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SPORT

Riparte il calcio: cosa dobbiamo aspettarci dalla “nuova” Serie A?

Grandi notizie per gli appassionati di calcio. Dopo tre mesi di stop riparte la Serie A con un tour de force che prevede undici giornate in poco più di un mese. Una maratona che decreterà i verdetti più importanti con le lotte Scudetto, Champions League, Europa League e salvezza tutte ancora apertissime. Ma come ripartono le squadre? E quali sono le favorite? Proviamo a scoprirlo.

A dividersi i favori dei pronostici di operatori come Oddschecker per la vittoria dello Scudetto saranno ancora Juventus, Lazio e Inter, squadre che occupavano la vetta della classifica prima dello stop. Al momento in testa ci sono i bianconeri di Maurizio Sarri a quota 66 punti con i biancocelesti a 62 e l’Inter a 57. La caccia al nono titolo consecutivo per la Vecchia Signora, però, non sarà semplice: in calendario ci sono Torino, Milan, Atalanta e lo scontro diretto con Immobile e soci. In più la Juventus vista in Coppa Italia non sembra la schiacciasassi delle ultime stagioni. Ronaldo e compagni dovranno lottare fino all’ultimo minuto anche se il 2 a 0 rifilato al Bologna alla ripartenza è stato una importante boccata d’ossigeno. E mentre la Lazio viaggia sulle ali dell’entusiasmo e senza nulla da perdere, sarà difficilissima la rincorsa dell’Inter di Conte che dovrà occuparsi di colmare il gap e sperare in un passo falso di chi sta davanti. Il programma degli impegni è forse il più abbordabile tra le tre contendenti ma il distacco sembra non autorizzare grandi sogni di gloria.

Infuocata anche la battaglia per il quarto posto che vale l’accesso diretto alla Champions League e per le due piazze che qualificano all’Europa League. Per la prima la lotta sembra ristretta ad Atalanta e Roma, rispettivamente quarta e quinta, ma Napoli, Verona e Milan non hanno ancora abbandonato i sogni di gloria. Soprattutto i partenopei che sono pronti ad affrontare il resto della stagione sulle ali dell’entusiasmo per la Coppa Italia appena conquistata. Tra queste cinque squadre tre giocheranno le coppe nella prossima stagione e due ne saranno escluse. Al momento quelle che sembrano avere meno chance sembrano proprio gli scaligeri e i rossoneri, appena eliminati dalla Coppa Italia e alle prese con un caos societario potenzialmente destabilizzante. Non facile anche la situazione dei giallorossi. Svanita la cessione del club, l’ambiente è stato scosso dalle proteste dei tifosi per le sospensione del ds Petrachi e le ripercussioni sulla squadra sono ancora tutte da scoprire.

Nelle undici giornate che mancano da qui a fine campionato si lotterà anche per la salvezza. E se al momento il Brescia (ultimo con 16 punti) e la Spal (19esima a quota 18) sembrano avere poche possibilità, è battaglia aperta per evitare il terzo slot retrocessione. Ci sono infatti ben 5 squadre racchiuse in soli tre punti: il Lecce e il Genoa a quota 25, la Sampdoria a 26 e Torino e Udinese a 28. Il calendario più difficile è proprio quello dei bianconeri che oltre ad affrontare gli scontri diretti contro granata e blucerchiati dovranno vedersela con Atalanta, Roma, Lazio e Napoli: tutte squadre in piena lotta per i rispettivi obiettivi e che difficilmente vorranno lasciare punti per strada.

Situazione non facile anche per il Toro del Gallo Belotti che nel prossimo mese affronterà il derby con la Juventus e gli scontri con le altre capoliste Lazio e Inter. Il tutto alternato che le sfide dirette con Genoa e Udinese.

Genoa e Sampdoria sono al momento separate da un punto e potrebbero trovare nel derby della lanterna il punto di svolta delle rispettive stagioni. Tra le due sono i rossoblu ad avere il percorso più semplice con le gare con Inter, Juventus e Napoli come unici impegni all’apparenza fuori portata. Per i ragazzi di Ranieri sarà molto più complicato: ci sono da affrontare Roma, Atalanta, Juve e Milan.

Guarderà con ottimismo al finale di stagione il neopromosso Lecce di Fabio Liverani. I giallorossi giocano un buon calcio e da qui ad agosto dovranno vedersela soltanto contro Lazio e Juventus tra le big. La chance di permanenza in Serie A passeranno invece dagli scontri diretti con le genovesi e con l’Udinese.

