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Varese

Fondazione Comunitaria del Varesotto promuove il territorio

Fondazione Comunitaria del Varesotto dà una spinta al territorio della provincia di Varese promuovendo due nuovi bandi – grazie alle risorse messe a disposizione da Fondazione Cariplo – bando Arte&Cultura2020 e bando CentriEstivi2020. Il bando Arte&Cultura2020 mette a disposizione degli enti del terzo settore 360.000 euro per progetti di utilità sociale in grado di migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità della provincia di Varese, attraverso azioni volte a promuovere la cultura come motore di sviluppo della comunità; riportare la bellezza nei territori; generare valore grazie a iniziative di qualità. Il bando CentriEstivi2020 mette a disposizione 150.000 euro per progetti volti a mitigare gli effetti collaterali prodotti dall’emergenza Covid-2019 sulla vita e le esperienze di bambini e adolescenti costretti a una domiciliarità forzata nei mesi scorsi a causa della pandemia.
 

Per presentare le nuove opportunità e le misure messe in campo da Fondazione Cariplo e Fondazione Comunitaria del Varesotto è stato organizzato in modalità on-line un incontro di presentazione dei bandi attualmente in corso. I rappresentanti delle Associazioni e degli Enti sono invitati a conoscere i contenuti dei bandi “CentriEstivi2020” e “Arte&Cultura2020” e le misure straordinarie del bando “LETS GO!” di Fondazione Cariplo, lunedì 22 giugno alle ore 17:30 sulla piattaforma ZOOM. Intervengono: Maurizio Ampollini, Presidente Fondazione Comunitaria del Varesotto; Elisa Fagnani, Membro Commissione Centrale di Beneficenza Fondazione Cariplo per la Provincia di Varese; Andrea Trisoglio, Coordinatore progetto Fondazioni di Comunità di Fondazione Cariplo (bando LETS GO!); Massimiliano Pavanello, Segretario Generale Fondazione Comunitaria del Varesotto (bandi Arte&Cultura2020 e CentriEstivi2020). Modera: Chiara Locorotondo, Fondazione Comunitaria del Varesotto.

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ECONOMIA

Giovanni Fosti Presidente di Fondazione Cariplo, in campo 60 milioni

FONDAZIONE CARIPLO RIPROGRAMMA LE ATTIVITA’ 2020 IN SEGUITO ALL’EMERGENZA E APPROVA IL BILANCIO 2019.

 

 

Azioni immediate oggi e l’avvio di un ampio percorso per il futuro: messi in campo 60 milioni per rispondere ai nuovi bisogni. Il bilancio 2019 chiude con un avanzo di 501 milioni di euro e il fondo di stabilizzazione raggiunge i 240 milioni di euro.  “L’Emergenza Covid ha profondamente cambiato la realtà sociale ed economica del nostro Paese e del mondo. Questo ci impone di rivedere la programmazione delle attività previste per l’anno 2020 e perciò la Fondazione ha deciso di mettere in campo un’azione da 60 milioni di euro riorientando le azioni per essere più coerenti con le esigenze di oggi e di domani.” ha commentato Giovanni Fosti Presidente di Fondazione Cariplo

 

Milano 29 aprile 2020 – La Commissione Centrale di Beneficenza di Fondazione Cariplo ha approvato all’unanimità il Bilancio 2019: un esercizio estremamente positivo, che ha prodotto un avanzo da 501 milioni di euro. Il risultato è dovuto alla performance ottenuta dalla gestione del patrimonio, sia degli oltre 5 miliardi di euro affidati in gestione a Quaestio Capital Management Sgr che ha ottenuto un rendimento lordo dell’8,76%, sia dalle partecipazioni che hanno distribuito dividendi per complessivi 198,8 milioni di euro.

Oggi, a causa della pandemia, lo scenario in Italia e nel mondo è profondamente mutato e la Fondazione si trova ad esprimere la propria missione filantropica in una situazione di grandissima incertezza. Proprio in un momento così incerto per tutti, la Fondazione intende mantenere l’impegno verso i territori e le comunità, focalizzandosi in azioni immediate di contrasto alla crisi e avviando un percorso di medio periodo per promuovere innovazione nei territori .

Il totale delle risorse disponibili per l’attività filantropica 2020 è di 135 milioni di euro, come già approvato il 5 novembre 2019 dal DPPA. Rispetto a questa cifra complessiva, 60 milioni di euro non sono ancora stati destinati o impegnati e possono quindi essere oggetto di una riprogrammazione straordinaria in seguito all’emergenza Covid.

