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Sanità, Coronavirus, ULS: “Sicurezza, assunzioni e contributi economici ai Lavoratori nel prossimo decreto”

Ci aspettiamo che il prossimo decreto d’urgenza del Governo modifichi i precedenti e metta mano a temi fondamentali per un SSN attuale e futuro come maggiore sicurezza sul lavoroassunzioni stabili e riconoscimenti economici per i Lavoratori della Sanità– queste le richieste dal Direttivo Nazionale ULS-Unione Lavoratori Sanità. Condividiamo le parole del premier Conte sul dovere morale quando si tratta della sicurezza dei Lavoratori. Per questo crediamo che innalzare su tutto il territorio nazionale il livello di protezione degli operatori sanitari, al netto delle misure ad interim emanate dall’ OMS il 27 febbraio scorso, sia un atto prudenziale per salvaguardarli e permettere loro di contribuire in sicurezza a contrastare il contagio da Covid-19 e non diventare veicoli d’infezione negli Ospedali e nei Pronto Soccorso.

Si proceda all’immediato scorrimento delle graduatorie concorsuali in essere per immettere personale che ha diritto di prestare servizio nel SSN, eliminando il ricorso al lavoro autonomo e a tempo determinato senza garanzie per il futuro, presente nel Decreto Legge 9 marzo 2020 , n. 14. In questo momento – spiegano dal Sindacato ULS – arruolare medici, infermieri, oss con modalità di lavoro precario è inconcepibile ed è l’ennesimo smacco verso chi rischia la propria salute per proteggere quella del popolo italiano. Il piano straordinario di assunzioni precarie paventate dal Ministro Speranza al costo di 660 milioni di euro, nelle risorse messe a disposizione, è inferiore allo stanziamento di 900 milioni per il salvataggio governativo della Banca Popolare di Bari a dicembre 2019.

Il passato ha visto solo privatizzazioniprecariatotagli ragionieristici per favorire i padroni della sanità privata che fa profitto e comprime diritti, ora è il momento di cambiare rotta. Adesso non è più tempo di sacrificare il diritto alla Salute e la dignità dei Lavoratori. Centinaia di migliaia di operatori del SSN  – concludono dal Direttivo Nazionale ULS – vogliono rispetto e attendono che si dia il giusto riconoscimento in termini di sicurezza sui luoghi di lavoro, di diritto ad un lavoro stabile e al doveroso impiego di risorse economiche per valorizzare professionisti, non odierni eroi, che anche in tempi di non emergenza hanno sempre preservato nel quotidiano un bene di tutti, presente nell’art. 32 della Costituzione.

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Coronavirus: la bozza del nuovo decreto in arrivo

Tra le nuove norme in arrivo nel decreto Cassa Integrazione Guadagni per tutti, più mascherine e più risorse alla sanità in funzione anti-virus, la  quarantena potrebbe essere equiparata alla malattia e la protezione civile potrà requisire alberghi.

La quarantena potrebbe essere equiparata alla malattia per i dipendenti privati, ma con i costi a carico dello Stato e non di Inps e datori di lavoro. 

Il governo vorrebbe varare la manovra anti-Coronavirus entro la fine della settimana per riuscire a sospendere alcune scadenze fiscali imminenti, a cominciare da quelle per l’Iva del 16 marzo. 

Sono quattro i tipi di interventi che sarebbero previsti nel provvedimento da 12 miliardi in arrivo e riguarderebbero il servizio sanitario, gli ammortizzatori sociali il fisco e i mutui facilitando la sospensione fino a 18 mesi delle rate prima casa e le garanzie per la liquidità delle imprese.

Tra i provvedimenti in arrivo c’è la possibilità di 

– utilizzare 320 tra medici e infermieri militari a supporto del servizio sanitario

– aprire reparti temporanei all’interno o all’esterno delle strutture ospedaliere 

– requisire, da parte della Protezione Civile, strumenti medici o chirurgici o in via temporanea anche alberghi o altri immobili per aumentare i posti letto per far fronte all’emergenza

– erogare finanziamenti in diverse forme alle imprese produttrici di dispositivi medici e di protezione individuale

– equiparare i periodi di quarantena alla malattia, certificata dal medico curante con gli oneri posti a carico dello Stato, anziché a Inps e datori di lavoro, per i lavoratori privati

– concedere congedi speciali e voucher babysitter per dipendenti o autonomi, con figli piccoli a casa da scuola. 