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Tecnologia

Come Realizzare un Sito Web da Soli?

Certamente, non è difficilissimo aprire un sito web partendo da zero, incompleta autonomia.

Oggi i CMS permettono di realizzare un sito bypassando una serie di funzioni competenti che in passato erano indispensabili. Oggi queste risultano essere facoltative. Però è anche giusto ammettere che il lavoro professionale porta ad altri ed alti livelli. Chi ha esperienza fa la differenza. L’ha guadagnata dalla gavetta, dalla pratica.

Ed ogni lavoro professionale appartiene a chi le basi le conosce e sa essere da volano per un sito. Un qualunque sito. Poiché sappiatelo: senza la gavetta è difficile realizzare un portale visibile su Google, capace di portare traffico e generare conversioni. Ergo, gli strumenti per realizzare un sito web autonomamente oggi ci sono, ma un professionista ti permetterà di raggiungere un risultato differente. Ogni strategia web marketing necessita di punti fermi.

Ecco perchè è sempre bene accompagnarsi ad una guida capace di spiegarti il know how ed ottenere dei risultati discreti, seppure fermandosi ai primi step per poi lasciarti continuare da solo. Non escludere mai questa possibilità. Il lavoro che un tempo era del web master oggi si divide tra decine di specializzazioni.

C’è chi si occupa della struttura dei contenuti, chi scrive i testi, chi si intende di ottimizzazione SEO, chi compie l’analisi keyword… Certo non tutto si può fare in autonomia, ma a volte basta organizzare le risorse interne a disposizione per raggiungere un buon obiettivo, posizionandosi bene su Google con le keyword che ti interessano. Se non vuoi affidarti a un’agenzia di realizzazione siti web come ArtWorkStudios, ecco dunque una piccola guida per spiegare come realizzare un sito web da soli.

Acquista Web Hosting

Un Web hosting (o hosting) è un servizio. Esso ti permette di pubblicare un sito web su Internet. Per pubblicare qualunque sito web online, è necessario un dominio. Il primo passo da compiere per aprire ad esempio un blog, o un sito web informativo o un sito sarà quello di scegliere un provider, un fornitore di servizi internet, ed acquistare poi un hosting con relativo dominio. La tua attività online si baserà su questi capisaldi. Per l’hosting assicurati di avere un prodotto di qualità. Ricorda che pagare poco vuol dire propinare al sito un hardware non proprio eccellente. Inoltre non dimenticare che la velocità delle pagine dipende anche dalla qualità dell’hosting.

Quindi se vuoi iniziare al meglio la tua attività il consiglio resta quello di fare un buon investimento. Per quanto concerne il dominio non occorre lavorare solo ed esclusivamente sugli exact match domain, vale a dire gli indirizzi composti da keyword esatte. Certo, se al suo interno vi sarà una parola chiave interessante andrà sempre più che bene. Ma se hai in mente di sviluppare un progetto a lungo termine, allora ti conviene usare il brand. Un Brand è un simbolo identificativo, un marchio, un logo, è un nome, una parola e/o una frase che le aziende utilizzano per distinguere il loro prodotto dagli altri.

Quando Installare WordPress sull’Hosting

Eccola qui la fase che spaventa chi si avventura nella costruzione di un sito. Come creare un sito web da soli se non c’è grande confidenza con server, hosting e FTP? La verità è che oggi la maggior parte dei programmi hosting prevede la presenza di WordPress preinstallato in italiano. Magari anche con aggiornamento automatico (cosa che fa sempre tanto comodo).

Questo significa che non devi fare nulla di speciale né avere le conoscenze di un professionista. Una volta acquistato l’hosting vai nel cPanel con i dati forniti dal provider, per poi dirigerti nella sezione dedicata alle applicazioni web.

Qui troverai i vari CMS. Un Content Management System, spesso abbreviato in CMS, è un software che aiuta gli utenti a creare, gestire e modificare i contenuti di un sito. Dopodichè seleziona WordPress, compila i vari campi che trovi e clicca su Ok. Et voilà, la tua creatura web è online.

Scegli un buon tema e crea i contenuti

Una volta seguite tutte le istruzioni di cui sopra, avrai un dominio raggiungibile dal browser. Un browser è un programma applicativo che ti permette di guardare e interagire con tutte le informazioni del World Wide Web.