A partire dal riorientamento di questi contributi, la Fondazione Cariplo intende sfruttare anche l’effetto volano per mobilitare ulteriori risorse, economiche e non solo, ad esempio attraverso altre risorse raccolte dai progetti sostenuti, collaborazioni con le Fondazioni di Comunità, risorse raccolte da possibili partner.

La nuova impostazione delle azioni approvata dalla Commissione Centrale di Beneficenza di Fondazione Cariplo presenta due percorsi distinti:

  • Azioni immediate di riposta all’emergenza in tempi rapidi, volte in particolare al sostegno dagli Enti del Terzo Settore che operano in ambito sociale, culturale e ambientale e al contrasto della povertà infantile (rischio alimentare, sanitario e di accesso all’istruzione).
  • Azioni di orizzonte più lungo, attraverso un percorso di riflessione su come ripartire, costruendo nuovi modelli che permettano di mettere a fuoco nuovi strumenti per sostenere la coesione sociale e la crescita delle persone attraverso la Cultura, l’Ambiente, i modelli di Welfare e la Ricerca.

La riprogrammazione – che verrà approfondita nelle prossime settimane – individua 6 obiettivi prioritari attorno ai quali riorientare le risorse e l’impegno delle Aree Filantropiche della Fondazione:

  • Il contrasto alle nuove povertà causate dalla crisi e dall’ancor maggior distanziamento sociale che ne deriverà
  • Il sostegno agli Enti del Terzo Settore, in gravi difficoltà
  • L’individuazione di opportunità di sviluppo economico e di creazione di posti di lavoro, soprattutto in chiave green, con grande attenzione alle tematiche ambientali
  • Il ripensamento dei modelli di offerta di welfare
  • Il ripensamento del sistema culturale, considerando l’importante ruolo che la cultura può svolgere nella fase di ripartenza
  • Il rilancio della ricerca, che si conferma un aspetto centrale per il ripensamento dei modelli di funzionamento delle organizzazioni e degli assetti di quasi tutti i settori di attività.

“In questo momento di grande incertezza non viene meno la chiarezza rispetto al compito e all’obbiettivo a cui la Fondazione Cariplo risponde: investiamo sulle persone più deboli, sulla cultura, sulla ricerca e sull’ambiente come punti chiave da cui partire per generare valore e guardare al futuro. La Fondazione è un soggetto attivo che non solo mette in campo risorse finanziarie ma promuove e stimola iniziative di costruzione e coesione della comunità come elementi di crescita. La coesione delle comunità e lo sviluppo delle persone non sono solo i nostri valori di riferimento ma sono la condizione essenziale per superare la fase critica che stiamo vivendo.” Giovanni Fosti Presidente di Fondazione Cariplo

 

 

“Siamo consapevoli delle difficoltà che le persone, le famiglie, gli enti non profit, ma anche il mondo delle imprese, stanno vivendo in questo periodo; abbiamo visto una grande capacità di reazione, e una forte resilienza di fronte alla pandemia. Siamo orgogliosi della scelta di Fondazione Cariplo, ancora una volta di dimostrare attenzione ai problemi reali, ai nostri territori e alle persone che vi vivono” hanno commentato i commissari varesini all’interno della Commissione Centrale di Beneficenza Andrea Mascetti coordinatore della commissione Arte e Cultura di Fondazione Cariplo, Elisa Fagnani, Sarah Maestri, nonché membri del Consiglio di Amministrazione di Fondazione Comunitaria del Varesotto.

 

 

 

Nota di approfondimento sul BILANCIO 2019

L’anno 2019 si è chiuso per la Fondazione con un avanzo di 501 milioni di euro, permettendo un accantonamento al fondo di stabilizzazione di 157,6 milioni di euro.

Il risultato è dovuto alla performance ottenuta dalla gestione del patrimonio, sia degli oltre 5 miliardi di euro affidati in gestione a Quaestio Capital Management Sgr che ha ottenuto un rendimento lordo dell’8,76%, sia dalle partecipazioni che hanno distribuito dividendi per complessivi 198,8 milioni di euro; ciò ha consentito di accantonare risorse nel fondo di stabilizzazione delle erogazioni che oggi ha raggiunto un valore di 240 milioni di euro, contro gli 82,4 milioni dell’anno precedente.

L’attività filantropica complessiva del 2019 ha visto erogazioni deliberate per 146,7  milioni di euro – a fronte di pagamenti effettuati per 153,2 milioni – per la realizzazione di 975 progetti.

92 progetti in campo ambientale per un valore di 9,1 milioni per; 470  progetti a favore dell’arte e della cultura con un impegno di oltre 44,2 milioni di euro; 108 progetti nel settore della ricerca scientifica a fronte di un impegno di 18,4 milioni di euro; 275 progetti per il sociale con un impegno di 52,4 milioni di euro.

