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ECONOMIA

MES : Chiarezza storica ed attuale tra tutti i “partecipanti”

Troppa confusione mediatica, troppa tifoseria che non giova a nessuno senonché

ad una distrazione di massa sull’argomento. Prendetevi qualche minuto di attenzione per arrivare al fondo

 

In rete ormai sempre di assistere ad una gara di proprie ragioni, quando di fatto il giusto sta sempre nel mezzo e fin troppo spesso in questi giorni si vedono schieramenti di adpeti e leoni da tasitiera (spesso nascosti da profili fake) a pubblicare link, copia incolla e falsità sull’argomento MES.

Procediamo per ordine cercando di spiegarlo nella maniera più semplice possibile cosicchè possa essere recepito da tutti.

M.E.S. (Meccanismo Europeo di Stabilità) – è un’organizzazione intergovernativa (con sede in Lussemburgo) dei paesi che condividono l’euro come moneta, e ha il compito di aiutare i paesi che si trovano in difficoltà economica.

A cosa serve

Serve a mettere in comune il denaro di tutti ed a utilizzarlo nel caso in cui uno stato membro si trovi in difficoltà, visto che – condividendo la stessa moneta – le difficoltà di un paese possono avere conseguenze anche sugli altri. Il MES venne definito nel settembre del 2012 dal Governo Monti.

Monti mes

Il MES può raccogliere sui mercati finanziari fino a 700 miliardi di euro. Questi soldi poi possono essere prestati agli stati in difficoltà, per esempio per ricapitalizzare i loro sistemi bancari. Gli stati che vengono aiutati dal MES, se rispettano alcune condizioni, possono ricevere anche l’aiuto illimitato da parte della BCE sotto forma delle famose OMT, un piano che di fatto permette l’acquisto senza limiti di titoli di stato del paese in crisi.

Per ricevere l’aiuto, uno stato deve accettare un piano di riforme la cui applicazione sarà sorvegliata dalla famosa “Troika”, il comitato costituito da Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Il piano di riforme di solito prevede misure molto impopolari, come taglio alla spesa pubblica, in particolare alle pensioni, privatizzazioni, liberalizzazioni e flessibilizzazione delle leggi sul lavoro, allo scopo di rendere nuovamente sostenibili i conti pubblici. Fino a oggi Grecia, Cipro, Portogallo e Irlanda hanno usufruito di programmi di aiuto del MES.

Chi ha messo mani al MES

Sotto parleremo di Berlusconi, Conte, Salvini e Meloni ma per ora dovete sapere che la riforma del MES riemerge nel 2018 e viene discussa come tentativo di accontentare tutti, e in quanto tale è il frutto di un compromesso tra le parti: per esempio i paesi più indebitati, come l’Italia, che volevano che le linee di credito precauzionali erogate dal MES (in gergo PCCL e ECCL) venissero concesse anche senza bisogno di sottoscrivere un accordo dettagliato di riforme impopolari. Nella versione finale questa modifica è stata accolta (per quanto riguarda la PCCL), ma è stata aggiunta un’altra condizione su richiesta degli stati più ricchi del Nord, che di fatto la rende inutile. Per avere una linea di credito, infatti, sarà sufficiente una lettera di intenti, ma solo per quegli stati che rispettano i parametri di Maastricht (10 stati su 19 membri dell’eurozona, Italia compresa, non potranno quindi utilizzare a loro vantaggio questa misura).

I paesi indebitati hanno invece ottenuto una vittoria nella trattativa sul “backstop” per il Fondo di risoluzione unico, un fondo finanziato dalle banche europee che serve ad aiutare istituti finanziari in difficoltà. Con l’introduzione del “backstop” il MES potrà finanziare il Fondo di risoluzione fino a 55 miliardi; le banche – soprattutto quelle della periferia d’Europa ma non solo – diventeranno così più sicure.

La terza modifica introdotta dalla riforma è invece voluta dai “rigoristi” del Nord Europa, e come tale non piace all’Italia (ma non solo a Salvini: anche il governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco ha detto di essere preoccupato, come il presidente dell’Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli). Di fatto la riforma cerca di rendere più facile “ristrutturare” il debito pubblico di un paese che chiede aiuto al MES.

In altre parole, i privati che hanno prestato soldi agli stati in crisi dovranno perdere una parte del loro investimento nel momento in cui scatterà un pacchetto di aiuti. Uno dei sistemi per ottenere questo risultato è l’obbligo di emettere un particolare tipo di titoli di stato (i cosiddetti “single limb CAC”) che permettono una “ristrutturazione” (cioè una riduzione concordata del valore del prestito fatto allo stato) tramite un solo voto dei creditori, invece che con le procedure più complesse delle altre tipologie di titoli di stato. Questo vuol dire che un paese in difficoltà potrebbe restituire meno di quello che deve ai suoi creditori, che è una cosa buona; ma la cosa meno buona – e temuta – è che i creditori, sapendo di questa possibilità, finiscano per chiedere interessi più alti ai paesi che percepiscono più a rischio, come l’Italia.