Creare un sito internet servendoti di WordPress non è cosa assai difficile. Solo che ad un certo punto adesso devi renderlo anche presentabile.

Per fare ciò devi scegliere un tema per organizzare le pagine (puoi scegliere il tuo tema dalla gallery ufficiale di WordPress o in uno dei tanti negozi online che vendono template premium. Nel primo caso hai un prodotto gratuito, semplice e pronto all’uso. Nel secondo caso devi pagare certa una somma per scaricare il template.

A questo punto non ti resta che decidere la struttura del sito creando con i relativi contenuti e fare in modo che sia visibile sulla Serp di Google.

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Curiosità

Giochi di carte: quali sono i più amati dai lombardi?

I giochi di carte ci accompagnano lungo i nostri momenti di svago sin dalla notte dei tempi. Le origini di questi giochi sono molto lontane. In alcune regioni, come ad esempio la Lombardia, il legame con i giochi di carte è talmente saldo da resistere ai tanti cambiamenti dovuti dall’evoluzione tecnologica.

Tra i giochi più amati dai lombardi c’è il burraco. Il burraco si dice provenga dall’Uruguay dove si è sviluppato ed ha conosciuto il periodo di maggior successo intorno agli anni ’40 e sembra sia una derivazione del gioco della canasta, molto simile per molti aspetti al burraco. Il suo nome invece deriva dalla lingua portoghese, dove “buraco” significa “setaccio“, quasi a significare che le carte vengono pescate e raccolte, filtrandole, setacciandole appunto, e tenendo solo quelle utili a sviluppare il gioco e a creare combinazioni.

Intorno agli anni ’80 il burraco arriva anche in Italia dove si sviluppa inizialmente in Puglia, Campania per poi diventare il famosissimo gioco di carte come lo conosciamo oggi. Inizialmente le regole del gioco venivano tramandate con il “passaparola” e quindi passando di città in città, di regione in regione spesso venivano modificate e non è raro andare in regioni diverse e vederlo giocare in modo differente rispetto ad altre regioni. Con l’arrivo della Federazione Italiana del gioco del Burraco, FIBUR, le regole del gioco sono state ufficializzate ed ora sono quelle che fanno fede ai fini del regolamento e condotta di gioco.

Come si gioca? Questo famoso gioco trae le sue origini dalla famiglia dei giochi della Pinnacola; Per giocare a Burraco servono due mazzi di carte francesi, le stesse che si utilizzano nel gioco del poker, con la differenza che nel burraco i jolly sono mantenuti nel mazzo di gioco raggiungendo così il totale di 108 carte (54 per mazzo). A burraco si può giocare sia in coppia (due contro due) che nel testa a testa (uno contro uno). Le dinamiche di gioco non subiscono variazioni.

Il giocatore seduto alla destra del mazziere smezza il mazzo, e il mazziere lo ricompone, riponendo la porzione di mazzo che si trovava inizialmente sotto, sopra all’altra. Da questo nuovo mazzo vengono ricavati due gruppi da 11 carte, detti anche “pozzetti”, prendendo una carta per volta dal fondo del mazzo e creando così ciascuno dei due pozzetti. Questi due piccoli mazzi vengono riposti uno sull’altro in modo incrociato, facendo attenzione a far sì che il mazzetto in cui è stata inserita la prima carta stia sopra all’altro.

Dal mazzo restante saranno estratte 11 carte che saranno distribuite a ciascun giocatore in senso orario. Le restanti carte saranno invece riposte coperte a formare il mazzo da cui si pesca durante il gioco. Un’ultima carta verrà presa dal mazzo di pesca, e sarà riposta scoperta accanto al mazzo di pesca. Questa carta darà inizio al “monte scarti”, o “monte di pesca”. Al proprio turno, ciascun giocatore seduto al tavolo potrà: pescare una carta dal mazzo principale; prendere tutte le carte dal monte degli scarti. A seguito della propria scelta, il giocatore potrà scegliere di calare combinazioni a terra, realizzate con le carte in proprio possesso o di legare una o più carte singole alle combinazioni già a terra.

Al termine della fase di creazione delle combinazioni, il giocatore sarà obbligato a scartare una carta, cosa che può essere bypassata solo qualora il giocatore abbia terminato le carte e a terra sia disponibile ancora il pozzetto da prendere della propria squadra. In tal caso potrà “andare a pozzetto al volo”, senza scartare nessuna carta. Andando a pozzetto al volo il giocatore dovrà proseguire a giocare le nuove carte acquisite, e comunque al termine della mano dovrà comunque scartare una carta.