A queste attività, suddivise per area di intervento, si aggiungono ulteriori 30 progetti ed iniziative di Fondazione Cariplo con oltre 22,6 milioni di euro di contributi (tra questi le attività sviluppate in collaborazione con le 16 fondazioni di comunità locali).

Nel dettaglio degli elementi riguardo alla gestione, va aggiunto che il totale degli attivi della Fondazione al 31 dicembre ha chiuso con un valore di 7.927 milioni, mentre il patrimonio netto contabile si è attestato a 7 miliardi e 33 milioni di euro.

Il bilancio è stato pubblicato sul sito della Fondazione nella versione integrale nella forma del Bilancio di Missione e del Bilancio d’Esercizio.

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ECONOMIA

Cariplo Factory presenta Cinque azioni strategiche per rilanciare l’economia del Paese

Nonostante la crisi economica e sociale che il nostro Paese si appresta ad affrontare, questo difficile momento può essere (anche) un’occasione di crescita per il sistema Italia.

L’emergenza legata al Coronavirus può essere l’opportunità per investire nei grandi trend trasformativi e assicurare al nostro Paese un futuro rilevante nell’economia mondiale che verrà (e che probabilmente non sarà globalizzata come siamo stati abituati a pensarla negli ultimi trent’anni). In Cariplo Factory, siamo convinti che l’innovazione sia uno strumento essenziale per affrontare le sfide che ci attendono perché, se il mondo non tornerà a essere quello che conoscevamo, la capacità di produrre cambiamento sarà una risorsa vitale. Pensiamo che le startup siano il miglior agente d’innovazione disponibile sul mercato e, per questo, siano un patrimonio da tutelare e valorizzare.

Lo hanno dimostrato sul campo, proprio durante la crisi da Covid-19, rispondendo in modo veloce, creativo e, soprattutto efficace, alle necessità più diverse, ricavando un respiratore da una maschera da snorkeling oppure organizzando la spesa condominiale per le persone in difficoltà.

Chiaramente, in un momento di incertezza sul futuro delle grandi industrie e delle PMI, che rappresentano la struttura portante della nostra economia, con le ombre lunghe del crescente disagio sociale, è giusto dare la priorità a elementi di maggiore peso macroeconomico. Tuttavia, dimenticare quelle microimprese innovative, finanziariamente fragili ma ricche di talento, competenze e tecnologie, con un enorme potenziale di crescita, sarebbe una grave miopia. Una mancanza di visione strategica che potrebbe non solo frenare la ripartenza, ma condizionare anche la competitività del nostro Paese nel lungo periodo.

Il Governo ha promesso di mettere sul piatto centinaia di miliardi di garanzie pubbliche per salvare le imprese: una dimostrazione di credito fondamentale nei confronti del sistema produttivo. Come Cariplo Factory, crediamo sia importante che questo maxi-investimento possa e debba fruttare anche in termini di innovazione, ricerca e sviluppo. Un sistema in grado di fare fronte ai bisogni di liquidità può diventare terreno fertile per accelerare su diversi fronti competitivi e adeguare i modelli di creazione del valore in una logica più sostenibile, nel rispetto non solo del patrimonio naturale ma anche del capitale umano e sociale. 

Abbiamo individuato cinque azioni per sostenere l’innovazione, e in particolare le startup, in questa fase di ripartenza. Cinque azioni ambiziose affinché questa crisi possa anche essere un’occasione di crescita per il sistema Italia. 

  1. Facilitare i meccanismi di innovazione attraverso un procurement agile

Le proiezioni sull’intero 2020 mostrano un crollo del PIL superiore al 10%, il dato peggiore nella nostra storia repubblicana. Molti analisti hanno già fatto scattare l’allarme per una depressione economica prolungata. In questo contesto, il rischio di paralizzare l’intero ecosistema congelando l’innovazione italiana per il prossimo decennio è concreto. Nella nostra esperienza, l’innovazione fiorisce laddove quegli agenti di cambiamento che sono le startup possono interagire con capitali o grandi aziende. Dei capitali ci occuperemo nei punti seguenti, qui ci concentriamo sulle aziende: i grandi gruppi, sicuramente quelli pubblici, ma non solo, sono vincolati ad agire in un perimetro normativo penalizzante, che non permette loro di muoversi in tempi rapidi e in modo efficace. E allora, visto che il momento è eccezionale, anche i provvedimenti devono esserlo: pensiamo a una piattaforma di smart procurement, gestita direttamente da un’agenzia collegata alla pubblica amministrazione, in grado di facilitare l’incontro e la collaborazione con le startup, già tracciate nel Registro delle imprese innovative, e i grandi gruppi presenti in Italia, organizzazioni sufficientemente strutturate per affrontare velocemente percorsi di open innnovation e coglierne i relativi benefici. Sono state proprio le startup a mostrarci, durante l’emergenza Covid-19, l’importanza del fattore velocità: lo smart procurement è uno strumento che permetterebbe lo sviluppo di servizi e prodotti innovativi in grado di rispondere ai nuovi bisogni con cui, certamente, ci troveremo a confrontarci nei prossimi 12/24 mesi. La proposta è in linea con i provvedimenti di semplificazione già adottati dal Governo nel decreto-legge Cura Italia del 17 marzo.

