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Listerie nel formaggio di montagna alle erbe di Gstaad della cooperativa casearia Molkerei Gstaad

Listerie nel formaggio di montagna alle erbe di Gstaad della cooperativa casearia Molkerei Gstaad

Nell’ambito di controlli interni, la cooperativa casearia Molkerei Gstaad ha rilevato la presenza di listerie nel formaggio di montagna alle erbe di Gstaad. Il consumo di questo prodotto può quindi rappresentare un rischio per la salute. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” consiglia di non consumare il prodotto in questione. La cooperativa casearia Molkerei Gstaad ha immediatamente ritirato il prodotto dalla vendita e avviato un richiamo. Il centro di competenza della Confederazione svizzera in materia di sicurezza alimentare ha informato il RASFF di una contaminazione con listerie.È interessato il seguente prodotto:• formaggio di montagna alle erbe di Gstaad avente termine minimo di conservazione: dal 4.7.20 all’8.8.20 venduto nei supermercati Coop e nei caseifici.Nelle persone immunocompetenti l’infezione da listeria è spesso lieve o addirittura asintomatica. Negli individui immunodepressi possono svilupparsi una serie di sintomi gravi, talvolta letali. Durante la gravidanza la listeriosi può provocare un aborto spontaneo oppure una setticemia o una meningite neonatale.

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Oli minerali tossici oltre il limite nel latte in polvere per neonati

Oli minerali tossici oltre il limite nel latte in polvere per neonati: il dito puntato su Nidal per neonati (0-6 mesi) di Nestlé e il latte per la crescita senza lattosio della Gallia Galliagest (da 12 mesi a 3 anni) di Danone. Si vigili sul territorio nazionale

 

