spettro analogico e digitale.

Dal punto di vista strategico una delle conseguenze negative, derivante dalla pandemia potrebbe essere, per la NATO, che i paesi europei decidessero di sospendere la modernizzazione dello strumento di difesa nazionale per concentrarsi sulla sicurezza sanitaria.

Questo metterebbe la presidenza USA davanti alla scelta: continuare a difendere l’Europa compensando le sue debolezze militari, rendendo così le proprie forze armate relativamente più deboli in altre aree del mondo, o abbandonare l’Europa e l’idea di Transatlantic Link per gravitare in aree di maggiore interesse economico USA quali il Pacifico.Partendo dal presupposto che Pechino e Mosca non sono capitali di paesi da additare ad esempio di “Democrazia”, essi potrebbero sfruttare la possibile “debolezza” sociale e politica americana conseguente dal Virus per esercitare pressioni sia sugli Stati Uniti stessi sia sui loro alleati, politicamente ed economicamente più deboli, aumentando in maniera esponenziale la loro attività di soft power.

È probabile che i già insufficienti (a parere di Trump) investimenti nel settore della difesa europea diminuiranno ulteriormente dopo la crisi da virus, ma, contemporaneamente, la portata in numero e impegno di forze delle possibili missioni NATO potrebbe accrescersi.

Nel contempo è indubbio, poi, che l’ascesa militare della Cina aggraverà il sovraccarico di risposta militare americano, ma senza un aumento della spesa militare le capacità militari europee non saranno in grado pareggiare l’impatto delle nuove tecnologie nello spazio di battaglia, come l’intelligenza artificiale, i super computer, la minaccia spaziale in cui cerca di inserirsi anche l’Iran.

Chi conosce bene la NATO e i suoi meccanismi di funzionamento e attivazione sa che a Brussels inizia a serpeggiare il citato dilemma strategico, esemplificabile nel semplice assunto che le crisi non arriveranno in pacchetti singoli.

Il dilemma è come garantire alla NATO le capacità per fare azione di difesa e deterrenza sui suoi fianchi orientali e settentrionali e simultaneamente sostenere gli alleati sul suo fianco meridionale in caso che continui il caos in Medio Oriente e Nord Africa.

In questo quadro emerge con forza in queste ore la questione: come farà la NATO a gestire il suo ormai scomodo membro turco che cerca di espandere la sua influenza proprio in queste due aree?

La sola risposta è di ricercare un notevole miglioramento dell’interoperabilità delle forze armate europee (escludendo per il momento la Turchia) con le controparti statunitensi e strutturare consultazioni politiche molto più veloci tra USA e UE. 

Bisognerebbe ideare una “Forza Europea” con la capacità di assicurare difesa e deterrenza in caso di emergenza quando grande parte delle forze statunitensi sono impegnate in altre zone del mondo. La Forza Europea dovrebbe essere capace di una buona interoperabilità con la futura Forza Americana.

Non deve essere un’utopia pensare a un partenariato strategico NATO-UE in grado di proiettare potere e proteggere le persone spostando rapidamente, in emergenza, forze e risorse in Europa e nei dintorni per sostenere la dissuasione e strutturare una difesa. Tale dimensione del partenariato conterrebbe anche l’arroganza di Ankara.

La NATO è in definitiva un’assicurazione strategica contro la guerra in un mondo instabile in cui strategia, tecnologia, capacità e convenienza si combinano per alleati e avversari.

La NATO deve quindi essere un deterrente militare di alto livello ispirata al “Si vis pacem, para bellum”.

Soprattutto, gli europei dovrebbero entrare nell’ottica che nel prossimo decennio gli Stati Uniti saranno in grado di “garantire” la difesa dell’Europa solo se gli europei faranno molto di più per la propria difesa.

Virus di Wuhan o no tra poco sarà in gioco il futuro della NATO.

Se un giorno non tanto lontano non riusciremo a modernizzare la nostra Alleanza, la Cina comunista e, probabilmente, la Russia potrebbero trarne enormi vantaggi.

                                                                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                                                                                                                      Generale Giuseppe Morabito

Categorie
Cronaca

Busto Arsizio, al via la Mototerapia Take Away di Vanni Oddera con Mai Paura Onlus

Oggi  il Progetto nazionale “Mototerapia Take Away” di Vanni Oddera, campione mondiale di motocross free style , è atterrato in Provincia di Varese.

