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Commercio

Saldi estivi, date di inizio e obblighi per il Covid-19

DIsciplinati dalla delibera di Regione Lombardia, i saldi estivi 2020 inizieranno eccezionalmente il 1° agosto a seguito dell’emergenza epidemiologica da covid-19.

Considerata la sospensione delle attività di commercio al dettaglio causata dall’emergenza epidemiologica da covid-19, con Delibera di Giunta regionale del 26 maggio 2020 è stato stabilito che, per l’anno 2020, i saldi estivi avranno inizio il giorno sabato 1 agosto.   

La durata massima del periodo dei saldi è di sessanta giorni, pertanto termineranno il giorno martedì 29 settembre.

Si segnala, inoltre, che, sempre ai sensi della Delibera di Giunta regionale del 26 maggio 2020, considerata l’opportunità di eliminare vincoli legati alla determinazione dei prezzi dei prodotti soggetti a saldo, al fine di favorire la ripartenza delle attività commerciali sospese a causa dello stato di emergenza deliberato dal Governo relativo alla pandemia di Covid-19, è sospeso, su tutto il territorio regionale, il divieto di effettuare vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti i saldi e cioè dal 2 al 31 luglio 2020, fatte salve diverse disposizioni motivate da parte dei singoli comuni.

SI ricorda inoltre, ai fini di informazione e tutela dei consumatori, che i commercianti hanno l’obbligo di esporre, accanto al prodotto, il prezzo iniziale e la percentuale dello sconto o del ribasso. È invece facoltativa l’indicazione del prezzo di vendita conseguente allo sconto o ribasso.

L’operatore commerciale ha l’obbligo di fornire informazioni veritiere in merito agli sconti praticati sia nelle comunicazioni pubblicitarie (che, anche graficamente, non devono essere presentate in modo ingannevole per il consumatore) sia nelle indicazioni dei prezzi nei locali di vendita. Non può inoltre indicare prezzi ulteriori e diversi e deve essere in grado di dimostrare agli organi di controllo la veridicità delle informazioni relative al prodotto.

I prodotti in saldo devono essere separati da quelli eventualmente posti in vendita a prezzo normale (se ciò non è possibile, cartelli o altri mezzi devono fornire al consumatore informazioni inequivocabili e non ingannevoli).

Se il prodotto risulta difettoso, il consumatore può richiedere la sostituzione dell’articolo stesso o il rimborso del prezzo pagato dietro presentazione dello scontrino, che occorre quindi conservare.

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In evidenza

Varese, c’è un nuovo bar al centro-via Manzoni

Intervista al proprietario di un coraggioso commerciante, che seppure non giovanissimo si mette in gioco, nonostante la crisi da coronavirus. Il bar è in via Manzoni sotto i portici, e non vi diciamo il nome per spingervi a visitarlo. Bisogna dare spazio e visibilità a chi si butta nonostante tutto, e non abbiamo motivi particolari ( non ci pagano ) per diverlo: è solo l’amore per Varese e la sua bellezza che ci spinge a dare spazio agli italiani che vogliono lavorare

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Busto Arsizio

Busto Arsizio, il sabato del villaggio.

Nella famosa poesia di Leopardi “Il sabato del villaggio”, il sabato è una metafora della giovinezza e dell’illusione. Infatti oggi a Busto Arsizio era un po’ quella l’aria che si respirava.  Ma è
una beata illusione se pensiamo che tutto sia finito. Andare in giro va bene, abbassare troppo la guardia no. Abbiamo incontrato in centro il sindaco, Emanuele Antonelli che si dichiara soddisfatto di come i nostri concittadini abbiano reagito a questa seconda fase del Coronavirus e di come si stiano comportando.  Dello stesso parere la Polizia che presidiava, con due pattuglie, le vie cittadine, anche se qualche richiamo è stato fatto. Antonelli ha sottolineato che i giovani si sono ben comportati nella prima parte della pandemia, oggi, con l’apertura dei bar, vi è un po’ più di assembramento, ma tutti sono dotati di mascherina e, tranne qualche caso, rispettosi delle distanze. Al mercato la situazione è mediamente sotto controllo con la presenza della Protezione Civile. Purtroppo mentre di fronte ad alcune bancarelle si rispettano le regole sulle distanze, in altre la gente si affolla, quasi dimenticandosi che il Coronavirus è ancora in giro. Giusta l’osservazione fatta che c’è un po’ la tendenza a non fare uso dei guanti, cosa che invece normalmente avviene nei supermercati.