– concedere la cassa integrazione ordinaria con procedura semplificata ee estendere la cassa integrazione in deroga a tutti i lavoratori dipendenti, anche agricoli, non coperti dalla cig ordinaria e non tutelati da Fondi di solidarietà. 

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Coronavirus: in arrivo aiuti dalla Cina

Sembra essere in arrivo dalla Cina una squadra di cinque medici esperti cinesi accompagnati da un membro della Croce Rossa cinese e uno specialista del Chinese Center for Disease Control and Prevention che porteranno “le loro competenze” e forniture per aiutarci nella prevenzione dell’epidemia del coronavirus.

La notizia è stata diffusa dalla  tv in lingua inglese della statale Cctv e ieri, durante una telefonata con il collega italiano Luigi Di Maio, il ministro degli Esteri Wang Yi sembra abbia detto che “se la parte italiana lo chiede, la Cina è pronta a mandare personale medico per aiutare l’Italia”

Il ministro Di Maio sembra stia formalizzando un importante accordo con la Cina che sarebbe disposta a fornire un migliaio di ventilatori polmonari, un paio di milioni di mascherine, di cui 100 mila ad alta tecnologia, 20 mila tute protettive e 50 mila tamponi per i test.

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Coronavisus. Fsi-Usae Sicilia:”Sono state accolte le nostre richieste”

Coronavisus. Fsi-Usae Sicilia: “Accolta la nostra richiesta di sospendere le prestazioni sanitarie non urgenti”

 

PALERMO 09 MARZO – “Sono state accolte le nostre richieste – dichiara Calogero Coniglio segretario regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei – per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Coronavirus in Sicilia, come conferma la disposizione emanata oggi dall’assessorato regionale della salute prot. n. 13588 “Misure per la prevenzione, contenimento e gestione dell’emergenza COVID-2019” indirizzata ai direttori generali delle Aziende Sanitarie Provinciali, Ospedaliere, Ospedaliere-Universitarie, Irccs, Fondazione Giglio e Ospedali Classificati della Regione Siciliana. E’ certamente un punto di partenza importante e per questo la Fsi-Usae nell’attuale situazione offre la propria collaborazione”.

“Con nota n. 4008 inviata all’assessorato regionale della salute e alle 17 aziende sanitarie il 06 marzo abbiamo ritenuto necessario per fronteggiare l’emergenza per gli ospedali siciliani sede di pronto soccorso e Dea, di prevedere che tutti gli interventi e le attività programmate salvo quelle strettamente non procrastinabili (salvavita, pronto soccorso, oncologici, cardio e neuro-chirurgici) venissero sospese.

“La Fsi-Usae ritiene necessario sospendere tutta l’attività chirurgica in elezione, esclusi gli interventi oncologici, tutta l’attività ambulatoriale programmata, eccetto quella oncologica e quella individuata come indispensabile dallo specialista di riferimento. L’obiettivo principale, in questo momento, è quello di non sovraccaricare le strutture sanitarie e il personale sanitario, medici, infermieri, tecnici, oss, che devono essere impegnati nella cura e nell’assistenza dei pazienti gravi e complessi e delle emergenze”.

“Abbiamo ribadito all’assessorato regionale che deve garantire agli operatori sanitari la sicurezza con l’uso degli appositi Dpi (Dispositivi di Protezione Individuali) forniti nella giusta misura e in modo tempestivo. Infine visto che il Covid-19 ha dimostrato la tendenza a colpire in modo più intenso i soggetti anziani e polipatologici al fine di prevenire possibili fonti di infezione, abbiamo chiesto di formalizzare la riduzione delle visite nei presidi ospedalieri ad un sola persona al giorno per ciascun degente. Indicazione che è stata recepita”, precisa Coniglio.

“Assieme ai componenti della segreteria regionale della Fsi-Usae, Renzo Spada, Salvatore Ballacchino Pier Paolo Di Marco, Maurizio Cirignotta e Salvatore Bracchitta, siamo soddisfatti delle scelte operate finora dalla regione che rispecchiano, in larga misura, le nostre indicazioni e le nostre richieste, avanzate in una delicata circostanza e che confermano la consuetudine del sindacato autonomo Fsi-Usae a non sottrarsi all’assunzione di responsabilità”.