Molto amato in Italia ed in Lombardia è il poker, uno dei giochi di carte più famosi al mondo. Qui si può trovare una guida su come si gioca a poker. Tra gli Stati europei che si contendono la “paternità” ci sono Italia, Francia e Germania. Alcuni sostengono che gli antenati del Texas Hold ‘em si debbano ricercare in Persia. Qualcuno ravvisa appunto elementi in comune tra il poker e il gioco dello zarro, molto in auge nell’Italia rinascimentale: la proibizione di questo passatempo da parte di Francesco Sforza a Milano attraverso un editto (1531) non ne impedì la diffusione.

Il mazzo era composto da venti carte, ogni giocatore ne aveva a disposizione cinque e gli unici punti previsti erano la coppia, il tris e il colore. Anche nel celebre quadro “I bari” Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610) raffigura due giovani che giocano allo zarro: uno di loro cerca di vincere barando con l’aiuto di un complice più anziano che assiste alla partita.

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Curiosità

Ricordando l’evento “La Forza è Donna”: con le donne, per le donne

In attesa di capire se quest’anno ci sarà una nuova edizione, la seconda edizione di La forza è donna,si è tenuta l’anno scorso, si tratta di iniziativa che ha lo scopo di mettere in evidenza la “forza” delle donne e il loro contributo alla società, in un periodo storico che purtroppo registra ancora casi di sessismo, discriminazione e, soprattutto, numerosi casi di femminicidio.

L’evento, presentato nella scorsa primavera, è stato organizzato dal Comune di Cairate insieme all’associazione Eva Onlus di Busto Arsizio, la Libera Biblioteca di Cairate, la Provincia di Varese e la Regione Lombardia.
L’iniziativa ha previsto ben 7 appuntamenti, per una durata complessiva di una settimana con Io corro, e tu?, una camminata di 6 chilometri e una raccolta fondi a favore della già citata Eva onlus.

L’assessore alla cultura di Cairate Anna Pugliese ha dichiarato che l’evento vuole “riprendere il percorso della prima edizione”, ossia non solo trattare argomenti delicati come la violenza sulle donne, ma anche la visione della donna in campo lavorativo, ambito in cui sono ancora ben presenti discriminazioni e disparità di genere.

L’evento ha preso il via con la presentazione della mostra Le donne di Todaro, del pittore Roberto Todaro, tele in cui viene mostrata la violenza a cui spesso le donne sono sottoposte. A fare da “contraltare” le tele di un altro pittore, Donato Tesauro, che invece mette in luce la forza delle donne.
Il secondo giorno, invece, è stato presentato il saggio storico di Enzo Ciaraffa, Munigund, la storia (o il sogno) di una donna straordinaria.

Nei giorni successivi le iniziative hanno continuato con diverse conferenze per con concludersi con il gran galà con raccolta fondi, letture animate e diverse attività e, infine, la già citata camminata di 6 chilometri.

L’iniziativa, oltre che a raccogliere fondi, ha voluto ulteriormente sensibilizzare sul delicato tema della discriminazione e della violenza sulle donne, ma anche mettere in risalto la forza delle donne, sempre più capaci – quando non vengono ostacolate – di ritagliarsi ruoli importanti all’interno della società.

Donne di successo: storie da conoscere

La forza è donna è un’iniziativa che vuole ribaltare i cliché di genere, ancora troppo presenti. E che la forza sia donna si evince anche dal fatto che, finalmente, le donne stiano entrando in ambiti fino a poco tempo fa preclusi: pensiamo a certe giocatrici di successo che hanno raccolto risultati importanti in ambienti tradizionalmente maschili. Ne è un esempio Maria Konnikova, scrittrice, psicologa e giocatrice di poker sportivo, che ha svelato il segreto dietro le abilità che funzionano nello sport come nella vita.

E al di là dello sport non possiamo non menzionare un’eccellenza italiana come Samantha Cristoforetti, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea, che ha conseguito anche il record europeo e il record femminile di permanenza nello spazio (sono stati ben 199 i giorni in cui “Astro Samantha” è rimasta in orbita). Recentemente la Cristoforetti ha dichiarato che per fare quello che ha fatto ci sono volute “intraprendenza e follia”, oltre che un’ottima preparazione.