  1. Creare un piano strategico 2020-30 per accelerare la transizione verso l’economia circolare e i nuovi modelli di creazione del valore

Non sappiamo quando potremo dichiarare finita l’emergenza, ma già oggi sappiamo che difficilmente le cose torneranno come prima. A cominciare dalla globalizzazione: in molti, a partire dall’economista Jeremy Rifkin, si sono espressi sulla crisi di questo modello. Il distanziamento sociale, ancora per un lungo periodo, sarà la regola. La mobilità di merci e persone un fattore di criticità. Il modello dei distretti produttivi, che hanno fatto la fortuna dell’Italia a partire dagli anni Cinquanta, probabilmente tornerà attuale perché le logiche di prossimità saranno centrali per sviluppare nuovi modelli di creazione del valore. Ai quali può contribuire in modo determinante anche il concetto di adattività, vale a dire la reingegnerizzazione dei processi produttivi. Un elemento in grado di contenere il rischio per medie, piccole e microimprese e valorizzare la resilienza delle comunità locali.

L’economia circolare è la massima espressione di questi modelli. E per una volta l’Italia si trova nel ruolo della lepre: diversi indicatori sono concordi nel collocarci primi in Europa in molti settori dell’economia circolare. Siamo davanti anche a Francia e Germania che però, in virtù di una pianificazione più strutturata e di lungo periodo, stanno crescendo a una velocità superiore alla nostra. L’Italia utilizza al meglio le risorse destinate all’avanzamento tecnologico e ha un buon indice di efficienza (3,5 euro di PIL per ogni chilogrammo di risorsa consumata, la media europea è di 2,24), tuttavia è penalizzata dalla scarsità degli investimenti (circa 2,5 volte più basso rispetto a quello della Germania e 2 volte inferiore a quello della Francia), che si traduce in carenza di innovazione (siamo all’ultimo posto per brevetti depositati), e dalle lacune sul fronte normativo. È urgente invertire la rotta: finora abbiamo agito con le leve dei bonus, degli incentivi e delle misure spot. È arrivato il momento di una misura strutturale, in grado di assicurare continuità agli investimenti e alle risorse. Crediamo che si opportuno definire una strategia nazionale di lungo periodo e un piano di azione decennale per l’economia circolare, due strumenti che potrebbero assicurare al Paese un progetto di sviluppo (sostenibile) nel lungo periodo.

  1. Stimolare la trasformazione digitale attraverso la defiscalizzazione degli investimenti in progetti innovativi

La pandemia ci ha permesso di toccare con mano le enormi potenzialità della trasformazione digitale. Nonostante le difficoltà di una situazione estrema, milioni di italiani hanno sperimentato i benefici dello smart working. Gli studenti di scuole e università, nel giro di pochi giorni, hanno cominciato a seguire le lezioni dietro a un tablet o un pc anziché in classe. La telemedicina è stata una panacea per assistere anziani, pazienti cronici e altri soggetti fragili, senza farli muovere da casa. Il digitale, insomma, ci ha permesso di tenere accesi i motori del Paese durante i giorni del lockdown. Ma non sono state tutte rose e fiori: mai come in questi giorni abbiamo capito che il digital divide non è una questione tecnologica bensì un tema di inclusione sociale: in Italia solo il 24% delle abitazioni è raggiunto da servizi di rete ultraveloce e ci sono molte zone a “fallimento di mercato” dove gli operatori non hanno convenienza a portare la loro offerta. 

Tuttavia, il problema vero non è l’hardware, ma il software, cioè i nuovi contenuti, i nuovi servizi, i nuovi processi, le nuove soluzioni di efficientamento, i nuovi canali di vendita. In una parola, il change management. Enormi opportunità che rischiamo di non cogliere. Il digitale è il principale fattore abilitante per la crescita post emergenza e per la competitività delle nostre imprese, grandi e piccole che siano, nel lungo periodo. Per questo occorre una strategia che stimoli la trasformazione digitale: crediamo che defiscalizzare gli investimenti pubblici e privati destinati allo sviluppo di progetti innovativi sia il modo migliore per perseguire questo obiettivo. Soprattutto se questi progetti coinvolgono le startup in una logica di open innovation e di collaborazione con le imprese.

