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Coronavirus e noleggio auto a lungo termine: non è possibile la sospensione dei canoni

Si deve continuare a pagare il canone di noleggio di un autovettura anche se non è possibile utilizzarla a causa delle restrizioni alla circolazione imposte per contenere la diffusione del Coronavirus?
Innanzitutto, va precisato che il contratto di noleggio è quel particolare tipo di negozio giuridico per effetto del quale un soggetto, a fronte dell’utilizzo di un determinato bene mobile, di proprietà dell’altra parte contrattuale, si impegna al pagamento di una somma di denaro, detto canone.

Trattasi di una fattispecie molto diffusa nella prassi commerciale, ma per la cui disciplina ci si deve riferire necessariamente alle norme sulla locazione contenute agli artt. 1571 e ss. c.c., in quanto il termine “noleggio” è un termine atecnico, che non si ritrova tra le diverse figure contrattuali previste dal codice.

Applicando la disciplina sulla locazione, può intanto dirsi che il contratto di noleggio è quel contratto in forza del quale una parte (definita noleggiatore) si obbliga a far godere ad un’altra parte (definita noleggiante) una cosa mobile per un determinato periodo di tempo verso un determinato corrispettivo. Il contratto di noleggio, dunque, non può che assimilarsi ad una locazione di beni mobili e di tale fattispecie ne assorbe tutti i tratti essenziali.

In particolare, è dall’esame di tale disciplina che vanno individuate le obbligazioni che sorgono in capo alle parti di questo contratto e così, ex art. art. 1575 del c.c., il noleggiatore  ha l’obbligo per legge di: 1) consegnare al noleggiante il bene (l’autovettura), che ne costituisce l’oggetto, in buono stato di manutenzione; 2) mantenere anche successivamente il bene noleggiato in buono stato, affinché possa servire all’uso convenuto; 3) garantire il pacifico godimento all’uso del bene.
Nella situazione attuale, caratterizzata da un “fermo forzoso” del mezzo preso a noleggio, dovuto alle restrizioni alla libertà di circolazione e movimento, la parte locatrice (il noleggiante), di fatto, non è venuta meno ad alcuno degli obblighi suddetti, in quanto continua a garantirti il pacifico godimento del bene, così come il suo mantenimento in stato tale da servire all’uso convenuto.

E’ evidente quindi che la parte conduttrice, non avendo perso il possesso del bene e continuando a poterne godere in qualunque momento non può, purtroppo, ritenersi legittimata a sospendere il pagamento del canone pattuito (neppure temporaneamente), rischiando in tal modo di porsi nella posizione di parte inadempiente, con tutte le conseguenze che da tale inadempimento ne possono derivare, per legge e per contratto.
Alcune società di noleggio per far fronte a situazioni di questo tipo,  consentono il c.d. riadeguamento, ossia l’aggiornamento in più o in meno del pacchetto chilometrico a propria disposizione, ovviamente con relativo conguaglio.

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Consulta: Ncc, illegittimo obbligo rientro dopo ogni corsa

 Comitato Air “Ora Governo riscriva nuova legge traporto”

Roma, 26 marzo 2020 – “Nel periodo forse più buio della storia recente del nostro Paese, oggi si scrive una pagina importante per tutti i diritti degli NCC. Dopo due anni di opposizione e di ingiustizie subite, finalmente viene scritto nero su bianco che chi, in primis l’allora ministro ai trasporti Toninelli e l’ex sottosegretario Rixi, ha voluto provare a distruggere l’attività di migliaia di lavoratori e la vita delle loro famiglie ha agito contro i diritti costituzionalmente garantiti che nessuno può mettere in discussione.”comitato.jpeg

E’ quanto dichiarato da Giorgio Dell’Artino, presidente deComitato Air (Autonoleggiatori Italiani Riuniti) che commenta così la sentenza della Corte Costituzionale che ha ritenuto illegittimo l’obbligo per gli Ncc di rientrare in rimessa dopo ogni servizio perché eccessivamente gravoso e sproporzionato rispetto agli obiettivi di regolazione della concorrenza.“Per questo motivo chiediamo, non appena sarà finita l’emergenza Coronavirus, l’immediata convocazione della Conferenza Stato-Regioni per risolvere questa problematica e un tavolo urgente con il Governo per ridisegnare una nuova legge. La legge attuale, monca e con dichiarati punti di incostituzionalità non può regolamentare più il mercato.”

“Infine – conclude Dell’Artino – ci aspettiamo delle scuse ufficiali da parte di chi ha lavorato per applicare una legge ingiusta e incostituzionale che ha messo in ginocchio il nostro settore. Ci riferiamo oltre ai già citati Toninelli e Rixi, agli onorevoli Taverna e Maccanti che, con comportamenti palesemente lesivi nei nostri confronti per favorire la concorrenza, hanno dimostrato di non conoscere per niente la nostra carta costituzionale. Ci auguriamo possano trovare presto il tempo per uno studio più approfondito che avrebbe risparmiato a noi e alle nostre famiglie infiniti mesi di rabbia e sofferenza.”