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I negozi con maggior affluenza? Computer e ciclisti. I primi perché con l’emergenza molte famiglie sono state costrette a dotarsi di computer, spesso più d’uno per permettere smart working e istruzione a distanza contemporaneamente a più membri della stessa famiglia, i secondi per l’incremento della richiesta di bicicletta, la riscoperta di un vecchio mezzo di trasporto giudicato più comodo e sicuro rispetto ai mezzi pubblici. 
Il problema è far fronte alle richieste sia del nuovo sia delle riparazioni per tempi di attesa e mancanza in certi casi dei pezzi di ricambio.  La città sembra che stia tornando a vivere con gente nei negozi e seduta i bar. “Altro dirti non vo’; ma la tua festa/ch’anco tardi a venir non ti sia grave.” (Giacomo Leopardi – Il Sabato del Villaggio).  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Commercio

Varese, proposte dei pubblici esercizi per ripartire nella Fase2

Al tavolo di lavoro pubblici esercizi hanno partecipato attivamente le Associazioni di Categoria FIEPET Confesercenti, FIPE Confcommercio, Aime ed i sindacati CGIL, CISL e UIL.
Il documento, con le proposte per la ripartenza del settore e ricco di contenuti, è stato presentato alla cabina di regia di Palazzo Estense da Romana Dell’Erba, delegata Fiepet-Confesercenti che ha relazionato ogni punto condiviso dal tavolo e da Antonella Zambelli Fipe-Confcommercio nelle veste di coordinatrice del tavolo.
Il Lockdown è costato un terzo del fatturato annuale per i pubblici esercizi e la costituzione del tavolo di lavoro pubblici esercizi ha permesso di presentare un documento che possa far fronte alle possibili risoluzioni per una degna ripartenza.
Anche con imminente riapertura del settore si continueranno a registrare importanti perdite di fatturato; è inevitabile! In dettaglio le restrizioni previste potranno permettere agli esercenti di operare al 30% delle loro potenzialità, al netto di costi pari al 100% con l’aggiunta di nuove e diverse responsabilità, cercando di tutelare lo stato occupazionale pre COVID-19. Una vera sfida!. Una vetrina abbandonata non costituisce solamente un’attività economica persa, ma rappresenta anche il sintomo del degrado che avanza e che colpisce l’intera comunità.
E’ assodato che le necessità dei pubblici esercizi sono le medesime del commercio in sede fissa ma con le sue declinazioni e specificità riguardanti soprattutto la parte di somministrazione.
Il tavolo conferma quanto richiesto, all’Amministrazione Comunale di Varese, dal tavolo commercio in sede fissa riguardante i temi di fiscalità, marketing, comunicazione, accessibilità e sosta, decoro urbano, rigenerazione urbana, semplificazione negli adempimenti burocratici, digitalizzazione d’impresa, pianificazione urbanistica e commerciale condivisa e sicurezza degli ambienti di lavoro. Dai momenti di confronto sono emerse le seguenti necessità e priorità in 9 punti.
Tra le principali proposte si ritiene fondamentale il recupero per quanto possibile degli spazi esterni a costo zero, fino al 31 dicembre 2020 e con una procedura amministrativa semplificata. Per gli spazi inamovibili conoscere bene i tempi ed i costi di concessione per permettere all’esercente di ammortizzare l’investimento ed usufruire in tempo dei bandi regionali attivi. Lavorare con procedure semplificate anche per le concessioni edilizie.
Per quanto riguarda l’abbattimento dei costi in virtù dei mesi di chiusura e di una ripartenza limitata, il tavolo chiede all’amministrazione comunale di fare tutto il possibile per la riduzione dei tributi locali, stesse e medesime richieste fatte nella leva fiscalità del commercio in sede fissa (Imu – Tari – Cosap – Imposta di pubblicità – Tasi).
Il punto certo è la delibera del Comune e Decreto Rilancio, ma il tavolo richiede l’annullamento fino al 31.12.2020 di tutti i tributi locali e per la TARI una rimodulazione del tariffario per coloro che non possono nemmeno ampliare gli spazi e continueranno l’attività a regime ridotto.