Uno studio della ONG Foodwatch ha scoperto che gli imballaggi di cartone che contengono latte in polvere, possono contenere degli idrocarburi. Centinaia di prodotti in Francia, sono stati analizzati da questo studio per verificare se gli alimenti sono contaminati: il 43% lo e’ con idrocarburi aromatici di olio minerale (MOAH), particolarmente pericolosi per la salute. Oltre ad essere cancerogeni, sarebbero mutageni (che alterano il patrimonio genetico) e conterrebbero dei perturbatori endocrini. Mentre gli idrocarburi saturi (NOSH) che si accumulano negli organi, sono stati ritrovati nella maggior parte dei prodotti (83%). L’ONG no ha problemi a comunicare i nomi delle aziende o delle marche: “Tra questi si trovano prodotti di largo consumo, come due tipi di latte in polvere venduti in Francia come Nidal per neonati (0-6 mesi) di Nestlé e il latte per la crescita senza lattosio della Gallia Galliagest (da 12 mesi a 3 anni) di Danone.”. Dopo aver rivelato in ottobre la presenza nel latte in polvere prodotto da Danone e Nestlé di oli minerali aromatici, chiamati anche MOAH e ritenuti “potenzialmente cancerogeni, mutageni ed endocrini” dall’autorità sanitaria francese Anses, Foodwatch “ha appena diffidato tutti i prefetti della Francia incaricando un avvocato chiedendo loro di ritirare questi prodotti dalla vendita, in nome del principio di precauzione ”, ha dichiarato l’ONG mercoledì in un comunicato stampa. Produzione stoccaggio, trasporto, la contaminazione puo’ accadere in qualunque momento, nota Foodwatch. “Ma lo studio mostra che la maggior parte degli oli minerali sono trasferiti negli alimenti soprattutto dagli imballaggi di carta o cartone riciclati”. Quello che sarebbe un bene per il nostro ambiente non lo sarebbe per la nostra salute. Tutti i prodotti ne sembrano coinvolti, anche quelli destinati ai bambini e che provengono dall’agricoltura biologica. Gli idrocarburi deriverebbero essenzialmente da inchiostri, solventi o lubrificanti utilizzati nella creazione degli imballaggi alimentari. Foodwatch sottolinea che delle soluzioni esistono: “Solo l’uso di una barriera adeguata (sacchetto interiore separato o barriera integrata all’imballaggio del cartone) potrebbe proteggere efficacemente dalle sostanze tossiche che si spostano verso gli alimenti”. La ONG e’ impegnata perche’ siano stabili dei valori limite di MOSH e MOAH nell’alimentazione stessa, e non solo negli imballaggi. Rispetto al MOAH, Foodwatch sostiene la tolleranza zero. Una petizione online e’ gia’ operativa in merito verso la Commissione Europea, invitandola ad agire con urgenza. Il fenomeno della migrazione dell’olio minerale non è un problema nuovo. Scoperto negli anni ’90, è stato già condannato nel 2011 dall’Unione federale dei Consumatori (Que Choisir), che ha testato 20 prodotti, di cui 14 sono stati trovati contenere, a livelli preoccupanti, olio minerale da inchiostri da imballaggi di cartone. L’UFC-Que Choisir poi ha chiesto l’applicazione senza indugio delle norme a tutela della salute dei consumatori a fronte di sostanze controllate da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) come “potenzialmente cancerogeni e mutageni” . Ma fino ad oggi, non vi è ancora alcuna raccomandazione ufficiale diffusa in Francia e più ampiamente in Europa. Per evitare questo rischio, l’EFSA raccomanda di utilizzare una barriera funzionale nella confezione alimentare fatta di cartone riciclato. Una misura per prevenire uno stress ambientale per rendere il prodotto non riciclabile. Il Network ambiente salute (RES) e la Foodwatch in una dichiarazione congiunta hanno diffuso: ” Il riciclaggio della carta è, ovviamente, importante per l’ambiente, ma la confezione in fibre riciclate presentano un reale pericolo per la salute se il cibo non è non adeguatamente protetto “. In alternativa, l’uso di inchiostri vegetali sulle confezioni alimentari in luogo di inchiostri minerali. Ma ancora una volta, questa alternativa non è perfetta perché “il contatto con gli alimenti di cartone resta di per sé una possibile fonte di contaminazione”. Mercoledì sera, l’associazione che riunisce i produttori francesi di alimenti per l’infanzia (SFAE) ha cercato di rassicurare i genitori affermando in un comunicato stampa che “i prodotti per l’alimentazione infantile possono essere consumati in sicurezza”.”Come indicato dalla stessa associazione Foodwatch  nell’ottobre 2019,  i piccoli che consumano la formula per l’infanzia testata da Foodwatch non sono esposti al pericolo immediato” ha ricordato il SFAE. Anche la Commissione europea “dovrebbe presto fornire le sue conclusioni sulle misure da attuare e definire una soglia di azione” ha confermato l’associazione. Pertanto, i produttori di latte in polvere per bambini “rispetteranno le raccomandazioni della Commissione e si baseranno su questi elementi per rafforzare i loro piani di monitoraggio”, aggiunge SFAE. Alla luce di tale notizia, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile da parte delle autorità sanitarie ma anche dei NAS dei carabinieri, un’indagine a campione sul territorio al fine di verificare l’utilizzo corretto di cartoni di cellulosa vergine e non di materiale riciclato, in nome del principio di precauzione. Sul tema, la nostra normativa è tra le più severe in Europa e vieta l’impiego di materiale riciclato e anche la presenza di scritte all’interno dei contenitori che trasportano questo tipo di alimenti. La  necessità di  questo genere di precauzioni scaturisce dall’esigenza di evitare qualsiasi contaminazione di un alimento che è in grado di estrarre dal cartone sostanze sgradite. Nel cartone riciclato, infatti, non è raro trovare tracce anche di piombo, ftalati e altre sostanze tossiche.

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Richiamo per formaggio pecorino con escheria coli

Richiamo per formaggio pecorino con escheria coli. Il Ministero della Salute diffonde allerta per rischio grave. Lo “Sportello dei Diritti”: occhio al lotto