“Oltre ai contenuti della disposizione regionale è apprezzabile la scelta di coinvolgere e confrontarsi con le parti sociali che produrrà effetti positivi per i nostri iscritti, per i lavoratori più in generale, per i pazienti e per la popolazione – conclude Coniglio – A tal proposito evidenziamo positivamente i risultati raggiunti finora dal Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, dall’Assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e dall’Ars nell’affrontare l’emergenza coronavirus man non le misure adottate dal governo nazionale. Condividendo le linee di indirizzo e i provvedimenti regionali per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Coronavirus, riteniamo necessario proseguire il dialogo costruttivo intrapreso anche con le prefetture, le istituzioni dei comparti della funzioni centrali, locali, della sicurezza e della scuola”.

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Coronavirus il Papa: “dedico la Messa agli ammalati e ai medici”

Roma, Città del Vaticano 9 Marzo 2020

Papa Francesco in Santa Marta celebra la messa da solo e senza fedeli: ” Non dobbiamo fare l’elenco dei nostri peccati, ma chiedere la grazia di vergognarci del male compiuto davanti a  Dio”:

Queste le parole del Santo Padre:

Il Coronavirus cambia anche l’agenda del Papa. Dopo l’Angelus di domenica nella biblioteca («mi sento un po’ ingabbiato», la battuta di Bergoglio) la Messa mattutina a Santa Marta è senza fedeli. Francesco celebra da solo: «In questi giorni», dice, «officio la messa per gli ammalati di questa epidemia, per i medici, per gli infermieri, per i volontari, che aiutano tanto, per i familiari, per gli anziani che stanno nelle case di riposo, per i carcerati che sono rinchiusi».

La celebrazione, per sua volontà, viene trasmessa in diretta video. «Preghiamo insieme questa settimana, questa preghiera forte al Signore: “salvami o Signore e dammi misericordia”», scandisce il Papa. Nell’omelia, di cui Vatican News pubblica una trascrizione, si sofferma sulla prima lettura tratta dal Libro del profeta Daniele: “Signore, sei stato fedele con noi ma noi abbiamo peccato, abbiamo operato da malvagi e da empi. Siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi. Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali nel tuo nome hanno parlato ai nostri re, ai nostri principi, ai nostri Padri e a tutto il popolo del Paese”. C’è, nota il Papa, «una confessione dei peccati, un riconoscere che abbiamo peccato. E quando noi ci prepariamo a ricevere il sacramento della riconciliazione, dobbiamo fare quello che si chiama “esame di coscienza” e vedere cosa ho fatto io davanti a Dio: ho peccato. Riconoscere il peccato. Ma questo riconoscere il peccato non può essere soltanto fare un elenco dei peccati intellettuali, dire “ho peccato”, poi lo dico al padre e il padre mi perdona. Non è necessario, non è giusto fare questo. Questo sarebbe come fare un elenco delle cose che devo fare o che devo avere o che ho fatto male, ma rimane nella testa. Una vera confessione dei peccati deve rimanere nel cuore».

«Dobbiamo vergognarci dei nostri peccati»

Papa Francesco ricorda che «Andare a confessarsi non è soltanto dire al sacerdote questo elenco, “ho fatto questo, questo, questo, questo …”, e poi me ne vado, sono perdonato. No, non è questo. Ci vuole», avverte, «un passo, un passo in più, che è la confessione delle nostre miserie, ma dal cuore; cioè, che quell’elenco che io ho fatto delle cose cattive, scenda al cuore. E così fa Daniele, il profeta. “A te, Signore, conviene la giustizia; a noi, la vergogna”». Francesco afferma che «Quando io riconosco che ho peccato, che non ho pregato bene e questo lo sento nel cuore, ci viene questo sentimento di vergogna: “Io mi vergogno di avere fatto questo. Ti chiedo perdono con vergogna”. E la vergogna per i nostri peccati è una grazia, dobbiamo chiederla: “Signore, che io mi vergogni”. Una persona che ha perso la vergogna perde l’autorità morale, perde il rispetto degli altri. Uno svergognato. Lo stesso accade con Dio: a noi la vergogna. A te la giustizia, a noi la vergogna. La vergogna sul volto, come oggi. “Signore – continua [Daniele] – la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri principi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te”. Al Signore nostro Dio, prima aveva detto la giustizia, adesso dice la misericordia».

