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Incostituzionali i dpcm di Conte, eppure prosegue imperterrito

COS’E’ UN DPCM?

Dpcm (decreto del presidente del consiglio dei ministri). Nell’ordinamento nazionale, il decreto ministeriale è un atto amministrativo emanato da un ministro nell’ambito delle sue competenze per il pubblico interesse.

PERCHE’ UN DPCM?

Scelta politica per affrontare la crisi,  monopolizzando e accentrando sul Governo a guida Conte tutta le scelte,  oltrepassando limiti e tutele costituzionali.

Il primo vulnus il 31 gennaio 2020: «… è dichiarato per 6 mesi dalla data del presente provvedimento, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili… per l’attuazione degli interventi si provvede con ordinanze, emanate dal Capo del Dipartimento della protezione civile …», visto che Conte,  non aveva possibilità di intervenire direttamente se non “utilizzando” la Protezione Civile

Come ha fatto Conte?

Con la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, con la quale è stato dichiarato, per sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;

VISTA l’ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 630 del 3 febbraio 2020, recante: “Primi interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”.

Su questo punto però i conti non tornano:

il Governo ha bisogno della Protezione Civile per certi atti, ma nello stesso tempo “Il Dipartimento della protezione civile è una struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.”(fonte sito Protezione Civile).

Il Governo nella persona di Conte ha pieni poteri?” Con la legge n. 225 del 1992 il Dipartimento diventa il punto di raccordo del Servizio Nazionale della protezione civile, con compiti di indirizzo, promozione e coordinamento dell’intero sistema.

Il Dipartimento, operando in stretto raccordo con le Regioni e le Province autonome, si occupa di tutte le attività volte alla previsione e alla prevenzione dei rischi, al soccorso e all’assistenza delle popolazioni colpite da calamità, al contrasto e al superamento dell’emergenza.”

Ricordiamo a tal proposito le tante polemiche e prese di posizione delle regioni che si muovono autonomamente nei limiti stabiliti perché non sempre sono state ascoltate, nonostante la già citata legge 225!

Ricordiamo che la nascita della Protezione Civile deriva dal Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018: Codice della protezione civile

02 gennaio 2018, Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 17 del 22 gennaio 2018

Entrata in vigore del provvedimento 6 febbraio 2018.

Un decreto legge che si usa per le urgenze ma queste non possono procedere all’infinito, anche se in gennaio si parlava di 6 mesi:

Vista la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, con la quale e’ stato dichiarato, per sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario  connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili

Confusione ed errori:

“il decreto-legge 23 febbraio 2020,  n.  6,recante  «Misureurgenti in materia  di  contenimento  e   gestione   dell’emergenza epidemiologica da COVID-19»,  convertito,  con  modificazioni,  dalla legge 5 marzo 2020, n. 13, successivamente abrogato dal decreto-legge n. 19 del 2020 ad eccezione dell’art. 3, comma 6-bis, e dell’art. 4”; se è stato modificato significa che conteneva errori!

I DCPM e i decreti sono frutto di Conte derivanti anche da ordinanze per es. del Ministero della Salute, ma i ministri sono stati nominati dal Presidente del consiglio, un intreccio incredibile, si nomina una persona da cui prendono poi direttive?

Ricordiamo pareri e prese di posizioni di Costituzionalisti e magistrati

 “un decreto tardivo e pasticciato“, diceva Carlo Nordio l’1marzo.

Pasticci, limiti e dubbi anche di Baldassarre l’ex presidente della Corte costituzionale, che punta l’accento anche su altro:

“Non c’è dubbio – afferma Baldassarre -. C’è una concezione autoritaria dietro al ‘noi consentiamo’ di Conte. Deriva dal fatto che il Dpcm è un atto amministrativo individuale. Prevede limiti alle libertà costituzionali che non hanno base in un atto legislativo. Dunque se il premier disciplina tutto attraverso il Dpcm è chiaro che dica: ‘io, noi’. E’ lui che concede, dall’alto della sua autorità, quello che deve esser fatto. Esattamente l’opposto di quello che prevede la Costituzione dei diritti del cittadino, dell’uomo, della persona umana”.

Lo stesso aveva già criticato in precedenza Conte:

un’intervista rilasciata a Il Dubbio, ha dichiarato: “Nell’interpretazione della Costituzione non si può giocare con le parole. Una pandemia non è una guerra. Non si può quindi ricorrere all’articolo 78. La Costituzione è chiara. La profilassi internazionale spetta esclusivamente allo Stato ( art. 117, II comma, lettera q).

 “il primo decreto legge era illegittimo: non fissava un termine; non tipizzava poteri, perché conteneva una elencazione esemplificativa, così consentendo l’adozione di atti innominati; non stabiliva le modalità di esercizio dei poteri. A Palazzo Chigi c’è un professore di diritto: avrebbe dovuto bocciare chi gli portava alla firma un provvedimento di quel tipo. Poi si è rimediato. Ma continua la serie di norme incomprensibili, scritte male, contraddittorie, piene di rinvii ad altre norme. Non c’è fretta che spieghi questo pessimo andamento, tutto imputabile agli uffici di Palazzo Chigi incaricati dell’attività normativa”.

 Sabino Cassese attacca i Dpcm del Governo Conte “sono frutto di poteri illeggittimi e violano la libertà”. Il giurista filo-Colle “Premier fuori dalla legge”

Visti i pareri e le critiche di costituzionalisti e magistrati di non poco peso perché Mattarella non interviene?

Perché le opposizioni gridano ma non bloccano questi atti criticati, criticabili e di dubbia costituzionalità tanto da permettersi differenze tra cittadini e cittadini, decidendo quale attività aprire o no?