Sul piano della comunicazione, sensibilizzazione e promozione il tavolo richiede all’amministrazione di progettare una campagna di comunicazione sui comportamenti e le regole che i cittadini devono rispettare anche con la creazione di uno slogan condiviso.
Mentre per gli esercenti una campagna di promozione da parte dell’amministrazione con di propri canali di comunicazione per favorire la visibilità in forma gratuita degli esercizi che hanno attivato i servizi di asporto e delivery tramite il portale VARESEINFORMA; promozione della città, dei quartieri ed dei negozi di vicinato anche attraverso i propri canali di comunicazione oltre progetti interconnessi tra assessorati al commercio, al turismo e alla cultura.
Una richiesta da parte dei membri del tavolo è stata la creazione di un tavolo con gli organi di Polizia Locale, Carabinieri, Forze di Polizia, Protezione Civile per coordinare le attività di controllo e di rispetto delle regole da parte dei clienti dei locali al fine di poter ridurre al minimo le interpretazioni personali e la costituzione di un osservatorio della città sui comportamenti della gente
Accessibilità e sosta: bisognerebbe ripensare ad una vera considerazione sul riesame del “piano della sosta”. Appreso quanto già deliberato dalla giunta nei giorni scorsi il tavolo avanza ulteriori proposte; aumento dei posteggi a strisce bianche o indicare una zona a parcheggio disco orario al fine di facilitare gli acquisti veloci da svolgersi in 30 minuti (si prevedono aumenti sugli spostamenti in auto); prevedere le zone free individuate dal tavolo piazzale Kennedy, Piazza Repubblica, zona TEATRO, Viale Europa, zona XXV aprile; si chiede di fare uno studio di fattibilità per rendere pedonali nel weekend altre vie del centro incrementando un servizio navetta gratuito che parta dalle arterie principali della città; prevedere una navetta dal lago di Varese al centro città, dal Sacro Monte al centro città.
Il tavolo concorda infine con le OO.SS sulla necessità di mettere in atto ogni iniziativa per salvaguardare l’occupazione dei lavoratori e la sicurezza negli ambienti di lavoro.
Infine, le OO.SS, ritengano fondamentale che il Comune si ponga il problema della conciliazione dei tempi in quanto si verranno a creare delle situazioni di disagio per le lavoratrici ed i lavoratori avendo figli a casa. A tal fine si ritiene auspicabile, per la durata dell’emergenza, che il Comune adotti delle iniziative sui “tempi della città” per le fasce orarie di apertura al pubblico durante la settimana e il lavoro festivo e domenicale.
Ci auspichiamo che questo spirito di collaborazione possa sempre più migliorare e che non si interrompa nel tempo.

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POLITICA

Covid, Lega: export a rischio

COVID-19, LEGA PRESENTA INTERROGAZIONI A GOVERNO E COMMISSIONE UE: «RIMUOVERE RESTRIZIONI CIRCOLAZIONE, EXPORT ITALIANO A RISCHIO»

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Bianchi e Cecchetti sollecitano misure sul piano nazionale, Tovaglieri e Campomenosi chiedono regole omogenee all’interno della Unione Europea 

Roma, 18 maggio 2020 – Azione coordinata dei parlamentari della Lega a livello nazionale ed europeo per salvare l’export e il know how italiano, in particolare quello delle macchine strumentali, messo a rischio dalle misure restrittive della circolazione tra gli Stati e dall’obbligo di quarantena, che prevede l’isolamento per 14 giorni in ingresso e in uscita per i tecnici incaricati dell’istallazione e della manutenzione dei macchinari consegnati ai clienti oltre confine. 

Sulla scorta dell’allarme lanciato dalle associazioni di categoria, i deputati Matteo Bianchi e Fabrizio Cecchetti hanno presentato oggi un’interrogazione al Governo e al Ministro dei Trasporti. «Non è possibile osservare 28 giorni di isolamento per compiere un lavoro di 48 ore», spiegano i parlamentari leghisti, sottolineando i problemi delle imprese che in questi giorni vedono ripartire gli ordinativi di importanti clienti esteri ma non possono concludere la vendita a causa del lungo periodo di quarantena a cui devono sottoporsi i tecnici installatori, che per obbligo contrattuale sono tenuti a montare, mantenere e avviare i macchinari consegnati. «Chiediamo al governo di risolvere questo problema, che sta provocando serie ricadute in termini economici e di produttività in una fase in cui è di vitale importanza sostenere la ripresa della produzione e delle esportazioni», concludono Bianchi e Cecchetti.