Ora il tasto dolente dove tutti vogliono capire

CHI HA RAGIONE SUL MES ???

giorgia meloni mes

         Matteo, Giorgia o Giuseppe ? Tutti e nessuno.

Andiamo per ordine – Premettendo che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha mal utilizzato lo strumento mediatico pubblico, in quanto pagato da tutti usufruendone per un proprio interesse personale, non si trova corretto pertanto attaccare senza diritto di replica. La sua voce rauca,  con molta probabilità è indice di consapevolezza d’essere in difetto. Proprio li che invoca alla concordia nazionale ma poi attacca le opposizioni. Questo atteggiamento rischia di mettere in difficoltà il nostro paese nonché di credibilità nella persone che “dovrebbe” rappresentarlo al meglio – Il suo messaggio alla nazione è stato della serie, se io dovessi fallire il negoziato europeo sui coronbond, la colpa sarà di chi non è al governo – Imbarazzante !

Quando nasce il MES

Da qui nasce la disinformazione in rete – Il MES non esiste dal 2008, non è stato approvato da Berlusconi e non è additabile l’Italia dato che la Signora Germania si è resa complice di taroccare i conti e sempre cercato di mettere sotto scacco il ns paese. Quindi veniamo a noi.

Si mettono le basi nel 2008. Poi con la nuova crisi economica, che ha colpito l’Europa nel 2010, che già allora stava soffrendo l’agitazione finanziaria arrivata dagli Stati Uniti, a causa della crisi dei mutui subprime del 2008-2009″. Esordisce così la sezione del sito ufficiale del Mes dedicata alla sua storia – Pertanto fin qui di certo non si posso additare Berlusconi, Salvini e la Meloni che tra l’altro quest’ultima era assente al moment del votoUna crisi Europea era in qualche modo da affrontare.

Nel 2011 è verissimo che il Governo Berlusconi abbia tracciato gli ulteriori passaggi del MES, ma un conto è redigere un qualcosa, diverso è approvarlo. Di fatto il Cavaliere è venuto poi fuori che venne silurato appositamente per i soli interessi dell’Europa e così lo prese in mano Mario Monti subentrato a Berlusconi.

Iniziate a capire la sottigliezza ? – Far andare l’attezione su uno, distraendo sulle vere colpe e responsabilità – Di fatto, lo stesso Giulio Tremonti ha sempre precisato che non avrebbe firmato quel documento.

Tremonti mes

 

Cosa succede dopo

Dal 2017 l’Europa ha aperto all’ipotesi di rivedere il trattato istitutivo ed è proprio questa eventualità che ha spianato la strada a un profondo dibattito in Italia. La riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità ha richiesto ovviamente l’approvazione dei governi oltre che la ratifica parlamentare di ciascuno Stato.

Le condizioni più caratteristiche della riforma del MES sono state le seguenti le seguenti:

  • non essere in procedura d’infrazione;
  • vantare un deficit inferiore al 3% da almeno due anni;
  • avere un rapporto debito/PIL sotto il 60% (o, almeno, aver sperimentato una riduzione di quest’ultimo di almeno 1/20 negli ultimi due anni, insieme ad un’altra serie di paletti non facilmente giudicabili a livello oggettivo.
  • Dopo l’Eurogruppo del 17 marzo 2020, svoltosi nel mezzo dell’emergenza coronavirus, la riforma del MES è stata ufficialmente rimandata per dare priorità alla lotta alla pandemia.

Il rapporto dell’Eurogruppo cosa dice

Il rapporto che l’onorevole Meloni ha mostrato pubblicamente, porta il benestare del Ministro Gualtieri e dove si evince chiaramente che se il testo venisse approvato dal Consiglio Europeo, il MES sarà attivo entro le 2 settimane successive.

In conclusione chi ha ragione

Il MES è attivo – NO.

Il MES potrà essere attivato – SI – Al primo problema con lo spreed, in assenza di strumenti come ad esempio gli Eurobond, stando alle carte di Giuseppe Conte ed il suo Ministro, nel totale silenzio il MES potrà essere attivato pertanto ora al Presidente del Consiglio non rimane altro che recarsi al Consiglio Europeo declinando e dimostrando ad alta voce dissenso, nonostante il suo Ministro Gualtieri del PD abbia asserito con un bel OK di gradimento.

Ci sono colpe del M5S

E’ una domanda che spesso l’utenza in rete si pone. Difficile additare una colpa, laddove ci fosse – Un movimento che non si definisce da sempre partito, che pubblicizza di non diventarlo mai (diventandolo), che doveva aprire il Palazzo come una scatoletta di tonno, che ha perso gran parte dell’elettorato e di mal gestione amministrativa dei comuni da loro gestiti, che non si sarebbe mai alleata con il Partito di Bibbiano (ora ci governano); come possiamo indicare sul niente, una colpa, su chi non fa niente ?

 

MES – VARESE PRESS : Vedi anche [ Clicca Qui ]

 

Fabio Sanfilippo