  1. Sostenere finanziariamente le startup con provvedimenti straordinari

 

Le startup e le PMI innovative costituiscono il motore dell’innovazione. Sono imprese fragili, che esprimono numeri poco rilevanti da un punto di vista macroeconomico (il valore della produzione ammonta a circa 1,2 miliardi di euro per 12 mila posti di lavoro), tuttavia con un enorme potenziale di crescita. Lo stallo dell’economia, causa emergenza Covid-19, rischia di colpire prima di tutto loro. Prive di significative riserve di cassa, spesso esposte dal modello “as a service” e fortemente impegnate nella continua evoluzione della loro soluzione, una parte rilevante delle startup italiane rischia di non superare l’anno in corso. E, come detto, è un rischio che l’innovazione italiana non può permettersi di correre. Il perché è tutto in un numero: 10 miliardi di euro. È la valutazione media delle cosiddette startup unicorno (cioè con valutazione superiore al miliardo), poco meno di 500 aziende nel mondo che 30 anni fa non esistevano e che hanno utilizzato moltiplicatori di crescita possibili soltanto grazie a servizi e prodotti innovativi. 

Crediamo che, in questo senso, debbano essere adottate misure straordinarie. VC Hub, l’associazione dei Venture Capital in Italia, ha recentemente definito una serie di provvedimenti urgenti a sostegno finanziario delle startup: credito d’imposta per la copertura dei costi fissi; emissione di prestiti “convertendo”; rimborsi dell’iva; credito d’imposta per attività di ricerca, sviluppo e innovazione; contratti a tempo determinato per i neo-assunti; contributi a fondo perduto per fronteggiare il Covid-19; moratoria dei finanziamenti; incentivazione dell’afflusso di capitale e delle acquisizioni di imprese innovative. Sono misure che abbiamo già pubblicamente sottoscritto e nelle quali ci riconosciamo pienamente.

  1. Raddoppiare i fondi di Corporate Venture Capital attraverso il contributo di finanza pubblica

Creare le condizioni affinché le startup possano sopravvivere è condizione necessaria ma non sufficiente per alimentare l’innovazione in Italia. È necessario stimolare l’iniziativa privata, favorire quelle forme di contaminazione finanziaria, preludio al processo di osmosi di conoscenze, competenze e talenti, tra le grandi corporate e le startup. Lo strumento si chiama Corporate Venture Capital e ha giàdimostrato buone potenzialità nel nostro Paese: i quasi 10mila investitori in Corporate Venture Capital sono presenti nel capitale di una startup italiana su quattro. Inoltre, le startup partecipate da questo genere di investitori crescono di più e falliscono di meno rispetto a quelle partecipate solo dai fondi di investimento. E il 40% dei ricavi totali prodotti dalle startup italiane deriva da startup investite da Corporate Venture Capital. Il modello funziona, ma come spesso accade in Italia soffre di nanismo, cioè non ha una dimensione sufficiente per generare valore in modo significativo. 

Alla luce di questa fotografia, pensiamo che le grandi corporate Italiane (e in generale le aziende di qualsiasi dimensione) debbano essere stimolate alla creazione di fondi di Corporate Venture Capital prevedendo logiche di matching fund di finanza pubblica. Vale a dire che a fronte della costituzione di un fondo di Corporate Venture Capital, un contributo pubblico con la medesima quota di capitale ne raddoppierebbe la capacità di investimento. Crediamo che questa misura possa creare le condizioni ideali per permettere alle grandi aziende del nostro Paese di lavorare con il comparto startup e innescare virtuosamente l’innovazione made in Italy.

Contributo a cura di:

Carlo Mango, Consigliere Delegato

Riccardo Porro, Chief Operating Officer

Marco Noseda, Chief Strategy Officer

Matteo Scarabelli, Chief Communications Officer

Gioia Piccioni, Legal Advisor

Ugo Castellani, Chief Technology Advisor

Anders Nilsson, Startup & Internationalization Senior Advisor

Enrico Noseda, Chief Innovation Advisor

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ECONOMIA

Coronavirus. Cariplo ha investito 15 milioni per il territorio

FCARIPLO: ALTRI 9,5 MILIONI DI EURO PER IL SOSTEGNO AI TERRITORI PER IL CORONAVIRUS

L’IMPEGNO COMPLESSIVO ORA ARRIVA A 15 MILIONI.