Intanto a Bruxelles l’eurodeputata lombarda Isabella Tovaglieri, membro della commissione ITRE (Industria, Trasporti, Ricerca Energia) e Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega al Parlamento europeo, hanno presentato un’analoga interrogazione alla Commissione europea in cui si chiede più libertà di movimento per i lavoratori all’interno dell’Unione Europa e regole omogenee per tutti. «La mancanza di un coordinamento, regole e prassi diverse fra gli Stati e molteplici restrizioni agli spostamenti dei lavoratori possono portare a una grave distorsione della concorrenza nel mercato interno che rischia non solo di penalizzare il nostro Paese ma anche di compromettere la ripresa in tutta Europa», sottolinea Isabella Tovaglieri. «La preoccupazione – conclude l’eurodeputata – riguarda soprattutto i Paesi extra Schengen, comunque importanti per l’export italiano e di molte imprese europee, che non riapriranno le proprie frontiere fino al 15 giugno e che prevedono ancora pesanti limitazioni per i lavoratori che varcano i loro confini anche per brevi periodi».

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Trecate

Trecate, ampliamento orari commerciali

CITTÀ DI TRECATE

AMPLIAMENTO ORARI ATTIVITÀ COMMERCIALI

Le attività commerciali e di servizio alla persona potranno ampliare i propri orari di apertura in modo da poter organizzare al meglio il proprio lavoro nel rispetto delle linee di indirizzo emanate dalla Regione Piemonte.

Per i commercianti trecatesi basterà inviare una pec all’indirizzo commercio.trecate@pec.it indicando i nuovi orari di apertura.

«Un modo per andare incontro alle esigenze dei nostri commercianti al dettaglio e di quanti si occupano di servizi alla persona – dichiara il Sindaco Federico Binatti – In questo modo potranno ampliare il proprio orario di lavoro per garantire un’adeguata pulizia e disinfezione delle superfici di lavoro prima di servire un nuovo cliente».

Mercoledì 20 e 27 maggio, inoltre, si svolgerà il mercato settimanale in via Verdi con la sola presenza di banchi di generi alimentari e con le stesse modalità di accesso utilizzate mercoledì 13. Nelle prossime due settimane si svolgeranno riunioni con le associazioni di categoria e saranno sentiti i commercianti di generi non alimentari per la scelta di un nuovo stallo vista la necessità di ampliamento dell’area mercatale.

Trecate, 18 maggio 2020                                           

                                                                                                            L’Amministrazione comunale

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Cronaca

Varese, “scelgo il territorio”, oltre 60mila accessi al sito web, progetto attivo e seguito

“Il sito internet di Scelgo il territorio, nei primi due giorni di apertura, lunedì e martedì, ha registrato oltre 60mila accesso unici, segno che l’iniziativa sta raccogliendo fin da subito grande interesse”.
 
Così Emanuele Monti (Lega), Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia e Consigliere regionale del territorio, che ha promosso il progetto insieme al Sindaco di Casciago, Mirko Reto. 
 
“Sono inoltre giunte oltre cento produttori e rivenditori a km0 – spiega Monti – disponibili a prendere parte a questa rete per sostenere un circuito virtuoso che, in questo momento di emergenza, può fare la differenza sia per tutelare le attività locali sia per fornire un servizio fondamentale per i cittadini che stanno rispettando la quarantena”.
 
Il sito www.scelgoilterritorio.it è attivo e i cittadini possono collegarsi per accedere alla lista delle aziende che prendono parte all’iniziativa. 
 
“Il progetto ‘Scelgo il territorio’ prevede l’approvvigionamento a domicilio da parte delle aziende del territorio (ognuna delle quali, a seconda delle sue possibilità, si muoverà all’interno di un certo ambito territoriale, all’interno della nostra provincia, attorno alla propria sede) che riceveranno gli ordini via telefono o via mail dai cittadini” sottolinea Monti.
 
“I numeri dicono che è un progetto di cui c’era e c’è  fortemente bisogno – sottolinea il Presidente della Commisisone Sanità – un ringraziamento dovuto alle società che hanno consentito di farlo partire: Monkey, Consel, Elmec, Forbar”. 
 
“Ricordo che il 10% del ricavato – conclude Monti sarà devoluto agli ospedali del territorio”.
 
