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ECONOMIA

Commercialisti, diversificare gli interventi per i vari cluster d’impresa

Il Cluster principale è rappresentato dal Made in Italy che comprende quasi 620 mila imprese con 4 milioni di addetti e 261 miliardi di valore aggiunto mentre quello con il numero di imprese più elevato è rappresentato dall’Edilizia che sfiora il milione di unità con 1,9 milioni di addetti e 160 miliardi di valore aggiunto. Altro Cluster di rilievo è quello della Sanità che comprende 346 mila imprese ed occupa quasi un milione di addetti per 98 miliardi di valore aggiunto.

Misurare l’impatto diversificato della crisi sui vari cluster d’impresa perché solo una conoscenza diretta dei problemi delle PMI di ognuno di essi può aiutarle a venirne fuori. A patto che l’azione sia tempestiva, non solo per dare le giuste risposte agli imprenditori, ma, soprattutto, per infondere in loro quella necessaria fiducia a far fronte alle sfide anche impossibili che si presenteranno da qui a breve.

Sono i temi del documento “Emergenza Covid -19”, pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti che raccoglie le analisi e le proposte della categoria per i singoli cluster d’impresa alla luce dell’emergenza epidemiologica.

I Cluster al momento operativi rappresentano, complessivamente, 1,9 milioni di imprese di cui quasi 420 mila società di capitali. Vi operano circa 7,3 milioni di addetti che realizzano una produzione di 1.476 miliardi di euro ed un valore aggiunto di 558,5 miliardi pari al 35% del valore aggiunto prodotto da tutte le attività economiche. Il Cluster principale è rappresentato dal Made in Italy che comprende quasi 620 mila imprese con 4 milioni di addetti e 261 miliardi di valore aggiunto mentre quello con il numero di imprese più elevato è rappresentato dall’Edilizia che sfiora il milione di unità con 1,9 milioni di addetti e 160 miliardi di valore aggiunto. Altro Cluster di rilievo è quello della Sanità che comprende 346 mila imprese ed occupa quasi un milione di addetti per 98 miliardi di valore aggiunto. Più piccoli ma non meno significativi il Cluster rappresentato dall’Economia del Mare che raggruppa poco più di 15 mila imprese e 262 mila addetti con 23,5 miliardi di valore aggiunto e il Cluster Ambiente con 9 mila imprese, 194 mila addetti e 16 miliardi di valore aggiunto. All’interno del Cluster Made in Italy, si segnala il settore Turismo con 345 mila imprese, 1,6 milioni di addetti e 66 miliardi di valore aggiunto che rappresenta certamente la parte maggiore del tessuto imprenditoriale, mentre il settore della Meccanica è quello che realizza la quota maggiore di valore aggiunto pari a 113 miliardi di euro, il 43% dell’intero Cluster.

Il documento individua, per ogni cluster, i comparti e le tipologie di attività economiche delle imprese che ne fanno parte. Su questa base, quindi, presenta sinteticamente i principali dati statistici con particolare riguardo al numero di imprese e alla forma giuridica, al numero di addetti e laddove possibile al fatturato e al valore aggiunto prodotto. Segue una rapida analisi delle problematiche specifiche delle imprese che vi fanno parte, con riguardo sia agli aspetti fiscali che economico- finanziari”.

“Il documento – spiega Achille Coppola, segretario del consiglio nazionale dei commercialisti e con il consigliere Giuseppe Laurino responsabile del progetto “Attività d’impresa” – nasce nell’ambito del progetto “Attività d’Impresa”, che si pone l’obiettivo di sviluppare nuove competenze professionali tra i Commercialisti facendo leva sull’esperienza di chi si è specializzato nella consulenza a determinati settori produttivi e tipologie di business. Il progetto prevede la realizzazione di una struttura a rete in grado di valorizzare le conoscenze teoriche e pratiche dei Commercialisti, favorirne la circolazione tra colleghi, promuovere specifiche iniziative di formazione specialistica, implementare un sistema di relazioni socio-economiche in grado di valorizzarne al meglio i contenuti anche attraverso il coinvolgimento dei principali stakeholder dei vari cluster d’impresa”.