Ma i casi di donne forti sono numerosi, in Italia e nel mondo, e in ogni ambito del lavoro e dello sport. Vogliamo forse dimenticare Bebe Vio, la nostra campionessa paralimpica della scherma, che ha superato le difficoltà con dosi di ottimismo e grinta non da tutti? A dimostrazione della sua forza le sue vittorie in Coppa del Mondo, che stanno avvicinando sempre più la qualificazione a Tokyo 2020.

Le donne scienziate italiane, poi, raccolgono consensi in tutto il mondo: basti citare Ilaria Capua, virologa e ricercatrice di fama mondiale, definita dalla rivista Seed una mente rivoluzionaria, e Fabiola Gianotti, direttrice generale del Cern, nel 2013 inserita dalla prestigiosa Forbes tra le 100 donne più potenti del mondo.

Le donne possono vantare casi di successo anche in politica:  Federica Mongherini, personalità di spicco della politica italiana, riveste il ruolo di Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, mentre Emma Marcegaglia, dopo gli studi alla Bocconi e a New York, è stata la prima donna a rivestire il ruolo di presidente di Confindustria e dell’Università Luiss Guido Carli (e ora guida la Eni).

Dunque, in una fase storica in cui ancora si fatica a riconoscere parità alle donne (e in cui anche le istituzioni sottovalutano la questione violenza di genere), ci sono esempi splendidi a cui le ragazze più giovani possono ispirarsi.

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Tecnologia

Come apparire su Google: ecco cosa devi sapere

Molto spesso, quando si parla di come apparire su Google, vengono promosse strategie e tecniche “miracolose” e che ci promettono di farci ottenere il risultato desiderato molto velocemente. Sicuramente alcune delle tecniche e dei suggerimenti che ci vengono proposti per apparire in prima pagina sul motore di ricerca per una determinata ricerca possono essere utile e saranno certamente interessanti da provare, ma è anche importante non lasciarsi raggirare da false promesse. Per questo motivo, l’unico modo davvero efficace e sicuro per difendersi da questi rischi è semplicemente conoscere queste strategie ma anche essere informati su tutte le accortezze da prendere.

Ecco cosa devi sapere, quindi, in merito al posizionamento su Google e soprattutto su come apparire sul motore di ricerca.

  • Strategia, questa sconosciuta, ma importante strada! Usare una buona strategia è davvero essenziale, perché significa sapere da dove partire e da che parte iniziare, e si sa che chi ben comincia è a metà dell’opera! Per questo, prima di tentare qualunque prova, è bene informarsi su quali metodi applicare e soprattutto su quali attività dobbiamo svolgere per prime: andare per gradi è già una strategia infallibile, che ci permetterà di ottenere dei risultati forse in tempi più lunghi ma sicuramente in maniera più definitiva (fermo restando che tuttavia, in questo mondo, non c’è nulla che sia veramente definitivo e che occorre essere sempre sul pezzo e pronti ad effettuare le modifiche del caso);
  • Non ti affidare a terze persone che ti promettono di farti salire velocemente di posizione: non esistono queste possibilità, e non è detto che appena inizi a lavorare sulla SEO tu possa avere dei risultati immediati. Per certe cose ci vuole tempo, ma anche costanza e dedizione: per questo, non sopravvalutare coloro che ti promettono di farti ottenere risultati in fretta, e cerca anzi di essere autonomo il più possibile in questi casi, affidandoti solo a persone veramente competenti ma cercando anche di apprendere il più possibile dal loro lavoro;
  • Comprendi quali sono i tempi effettivi per apparire su Google e non avere fretta, ma sii al contrario costante e continua ad aggiornarti ed a lavorare sulle tue pagine, sui contenuti, sulle keyword, anche se non hai ottenuto un risultato immediato.

I tempi necessari per apparire su Google: quali sono?

È del tutto normale che, una volta che ci immergiamo in un percorso così importante come quello di apparire su Google ed avere così un’ottima visibilità per il nostro progetto, desideriamo raggiungere il nostro obiettivo e tagliare il traguardo il prima possibile. Questo è sicuramente del tutto comprensibile, ma non dobbiamo dimenticare che ogni grande progetto è soggetto a dei normali tempi, che dobbiamo imparare a rispettare.