Fortemente voluto dalla Dottoressa Emanuela Bossi, Presidente di Mai Paura Onlus, oggi il noto campione in sella alla sua inseparabile moto è entrato nelle case dei ragazzi accreditati, portandogli la gioia del “Vento in faccia” direttamente a domicilio.

Dopo questo periodo di isolamento forzato, Mai Paura Onlus ha voluto sostenere il Progetto di “Mototerapia Take Away” per donare a pazienti oncologici e ragazzi con disabilità, la spensieratezza e il piacere di cavalcare moto rombanti direttamente a casa propria.

Per riassumere queste due giornate sono state scelte le parole: ?Condivisione, ?Libertà,?Adrenalina ed ?Emozione che rappresentano in toto la Misson del Progetto.

La prima sessione di Mototerapia è stata effettuata a Busto Arsizio presso la casa di Riccardo, Campione Paralimpico, dove era presente anche il Sindaco e Presidente della Provincia di Varese Dottor Emanuele Antonelli.

È proseguita nelle case di Alessandro e di Beatrice, Naomi e Marco, altri grandi amici di Mai Paura Onlus.

Domani, Sabato 16 maggio le altre sessioni di Mototerapia saranno effettuate  presso il domicilio di Silvia, Simone, Filippo, Lorenzo e Irene.

Queste straordinarie giornate di Solidarietà hanno visto inoltre la collaborazione del ristorante Loro Verde e del panifico Colombo 1933 di Busto Arsizio che hanno messo a disposizione gratuitamente i pasti per tutti i partecipanti.

Dalla pagina Facebook di Mai Paura Onlus sarà possibile seguire le dirette di queste fantastiche giornate che verranno vissute all’insegna del motto di Vanni Oddera e del suo Team #Fuckthenormallife.

Categorie
Eventi

Pombia, il Safari Park rimanda l’apertura al Pubblico di pochi giorni.

Il Safari Park di Pombia comunica che a seguito di problemi tecnici indipendenti dalla volontà della Direzione, sono costretti a rimandare la riapertura del Parco zoologico con tutte le annesse attività di qualche giorno, per l’allineamento alle disposizioni governative.

Il Parco comunicherà la nuova data di apertura nei prossimi giorni.

Vi aggiorneremo prontamente.

Categorie
Busto-Valle Olona

Busto Arsizio, Mai Paura Onlus presenta la Mototerapia Take Away alla Città

Lo scorso settembre Vanni Oddera e i Daboot, il suo Team di Motocross, hanno incantato con i loro spettacolari salti acrobatici tutti gli ospiti presenti alla manifestazione “Prendi il volo” svoltasi a Volandia. La manifestazione, organizzata da Mai Paura Onlus, prevedeva la partecipazione gratuita di tutte le Associazioni del Territorio che hanno accolto l’invito a sperimentare la MOTOTERAPIA: ragazzi con disabilità e pazienti oncologici hanno provato l’emozione di salire in sella ad una moto e provare l’ebbrezza del “vento in faccia”.

I partecipanti diventano così il vero centro del progetto di Mototerapia  perché se “La persona è il centro, l’emozione è tutto”, in piena linea con lo slogan “Mai Paura”. 

Vanni e i suoi ragazzi entrano nelle corsie degli Ospedali e via di sgommate ed impennate, momenti di ilarità e leggerezza che recentemente hanno anche avuto un riconoscimento internazionale ed una pubblicazione dell’European Journal of Integrative Medicine di Londra: grazie ad una ricerca eseguita dalla Dott.ssa Franca Fagioli, Oncologa dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, per la prima volta vengono argomentati con rigore scientifico gli effetti benefici della Mototerapia.

Da questa felice esperienza è nato il nuovo Progetto “Mototerapia Take away”: se, causa Covid, Vanni non può più andare nei reparti oncologici, può, con le dovute precauzioni e protocolli medici confezionati ad hoc, andare direttamente nei singoli domicili.

La Mototerapia viene esportata ed entra a gamba tesa nelle case dei piccoli malati oncologici o portatori di disabilità.

 

L’idea alletta immediatamente la Dottoressa Emanuela Bossi, Presidente di Mai Paura Onlus, che decide di supportare Vanni e la sua iniziativa.