Arriva direttamente dal Ministero della Salute, la segnalazione nell’apposita sezione del proprio sito web, di un grave episodio di contaminazione alimentare. Questa volta si tratta di un richiamo di un lotto specifico che riguarda un formaggio pecorino a latte crudo semi stagionato dell’Azienda agricola di Carai Giuseppe &C ssa di Volterrra (Pistoia) contaminato dal pericolosissimo batterio escheria coli “verocitotossico” (STEC o VTEC). Con la nota ufficiale del dicastero è stato anche disposto che il formaggio sia immediatamente ritirato dal mercato. Il severo provvedimento di richiamo dal commercio si è reso necessario per tutelare la sicurezza dei consumatori in quanto, secondo l’ente il rischio per la salute è serio. La denominazione di vendita è Divino. Il problema riguarda la possibile presenza di E. Coli STEC in 25 gr (non rilevati sierogruppi 0157, 0111, 026, 0103, 0145, 0104: H4). Il lotto di produzione del formaggio Fratelli Carai è 080520 prodotto in forme da 1,5kg e la data di scadenza è il 26/09/2020. La sede dello stabilimento è Podere Rimini, Volterra (Pistoia), 37 località Montemiccioli. Naturalmente il consiglio è quello di non consumare il formaggio in questione e di riportarlo al punto vendita dove è stato effettuato l’acquisto. È noto, infatti, che le conseguenze per la salute possono essere anche assai serie con disturbi gastrointestinali, parzialmente febbrili, con possibile sanguinamento. Ciò può avvenire tra i 2 e i 7 giorni dal consumo del formaggio contaminato. Sono possibili gravi complicazioni renali, specialmente nei bambini con la sindrome emolitica-uremica (SEU), malattia che si caratterizza per una grave insufficienza renale acuta (spesso è necessario ricorrere alla dialisi), oltre che da anemia e piastrinopenia (ridotto numero di piastrine) e che in alcuni casi (circa il 20%)si rivela fatale.. Al verificarsi di tali sintomi in concomitanza del consumo del prodotto è opportuno l’immediato intervento medico rendendo noto il consumo dell’alimento in questione. Non è la prima volta, ricorda Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, che viene segnalata la presenza di questo pericoloso batterio in prodotti alimentari e quindi dannosi per la salute. Pertanto, si raccomanda ai consumatori, che hanno acquistato questo prodotto di far attenzione al marchio ed al lotto. Se corrisponde a quello evidenziato dal Ministero è indispensabile che non si consumi e che venga prontamente riconsegnato presso il punto d’acquisto, dove l’esercente o i suoi addetti dovranno adoperarsi per restituirne il prezzo. Va detto che l’autorità, in questo caso il Ministero della Salute, può anche stabilire la revoca del ritiro e del richiamo dei prodotti.

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Vongole veraci con escherichia coli: allerta RASFF per le nostre tavole

Vongole veraci con escherichia coli: allerta RASFF per le nostre tavole

Quando arriva l’estate, la voglia di pesce ed in particolare di molluschi, si fa sempre più grande. Che si tratti di acquistarli o di mangiarli al ristorante, si tratta infatti di un alimento particolarmente gradito, specie nelle zone di mare. Tra tutti, i molluschi le vongole sono uno dei più apprezzati, per via della loro versatilità e della famosa pasta con le vongole. È quindi importante sapere che il 1° luglio è stato fatto un richiamo proprio su questo prodotto. Delle vongole veraci provenienti dall’Italia sono infatti state classificate come molto pericolose. L’allarme riguarda l’Italia ma anche la Croazia ed altri paesi membri della UE. Attenzione al consumo di vongole veraci: possono contenere la temibile Escherichia Coli, batteri pericolosi per l’organismo umano. L’allerta è stato lanciato dal sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi Rasff dell’Unione Europea. Si tratta della rete informativa sanitaria che consente alle autorità di agire velocemente su numerose minacce per la sicurezza alimentare, prima che rischino di diventare dannose per i consumatori europei. Nella notifica 2020.2671 si lancia l’avviso riguardo ad alcune partite di molluschi prodotti in Italia e destinate al consumo interno ma anche quello in Croazia di vongole veraci (genere Venus Gallina). Secondo il report c’è un rischio di livello “serio” di contaminazione delle vongole con il micro-organismo patogeno Escherichia coli. Tuttavia non viene specificata l’area di produzione o i lotti interessati. L’Escherichia coli si presenta sotto diverse famiglie ed è in grado di produrre uno o più tipi di tossina (shiga-tossine) che possono danneggiare seriamente le mucose dell’apparato digerente e i reni: spesso causano diarrea con tracce di sangue e possono provocare insufficienza renale, soprattutto nei bambini piccoli o nei pazienti con il sistema immunitario compromesso. Tuutavia il sistema di allerta RASFF, non specifica quali lotti e quali partite di molluschi sono interessati dall’allarme. L’unico consiglio che può mettere al riparo da queste pericolose intossicazioni, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, oltre ad acquistare i molluschi esclusivamente attraverso “canali autorizzati all’interno di sacchetti con etichette che ne riportano la provenienza”, sta nella cottura delle vongole, sistema che inattiva le tossine e mette al riparo da qualunque patologia del genere.

