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Covid, Albani e Speroni interessati alla sperimentazione di Cocquio

Le discussioni e i pareri sono diversi anche all’interno degli stessi partiti e/o delle stesse aree politiche, con una serie di interrogativi non da poco di cui abbiamo parlato ieri, https://varesepress.info/in-evidenza/testi-sierologici-giungla-di-interessi-e-in-provincia-antonelli-scrive-ai-sindaci.html.

Oggi il dibattito è diventato ancora più interessante come si vede quanto segue:

Il segretario della Sezione della Lega di Busto Arsizio Francesco Speroni, insieme al consigliere comunale Alessandro Albani, si sono confrontati, per mezzo di una chiacchierata telefonica, con il sindaco di Cocquio Trevisago che recentemente ha intrapreso uno screening sierologico nel suo territorio con un test quantitativo IGA, IGG, IGM con modalità “Elisa” al fine di comprendere e approfondire le conoscenze sul tipo di test utilizzato e sulla modalità organizzazione dell’esecuzione dello stesso.

Il segretario della Sezione della Lega di Busto Arsizio Francesco Speroni, insieme al consigliere comunale Alessandro Albani, si sono confrontati, per mezzo di una chiacchierata telefonica, con il sindaco di Cocquio Trevisago che recentemente ha intrapreso uno screening sierologico nel suo territorio con un test quantitativo IGA, IGG, IGM con modalità “Elisa” al fine di comprendere e approfondire le conoscenze sul tipo di test utilizzato e sulla modalità organizzazione dell’esecuzione dello stesso.

Si evince che il test in questione si effettua tramite prelievo ematochimico, eseguito con l’aiuto di Croce Rossa, Protezione Civile, Infermieri e medici volontari e, a sostegno del costo, con il supporto di donazioni di aziende e di benefattori locali.Il dott. Centrella riferisce l’importanza del rigore scientifico nell’utilizzo dei test, ma anche che la necessità impellente di sottoporlo alla cittadinanza per un monitoraggio del contagio fa si che questi non abbiano ancora una sensibilità del 100%, ma comunque superiore del 95%.

Un maggiore rigore scientifico si prospetta comunque a breve grazie ai trials clinici che verranno effettuati nel caso di cocquio grazie al supporto di Cnr e università di Genova.I risultati dei test in questione ci indicano qual è la siero prevalenza, ossia quanta gente è stata a contatto con il virus ed è stata infettata dallo stesso, mentre per l’immunità dala dalle igg c’è ancora moltissimo da capire: se c’è, se funziona e quanto dura.L’aspetto fondamentale riguarda la specificità e la sensibilità del test.

Per fare un esempio, un semplice raffreddore stagionale (raro in questa stagione) , che è un ceppo dei coronavirus, potrebbe sviluppare in un individuo anticorpi simili a quelli dello specifico Covid, che quindi potrebbero essere rilevati dal test e dunque falsarne il risultato; nonostante questo, come già detto, va ricordato che la sensibilità è del 95% sul risultato.Ovviamente il test non è da intendersi ad uso individuale, infatti nel momento in cui si rileva una reazione immunitaria con anticorpi stabilizzati non deve indurre a comportamenti irresponsabili per se stessi e la comunità.Il sindaco Centrella incalza sostenendo che con questo test, chiaramente, non si vuole avere l’ambizione di fornire un “patentino di immunità”, non potendolo infatti garantire, ma quella di intraprendere uno studio epidemiologico attraverso uno screening su un’ampia fascia di popolazione, con l’obiettivo poi di individuare soggetti a rischio per ulteriori necessari approfondimenti clinici.

Albani e Speroni hanno trovato certamente interessante il progetto e, per quanto consapevoli delle criticità dell’esame sopra citate, ritengono possa essere un ottimo strumento proprio per intercettare i soggetti a rischio, ossia quelli che risultano positivi alla risposta immunitaria, condividendo al contempo la posizione del sindaco sulla necessità, in questo caso, di ulteriori approfondimenti attraverso tamponi orofaringei o di direttive da un ente superiore sulla gestione dei singoli casi.L’ATS Insubria si è resa disponibile a valutare i dati che verranno rilevati dalla somministrazione del test su volontari appartenenti a questa fascia di popolazione del varesotto, per poi avviare uno studio in termini epidemiologici e per formulare valutazioni accurate sulla gestione dell’emergenza su più ampia scala.Il Comitato tecnico scientifico e il ministero della Salute, secondo quanto apprende l’ANSA, hanno definito ed indicato le piattaforme che dovranno essere utilizzate per l’esecuzione ed il processamento dei test sierologici.

Si tratta dei sistemi Clia e/o Elisa per “la rilevazione di IgG specifiche, anticorpi neutralizzanti per il SarsCov2″. E’ previsto che tali piattaforme debbano essere presenti almeno in un laboratorio per Regione.Gli esami Elisa eseguito a Cocquio rispondono alle indicazioni nazionali richieste.Gli esponenti della Lega Albani e Speroni partono dal modello di Cocquio per porsi un’importante riflessione circa l’utilità che questa sperimentazione potrebbe avere anche sul nostro territorio, ovviamente designando le scelte più appropriate in merito ai modi e alla scelta del test agli esperti del settore, ricordando sempre e comunque l’importanza di non rinunciare al rispetto di comportamenti igienico sanitari adeguati, all’uso dei DPI e al distanziamento o eventuale isolamento sociale, come le Istituzioni e i DM richiedono.