La “Mototerapia Take Away” arriverà nella Città di Busto Arsizio e in tutta la Provincia di Varese, che sostengono l’iniziativa, così come ha fatto anche la ASST Valle Olona.

il progetto, completamente gratuito per coloro che si accrediteranno, sarà dedicato a un caro e prezioso amico dei Daboot e della Mototerapia, Davide Ciceri, recentemente scomparso a causa di osteosarcoma.

Il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli sarà presente al 1° incontro del 15 maggio, anche in rappresentanza di tutta la Provincia di Varese.

A tal riguardo il Sindaco ha dichiarato:

“Ringrazio la dottoressa Bossi e Mai Paura onlus per questa ennesima dimostrazione di capacità, sensibilità ed empatia verso i più fragili e Vanni Oddera con il suo team per aver pensato a nuovi protocolli di sicurezza per continuare ad aiutare i ragazzi oncologici e disabili che più di altri hanno sofferto il lungo periodo di lockdown.  Non mancherò di essere presente al primo incontro, la moto è una delle mie passioni e mi fa molto piacere che possa essere utile ad alleviare dolore e sofferenza e che tanti giovani possano sperimentare il benefico senso di libertà che si prova in sella a una due ruote”.

Per richiedere la Mototerapia presso il proprio domicilio bisognerà contattare:

ufficiostampa@maipaura.it

Categorie
Varese-Laghi

Varese, il Brand MemaPatch sosterrà la Protezione Civile

Il marchio MemaPatch ideato da Emanuela Lotumolo destina parte del ricavato delle vendite al Nucleo Mobile di Pronto intervento della Protezione Civile  per l’acquisto di bici per i volontari #andràtuttobene è l’’hashtag che è diventato il leit motiv in questo periodo di emergenza COVID-19.

Anche MEMAPATCH (@memapatch) – il marchio ideato da Emanuela Lotumolo, mamma, insegnate e neo imprenditrice a sostegno dell’ambiente e il “Made in italy” e il concetto di artigianalità, attraverso le diverse sue creazioni, composte da t-shirt colorate e divertenti in cotone organico per gli adulti di domani, curate nei minimi dettagli. – ha deciso di sostenere questo messaggio di speranza, scendendo in campo in modo attivo con il proprio contributo, sostenendo, nonostante essa sia una start-up, il Nucleo Mobile di Pronto Intervento della Protezione Civile per l’acquisto di biciclette, quindi mezzi non inquinanti che sposano la sua filosofia green, che serviranno agli spostamenti dei volontari che non posseggono mezzi propri.

Le t-shirt sono personalizzabili per bambini e bambine a partire dai 4 anni e sono fatte tutte a mano.

È possibile contribuire, attraverso l’acquisto di una di essa, accedendo al profilo instagram dell’azienda.

Parte del ricavato delle vendite sarà destinato al progetto “BICIPATCH” di MemaPatch.

Un progetto speciale che intende anche promuovere con forza l’importanza del “Made in Italy”, della creatività italiana, dell’imprenditoria femminile e dell’ambiente.

«Sostenere questo progetto significa ricordare quanto il nostro paese è ricco di buone intenzioni, di grandi capacità e di slanci di generosità» sostiene Emanuela.

Un paese, l’Italia, capace di dire grazie a chi sta lavorando duramente al fianco della Protezione Civile e tornare più forti di prima.

Categorie
Cronaca

Milano, Processo Comportamentale dell’AARBA per il contenimento del coronavirus

Da una settimana il nostro Paese è entrato nella cosiddetta Fase 2, che permetterà di riprendere gradualmente le attività economiche e sociali con l’obiettivo di recuperare in assoluta sicurezza le nostre abitudini precedenti all’emergenza sanitaria.

Presentiamo gli studi eseguiti dalla Società Scientifica AARBA che vogliono portare un valore aggiunto alle recenti Delibere Governative, introducendo delle azioni e delle routine atte a migliorare i comportamenti individuali sui luoghi di lavoro e nella vita quotidiana, che risulta il metodo più vincente nel lungo periodo, per debellare la ripresa dei contagi.

La gestione dell’emergenza da COVID-19 ha, da un punto di vista scientifico ed evidence-based, solo due soluzioni: Farmacologica (oggi non disponibile) o Comportamentale (oggi esistente e ampiamente sperimentata negli ultimi 15 anni, anche in Italia nelle più importanti Imprese private e dello Stato)

Partendo dal protocollo di elezione per la gestione dei comportamenti (BBS), i ricercatori ed esperti dell’AARBA hanno messo a punto una versione standardizzata del processo che risponde alle esigenze di operare nelle Imprese (e nelle strutture sanitarie) che devono continuare l’attività, con altissimi rischi di perpetuare la diffusione del contagio da COVID-19.