L’impegno complessivo della Fondazione sul fronte del Coronavirus ha raggiunto i 15 milioni di euro, oltre ad aver generato, grazie alle Fondazioni di Comunità, una raccolta che che ha superato i 51 milioni di euro. Un Fondo speciale, un bando per la ricerca, l’arrivo di dotazioni sanitarie dalla Cina, attenzione alle nuove povertà e ora un nuovo provvedimento che indirizza ulteriori risorse verso i territori per oltre 9,5 milioni di euro. L’azione della Fondazione è su più fronti: sempre orientata alle comunità locali, con lo sguardo rivolto anche al futuro e ai nuovi bisogni.

Milano, 16 Aprile 2019. Il Consiglio di Amministrazione di Fondazione Cariplo ha deliberato una nuova azione di sostegno a favore dei territori. Si tratta di 9,5 milioni di euro di risorse che sono state liberate e destinate alle attività di livello locale per affrontare le difficoltà generate dall’emergenza e dalle conseguenze della pandemia COVID 2019. Queste risorse, ancora una volta, verranno gestite in collaborazione con la rete delle 16 Fondazioni di Comunità.

L’iniziativa si aggiunge a quelle già avviate a marzo (dettagliate nella scheda in calce). La prima iniziativa è stata l’attivazione di un Fondo speciale da 2 milioni di euro, che aveva l’obbiettivo di mobilitare i territori e generare un effetto leva virtuoso. La Fondazione Cariplo ha distribuito un milione di tra tutte le 16 Fondazioni di Comunità che hanno attivato una raccolta tra persone ed aziende: in meno di un mese la raccolta complessiva ha superato di oltre 51 milioni di euro, grazie a cui è stato possibile dare un aiuto concreto a ospedali, case di riposo, persone fragili in domiciliarità forzata.

Le altre iniziative hanno riguardato: il Bando per la ricerca contro il Coronavirus da 7,5 milioni di euro, lanciato insieme a Regione Lombardia e Fondazione Veronesi, a cui Fondazione Cariplo ha contribuito con 2 milioni di euro;  l’arrivo di voli cargo dalla Cina con dotazioni sanitarie, a cui Fondazione Cariplo ha contribuito, e il sostegno agli enti non profit nel contrasto alla povertà che sta emergendo.

In sintesi, dal punto di vista economico, l’impegno della Fondazione Cariplo sul fronte dell’emergenza al momento ha raggiunto complessivamente i 15 milioni di euro; nel frattempo il fundraising delle Fondazioni di Comunità (ancora in corso) ha superato i 51 milioni di euro, mentre la liquidità aggiuntiva immessa da Fondazione Cariplo sui territori, della Lombardia e delle Province di Novara e Verbano Cusio Ossola, tramite maggiori anticipazioni di pagamento, è nell’ordine dei 20 milioni di euro, secondo una strategia che punta a rispondere alle necessità imminenti, ma con uno sguardo verso il futuro.

 “Con questa nuova azione di sostegno Fondazione Cariplo rafforza e consolida il ruolo chiave delle Fondazioni di Comunità per sviluppare una collaborazione efficace a livello locale. Non si tratta solo di investire risorse, il nostro obbiettivo è ancora una volta mobilitare energie: per questo abbiamo deciso di liberare 9,5 milioni di euro che potranno essere utilizzati in modo più diretto dal territorio per far fronte all’emergenza, in sinergia con altri attori locali. Mentre stiamo elaborando la strategia e ripensando le priorità per le prossime fasi, questa scelta mette al centro, oggi, la necessità di interventi diffusi e capillari per agire in modo differenziato e puntuale, rispondere con la massima prontezza possibile, aggregare e valorizzare le risorse delle nostre comunità.” ha commentato il Presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Fosti.

 

 

 

Scheda di dettaglio – Fondazione Cariplo per l’emergenza Coronavirus

In queste settimane, di fronte all’emergenza generata dalla Pandemia, nell’ambito di una visione che mette sempre al centro la promozione dell’azione delle comunità e la collaborazione con le Istituzioni, la Fondazione ha messo in campo alcune importanti azioni: 