Non è facile poi chiarire in maniera univoca quali siano i tempi necessari per apparire su Google: di certo non otterrai risultati dall’oggi al domani, prima di tutto perché le azioni necessarie sono tante e ti richiederanno un certo tempo (pensa a tutto il lavoro di struttura, di ottimizzazione, di risoluzione degli errori), e in secondo luogo perché, anche una volta che avrai lavorato duramente, dovrai comunque aspettare che si evidenzino tutti i fattori decisivi per il posizionamento.

Questo vuol dire sostanzialmente che ci sono una serie di fattori, che esulano dalla tua sola capacità (ma che sono favoriti ad esempio dalle competenze e dal livello di concorrenza), che influiscono sulla velocità con cui otterrai i risultati anche con un buon lavoro di SEO. Per approfondimenti, puoi leggere questa guida di Filippo Jatta.

Tempo, costanza, dedizione, ti ripagheranno del tuo duro lavoro, con una sola precisazione: è del tutto necessario non perdersi d’animo se i risultati tardano ad arrivare, e continuare a perseverare anche quando essi saranno arrivati!

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Curiosità

Coronavirus: rinviata la data di uscita del nuovo James Bond

Nella sua interminabile epopea cinematografica James Bond ha affrontato i criminali più temibili mai apparsi sul grande schermo sventando con il suo acume, la sua scaltrezza e le sue formidabili apparecchiature all’avanguardia (gentilmente fornite dall’MI6) alcuni dei piani più diabolici per la conquista del pianeta e la sottomissione del globo

Nulla però ha potuto contro il Coronavirus, che nelle ultime settimane sta mettendo in ginocchio l’Italia. La data di uscita di No time to die, l’ultimo capitolo di 007 che avrebbe dovuto fare il suo esordio nelle sale cinematografiche il prossimo 3 aprile con una prima internazionale programmata per il 31 marzo al Royal Albert Hall di Londra, sarà infatti posticipata di ben 7 mesi (il 12 novembre uscirà in Inghilterra e il 25 novembre negli Stati Uniti) a causa dell’epidemia e della fobia del contagio che sta decimando il numero di presenze in sala (molti cinema nelle aree più colpite come ad esempio nel nord Italia risultano chiusi) e che rischiava di far segnare pertanto un memorabile flop al botteghino. La produzione ha infatti investito oltre 250 milioni di dollari per le riprese e, nel tentativo di limitare i danni, ha deciso di rinviare il lancio del 25esimo capitolo di Bond con buona pace dei patiti di 007 che tuttavia potrebbero soddisfare la loro curiosità sul nuovo capitolo dell’agente segreto online. Sembra infatti che MGM, Universal e i produttori Michael G. Wilson e Barbara Broccoli potrebbero decidere di sconfiggere l’epidemia lanciando in anteprima il film in una delle numerose piattaforme a pagamento presenti nell’etere.

Ad ogni modo, salvo sorprese dell’ultimo minuto, gli appassionati dell’agente segreto più famoso del mondo dovranno attendere ancora parecchio tempo prima di immergersi nel nuovo capitolo della saga e vedere 007 sventare il piano diabolico del fellone di turno tra auto di lusso, femmes fatales e sale da gioco dove, il personaggio creato dall’estro di Ian Fleming, si trova spesso impegnato a testare il suo proverbiale sangue freddo e le sue formidabili doti dissimulative che lo rendono un pericolosissimo squalo del tavolo verde.

Intanto lo scorso 5 marzo Daniel Craig, l’attore di Hollywood che nelle ultime 5 pellicole di Bond ha impersonato l’agente segreto di sua maestà, si è fatto vedere in pubblico presentandosi scortato da guardie del corpo al Restaurant Row di New York dove ha avuto modo d’incontrare numerosi fan di Bond, firmando autografi e gadget ispirati al personaggio di Ian Fleming. Un’uscita pubblica per esorcizzare la paura del virus mentre negli Stati Uniti è salito il livello d’allerta sull’infezione dopo che i casi di Coronavirus hanno sfondato il muro dei 100 contagiati avendo già fatto segnare oltre 10 morti. Intanto l’epidemia mette in allerta l’intera industria cinematografica mondiale. Se il 2019 ha fatto segnare il record d’incassi al botteghino a livello mondiale con oltre 42 miliardi di dollari in ricavi, il 2020 si preannuncia un annus horribilis per i cineasti visto che gli analisti hanno già stimato una perdita di 5 miliardi di dollari dovuti alla prevenzione contro il COVID-19 in questi primi mesi del nuovo anno. La Cina che rappresenta il terzo mercato mondiale per l’industria del cinema ha visto la chiusura di oltre 70mila sale cinematografiche mentre anche in Giappone, la seconda nazione per i ricavi al box office, si iniziano a prendere contromisure drastiche così come in Corea del Sud (il quinto mercato del mondo), attualmente la seconda nazione più colpita dall’epidemia.