 Guarda il video promozionale dell’iniziativa: https://youtu.be/eGFe4gMDmP0
 
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ECONOMIA

Fipe-Confcommercio: “Responsabilità da parte di tutti, ma le misure del Governo sono devastanti. Serve un piano straordinario o chiudiamo”

300mila imprese e un milione di lavoratori del settore, come purtroppo molti altri della nostra economia, sono messi in grave crisi da una situazione preoccupante affrontata con provvedimenti che non hanno precedenti nella storia repubblicana.

Le perdite stanno mettendo in ginocchio intere categorie e il mondo dei Pubblici Esercizi risulta particolarmente colpito da una gestione altalenante delle disposizioni che li riguardano direttamente e da una comunicazione che ha contribuito a generare confusione, incertezza e panico.

Gli imprenditori che FIPE – Confcommercio rappresenta – quelli delle zone chiuse come quelli di tutta Italia – rispetteranno i provvedimenti annunciati nella notte dal Governo e in tanti si stanno impegnando in queste ore per garantire vivibilità e servizio alle comunità in cui operano, ben consapevoli del ruolo sociale svolto e dei rischi sanitari in cui incorrono.

È un dovere per la tutela della salute pubblica, prima ancora che delle stesse attività economiche, far presente che alcune disposizioni appaiono incoerenti e altre risultano di difficile applicazione, come la regola che riversa sulle imprese l’onere di tenere i clienti alla distanza di un metro. FIPE riceve oggi centinaia di telefonate e appelli che chiedono la chiusura temporanea delle attività di Pubblico Esercizio, nella comprensibile preoccupazione – da imprenditori e da cittadini – per la salute di clienti, dei propri dipendenti e delle relative famiglie, come reazione alla difficoltà di gestione delle attuali disposizioni e nella speranza che questo sacrificio possa almeno servire ad accelerare il ripristino della normalità.

Comprensione e solidarietà vanno a tutti gli imprenditori che in questo momento sono messi di fronte a scelte dolorose e difficili, un ringraziamento non di forma va rivolto a coloro che stanno cercando con senso civico di fare la propria parte a servizio della salute e della capacità di ripresa del territorio.

È una situazione drammatica per migliaia e migliaia di imprenditori e lavoratori, che insieme alla Presidenza della Federazione, riunitasi oggi in seduta permanente, chiede con forza un “Piano economico straordinario”, da approvarsi con risorse ingenti subito, già con il Decreto Legge in approvazione la settimana prossima.

Vanno estese le misure previste per le zone chiuse a tutto il territorio nazionale, aprire la cassa in deroga per almeno 6 mesi a tutte le imprese di tutte le Regioni, far slittare tutte le scadenze fiscali a fine anno, fermare gli sfratti per morosità, individuare un meccanismo di credito di imposta che sostenga, almeno parzialmente, le perdite documentabili delle imprese. Ci sarà modo per riflettere e discutere su quanto è accaduto, soprattutto nelle ultime ore, ma questo è il momento della responsabilità e dello stare uniti come cittadini e come imprenditori.

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Area Malpensa

Somma, la protesta dei negozi cinesi

di Giuseppe Criseo. I negozi dei cinesi sono chiusi a Somma, a causa del coronavirus. Si tratta di quello sul Sempione, del bar di fronte al Carrefour, e del negozio di fianco del Gigante. Una situazione di crisi generale che sembra stia contagiando Italia e altri paesi, seppure i rischi seri siano quasi inesistenti.. A Somma, i cinesi come in altre zone, chiariscono che vogliono tutelare i loro dipendenti oltre ad evitare rischi per la città, un bel gesto acnhe se tanti cinesi non vanno da tempo in Cina e anzi il contagio arriva da un paio di focolai italiani. Il testo che segue e’ quanto riportato e rispecchia la crisi e l’amarezza per il momento di depressione e psicosi incomprensibile dal nostro punto di vista e che rischi danni incalcolabili a tutti. Segue il testo del volantino: “In considerazione dei recenti avvenimenti riguardanti la COVID 19 abbiamo deciso di chiudere il locale Da domenica 1 marzo alla data da stabilire Lo facciamo innanzitutto per proteggere i nostri dipendenti che non dovrebbero essere obbligati a venire al lavoro in questo periodo, ma lo facciamo anche per la Città :creare un luogo di ritrovo pubblico può sempre aumentare la trasmissione di virus Confidiamo nella capacità del comune e della provincia nel gestire questa situazione e ci auguriamo di poter tornare operativi prima possibile. Caspita Casa”