  • ha avviato un Fondo speciale da 2 milioni di euro che, partendo da una tranche iniziale distribuita alle 16 Fondazioni di Comunità sul territorio della Lombardia e delle Province di Novara e Verbano- Cusio-Ossola, ha consentito di avviare una straordinaria raccolta: con circa 80 mila donazioni di persone e aziende le Fondazioni locali in tre settimane hanno raccolto complessivamente oltre 50 milioni di euro, destinati alle necessità per l’emergenza, sia per dispositivi sanitari, sia per attività a sostegno di più deboli (anziani, persone con disabilità)
  • ha investito 2 milioni di euro per il lancio, insieme a Regione Lombardia e Fondazione Veronesi, di un Bando per la ricerca scientifica con disponibilità per 7,5 milioni di euro, rivolto ai ricercatori per avviare studi contro il Covid-19
  • ha promosso il ponte aereo umanitario Pechino-Malpensa, insieme al China-Italy Philanthropy Forum e in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Cina, per l’arrivo in Italia di ingenti quantità di dispositivi medici (mascherine, tute, respiratori) e ne ha sostenuto le spese di trasporto con un contributo di 500 mila euro
  • ha sostenuto l’attivazione di 8 HUB per la distribuzione di cibo alle persone in difficoltà, attraverso il programma Qu.Bì avviato da Cariplo nel 2017, che ha creato una rete sul territorio di Milano che conta circa 600 organizzazioni impegnate nei quartieri della città contro la povertà di oltre 20 mila bambini
  • ha stretto un’alleanza con Assolombarda per offrire agli enti non profit lombardi servizi di assistenza per acquisti di dotazioni sanitarie, per affrontare le difficoltà e i rischi derivanti da transazioni concluse con Paesi esteri nell’acquisto di macchinari medico-sanitari (connessi, in particolare, a prezzi, pagamenti, logistica, fiscalità, passaggi doganali)
  • partecipa al fondo di garanzia da 5 milioni per aiutare gli enti non profit in difficoltà promosso da ACRI, Associazione delle Fondazioni di Origine Bancaria Italiane
  • ha adottato provvedimenti per agevolare la realizzazione dei progetti per i quali gli enti hanno assunto impegni, snellendo la burocrazia e mettendo subito a disposizione una liquidità superiore (nel 2020 si stimano circa 10 milioni di euro) a quella che verrebbe erogata in base alle procedure ordinarie
  • infine, come specificato in apertura, ha deliberato un’ulteriore azione di sostegno a favore dei territori: 9,5 milioni di euro delle erogazioni territoriali già previste potranno essere reindirizzate per affrontare le difficoltà generate dall’emergenza. Queste risorse verranno gestite in collaborazione con la rete delle 16 Fondazioni di Comunità e, anche in questo caso, le procedure saranno semplificate al massimo e la liquidità immediatamente disponibile.
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ECONOMIA

Coronavirus. Cariplo, ha investito 15 milioni per il territorio

FCARIPLO: ALTRI 9,5 MILIONI DI EURO PER IL SOSTEGNO AI TERRITORI PER IL CORONAVIRUS

L’IMPEGNO COMPLESSIVO ORA ARRIVA A 15 MILIONI.

L’impegno complessivo della Fondazione sul fronte del Coronavirus ha raggiunto i 15 milioni di euro, oltre ad aver generato, grazie alle Fondazioni di Comunità, una raccolta che che ha superato i 51 milioni di euro. Un Fondo speciale, un bando per la ricerca, l’arrivo di dotazioni sanitarie dalla Cina, attenzione alle nuove povertà e ora un nuovo provvedimento che indirizza ulteriori risorse verso i territori per oltre 9,5 milioni di euro. L’azione della Fondazione è su più fronti: sempre orientata alle comunità locali, con lo sguardo rivolto anche al futuro e ai nuovi bisogni.

Milano, 16 Aprile 2019. Il Consiglio di Amministrazione di Fondazione Cariplo ha deliberato una nuova azione di sostegno a favore dei territori. Si tratta di 9,5 milioni di euro di risorse che sono state liberate e destinate alle attività di livello locale per affrontare le difficoltà generate dall’emergenza e dalle conseguenze della pandemia COVID 2019. Queste risorse, ancora una volta, verranno gestite in collaborazione con la rete delle 16 Fondazioni di Comunità.

L’iniziativa si aggiunge a quelle già avviate a marzo (dettagliate nella scheda in calce). La prima iniziativa è stata l’attivazione di un Fondo speciale da 2 milioni di euro, che aveva l’obbiettivo di mobilitare i territori e generare un effetto leva virtuoso. La Fondazione Cariplo ha distribuito un milione di tra tutte le 16 Fondazioni di Comunità che hanno attivato una raccolta tra persone ed aziende: in meno di un mese la raccolta complessiva ha superato di oltre 51 milioni di euro, grazie a cui è stato possibile dare un aiuto concreto a ospedali, case di riposo, persone fragili in domiciliarità forzata.

Le altre iniziative hanno riguardato: il Bando per la ricerca contro il Coronavirus da 7,5 milioni di euro, lanciato insieme a Regione Lombardia e Fondazione Veronesi, a cui Fondazione Cariplo ha contribuito con 2 milioni di euro;  l’arrivo di voli cargo dalla Cina con dotazioni sanitarie, a cui Fondazione Cariplo ha contribuito, e il sostegno agli enti non profit nel contrasto alla povertà che sta emergendo.