Oltre al «ricordo, la memoria dei peccati che abbiamo fatto» bisogna avere anche «il sentimento della vergogna», solo questo, dice il Papa, «tocca il cuore di Dio e risponde con misericordia. Il cammino per andare incontro alla misericordia di Dio, è vergognarsi delle cose brutte, delle cose cattive che abbiamo fatto. Così, quando io andrò a confessarmi dirò non solo l’elenco dei peccati, ma i sentimenti di confusione, di vergogna per avere fatto questo a un Dio tanto buono, tanto misericordioso, tanto giusto». E conclude: «Chiediamo oggi la grazia della vergogna: vergognarci dei nostri peccati. Che il Signore a tutti noi ci conceda questa grazia».

https://www.famigliacristiana.it/articolo/coronavirus-il-papa-dedico-la-messa-agli-ammalati-e-ai-medici.aspx?fbclid=IwAR3SuhuC85SYsdFyQPvVyZT44uNrkluh0AWbwRfB_4bFPwx9lu-Lfjikq8k

 

Alessio Luisetto

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Coronavirus: Armani dona 1,250 milioni di euro agli ospedali italiani

8 Marzo 2020

Ci sono anche belle notizie che giungono dal Coronavirus, una di queste è una maxi donazione da parte dello stilista Armani, agli ospedali italiani. 

Il proprietario dell’Olimpia Milano, Giorgio Armani, per supportare il sistema sanitario italiano in questo momento difficile causato dall’emergenza coronavirus. 

Il Gruppo Armani ha annunciato di aver donato 1 milione e 250 mila euro agli Ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori di Milano, all’Istituto Spallanzani di Roma e a supporto dell’attività della Protezione Civile.  

Un gran bel gesto! A.L.

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Coronavirus la decisione del Governo: verso la chiusura della Lombardia fino al 3 Aprile

7 Marzo 2020

In arrivo misure forti per contenere i contagi: stop alle scuole fino al 3 Aprile e divieto di uscita e di entrata dalla nostra Regione tranne per casi di reale emergenza. Ufficialità attesa nelle prossime ore.

La Regione Lombardia chiedeva misure drastiche e tali misure sarebbero in arrivo. Il nuovo decreto del Governo andrà in questa direzione. L’ufficialità è attesa nelle prossime ore.

Secondo le anticipazioni rese note poco fa il provvedimento che dovrebbe essere varato questa sera comprenderebbe fino al 3 Aprile 2020 il divieto di uscita e di ingresso dalla Lombardia e da altre undici province italiane (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia,  Rimini, Pesaro Urbino, Venezia,  Padova,  Treviso,  Asti ed Alessandria). Sarebbero permessi solo gli spostamenti dei cittadini in entrata e in uscita da queste zone, solo in casi di emergenza o motivati da indifferibili esigenze lavorative. 

Lo stesso decreto dovrebbero decretare la chiusura di tutte le scuole sempre fino al 3 Aprile 2020, il divieto di manifestazioni, la chiusura di palestre, piscine, centri termali, musei, stazioni sciistiche. Possibili limitazioni anche per centri commerciali nei fine settimana, escluse farmacie e negozi di alimentari. Potrebbero esserci conseguenze anche sulle stagioni sportive delle squadre lombarde, a meno di deroghe in merito. A.L.

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Regione Lombardia: teleconferenza del Presidente Attilio Fontana

Milano 7 Marzo 2020

Attilio Fonta teleconferenza con i 12 sindaci dei capoluoghi lombardi.

Ho da poco concluso una teleconferenza con i 12 sindaci dei capoluoghi lombardi.
Alla luce dei dati relativi alla diffusione del Coronavirus e del crescente numero dei malati nelle strutture ospedaliere, hanno sostenuto la necessità di mettere in campo misure stringenti e rigorose. La salute è la priorità.

Mi ha fatto piacere sentire fronte comune e unità di intenti perché, come ho sempre detto fin dall’inizio con la massima trasparenza, questa situazione, che si fa di giorno in giorno più critica, si vince solo con la compattezza delle Istituzioni, ma soprattutto con la consapevolezza e il contributo fattivo dei cittadini

Chiediamo ancora una volta al Governo regole chiare e certe per fronteggiare questa emergenza.