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Allerta listeria nel formaggio italiano: gorgonzola contaminato, scatta il ritiro

Allerta listeria nel formaggio italiano: gorgonzola contaminato, scatta il ritiro. Nel prodotto italiano è stata rilevata la presenza di batteri del genere listeria

Allerta listeria nel formaggio italiano: l’Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco ha informato il RASFF che in un prodotto italiano durante un controllo interno, è stata rilevata la presenza di batteri patogeni del genere listeria. Immediato il ritiro dei prodotti dalla catena di supermercati: l’Ufficio federale della sicurezza alimentare raccomanda di non consumare il prodotto caseario. Il numero dell’articolo e la marca che non sono stati ancora comunicati, nel frattempo ritirato dagli scaffali, ha permesso di verificare che l’alimento è stato prodotto o confezionato in Italia. Le persone immunocompetenti, stando alla nota pubblicata mercoledì, rischiano al massimo una lieve infezione, in quelle immunodepresse possono invece svilupparsi sintomi gravi, a volte letali; durante la gravidanza la listeriosi può provocare aborto spontaneo, setticemia o meningite neonatale. L’allarme riguarda per adesso la Germania tuttavia il prodotto è importato dall’Italia, bisogna quindi verificarne la presenza nei supermercati del nostro paese. La segnalazione 2020.2672 del 1° luglio, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello  “Sportello dei Diritti”, è stata diffusa attraverso il sistema di allerta europeo RASFF, pertanto tutti i Paesi interessati si sono attivarti immediatamente per verificare che il produttore abbia ritirato il formaggio dagli scaffali di tutti i punti vendita, informando i consumatori.

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VOLVO richiama 2,2 milioni di auto in tutto il mondo

VOLVO richiama 2,2 milioni di auto in tutto il mondo. È stato riscontrato un rischio di anomalia nel meccanismo di sicurezza delle cinture di sicurezza. Il più grande richiamo nella storia del produttore

 

Per la società, che appartiene alla casa automobilistica cinese Geely, è il più grande richiamo nella storia del produttore. La casa automobilistica Volvo Cars ha annunciato mercoledì 1 luglio il richiamo di quasi 2,2 milioni di auto costruite tra il 2006 e il 2019 in tutto il mondo. I motivi sono dovuti ad un potenziale problema di cavi collegati alle cinture di sicurezza dei sedili anteriori. Nel peggiore dei casi, “Il cavo può, in determinate circostanze rare e in base al comportamento dell’utente, soffrire di usura nel tempo. Ciò potrebbe eventualmente causare danni al cavo e ridurre la funzione di sicurezza delle cinture di sicurezza “. Tuttavia, non sono state  segnalate lesioni alle persone o incidenti a Volvo Cars. Secondo ka casa automobilistica, si tratta di modelli Sono interessati i modelli V60, V70 e XC60. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti”, ancora una volta, grazie al servizio che svolge monitorando tutti i richiami tecnici per l’eliminazione di difetti di produzione o di progettazione riguardanti la sicurezza che interessano i veicoli circolanti, anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate vengono tempestivamente informati. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello  “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai Concessionari VOLVO Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione. Gli uomini della rinomata casa automobilistica dovranno apportare i dovuti correttivi e risolvere un problema non certo grave, ma destinato comunque a suscitare non poca preoccupazione per la difettosità segnalata.