“Questo documento – aggiunge Laurino – evidenzia l’importanza della nostra categoria per la P.A. e le imprese del Made in Italy, Economia del Mare, Edilizia & Ambiente e naturalmente quelle sanitarie. In questo preciso momento, dopo le professioni sanitarie e le forze dell’ordine, i commercialisti sono coloro che più di prima sono al fianco dello Stato e delle imprese. Con la nostra competenza per settore, strutturati in rete, ci proponiamo in chiave sussidiaria, con l’obiettivo di rendere più veloci i tempi dettati dalla burocrazia e dalle “sabbie mobili” delle norme”.

I cluster esaminati sono: nell’ambito del Made in Italy, Agricoltura e Agroalimentare, Turismo, Cultura, Moda e Accessori,  Meccanica; per quanto riguarda  Service economy, il settore Sanità; L’Economia del Mare; e per l’Edilizia e l’Ambiente, Sistema Casa e Infrastrutture, e il settore Ambiente.

Il documento online sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti (www.fondazionenazionalecommercialisti.it).

 

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Cronaca

Cassa Dottori Commercialisti su DL Liquidità: cambio di requisiti obbliga Casse a bloccare erogazione indennità

Presidente Anedda: “Confusione normativa frutto dell’esclusione degli Enti da provvedimenti fondamentali per professionisti”

Il decreto legge “Liquidità”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella giornata di ieri ha modificato la platea di riferimento dei soggetti destinatari dell’indennità di 600 Euro prevista dall’art. 44 del DL 18/2020, limitandola ai soli professionisti iscritti esclusivamente all’ente di previdenza privato.

Tale novità ha obbligato i diversi enti, ivi compresa la Cassa dei Dottori Commercialisti, a bloccare il pagamento dell’indennizzo di 600 euro a tutti gli iscritti non potendo, sulla base delle istanze correttamente presentate, individuare coloro che risultano avere altra posizione previdenziale.

In particolare la Cassa Dottori Commercialisti si trova costretta a sospendere le circa 25mila domande, per le quali era stato disposto il relativo pagamento già per la giornata di domani.

Con l’obiettivo di garantire una tempestiva informazione agli interessati, la Cassa pubblicherà sul proprio sito tutti i necessari aggiornamenti.

“Per poter procedere al pagamento, dovremo ora richiedere un’integrazione alla dichiarazione presentata, con relativa verifica successiva e, di conseguenza, con uno slittamento della data di pagamento, escludendo tutti coloro che hanno un’altra posizione previdenziale – dichiara il Presidente della Cassa Dottori Commercialisti Walter Anedda – E’ evidente – prosegue il Presidente – che, ad esempio, tutti i colleghi che sono anche lavoratori dipendenti (si pensi ai docenti), sulla base delle nuove disposizioni governative, saranno esclusi da tale indennità”

“La confusione che ha accompagnato tale vicenda – prosegue Anedda – è l’evidenza del fatto che le Casse sono state totalmente escluse dalla definizione dei contenuti dei testi normativi, ancorché da subito avessimo dato la nostra massima disponibilità per una corretta definizione delle platee di riferimento. Non è possibile che i nostri Enti abbiano dovuto organizzarsi in tempi rapidissimi, gestire una mole di domande in tempi ancora più ridotti, per poi subire ancora una volta un’evidente incoerenza normativa, oltretutto apparendo, agli occhi degli iscritti come coloro che sono stati compartecipi se non principali attori di tale inefficienza. Non posso accettarlo e non posso permetterlo. E’ giusto che tutti gli iscritti lo sappiano”.

“Confusione per confusione – conclude il Presidente – è giusto ricordare che è appena stato approvato il maxiemendamento alla Legge di conversione del DL 18/2020 che modifica ulteriormente l’art. 44 , questa volta rivedendo invece la platea dei pensionati e limitando la preclusione solo a coloro che sono pensionati di anzianità e vecchiaia. In sintesi un DL, con DM attuativo, modificato da altro DL che dovrà essere convertito, il cui testo è pero modificato potenzialmente dalla Legge di Conversione del primo DL. Se avete mal di testa, non siete i soli”.