Fermiamolo insieme. Lombardia
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Legnano, dipendente positiva al coronavirus

Scattano i controlli nella struttura per anziani Sant’Erasmo di Legnano, nella stessa struttura sono ospitati 100 anziani.

Legnano, 3 Marzo 2020.

Quello che si sperava che si potesse evitare, purtroppo è accaduto: un’evenienza da scongiurare proprio per le conseguenze che potrebbe provocare.

E’ stata accertata, nella giornata di oggi, la positività al tampone che certifica il contagio da Covid-19 di una ASA-un’ausiliaria socio assistenziale che quotidianamente è a contatto con gli anziani ospiti- in servizio alla Rsa Sant’Erasmo di Legnano. La donna, di circa 50 anni, ha lavorato nella struttura fino a Venerì 28 Febbraio scorso: una volta evidenziati i primi sintomi, la donna già da Domenica si trovava i isolamento e nel primo pomeriggio di ieri è giunta infine conferma della sua positività al Covid-19. Al momento risulterebbe ancora ignoto il cosidetto “link epidemiologico”, dunque in quale zona geografica la donna, attualmente ricoverata nel reparto di Infettivologia dell’ospedale di Legnano, abbia contratto il virus.

La situazione creatasi ieri si inserisce nello scenario peggiore per quanto riguarda gli effetti potenziali del contagio: la struttura di corso Sempione, infatti, ospita oltre cento anziani, dunque i soggetti più deboli e considerati maggiormente a rischio di contagio. Accertato, comunque, che al momemnto non ci sarebbero altri casi di contagio all’interno della stessa struttura, come prima conseguenza del caso (i vertici della Sant’Erasmo erano in diretto contatto con l’ATS già da Domenica, in attesa del responso) è stato approntato un primo piano di controlli e comportamenti prudenziali da rispettare fino ad ulteriori sviluppi, mentre l’attività continuerà all’interno della struttura per quanto riguarda gli operatori impegnati nell’assistenza quotidiana, è già stato stabilito l’accesso agli altri visitatori o ospiti esterni non indispensabili. Il personale amministrativo della struttura Sant’Erasmo lavorerà invece da casa dopo che verranno approntate le postazioni di telelavoro.

Il punto principale riguarderebbe però il controllo costante delle condizioni di salute degli ospiti: in assenza di sintomatologia l’unica azione da mettere in atto riguarda il monitoraggio costante della temperatura, due volte nell’arco della giornata, e la verifica dell’insorgere di eventuali patologie in grado di costituire un campanello d’allarme per le condizioni degli ospiti. L’operatrice ha lavorato più in alcuni reparti che altri, ma si è mossa comunque in tutta la struttura. Solo nei prossimi giorni, considerati i tempi entro i quali si manifestano i sintomi del virus, sarà possibile comprendere se dal caso già accertato potranno discendere ulteriori situazioni di contagio. Anche per questo motivo la struttura legnanese ha deciso di predisporre un bollettino giornaliero con le eventuali novità che dovessero emergere. Non risulta che le autorità sanitarie abbiano deciso, per nessuno dei dipendenti o persone presenti nella rsa, un isolamento anche solo preventivo e nessuna procedura di sorveglianza arriva: l’ATS ha consigliato di agire in modo differente solo dovessero emergere sintomatologie.

Ci sarebbe poi un altro elemento da prendere in considerazione: secondo la ricostruzione dei fatti, la stessa operatrice della Sant’Erasmo, al comparire dei sintomi, si sarebbe presentata al pronto soccorso di Legnano invece che, come consigliato ormai da giorni, informare telefonicamente il medico di base o tramite il numero riservato delle proprie condizioni di salute.

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Dimesso il primario di Alzano Lombardo, ricoverato a Legnano

Legnano, Martedì 3 Marzo 2020

Finalmente arrivano anche buone notizie dal fronte emrgenze da coronavirus, il medico residente a Rescaldina e ricoverato presso l’ospedale di Legnano dalla scorsa settimana, è stato dimesso quest’oggi 3 Marzo 2020.

Una buona notizia dal fronte dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. L’assessore al Welfare Giulio Gallera ha comunicato poco fa, nella consueta conferenza stampa quotidiana di aggiornamento, che il primario di Alzano Lombardo (residente a Rescaldina), ricoverato dal 26 Febbraio scorso, è stato dimesso oggi Martedì 3 Marzo 2020. A.L.