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Negli USA insalate pronte in busta contaminate da ciclosporina

Negli USA insalate pronte in busta contaminate da ciclosporina. Centinaia i casi di ciclosporiasi finora accertati, avviata un’indagine per accertare le cause della contaminazione avvenuta in Illinois, Iowa, Kansas, Minnesota, Missouri, Nebraska, Dakota del Nord e nel Wisconsin

Insalate pronte in busta vendute nei negozi Walmart e nei negozi Aldi sotto accusa negli Stati Uniti: possono provocare ciclosporiasi, una infezione intestinale che causa dissenteria e malessere e può durare settimane. La partita di insalata contaminata con il parassita cyclospora cayetanensis ha causato fino ad oggi, dallo scorso maggio, in in Illinois, Iowa, Kansas, Minnesota, Missouri, Nebraska, Dakota del Nord e nel Wisconsin, duecento casi di ciclosporiasi, spiega il dipartimento di Salute pubblica dell’Illinois. “Le indagini iniziali indicano una connessione con il consumo di insalate Fresh Express a Streamwood, Illinois. I prodotti includono l’insalata di iceberg classica a marchio Marketside, che è stata venduta nei negozi Walmart con date di scadenza dal 19 maggio al 4 luglio e Garden Salad a marchio Little Salad Bar, che è stata venduta nei negozi Aldi con date di scadenza 1° maggio  fino al 29 giugno. Nella lista c’erano anche le insalate da giardino a marchio Jewel-Osco Signature Farms con data di scadenza dal 16 maggio al 4 luglio e l’insalata da giardino a marchio Hy-Vee con una data di scadenza. Anche il dipartimento della Salute dell’Iowa ha notato un incremento simile”. Il direttore dell’Idph, ha spiegato: “Se avete mangiato un’insalata da metà maggio e avete sviluppato diarrea e stanchezza, contattate un medico”. La trasmissione della ciclosporiasi avviene per via oro-fecale tramite cibi o bevande contaminate. Questa non è la prima epidemia negli Stati Uniti. Nel 1990 in Nord America sotto accusa erano finiti i lamponi importati dal Guatemala. Nell’estate del 2013 centinaia di persone di diversi stati Usa vennero contagiati, e la causa venne rilevata nelle insalate miste prelavate. Il sintomo principale della ciclosporiasi, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, è la dissenteria acuta, con febbre, crampi addominali, nausea, inappetenza, malessere e perdita di peso. La malattia di norma si risolve spontaneamente ma può anche durare settimane.

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Acquisti online: per sbaglio acquista 28 Tesla

Acquisti online: attenzione a cliccare ripetutamente la conferma del pagamento on line. Potresti acquistare 28 Tesla per sbaglio. E’ accaduto in Germania. L’importo totale raggiunto dall’ordinazione dell’uomo è stato di 1,4 milioni di euro

Se durante la conferma del pagamento del tuo ordine si verifica un errore e non riesci a completare la prenotazione potrebbe essersi verificato un problema tecnico o informatico. Lo sa bene un uomo residente in Germania che ha accidentalmente acquistato online 28 esemplari della Tesla Model 3. L’importo che l’uomo avrebbe dovuto pagare ha raggiunto i 1,4 milioni di euro. “Avrebbe” poiché dopo una rapida telefonata d’emergenza l’uomo è riuscito a spiegare la situazione, e l’azienda di Elon Musk ha acconsentito all’annullamento degli ordini e al rimborso del deposito obbligatorio (di 100 € per macchina, perciò, in totale, 2’800 euro). Lo racconta il portale automobilistico Driving, basandosi sul racconto dell’esperienza dell’uomo, che ha condiviso il fatto online. Secondo quanto riferito, l’errore ha avuto luogo a causa di problema tecnico sul sito ufficiale dell’azienda. L’uomo si trovava infatti sullo shop online con l’intenzione di acquistare una Tesla Model 3. Tuttavia, dopo aver inserito i dati richiesti, compresi quelli della carta di credito, è sorto un problema. Quando ha cliccato su “invia” è apparso un messaggio di errore, che indicava che l’ordine non era stato effettuato a causa di un problema nelle modalità di pagamento. L’utente ha poi riprovato, continuando a cliccare su “conferma”, ma lo stesso errore è apparso, ripetute volte, per altre due ore, testando la pazienza dell’individuo. Il sito web ha infine risposto, facendo passare l’ordine per la Tesla desiderata dall’uomo, come però anche per gli altri 27 ordini che il protagonista della vicenda ha confermato con i clic effettuati. La conferma dell’ordine è arrivata così a un totale di 1,4 milioni di euro che, fortunatamente per lui, l’uomo non ha dovuto pagare. Per non incorrere in situazione del genere, Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, durante la conferma del pagamento del tuo ordine Ti consiglia di procedere come segue:

  • Controlla il tuo conto bancario per verificare se l’importo è stato scalato o meno.
  • Se il denaro è stato prelevato dal conto, controlla la tua casella email, anche nello SPAM, per verificare se ti sia arrivata la conferma del pagamento e dell’ordine con il link per la stampa delll’etichetta.
  • Se il pagamento è andato a buon fine, ma non ricevi la conferma via mail del pagamento, ti invitiamo a scrivere al Customer Service (Assistenza clienti) affinché possa verificare con l’Amministrazione che tipo di problematica si sia verificata.
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“Rischio incidenti!” Rapex segnala un richiamo per la Mercedes Classe C

“Rischio incidenti!” Rapex segnala un richiamo per la Mercedes Classe C. Difetto di livello grave ai freni

                          

La Mercedes Classe C, è stato segnalata per un seria “allerta” dal Rapex – Rapid Alert System for non-food dangerous products, un organismo dell’unione europea impegnato nella vigilanza sul corretto funzionamento di tutti i prodotti in vendita nell’unione europea. L’avviso con “Livello di rischio serio” è inserito dalla Germania nel bollettino del 27 giugno 2020 al paese di origine, la Germania. Il richiamo che sta per essere attuato dalla casa tedesca riguarda le Mercedes Classe C prodotte tra il il 13 settembre 2018 e il 6 novembre 2019: Numero di omologazione: e1 * 2001/116 * 0431 * 49-53 Tipo: 204 Serie di modelli BR 205. La segnalazione con il codice di richiamo dell’azienda “4290201” numero A12 / 00902/20, nel bollettino Rapex pubblicato ieri riferisce che “I dischi del freno installati sull’asse anteriore potrebbero essere troppo piccoli (di diametro e spessore) e non starebbero simmetricamente nella pinza del freno. Di conseguenza, il rivestimento del freno può usurarsi e si può formare uno spazio tra il pistone e l’anello di tenuta, consentendo la fuoriuscita del liquido dei freni. Ciò comprometterà le prestazioni di frenata.” E il bollettino Rapex conclude sinteticamente ”non si possono escludere condizioni di guida non sicure”. Pur non essendoci stati incidenti – segnala Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” – è consigliabile che i proprietari di queste auto prestino la massima attenzione e che si rivolgano subito alle autofficine autorizzate o ai Concessionari Mercedes Italia nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione. Volkswagen non ha indicato quanti modelli sono stati identificati in Italia. Segnalazione presentata dal Ministero dei trasporti di  Germania.d’agata

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Rischio microbiologico: il Ministero della Salute richiama ZUPPA CON FARRO a marchio Terra & Vita Le Zuppe Belle e Pronte.

Rischio microbiologico: il Ministero della Salute richiama ZUPPA CON FARRO a marchio Terra & Vita Le Zuppe Belle e Pronte. Nella giornata di oggi è stato disposto il richiamo dal mercato di un prodotto da parte del Ministero della Salute.

Il Ministero della Salute ha pubblicato l’avviso di richiamo di un lotto di ZUPPA CON FARRO venduto con il marchio Terra & Vita Le Zuppe Belle e Pronte per rischio microbiologico. Il prodotto coinvolto è venduto in confezioni da 620 grammi con il numero di lotto L23-R-148 e con le date di scadenza fino al 05/07/2020, 06/07/2020, 07/07/2020, 10/07/2020, 11/07/2020 e 12/07/2020. La ZUPPA di cereali richiamata è stata prodotta da EUROVERDE SOCIETA’ AGRICOLA SRL nello stabilimento di via Quinzano, 1, a Azzano Mella, in provincia di Brescia e commercializzata dalla società BUONATERRA SPA. Nell’ottica d’informazione quotidiana in materia di allerte per i consumatori, Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, a scopo precauzionale, raccomanda ai clienti che hanno acquistato il lotto sopra indicato, di non consumarlo e a consegnarlo al rivenditore o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL locale. Si ricorda che l’autorità, in questo caso il Ministero della Sanità, può anche stabilire la revoca del ritiro e del richiamo dei prodotti.