Secondo i leghisti, dunque, in questo momento di grave emergenza sanitaria, contestualmente a quella economica (il dramma nel dramma), in previsione di una “Fase 2” qualunque tipo di strumento utile, come può essere quello dei test sierologici appropriatamente usati e con il massimo del rigore scientifico (indicato dagli specialisti), deve essere tenuto in considerazione, ma soprattutto sottolineano l’importanza di un’unità politica nella mission di combattere il Covid19, che lascia da parte ogni sterile polemica e veicola il massimo sforzo alla tutela della salute dell’intera comunità.Solo attraverso un efficace e sincero lavoro di rete che vede come protagonisti la politica, le Istituzioni e tutti i cittadini, possiamo avere la speranza di superare questo drammatico momento.

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Busto Arsizio

Fondazione Cristiano Tosi:raccolta fondi per l’Ospedale di Busto Arsizio

RACCOLTA FONDI PER L’OSPEDALE DI CIRCOLO DI BUSTO ARSIZIO

“OSPEDALI IN PRIMA LINEA CONTRO IL COVID 19”

La Fondazione Cristiano Tosi ed il Comune di Busto Arsizio promuovono la raccolta fondi per l’Ospedale di Circolo di Busto Arsizio, il primo della campagna nazionale “OSPEDALI D’ITALIA IN PRIMA LINEA nella lotta al Covid-19”.

Fattore

All’iniziativa stanno aderendo molti sportivi e diverse società italiane ed europee, tra di esse il Banco BPM Sport Management nonché molti pallanuotisti della serie A maschile/femminile, primo fra tutti il Campione Mondiale Gianmarco Nicosia ed i nazionali della Serbia Radomir Drasovic (Szolnok) e del Montenegro campione europeo Dejan Lazovic (VPS) che hanno registrato un accorato video-appello per Busto Arsizio. L’Ospedale di Circolo di Busto Arsizio è il presidio sanitario della città di Busto Arsizio, purtroppo la città con il maggior numero di contagiati nella provincia di Varese

Alessandro Fattore, amministratore Fondazione Cristiano Tosi “La raccolta fondi mira ad acquistare DPI (dispositivi di protezione individuale per i malati e il personale sanitario) e soprattutto un ventilatore per la terapia sub-intensiva.

La raccolta è promossa con il sostegno del Comune di Busto Arsizio: voglio ringraziare il magnifico Sindaco Emanuele Antonelli, tutta la Giunta di Busto e il consigliere comunale Alessandro Albani, coordinatore infermieristico di grande umanità e sensibilità, con il quale è nata questa iniziativa. Un grazie a Sergio e Federico Tosi per la loro generosità. Per donare andate sul sito: www.fondazionecristianotosi.org

Iban IT82C 05034 03406 000000007752 – Causale “Emergenza Covid 19 Ospedale di Busto Arsizio”

Emanuele Antonelli, Sindaco di Busto Arsizio  “Ringrazio la fondazione Cristiano Tosi per aver pensato a una raccolta fondi per l’Ospedale di Busto Arsizio, oggi, come molti altri presidi sanitari, in prima linea contro il Covid 19.

Chiedo a tutti di contribuire a questa battaglia con un piccolo gesto di generosità, la stessa che spinse tanti anni fa gli imprenditori bustocchi a far nascere l’ospedale con le loro donazioni, quasi mai ostentate, ma sempre pragmatiche e lungimiranti. Avevano a cuore la loro città e vollero fortemente che si realizzasse questo presidio che negli anni è cresciuto fino a diventare non solo un’eccellenza sanitaria, ma anche un simbolo dell’identità bustocca.

Non dimentichiamo che nel logo dell’Ospedale è presente un altro significativo simbolo della bustocchità, la Madonna dell’Aiuto, che, come i bustocchi sanno, fermò la peste seicentesca alzando il braccio.

E’ il momento di fermare la peste di oggi e di dare una mano concreta all’Ospedale e a tutti gli straordinari operatori che in questi giorni, instancabilmente, coraggiosamente, sono a fianco dei malati: basta poco, anche un piccolo contributo può fare la differenza.

Grazie a nome di tutta la città!”

Alessandro Albani, consigliere comunale, coordinatore infermieristico “Di fronte a questa drammatica emergenza legata alla pandemia virale determinata dal Covid 19ci siamo improvvisamente risvegliati tutti smarriti, forse un po’ più piccole fragili ma oggi possiamo dimostrare che tutti uniti abbiamo la forza, la determinazione e il coraggio di reagire e scoprire che siamo più forti dell’infezione stessa, aiutando il servizio sanitario e tutti gli operatori che sono in prima linea e facciamolo in modo efficace, donando un piccolo/grande contributo per il nostro ospedale, aderendo alla raccolta fondi promossa dalla Fondazione Cristiano Tosi. Sono certo che ancora una volta, nonostante molto provato, il cuore di Busto Arsizio batterà e vibrerà con grande generosità e dimostrerà tutto il suo valore e splendore.”