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Scuola, teledidattica: opportunità e problemi, intervista a Carlo Crapanzano

La scuola e il telelavoro, uno dei tanti aspetti con luci e ombre derivanti dalla crisi da coronavirus.

Ne parliamo con un professore di Domodossola, molto disponibile e aperto a spiegarci quanto accade in questo periodo: aspetti pratici e giuridici dei nuovi tempi.

 

La teledidattica offre l’opportunità di imparare nuovi programmi e testare soluzioni innovative, peccato che non sia una scelta ma una necessità contingente, partita di corsa come spesso succede in Italia, anche se in questo caso è l’unica soluzione praticabile per evitare di perdere l’anno scolastico, anche se i problemi non mancano.

Si perde l’aspetto umano con tutte le sue peculiarità: sorrisi e attenzioni limitati dallo schermo di un computer nel caso migliore, oppure lo smartphone utilizzato da chi non ha avuto possibilità di avere altri strumenti.

Il Ministero ha investito 80 milioni ma si sa come vanno queste cose, i soldi arrivano quando arrivano e nel frattempo chi ha il problema si arrangia…

Gli insegnanti sono costretti a usare piattaforme che magari non conoscono, internet che non è il massimo e i ragazzi che di solito usano internet per socializzare, ora si trovano anche loro a disagio.

Una condizione ineliminabile che scuote le famiglie, i ragazzi e gli insegnanti costretti ad adeguarsi alla novità, ma i timori sono tanti per questioni di privacy, registrazioni e foto che possono essere utilizzate per chissà quali motivi e girare sui siti; didattica magari condivisa con chi?

Dubbi e interrogativi in quantità e dal ministero, arriveranno delucidazioni coi tempi burocratici che conosciamo, ma non è più il tempo dei rinvii, occorrono tempi e soluzioni certe per tutti: scuole e famiglie.

La scuola non è una bottega, la preparazione scolastica serve alla formazione dei giovani e della loro vita futura, ed è da tenere in massima condiserazione.