L’adozione di tale processo operativo consente a queste imprese di operare con una riduzione del numero di contagi realisticamente nell’ordine del 70-90%.

Nel processo e nel protocollo specifico per COVID-19 il peso delle azioni da compiere è stato drasticamente ridotto: pochi minuti, 2 volte al giorno, in stabilimento (o in cantiere o

nei trasporti), con misure costanti dei comportamenti di prevenzione, seguiti da azioni di variazione delle azioni inadeguate, esclusivamente con supervisione on line da parte di personale specializzato dedicato da remoto.

L’adozione di tale protocollo, nella versione completa per le organizzazioni sanitarie, sarebbe di particolare facilità applicativa.

Si tratta infatti di applicare” operativamente l’unico metodo scientificamente collaudato e validato per ottenere nell’immediato il controllo della diffusione del virus, in attesa di farmaci specifici su larga scala, per consentire il mantenimento delle attività senza tuttavia interrompere i servizi essenziali.

Il protocollo governativo dice “cosa” fare per comportarsi in modo sicuro, il protocollo scientifico applicativo prescrive “come” sviluppare e garantire quei comportamenti, stabili e generalizzati nel tempo.

In tempi brevi (giorni o al massimo settimane) e soprattutto con esiti misurabili giornalmente su scala parametrica (frequenze, durate dei comportamenti rilevanti) in tutti i gruppi di lavoro.

In estrema sintesi il processo consiste nel redigere un elenco di comportamenti da monitorare attraverso delle checklist che andranno compilate ogni giorno (l’attività impiega circa 2 minuti) da parte dei preposti, o altri collaboratori interni di ogni realtà produttiva.

Dinanzi a comportamenti sbagliati si attueranno le correzioni adeguate a portare la persona ad operare correttamente, secondo gli standard prescritti.

Per garantire un impatto significativo alle nuove routine, si terranno delle riunioni settimanali di circa 12 minuti tra il responsabile del monitoraggio e i collaboratori del reparto o da coloro che segue, per dare e ricevere feedback.

Si dovrà effettuare una riunione mensile tra i dirigenti delle realtà produttive per valutare i risultati e coordinare le azioni correttive necessarie per garantire e mantenere i risultati previsti.

I dati rilevati andranno poi inseriti in un apposito programma che ne consenta l’analisi da remoto da parte di un Analista Comportamentale, che fornirà di volta in volta le specifiche per migliorare, consolidare o mantenere gli obiettivi prefissati da ogni realtà.

Per attuare il processo attraverso le mini-riunioni previste dal protocollo si analizzeranno le singole situazioni, per stilare un piano d’azione e per pianificare la sua esecuzione tra i Dirigenti delle Aziende e gli analisti del comportamento.

La messa a disposizione del protocollo deve passare attraverso il coordinamento e la supervisione delle nostre istituzioni (Ministeri dello Stato e Assessorati delle Regioni), per essere adottato efficacemente, con la rapidità richiesta e su larga scala.

Il Presidente dell’AARBA, Professor Fabio Tosolin ha dichiarato:

“L’attuale situazione ci ha messo davanti a due necessità in conflitto: evitare i contatti a rischio e continuare a lavorare con i relativi assembramenti di persone (vedi aziende ospedaliere e produttive di beni di prima necessità). Soddisfare entrambe le necessità è possibile.

Lo è solo ed esclusivamente adottando in maniera rigorosa il protocollo comportamentale, scientifico ed evidence-based della Behavior-Based Safety (B-BS). È questo il protocollo messo a punto da scienziati americani alla fine degli anni ’70 e adottato in migliaia di imprese e anche in strutture sanitarie, con esiti su cui concorda tutta la comunità scientifica di riferimento. Sono molti i lavoratori protetti da questo scudo scientifico anche in Italia, ma è indispensabile adottarlo su larga scala – anche perché il comportamento è l’unico DPI che… non costa – per evitare che il Coronavirus possa mietere vittime nella cosiddetta FASE 2 e quando probabilmente si riattiverà in autunno.”