In sintesi, dal punto di vista economico, l’impegno della Fondazione Cariplo sul fronte dell’emergenza al momento ha raggiunto complessivamente i 15 milioni di euro; nel frattempo il fundraising delle Fondazioni di Comunità (ancora in corso) ha superato i 51 milioni di euro, mentre la liquidità aggiuntiva immessa da Fondazione Cariplo sui territori, della Lombardia e delle Province di Novara e Verbano Cusio Ossola, tramite maggiori anticipazioni di pagamento, è nell’ordine dei 20 milioni di euro, secondo una strategia che punta a rispondere alle necessità imminenti, ma con uno sguardo verso il futuro.

 “Con questa nuova azione di sostegno Fondazione Cariplo rafforza e consolida il ruolo chiave delle Fondazioni di Comunità per sviluppare una collaborazione efficace a livello locale. Non si tratta solo di investire risorse, il nostro obbiettivo è ancora una volta mobilitare energie: per questo abbiamo deciso di liberare 9,5 milioni di euro che potranno essere utilizzati in modo più diretto dal territorio per far fronte all’emergenza, in sinergia con altri attori locali. Mentre stiamo elaborando la strategia e ripensando le priorità per le prossime fasi, questa scelta mette al centro, oggi, la necessità di interventi diffusi e capillari per agire in modo differenziato e puntuale, rispondere con la massima prontezza possibile, aggregare e valorizzare le risorse delle nostre comunità.” ha commentato il Presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Fosti.

 

 

 

Scheda di dettaglio – Fondazione Cariplo per l’emergenza Coronavirus

In queste settimane, di fronte all’emergenza generata dalla Pandemia, nell’ambito di una visione che mette sempre al centro la promozione dell’azione delle comunità e la collaborazione con le Istituzioni, la Fondazione ha messo in campo alcune importanti azioni: 

  • ha avviato un Fondo speciale da 2 milioni di euro che, partendo da una tranche iniziale distribuita alle 16 Fondazioni di Comunità sul territorio della Lombardia e delle Province di Novara e Verbano- Cusio-Ossola, ha consentito di avviare una straordinaria raccolta: con circa 80 mila donazioni di persone e aziende le Fondazioni locali in tre settimane hanno raccolto complessivamente oltre 50 milioni di euro, destinati alle necessità per l’emergenza, sia per dispositivi sanitari, sia per attività a sostegno di più deboli (anziani, persone con disabilità)
  • ha investito 2 milioni di euro per il lancio, insieme a Regione Lombardia e Fondazione Veronesi, di un Bando per la ricerca scientifica con disponibilità per 7,5 milioni di euro, rivolto ai ricercatori per avviare studi contro il Covid-19
  • ha promosso il ponte aereo umanitario Pechino-Malpensa, insieme al China-Italy Philanthropy Forum e in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Cina, per l’arrivo in Italia di ingenti quantità di dispositivi medici (mascherine, tute, respiratori) e ne ha sostenuto le spese di trasporto con un contributo di 500 mila euro
  • ha sostenuto l’attivazione di 8 HUB per la distribuzione di cibo alle persone in difficoltà, attraverso il programma Qu.Bì avviato da Cariplo nel 2017, che ha creato una rete sul territorio di Milano che conta circa 600 organizzazioni impegnate nei quartieri della città contro la povertà di oltre 20 mila bambini
  • ha stretto un’alleanza con Assolombarda per offrire agli enti non profit lombardi servizi di assistenza per acquisti di dotazioni sanitarie, per affrontare le difficoltà e i rischi derivanti da transazioni concluse con Paesi esteri nell’acquisto di macchinari medico-sanitari (connessi, in particolare, a prezzi, pagamenti, logistica, fiscalità, passaggi doganali)
  • partecipa al fondo di garanzia da 5 milioni per aiutare gli enti non profit in difficoltà promosso da ACRI, Associazione delle Fondazioni di Origine Bancaria Italiane
  • ha adottato provvedimenti per agevolare la realizzazione dei progetti per i quali gli enti hanno assunto impegni, snellendo la burocrazia e mettendo subito a disposizione una liquidità superiore (nel 2020 si stimano circa 10 milioni di euro) a quella che verrebbe erogata in base alle procedure ordinarie
  • infine, come specificato in apertura, ha deliberato un’ulteriore azione di sostegno a favore dei territori: 9,5 milioni di euro delle erogazioni territoriali già previste potranno essere reindirizzate per affrontare le difficoltà generate dall’emergenza. Queste risorse verranno gestite in collaborazione con la rete delle 16 Fondazioni di Comunità e, anche in questo caso, le procedure saranno semplificate al massimo e la liquidità immediatamente disponibile.