Intanto in Italia tutte le scuole sono state chiuse fino a marzo mentre circa la metà dei cinema sul territorio nazionale sono in pausa e anche l’uscita di altri film è stata posticipata a data da destinarsi. I cinefili più accaniti dovranno infatti ancora pazientare prima di poter vedere alcuni film come Lupin III – The First, Dopo il matrimonio, Il Talento del Calabrone, Onward, Un Amico Straordinario, The Grudge, Charlie’s Angels e Artic – Un’avventura glaciale. Anche altri titoli italiani come Si vive una volta sola di Carlo Verdone, Cambio Tutto di Guido Chiesa, Ritorno al crimine di Massimiliano Bruno e gli episodi della nuova stagione de Il Commissario Montalbano Livia Mia, in programma d’uscita nei prossimi giorni, sono stati posticipati.

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Motori

Al via il Mondiale di Formula 1: ecco tutti i numeri

L’emergenza corona virus non blocca i motori: la rassegna iridata ha un paio di facce nuove. Scopriamole

Tra gli appassionati di motori e il nuovo Mondiale di Formula 1 non c’è stato solo un lungo, anzi interminabile inverno di attesa. C’è stato, anzi c’è tuttora, l’uragano corona virus che invade ogni aspetto della nostra vita, pubblica e privata. Date spostate, rinvii, cambiamenti. Ma alla fine sembra che tutto sia pronto per partire.

Il prossimo venerdì 13 marzo andranno in scena le prime prove libere del Gran Premio d’Australia 2020, la tappa che farà da inaugurazione alla stagione. Lo scenario del fischio d’inizio, o per meglio dire dello start, sarà ancora una volta Melbourne, dopo i sei giorni complessivi di test e prove libere andate in scena in Catalogna, precisamente a Barcellona, a fine febbraio. Adesso tutto è pronto. Manca solo la parola “via” ad un campionato che, in totale, dovrebbe vantare 22 Gran Premi. Un condizionale che è sempre d’obbligo vista l’emergenza corona virus.

Il favorito nelle quote sul prossimo mondiale di F1 è ovviamente Lewis Hamilton, messo in lavagna a 1.50 da bwin. Il podio è invece completato da Verstappen, quotato 5.50, e Bottas, a 7.00. Leggermente distanziato il Ferrari Leclerc, a 8.00, e Vettel, a 13.00, mentre il primo italiano in lizza è Ricciardo, con un piazzamento che paga ben 1000 volte la posta.

Iniziamo a dare qualche numero di questa nuova pagina del mondo dei motori: 10 i team iscritti e confermati, 20 invece i piloti protagonisti del Mondiale di Formula 1. Con due, incredibili, new entry rispetto alla fine del 2019. La prima è Esteban Ocon che dopo una stagione di inattività da terzo pilota Mercedes si è accasato alla Renault, che lo ha scelto per sostituire il tedesco Nico Hulkenberg. “Abbiamo avuto molto tempo per prepararci e mi sento pronto per la sfida. Non vedo davvero l’ora di correre di nuovo, tornando dove voglio essere, dopo aver aspettato un anno – ha detto in conferenza stampa il francese – Ci sono molte novità sulla vettura di quest’anno e i ragazzi hanno lavorato duramente per trovare ancora più performance. La Formula 1 è fatta di dettagli, e ne ho visti parecchi interessanti sulla Renault R.S.20. È emozionante vedere il design, ma ciò che voglio davvero è essere al volante è vedere com’è su pista”. La seconda faccia nuova è quella del canadese Nicholas Latifi, vice-campione iridato di F2 che approda in Williams sostituendo il polacco Robert Kubica.

Per quanto riguarda le nazioni più rappresentate, la fa da padrona ancora la Gran Bretagna, con tre driver insieme alla Francia. Due piloti canadesi e finlandesi mentre Germania, Olanda, Principato di Monaco, Spagna, Thailandia, Australia, Russia, Messico, Danimarca e Italia ne hanno solo uno. Ma magari è quello vincente.